Verranno a dirvi che in Italia si intercetta troppo. I dati a disposizione ci dicono che nel nostro Paese, ogni anno, vengono intercettate all’incirca 15-20 mila persone, (meglio parlare di persone intercettate, non di intercettazioni, sennò la cifra si gonfia in maniera tendenziosa). Tutto ciò a fronte di circa 3 milioni di nuovi processi.
Verranno a dirvi che fuori dai nostri confini questo genere di controlli sono significativamente inferiori. La verità è che all’estero è più difficile stilare statistiche perché le intercettazioni non le dispongono solo i giudici, come avviene in Italia, ma anche le forze di polizia e i servizi segreti (in Inghilterra addirittura il servizio ambulanze e gli enti locali), con regole diverse da Paese a Paese e spesso senza dover rendere conto a nessuno. Quindi è verosimile che all’estero siano molte di più ma nessuno ne sa niente e nessuno se ne preoccupa.
Verranno a dirvi che all'estero si fanno solo per mafia e terrorismo ma, come detto, oltre i nostri confini la realtà è talmente variegata che è difficile schematizzare quello che succede realmente. A titolo indicativo, comunque, vale sapere che l'Fbi pochi mesi addietro ha intercettato e arrestato il governatore dell'Illinois, Rod Blagojevic, e centinaia di top manager di Wall Street, coinvolti nei mutui subprime.
Verranno a dirvi che all'estero i giornali non le pubblicano. Anche in questo caso è vero il contrario. Infatti, i giornali Usa hanno regolarmente pubblicato le telefonate di Blagojevic & C., compresi i non indagati Jesse Jackson jr. e Rahm Emanuel, braccio destro di Obama (proprio lui, il nuovo presidente), senza che nessuno se ne lamentasse. In Italia, invece, si grida subito allo scandalo, secondo la vecchia abitudine “chiagni e fotti”, cioè manifestare sempre una insoddisfazione per cercare di ottenere un vantaggio, o un privilegio, a scapito degli altri.
Verranno a dirvi che sono lesive della privacy. Potete rispondere che la privacy, in Italia, è già tutelata da un’apposita legge e da un garante e che quindi vi sono già delle regole che garantiscono la riservatezza dei cittadini. Ad ogni modo, se rinunciare ad un pezzetto della nostra riservatezza può restituirci un po’ di sicurezza e legalità in più, ben vengano le intercettazioni.
Verranno a dirvi che costano troppo. È vero, hanno un costo, come tutti i servizi che utilizziamo quotidianamente, le poste, le ferrovie, la sanità, ecc. Per dare un’idea, nel 2007 sono costate 224 milioni di euro. Non so dire se è poco o molto, ma vanno dette due cose. Intanto che si può risparmiare molto tramite l’acquisto delle apparecchiature, perché al momento lo Stato le prende in affitto da privati e quindi paga un canone a tempo, senza contare che lo Stato potrebbe anche imporre tariffe scontate o addirittura gratuite ai gestori di telefonia (un po’ come già accade per le indagini svolte gratuitamente dagli istituti di credito, pur essendo essi soggetti privati). La seconda cosa da dire è che questo servizio non rappresenta un costo senza un ritorno perché, grazie alle intercettazioni, lo Stato recupera svariati miliardi di euro da mafiosi, narcotrafficanti e truffatori vari (ad esempio, due mesi di ascolti a Milano sulle scalate bancarie hanno fatto recuperare 1 miliardo di euro, quattro volte la cifra spesa nel 2007).
Verranno a dirvi che bastano e avanzano gli altri mezzi d'indagine, che i giudici devono tornare ai metodi tradizionali. A parte che sarebbe come dire che i medici devono abbandonare la Tac e tornare allo stetoscopio (voglio dire, sono utili tutt’e due). Sarebbe interessante inoltre capire cosa ne sarebbe stato di tutti i più recenti scandali, emersi proprio grazie alle intercettazioni: Bancopoli, Calciopoli, Vallettopoli, casi Cuffaro, Saccà, Fitto, clinica-horror Santa Rita, Abu Omar e Sismi deviato, Tangentopoli a Firenze, Pescara, Napoli, Potenza. Naturalmente è sempre valido il principio per cui, in uno stato di diritto, tutti gli imputati sono e devono essere considerati innocenti fino alla sentenza definitiva.
Verranno a dirvi, infine, che una riforma sulle intercettazioni serve solo a levarsi dai piedi quegli scocciatori dei magistrati, a coprire gli scandali, a permetterci di vivere fuori e, a volte, a dispetto delle regole e della legge, e che finalmente i media potranno concentrarsi su notizie ben più serie e interessanti, come la misura di reggiseno dell’ultima ospite della Casa più famosa d’Italia. E questa volta, purtroppo, potrete dirgli che hanno ragione.
Verranno a dirvi che fuori dai nostri confini questo genere di controlli sono significativamente inferiori. La verità è che all’estero è più difficile stilare statistiche perché le intercettazioni non le dispongono solo i giudici, come avviene in Italia, ma anche le forze di polizia e i servizi segreti (in Inghilterra addirittura il servizio ambulanze e gli enti locali), con regole diverse da Paese a Paese e spesso senza dover rendere conto a nessuno. Quindi è verosimile che all’estero siano molte di più ma nessuno ne sa niente e nessuno se ne preoccupa.
Verranno a dirvi che all'estero si fanno solo per mafia e terrorismo ma, come detto, oltre i nostri confini la realtà è talmente variegata che è difficile schematizzare quello che succede realmente. A titolo indicativo, comunque, vale sapere che l'Fbi pochi mesi addietro ha intercettato e arrestato il governatore dell'Illinois, Rod Blagojevic, e centinaia di top manager di Wall Street, coinvolti nei mutui subprime.
Verranno a dirvi che all'estero i giornali non le pubblicano. Anche in questo caso è vero il contrario. Infatti, i giornali Usa hanno regolarmente pubblicato le telefonate di Blagojevic & C., compresi i non indagati Jesse Jackson jr. e Rahm Emanuel, braccio destro di Obama (proprio lui, il nuovo presidente), senza che nessuno se ne lamentasse. In Italia, invece, si grida subito allo scandalo, secondo la vecchia abitudine “chiagni e fotti”, cioè manifestare sempre una insoddisfazione per cercare di ottenere un vantaggio, o un privilegio, a scapito degli altri.
Verranno a dirvi che sono lesive della privacy. Potete rispondere che la privacy, in Italia, è già tutelata da un’apposita legge e da un garante e che quindi vi sono già delle regole che garantiscono la riservatezza dei cittadini. Ad ogni modo, se rinunciare ad un pezzetto della nostra riservatezza può restituirci un po’ di sicurezza e legalità in più, ben vengano le intercettazioni.
Verranno a dirvi che costano troppo. È vero, hanno un costo, come tutti i servizi che utilizziamo quotidianamente, le poste, le ferrovie, la sanità, ecc. Per dare un’idea, nel 2007 sono costate 224 milioni di euro. Non so dire se è poco o molto, ma vanno dette due cose. Intanto che si può risparmiare molto tramite l’acquisto delle apparecchiature, perché al momento lo Stato le prende in affitto da privati e quindi paga un canone a tempo, senza contare che lo Stato potrebbe anche imporre tariffe scontate o addirittura gratuite ai gestori di telefonia (un po’ come già accade per le indagini svolte gratuitamente dagli istituti di credito, pur essendo essi soggetti privati). La seconda cosa da dire è che questo servizio non rappresenta un costo senza un ritorno perché, grazie alle intercettazioni, lo Stato recupera svariati miliardi di euro da mafiosi, narcotrafficanti e truffatori vari (ad esempio, due mesi di ascolti a Milano sulle scalate bancarie hanno fatto recuperare 1 miliardo di euro, quattro volte la cifra spesa nel 2007).
Verranno a dirvi che bastano e avanzano gli altri mezzi d'indagine, che i giudici devono tornare ai metodi tradizionali. A parte che sarebbe come dire che i medici devono abbandonare la Tac e tornare allo stetoscopio (voglio dire, sono utili tutt’e due). Sarebbe interessante inoltre capire cosa ne sarebbe stato di tutti i più recenti scandali, emersi proprio grazie alle intercettazioni: Bancopoli, Calciopoli, Vallettopoli, casi Cuffaro, Saccà, Fitto, clinica-horror Santa Rita, Abu Omar e Sismi deviato, Tangentopoli a Firenze, Pescara, Napoli, Potenza. Naturalmente è sempre valido il principio per cui, in uno stato di diritto, tutti gli imputati sono e devono essere considerati innocenti fino alla sentenza definitiva.
Verranno a dirvi, infine, che una riforma sulle intercettazioni serve solo a levarsi dai piedi quegli scocciatori dei magistrati, a coprire gli scandali, a permetterci di vivere fuori e, a volte, a dispetto delle regole e della legge, e che finalmente i media potranno concentrarsi su notizie ben più serie e interessanti, come la misura di reggiseno dell’ultima ospite della Casa più famosa d’Italia. E questa volta, purtroppo, potrete dirgli che hanno ragione.
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