"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

martedì 23 febbraio 2010

Tumori, senza prevenzione i morti raddoppieranno

Quante volte abbiamo sentito di una nuova medicina che farà miracoli, ma solo fra cinque o dieci anni. Nel frattempo ai cittadini restano i sogni e la possibilità di comportarsi peggio di prima tanto la cura sta per arrivare. Intanto, mentre si parla di AIDS o di suina, si muore di cancro e di infarto, senza che vi sia un progetto educativo adeguato. Anche perchè qualunque progetto educativo si scontrerebbe in maniera significativa con i progetti delle multinazionali.
I morti per cancro, nel mondo, potrebbero aumentare dai 7,6 milioni attuali a 17 milioni entro il 2030: un numero di vittime più che raddoppiato nei prossimi 20 anni, senza un impegno globale sul fronte della prevenzione. A lanciare l'allarme è l'Organizzazione mondiale della Sanità. La guerra ai fattori di rischio oncologici è l'unico modo per vincere la battaglia contro i tumori, avverte l'Ufficio regionale Ovest Pacifico dell'agenzia Onu, che ricorda come oltre il 30% dei casi di cancro (praticamente un terzo) potrebbe essere evitato adottando stili di vita più sani. Oggi il cancro fa registrare oltre 12 milioni di nuovi casi all'anno in tutto il pianeta ed è responsabile di un decesso su 8, più delle morti per Aids, tubercolosi e malaria messe insieme, avverte l'Oms. Solo nella regione dell'Ovest Pacifico, i tumori hanno colpito nel 2008 circa 3,7 milioni di persone (2,2 milioni di uomini e 1,5 milioni di donne), con quasi 2,6 milioni di decessi. "C'è una preoccupazione universale sul cancro", sottolinea Shin Young-soo, direttore dell'Ufficio regionale Oms. Ma bisogna fare ancora molto per migliorare la consapevolezza del problema, perché "con la giusta disposizione d'animo, e attraverso azioni appropriate - assicura - alcuni tumori possono essere evitati" e altri "diagnosticati precocemente, trattati e curati". Non fumare, non bere alcol, seguire un'alimentazione corretta, fare esercizio fisico, prevenire le infezioni che potrebbero dare origine a un tumore. Sono queste le mosse vincenti per 'dare scacco matto' al cancro, ricorda l'Oms. Che mette l'accento soprattutto sulle insidie del fumo e della vita sedentaria. Le sigarette, ricorda, sono la prima causa evitabile di cancro, mentre 30 minuti al giorno di esercizio fisico moderato possono ridurre il rischio di tumori a seno e colon.

domenica 21 febbraio 2010

Per non dimenticare; i morti sul lavoro dall' 8 al 19 febbraio 2010.

Continua il viaggio intrapreso da questo blog nel mondo delle mortalità sul lavoro. L'obiettivo è quello di rendere omaggio a quei piccoli eroi quotidiani, vittime di tante cause, ma anche, e a volte soprattutto, di una politica che disattende i propri doveri, per inseguire spesso obiettivi a breve scadenza e con mera finalità elettorale. Per loro chiedo un pensiero e, per chi ci crede, una preghiera durante la messa domenicale.
Anonimo, 38 anni, operaio, Roma19 02 2010
Incidente sul lavoro stamani a Roma, in località Settecamini. Un operaio di 38 anni, italiano, è precipitato dal tetto di un capannone di una ditta di imballaggi. L’uomo ha battuto la testa dopo un volo di dieci metri. Era salito sul tetto per tentare di ripararlo dalle infiltrazioni d’acqua provocate dalle piogge di questi giorni. Categorie : lavori vari, lazio
Fabrizio Pagliano, 30 anni, operaio, Torre di Mondovì19 02 2010
Fabrizio Pagliano, 30 anni, è morto alla cartiera di Torre di Mondovì: era rimasto impigliato con la tuta in un macchinario che ne avrebbe provocato la morte per soffocamento. Categorie : industria della carta, piemonte
Anonimo, 52 anni, netturbino, Augusta18 02 2010
Un netturbino di 52 anni è morto travolto da un’auto guidata da un giovane ubriaco sulla strada provinciale 3 nei pressi di Augusta (Siracusa). Categorie : sicilia, trattamento rifiuti
Renzo Vecchiato, 47 anni, eletticista, Perdenello di Paese18 02 2010
Renzo Vecchiato, elettricista di 47 anni, è morto cadendo da una scala da un’altezza di circa tre metri, a Perdenello di Paese, all’interno del cantiere di una un’abitazione privata. Categorie : edilizia, veneto
Francesaco Calderaro, 40 anni, operaio, Palagiano18 02 2010
Francesaco Calderaro, operaio di 40 anni, è morto a Palagiano precipitando dall’impalcatura di un capannone di un’azienda agricola, mentre stava effettuando lavori di sostituzione del tetto, in particolare la rimozione di alcune lastre in eternit. Categorie : edilizia, puglia
Antonio Fiori, 37 anni, operaio, Magnago13 02 2010
Antonio Fiori, un operaio di 37 anni, è morto schiacciato da un carrello in una fonderia a Magnago: stava cercando di sbloccare un carrello, quando il sistema è ripartito all’improvviso, travolgendolo. L’uomo è morto sul colpo per i traumi riportati. Categorie : lombardia, siderurgia
Rocco Palumbo, 32 anni, operaio, Palmi12 02 2010
Rocco Palumbo, operaio di 32 anni è morto in un incidente sul lavoro sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria, nei pressi di Palmi. L’operaio, dipendente di un’impresa impegnata in lavori di ammodernamento, e’ precipitato da un ponte in costruzione ed e’ morto dopo il ricovero nell’ospedale di Polistena. Categorie : calabria, lavori stradali
Alessandro Chiarello, 26 anni, operaio, Cicala11 02 2010
Alessandro Chiarello, operaio di 26 anni , è morto mentre lavorava in un cantiere a Cicala nei pressi di un ponte delle Ferrovie della Calabria, crollato nei giorni scorsi a causa del maltempo: mentre si trovava alla guida di un escavatore impegnato nel ripristino della linea delle Ferrovie della Calabria, a causa di uno smottamento del terreno, il mezzo pesante s’è ribaltato ed il giovane che lo guidava è stato scaraventato fuori dall’abitacolo finendo nel fiume in piena. La forte corrente ha trascinato il suo corpo per oltre tre chilometri. Categorie : calabria, movimentazione terra
Gianfranco Beltrame, 42 anni, operaio, Camposanpiero11 02 2010
Gianfranco Beltrame, 42enne operaio, è morto presso uan cartiera di Camposanpiero: mentre stava sistemando una catasta di cartone pressato, due cilindri del peso di 5 quintali l’uno gli sono crollati addosso. Categorie : industria della carta, veneto
Gaetano Saraceni, 31 anni, operaio, Solbiate Arno8 02 2010
Gaetano Saraceni, 31 anni, è morto ucciso da una sbarra metallica mentre stava lavorando vicino a un macchinario in una azienda specializzata in stampaggio di metalli a Solbiate Arno. Categorie : lombardia, meccanica
Aldo Ferraro, 33 anni, operaio, Bocale8 02 2010
Aldo Ferraro, operaio 33enne, è morto schiacciato dal crollo di un muro di contenimento di cemento, mentre era impegnato in lavori di sbancamento in località Vico d’Angelo a Bocale Categorie : calabria, movimentazione terra

venerdì 19 febbraio 2010

Il tappo sta per saltare ... sul carro del nuovo vincitore.

Ci sono tre frasi del premier che mi fanno pensare che il tappo sta per saltare.
Innanzitutto, davanti al dilagare degli scandali, si preannuncia il solito giro di vite, questa volta contro la corruzione. Ma ci vogliono prendere davvero in giro? Cosa significa giro di vite? Le leggi ci sono già e sono sufficienti, se proprio si vuole fare qualcosa. E fare qualcosa non significa fare degli annunci senza valore, ma signifca inasprire i controlli, quelli bisogna aumentare, non le sanzioni che già ci sono e sono sufficienti. Inasprire i controlli, non significa fare la guerra alle intercettazioni, ma raddoppiarle, triplicarle, se necessario, perché tutto venga fuori al più presto, prima che sia troppo tardi, altro che secretare!
Poi c'è un'altra frase che ha tutto il sapore della disperazione, come se si cercasse di utilizzare un vecchio metodo per distrarre l'attenzione. Un metodo che a quanto pare non funziiona più, se l'informazione di regime l'ha fatta appena trapelare. 'Stanno per farmi fuori fisicamente', avrebbe dichiarato il premier, nel silenzio tombale dei suoi cacicchi, giornalisti e politici.
Infine la ciliegina sulla torta: 'Non sono che dei bricconi isolati', questa frase mi ha fatto subito pensare a Craxi che chiamò Mario Chiesa un mariuolo e lui, sentendosi abbandonato, vuotò il sacco.
Personalmente, leggendo le cronache, credo che tangentopoli sia già iniziata, ma è solo rinviata grazie all'ammorbidimento da parte dei media compiacenti. Ma non credo che si riuscirà a tamponare il letame in arrivo ancora per molto tempo, anche perché, chi è abituato a leccare, presto si renderà conto che dovrà leccare da un'altra parte, per cui, presto, abbandonerà al proprio destino l'attuale padrone, per saltare sul carro del nuovo vincitore.

giovedì 18 febbraio 2010

Evitiamo di dire no, ma mandiamoli a casa!

Quello che mi fa rabbia in tutta questa faccenda dei feriti in Val di Susa è che più i cittadini si esprimono in un senso, più la politica, con il suo braccio armato, fa il contrario. La gente la TAV non la vuole, lo avete capito o no? Così la gente non vuole le centrali nucleari, non vuole l'acqua privatizzata, non vuole il finanziamento pubblico ai partiti. Lo so, Donato, tu mi hai insegnato che non si deve mai dire no. Mai bisognerebbe scadere nel partito del no, si rischia di essere derisi ed emarginati. Lo so, bisogna sempre fare proposte alternative ed essere il partito del sì.
Allora ricominciamo. Sì alle energie rinnovabili che possano sopperire in via definitiva alla ormai obsoleta tecnologia nucleare. Sì ad un miglioramento delle linee ferroviarie già esistenti in Val di Susa che, se adeguatamente risistemate, possono sopperire come già fanno, al trasporto attuale e anche a quello futuro che l'Europa ci chiede. Sì al riconoscimento del principio che l'acqua è un bene pubblico e non una merce e comportarsi di conseguenza. Sì ad uno schema di finanziamento dei partiti che non preveda l'attribuzione di soldi in eccesso, ma che preveda un tetto e una decadenza in caso di crisi prima della fine della legislatura. Si, poi, al riconoscimento degli esiti di tutte le consultazioni popolari, referendarie e non. E infine si ad una nuova legge elettorale che ci consenta di poter scegliere i nostri rappresentanti e mandare definitivamente a casa questa gentaglia che non ci rappresenta più.

mercoledì 17 febbraio 2010

Perché il ministro Alfano si dovrebbe dimettere.

Nello stesso giorno in cui disquisivo con alcuni amici della parola giustizialista (da cui è nato il post di ieri), mi sono trovato a parlare anche del fatto che, mentre tutti vanno in galera se sbagliano, i giudici non ci vanno mai. Così ho fatto tra me e me alcune riflessioni. Credo innanzitutto che si debba distinguere tra errori e reati. Partendo da questo principio arriveremo alla conclusione che anche i giudici quando commettono reati vanno a finire in prigione e ce ne sono diversi che sono stati processati, anche per fatti di corruzione. Per quel che concerne invece gli errori, credo che nessuno vada in galera, a meno che non incorra in fatti penalmente rilevanti, tipo l'omicidio colposo. Quindi nemmeno i magistrati, che comunque sono soggetti a sanzioni da parte del loro organo di controllo, subiscono trasferimenti per incompatibilità ambientali, o cose di questo genere. Ma prendiamo la categoria dei politici, quelli che spesso inveiscono contro la categoria dei magistrati. Avete mai visto un politico che paga per aver commesso un errore, aver proposto una legge sbagliata che, ad esempio, ha bisogno poi di un decreto incostituzionale per evitare di scarcerare 400 boss mafiosi? Io mai, anzi ho visto spesso politici che utilizzano i propri errori per fare propaganda, grazie alla complicità di un'informazione manipolata. Se, ad esempio Alfano, il nostro ministro della giustizia, dovesse pagare per i suoi errori, dovrebbe dimettersi. Vi sono, infatti, norme, come quella sulle intercettazioni, o sul processo breve, o sul legittimo impedimento o le varie riforme che promettevano una giustizia più efficiente e funzionale, che sono ferme in parlamento. Ce n'è una, invece, che porta il suo nome, che è stata approvata, è entrata subito in vigore ed è stata sconfessata un anno e mezzo dopo, il Lodo Alfano. Questa norma ha provocato lo stralcio della posizione del premier al processo Mills. Ora, se io fossi stato il premier, sapendo di essere innocente, tenendo conto che un ministro del mio esecutivo aveva fatto approvare una norma, poi ritenuta incostituzionale, che aveva intanto stralciato la mia posizione dal processo, impedendomi di provare la mia onestà, beh, abbiate pazienza, io lo avrei prima picchiato e poi costretto alle dimissioni, per incompetenza e per avere gravemente danneggiato la mia immagine. Altro che statuina del duomo in faccia!

martedì 16 febbraio 2010

La parola giustizialista.

Parlavo, giorni fa, con degli amici, di giustizia e delle condizioni in cui è ridotta in Italia. Eravamo in linea di massima daccordo sul fatto che non funziona, un po' meno sul tipo di soluzioni da adottare, tanto che ne abbiamo appena appena accennato poi, al primo sentore di dissenso abbiamo lasciato perdere. Anche perché uno di loro ha utilizzato la parola 'giustizialista'.
Sono particolarmente sensibile a questa parola, intanto perché non appartiene alla cultura storica della lingua italiana. Se si cerca nei vecchi vocabolari non la si trova e forse non c'è neppure in molti di quelli nuovi. Diciamo che è un neologismo. Niente di male, per carità, la lingua cambia ogni giorno. Ed ogni giorno vi sono parole che nascono e parole che cadono nell'obsolescenza e non vengono utilizzate più o vengono utilizzate sempre di meno. Ma, personalmente, ritengo che la parola giustizialista, sia un neologismo inventato da politici corrotti per giustificare il proprio malaffare. Non ho dati alla mano, ma credo che questo termine sia stato introdotto ai tempi di mani pulite, quando cioè sono esplose le indagini e gli avvisi di garanzia, che prima di allora erano cose sporadiche e clamorose. Da allora, ogni volta che un politico viene indagato, inquisito, processato e addirittura condannato, subito si parla di deriva giustizialista della magistratura. Ma la domanda che io mi pongo è: insomma, questa gente, ha rubato, si o no?
A sentir pronunciare la parola giustizialista mi sembra di tornare ai tempi della scuola, quando si apostrofava con la parola secchione il primo della classe, quello che stava sempre curvo sui libri, un'anomalia, rispetto alla gran parte degli alunni che invece andavano dal divetimento ad un saggio punto di mezzo fra il divertimento e lo studio. Ecco, proprio così, chi ha sete di giustizia è paragonato a quegli alunni secchioni e come loro viene deriso. La giustizia e l'onestà devono essere ritenute fuori moda, desuete, da una società che è cambiata dalle fondamenta. Come quando in Sicilia si apostrofano le persopne antipatiche, o ritenute di livello inferiore, con la frase 'sei come un pentito', con una smorfia di disprezzo verso il destinatario di quell'attenzione. E' questo la parola giustizialista, un atto da bulli, quasi un atto da mafiosi, sicuramente un segno riconoscibile della deriva della nostra società.

venerdì 12 febbraio 2010

Buon compleanno!

'Ho pensato di avviare un blog. Scrivo da tempo su periodici a diffusione gratuita locale, mi piace scrivere, ho anche scritto un libro, ma sentivo il bisogno di un confronto più diretto, di qualcuno che mi dicesse dove sbaglio. Qualcuno che non fosse la solita cerchia di amici, che ormai ha imparato a conoscere il mio modo di scrivere e quindi, per abitudine, lo apprezza. Così, anche sulla scorta di altre persone che conosco, mi sono finalmente deciso. Certo, entrerò anch'io nel mare magnum della rete, e sicuramente rischio di dovermi ricredere su tante illusioni. Mi rendo anche conto che forse, tra qualche tempo, potrei decidere che questa decisione non fa per me, ma un vecchio detto, che da tempo ho fatto mio, dice che se tu il biglietto non lo compri, sicuramente non vinci. Così ho deciso di comprare il biglietto. Non so cosa mi aspetto da questa nuova avventura. Sicuramente un arricchimento culturale, aprire un pò la mia mente, magari conoscere nuova gente. Poi vedremo, tutto ciò che verrà in più sarà gradito, tutto ciò che non si realizzerà andrà ad arricchire l'archivio delle delusioni. Ma potrò dire di averci provato.'
Era il 12 febbraio dello scorso anno quando, con queste parole, avviavo il mio blog. Nel frattempo è passato un anno, qualcosa è cambiato. Non certo lo spirito, ma le situazioni, anche personali. Nel frattempo è salito a bordo un compagno di viaggio che, a differenza di me, ha il pallino del disegno e che ha firmato tutte le vignette pubblicate, anche se con nomi diversi. Grazie anche a te, Antonio. Più di una volta ho pensato di lasciar perdere, soprattutto da quando ho cominciato a scrivere qualcosa anche sul mio profilo facebook. Quindi scrivo sul blog con meno regolarità ma, credo, con maggiore qualità, inserendo notizie e commenti secondo l'istinto del momento, un po' come si fa con un diario di bordo, vi si annotano le passioni e le riflessioni. Da un semplice sfogo è finito per diventare un registro di passioni che, ad intervalli regolari, mi soffermo a rivedere, non senza una certa tenerezza.
Buon compleanno, blog, cento di questi giorni. In questo giorno voglio ringraziare quanti lo hanno visitato, letto e commentato i post pubblicati. Non voglio fare statistiche, confliggono con i sentimenti e, nel mio caso, sono anche inutili. Grazie a tutti, ripeto, spero che continueremo a viaggiare ancora insieme per molto altro tempo. Un saluto affettuoso, Paolo Giannuzzi.

giovedì 11 febbraio 2010

Dal letame può nascere una rosa. E questa è bellissima.

Oggi mi sembra di essere imperturbabile. Non mi turba l'ennesimo attacco alla magistratura perpetrato dal nostro presidente del consiglio in occasione della presentazione del nuovo libro del maggiordomo Emilio Vespa detto Bruno, in difesa del dipendente Bertolaso, a proposito del quale viene da pensare se il capo assoluto non sapesse già dell'avviso di garanzia, visto che pochi giorni fa lo aveva proposto ministro e aveva proposto un lodo anche per i suoi ministri. Non sarà vero ma il dubbio viene. Sono imperturbabile di fronte alla nuova figuraccia del goverrno che non riesce a non fare leggi inconstituzionali, neanche quando ci mette la buona volontà. Infatti aveva approvato il pacchetto sicurezza. Peccato che la Cassazione, giustamente, aveva emesso una sentenza per la quale rischiavano di essere scarcerati 3oo e passa boss della mafia. Così è stato approvato un decreto per far rimanere in carcere i boss, solo che il nuovo decreto pecca di costituzionalità in quanto toglie ad alcuni cittadini il 'giudice naturale' previsto dalla Carta Costituzionale. Un male necessario, ma che deriva dalla dabbenaggine, qualora ci fosse ancora bisogno di conferme, di questo esecutivo. Oggi non mi turba neanche la notizia che siamo sempre di più di fronte ad un regime, in quanto nel prossimo mese verranno sospese le trasmissioni televisive di approfondimento. Nessuno, tranne Emilio Fede, potranno parlare di politica, col pretesto della par condicio. Meno male che quel talk show di pessima qualità non lo guarda nessuno, perché appunto è di pessima qualità.
La notizia che mi ha risollevato il morale, oggi, è che questo pessimo governo si è inventata una cosa lodevole: col decreto milleproroghe, infatti, è stato sancito che, d'ora in poi, gli italiani dovranno esprimere la propria volontà di donare o meno gli organi, qualora ve ne siano le condizioni, indicando tale volontà sulla carta di identità. Io sono un addetto ai lavori e riconosco pienamente la grande importanza di tale provvedimento. Infatti, la legislazione italiana prevede che in assenza della conoscenza della volontà del cittadino non si può procedere al prelievo d'organi, se i familiari non sono d'accordo. Questo comporta un iter faticosissimo, soprattutto dal punto di vista psicologico, in quanto si tratta di fare la peggiore delle domande a persone che sono distrutte da un evento drammatico. Quest'idea semplice, ma gieniale, promette di risolvere la quasi totalità dei problemi legati alla donazione d'organi, con un aumento certo dei trapianti nel prossimo futuro.
Diceva un mio amico che, a volte, dal letame può nascere una rosa. Forse ci sono ancora margini per sperare in un futuro migliore.

mercoledì 10 febbraio 2010

Via il prosciutto dagli occhi, prima di parlare.

Stramattina volevo fare un altro post, ma mi ha porto il fianco la frase di un ospite alla trasmissione radiofonica Istruzioni per l'uso, il quale ha dichiarato che proporrà una class action contro Massimo Ciancimino, in quanto lui si sente offeso dalle dichiarazioni di quest'ultimo, che avrebbe rivelato un rapporto fra la mafia e il nascente partito Forza Italia e che anzi questo partito sarebbe nato proprio per volere dell'organizzazione criminale. A questo ospite, di cui non ho fatto in tempo a conoscere il nome, vorrei dire alcune cose.
Intanto gli vorrei ricordare che Forza Italia votò contro la class action e questa norma riuscì a passare solo per l'errore di un parlamentare dello stesso partito che per sbaglio votò a favore del provvedimento e che poi si dilungò, anche sulla stampa, in un pianto greco di infinite scuse ai colleghi, come se avesse commesso chissà quale nefandezza, invece si trattava semplicemente di dare maggiori diritti ai cittadini. Naturalmente il governo allora in carica terminò anzitempo il proprio mandato e lo stesso provvedimento fu falcidiato dall'esecutivo che gli sopraggiunse, cioè quello attuale, il quale pur lasciando inalterati molti dei provvedimenti dell'esecutivo precedente, come la tanto sbandierata riduzione delle tasse o fallendo altri obiettivi che vengono ostentati per convenienza elettorale, come una buona legge sul fine vita, mise subito mano a quella norma, rendendola sostanzialmente inefficace, oltre che posticipata di un anno e mezzo.
C'è da dire, poi, ai distratti elettori di Forza Italia prima e del PDL poi, di cui immagino che quell'ospite sia un rappresentante, che non c'era bisogno nè di Ciancimino Jr, nè dei Graviano, nè di Spatuzza, per sapere che Forza Italia era in forte odore di mafia quando nacque e questo non è per le parole dei soliti comunisti, ma del più fedele alleato dell'attuale esecutivo, la Lega, che, quindici anni fa, chiosava contro l'attuale leader del partito e del governo, proponendogli dieci domande veramente imbarazzanti, per chi le riceveva, altro che le dieci domande di Repubblica sulle lenzuola del premier, in cui di paventava la collusione tra l'organizzazione criminale e quello che il senatur allora definiva 'il mafioso di Arcore'. Niente di nuovo, dunque, egregio signore, solo la conferma di fatti vecchi, già noti a chi si informa regolarmente e non va a votare come si va a una partita di calcio, facendo il tifo per la propria squadra, nonostante i componeneti siano delle schiappe o si vendano le partite nei giri di scommesse.
Leviamoci il prosciutto dagli occhi e cerchiamo di guardare in faccia la realtà, il voto è una cosa importante e, se oltre al voto di scambio, ci mettiamo anche la vittoria a tutti i costi, come ha fatto ultimamente Di Pietro con l'avallo della candidatura di De Luca, allora è chiaro che la pessima politica ci accompagnerà per altri cinquant'anni, se basteranno.

lunedì 8 febbraio 2010

In cinque anni dimezzati i medici italiani

Spulciando qua e la, ho scoperto che è crollato il numero dei medici in Italia. In cinque anni, dal 2002 al 2007, l"esercito' dei camici bianchi si è quasi dimezzato: da 616 si è passati a 363 per centomila abitanti. Una 'sforbiciata' netta, figlia della volontà di ridurre la spesa sanitaria nazionale, che riporta il numero complessivo dei dottori italiani in linea con quello degli altri Paesi europei. E' quanto emerge da un'analisi condotta dal Centro elaborazione dati (Ced) della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), che ha preso in esame i dati di diverse fonti: Istat, Indagine sulle forze di lavoro, Eurostat, Public health. Secondo l'analisi elaborata dalla Fnomceo, i camici bianchi, generici e specializzati, che nel 2007 operano all'interno delle strutture sanitarie pubbliche e private, sono 363,5 ogni centomila abitanti. Tra i Paesi comunitari il primo posto spetta al Belgio, che ha 401,6 medici ogni centomila abitanti, seguito dall'Austria e dalla Lituania (con valori rispettivamente pari a 374,2 e 371,1). I valori più bassi si registrano in Polonia (219,1) e Romania (222,0). Le regioni del Nord, a eccezione dell'Emilia-Romagna e della Liguria, avevano già nel 2002 una dotazione inferiore a quella media nazionale e nel 2007 presentano valori anche minori di 300. Il Centro, al contrario, parte da dotazioni molto elevate e a tutt'oggi presenta l'offerta maggiore, dovuta soprattutto al contributo del Lazio, con 511,1 medici per centomila abitanti. Numeri significativi si osservano anche in Umbria e Toscana. Infine il Mezzogiorno presenta un'offerta di camici bianchi che si aggira intorno alla media nazionale, ma con valori piuttosto diversi nelle singole regioni. La Basilicata mostra un andamento che si allinea con quello delle regioni settentrionali, con valori contenuti nel 2002 che si riducono sensibilmente nel 2007 attestandosi su 207,3 medici per centomila abitanti. La Sicilia, al contrario, dimostra una certa inerzia rispetto agli orientamenti che prevalgono a livello nazionale e nel 2007 dispone ancora di 425 medici ogni centomila abitanti.

domenica 7 febbraio 2010

Per non dimenticare; i morti sul lavoro dal 24 gennaio al 6 febbraio 2010.

Continua il viaggio intrapreso da questo blog nel mondo delle mortalità sul lavoro. L'obiettivo è quello di rendere omaggio a quei piccoli eroi quotidiani, vittime di tante cause, ma anche, e a volte soprattutto, di una politica che disattende i propri doveri, per inseguire spesso obiettivi a breve scadenza e con mera finalità elettorale. Per loro chiedo un pensiero e, per chi ci crede, una preghiera durante la messa domenicale.
Luciano Tavarnesi, 48 anni, operaio, Arezzo6 02 2010
Luciano Tavarnesi, 48 anni, è morto ad Arezzo dopo essere scivolato mentre stava lavorando con una macchina per la ripulitura delle assi da cantiere: ha perso il controllo di un attrezzo ed è caduto, con tutto il suo peso, su un gancio per sollevare materiali che gli è penetrato profondamente nell’occhio. Categorie : edilizia, toscana
Salvatore Glorioso, 48 anni, operaio, Palermo5 02 2010
E’ morto al Policlinico di Palermo l’operaio Salvatore Glorioso, 48 anni, rimasto gravemente ferito il 4 febbraio sul lungomare di Cefalù in un incidente sul lavoro. L’uomo stava effettuando dei lavori per il rifacimento del prospetto di un edificio sul lungomare Vittorio Emanuele quando, per cause in via di accertamento dei carabinieri, e’ caduto da un ponteggio ed e’ finito sulla scogliera. Categorie : edilizia, sicilia
Vinicio Casarotto, 52 anni, operaio, Gordona3 02 2010
Vinicio Casarotto, 52 anni, è morto a Gordona (Sondrio) cadendo da otto metri di altezza, mentre svolgeva lavori di manutenzione in una centrale idroelettrica. Categorie : energia, lombardia
Danilo Feltrin, 56 anni, artigiano, San Quirino1 02 2010
L’artigiano Danilo Feltrin, di 56 anni, è morto a San Quirino (Pordenone), travolto da un piccolo escavatore che stava cercando di far scendere da un carrello. Categorie : friuli venezia giulia, movimentazione terra
Francesco Urgu, 44 anni, operaio, Nuoro29 01 2010
Un operaio, Francesco Urgu, di 44 anni, è morto all’ospedale di Nuoro per le ferite riportate in un incidente sul lavoro avvenuto nelle campagne di Sennariolo. L’uomo era intento a riparare una tettoia di eternit che però non ha retto e si è sfondata facendolo precipitare da una altezza di cinque metri. Categorie : edilizia, sardegna
Bruno Bonato, 75 anni, pensionato, Orino29 01 2010
Bruno Bonato, di 75 anni, è morto a Orino, colpito alla testa da un albero che stava tagliando nel bosco. Categorie : lombardia, silvicoltura
Elio De Lucca, 41 anni, operaio, Fontanafredda29 01 2010
Elio De Lucca, 41 anni, è morto a Fontanafredda, cadendo dal tetto di un capannone mentre era impegnato nela sostituzione della copertura. Categorie : edilizia, veneto
Rachid Chaiboub, 32 anni, operaio, Desio27 01 2010
Rachid Chaiboub, operaio marocchino di 32 anni,è morto a Desio (MB) in un grave infortunio sul lavoro: mentre era intento alla pulizia di una tramoggia spargisale, ha sollevato la grata di protezione dei rulli ed è precipitato all’interno del macchinario. Categorie : lavori stradali, lombardia
Giovanni De Cuia, 53 anni, addetto alla vigilanza, Taranto25 01 2010
E’ stato travolto da un pannello prefabbricato caduto da una pila accatastata nei pressi di un cantiere. E’ morto cosi’ un addetto alla vigilanza dell’Arsenale militare di Taranto. La Marina militare ha ”immediatamente disposto e avviato tutte le azioni necessarie per accertare la dinamica dell’incidente e le eventuali responsabilità”. Giovanni De Cuia aveva 53 anni. Categorie : puglia, sicurezza

giovedì 4 febbraio 2010

Immigrati: quello che penso.

Prima col mio amico Luigi, poi col mio amico Antonio, mi sono trovato a parlare del cosiddetto problema degli immigrati e tutt'e due mi hanno messo in difficoltà, anche perchè, non essendo io un politico o un giornalistaho fatto fatica a chiarire il mio pensiero coonfortandolo con dei dati che potessero contrastare in maniera efficace il tam tam dei mass.media. Hai ragione tu, Antonio, quando dici che nè il precedente esecutivo di sinistra, nè l'attuale esecutivo di centro-destra, hanno fatto nulla di concreto, nonostante i proclami di quest'ultimo, pwer risolvere il problema dell'immigrazione. Ma la domanda che io voglio porre ad ambedue i miei amici è la seguente: c'è davvero bisogno di fare qualcosa? Esiste davvero un problema immigrazione? Vediamo.
In Italia, dal 2002 esiste la Legge Bossi Fini che, a sua volta, aveva modificato la Legge Turco-Napolitano, del 1998. Essa prevede che l'espulsione, emessa in via amministrativa dal Prefetto della Provincia dove viene rintracciato lo straniero clandestino, sia immediatamente eseguita con l'accompagnamento alla frontiera da parte della forza pubblica. Gli immigrati clandestini, privi di validi documenti di identità, vengono portati in centri di permanenza temporanea, istituiti dalla legge Turco-Napolitano, al fine di essere identificati. La legge prevede il rilascio del permesso di soggiorno, della residenza e cittadinanza italiana alle persone che dimostrino di avere un lavoro o un reddito sufficienti per il loro mantenimento economico. A questa regola generale si aggiungono i permessi di soggiorno speciali e quelli in applicazione del diritto di asilo. La norma ammette i respingimenti al Paese di origine in acque extraterritoriali, in base ad accordi bilaterali fra Italia e Paesi limitrofi, che impegnano le polizie dei rispettivi Paesi a cooperare per la prevenzione dell'immigrazione clandestina. Le navi di clandestini non attraccano sul suolo italiano, l'identificazione degli aventi diritto all'asilo politico e a prestazioni di cure mediche e assistenza avvengono nei mezzi delle forze di polizia in mare. Per questa legge era stata sollevata da vari tribunali una questione sulla legittimità costituzionale, ma la Corte Costituzionale, nel 2007, ha sancito che il rapporto reato-pena previsto nella legge Bossi-Fini non viola il canone della ragionevolezza e ha dichiarato inammissibili le questioni di legittimità sollevate. Si può essere op meno daccordio con questa legge, ma sicuramente, al conttrario di altri settori,, in questo non esiste un vuoto legislativo da colmare, tutto il resto è populismo e permanente campagna elettorale. Ma passiamo a qualche dato, tanto per avevre un'idea di cosa stamo parlando.
Si stima che in Italia siano presenti presenti circa 4 milioni di immigrati regolari di cui più della metà sono presenti da oltre 5 anni. Il 73,2% di queste persone lavora regolarmente, il tasso di disoccupazione invece è dell'8,3%. Si stima che la presenza di immigrati che lavorano porta ad un gettito fiscale complessivo di circa 4 miliardi di euro annui, a fronte di 137 milioni di euro per interventi di assistenza. Gli immigrati incidono positivamente sul PIL per il 9% e costituiscono una fonte di ricchezza anche per i Paesi di origine, attraverso le rimesse. Per quanto concerne il problema criminalità, poi, da più parti, i commentatori e gli studiosi del fenomeno sono concordi nel dichiarare che un'emergenza ceriminalità legata agli immigrati non esiste. Se poi si considera che solo un quinto delle denunce presentate contro cittadini stranieri riguarda immigrati regolari, allora si può concludere che non è un problema di immigrazione in senso assoluto, ma di integrazione degli immigrati che, una volta regolarizzati, abbassano notevolmente il proprio tasso di criminalità, anche al di sotto dei livelli autoctoni.
Sarò cieco, ma io tutto questo problema non lo vedo, non credo che gli immigrati ci rubino il lavoro, nè le donne, nè tantomeno la sicurezza. Tutto il resto, ripeto, è solo campagna elettorale permanente, perchè la paura intorbida l'ambiente e nel torbido c'è sempre qualcuno che pesca bene.

martedì 2 febbraio 2010

L'informazione come servizio

Donato è un giovanotto di soli 85 anni. E' un vecchio appassionato alla politica, quella vera, quella legata alle lotte, alla coerenza, alla collaborazione rivolta al bene dei cittadini e quella, infine, della prigione, quella edificante dei reati d'opinione, non quella infamante dei ladrocini e delle tangenti.
Donato è un uomo che conosce ed ha vissuto la politica, per la quale si è impegnato ed ha pagato in prima persona e per la quale si impegna ancora, avendo egli istituito un'associazione che, con un po' di ambizione, ha definito l'università della politica. E' un piacere sentirlo parlare, anche se a volte ripete le stesse cose. Non importa, è comunque un piacere, perché ascoltandolo si finisce sempre per imparare qualcosa. Così mi capita di andarlo a trovare e di confrontarmi con lui. A volte ci si trova daccordo, a volte no, com'è normale che sia. Ma quello che più mi fa arrabbiare è che il disaccordo deriva dalla disinformazione. Certamente io non voglio ora arrogarmi l'esclusiva dell'informazione corretta, anche perché lui mi dice che legge tutti i giorni cinque giornali e quindi ha modo di farsi un'idea che certamente è meno faziosa della mia che, dovendo io selezionare, finisco per leggere solo le cose che più mi interessano e nelle quali mi ci rispecchio. Ma l'altra sera sono saltato sulla sedia. Sì, perché sentir dire da uno così che Andreotti lo hanno perseguitato e che alla fine è stato assolto, oppure sentirgli dire che Mannino lo hanno perseguitato e alla fine è risultato innocente, proprio non me lo aspettavo. Allora, tanto per precisare, Andreotti è stato certificato colpevole di mafia, almeno fino alla primavera del 1982, mentre Mannino, è risultato innocente dopo un regolare processo, portato avanti in maniera regolare, in quanto lui era stato visto in compagnia di mafiosi. Il fatto che sia risultato innocente è nel normale iter delle cose, perché non è detto che tutti i processi si concludano con una condanna, a volte gli imputati vengono assolti. Ecco è questo il punto, l'informazione, in Italia, è così contraffatta che ormai pensiamo, perfino i più esperti, che se un imputato eccellente viene assolto, allora c'è stata una persecuzione giudiziaria. Senza contare la vergognosa pubblicità che è stata fatta al senatore Andreotti, che da più parti viene ancora ritenuto innocente e a cui sicuramente dedicheranno una strada, nonostante una sentenza di condanna, contrabbandata come assoluzione.
Una informazione che non riesce a dare la giusta connotazione dei fatti, ma che anzi maschera e mistifica, opponendo un'abbondanza di bugie alle poche verità che riescono ad emergere è un pessimo servizio ai cittadini, al pari del pessimo servizio che attualmente viene dato dalla classe politica.