"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

mercoledì 4 marzo 2009

Verranno a dirvi …

Verranno a dirvi che in Italia si intercetta troppo. I dati a disposizione ci dicono che nel nostro Paese, ogni anno, vengono intercettate all’incirca 15-20 mila persone, (meglio parlare di persone intercettate, non di intercettazioni, sennò la cifra si gonfia in maniera tendenziosa). Tutto ciò a fronte di circa 3 milioni di nuovi processi.
Verranno a dirvi che fuori dai nostri confini questo genere di controlli sono significativamente inferiori. La verità è che all’estero è più difficile stilare statistiche perché le intercettazioni non le dispongono solo i giudici, come avviene in Italia, ma anche le forze di polizia e i servizi segreti (in Inghilterra addirittura il servizio ambulanze e gli enti locali), con regole diverse da Paese a Paese e spesso senza dover rendere conto a nessuno. Quindi è verosimile che all’estero siano molte di più ma nessuno ne sa niente e nessuno se ne preoccupa.
Verranno a dirvi che all'estero si fanno solo per mafia e terrorismo ma, come detto, oltre i nostri confini la realtà è talmente variegata che è difficile schematizzare quello che succede realmente. A titolo indicativo, comunque, vale sapere che l'Fbi pochi mesi addietro ha intercettato e arrestato il governatore dell'Illinois, Rod Blagojevic, e centinaia di top manager di Wall Street, coinvolti nei mutui subprime.
Verranno a dirvi che all'estero i giornali non le pubblicano. Anche in questo caso è vero il contrario. Infatti, i giornali Usa hanno regolarmente pubblicato le telefonate di Blagojevic & C., compresi i non indagati Jesse Jackson jr. e Rahm Emanuel, braccio destro di Obama (proprio lui, il nuovo presidente), senza che nessuno se ne lamentasse. In Italia, invece, si grida subito allo scandalo, secondo la vecchia abitudine “chiagni e fotti”, cioè manifestare sempre una insoddisfazione per cercare di ottenere un vantaggio, o un privilegio, a scapito degli altri.
Verranno a dirvi che sono lesive della privacy. Potete rispondere che la privacy, in Italia, è già tutelata da un’apposita legge e da un garante e che quindi vi sono già delle regole che garantiscono la riservatezza dei cittadini. Ad ogni modo, se rinunciare ad un pezzetto della nostra riservatezza può restituirci un po’ di sicurezza e legalità in più, ben vengano le intercettazioni.
Verranno a dirvi che costano troppo. È vero, hanno un costo, come tutti i servizi che utilizziamo quotidianamente, le poste, le ferrovie, la sanità, ecc. Per dare un’idea, nel 2007 sono costate 224 milioni di euro. Non so dire se è poco o molto, ma vanno dette due cose. Intanto che si può risparmiare molto tramite l’acquisto delle apparecchiature, perché al momento lo Stato le prende in affitto da privati e quindi paga un canone a tempo, senza contare che lo Stato potrebbe anche imporre tariffe scontate o addirittura gratuite ai gestori di telefonia (un po’ come già accade per le indagini svolte gratuitamente dagli istituti di credito, pur essendo essi soggetti privati). La seconda cosa da dire è che questo servizio non rappresenta un costo senza un ritorno perché, grazie alle intercettazioni, lo Stato recupera svariati miliardi di euro da mafiosi, narcotrafficanti e truffatori vari (ad esempio, due mesi di ascolti a Milano sulle scalate bancarie hanno fatto recuperare 1 miliardo di euro, quattro volte la cifra spesa nel 2007).
Verranno a dirvi che bastano e avanzano gli altri mezzi d'indagine, che i giudici devono tornare ai metodi tradizionali. A parte che sarebbe come dire che i medici devono abbandonare la Tac e tornare allo stetoscopio (voglio dire, sono utili tutt’e due). Sarebbe interessante inoltre capire cosa ne sarebbe stato di tutti i più recenti scandali, emersi proprio grazie alle intercettazioni: Bancopoli, Calciopoli, Vallettopoli, casi Cuffaro, Saccà, Fitto, clinica-horror Santa Rita, Abu Omar e Sismi deviato, Tangentopoli a Firenze, Pescara, Napoli, Potenza. Naturalmente è sempre valido il principio per cui, in uno stato di diritto, tutti gli imputati sono e devono essere considerati innocenti fino alla sentenza definitiva.
Verranno a dirvi, infine, che una riforma sulle intercettazioni serve solo a levarsi dai piedi quegli scocciatori dei magistrati, a coprire gli scandali, a permetterci di vivere fuori e, a volte, a dispetto delle regole e della legge, e che finalmente i media potranno concentrarsi su notizie ben più serie e interessanti, come la misura di reggiseno dell’ultima ospite della Casa più famosa d’Italia. E questa volta, purtroppo, potrete dirgli che hanno ragione.

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