Resta l'amaro in bocca per un mafioso che muore e per il quale si osserva un minuto di silenzio negli stadi, ma solo, per fortuna, da parte dei calciatori, perchè il pubblico lo fischia sonoramnente e giustamente. Resta l'amaro in bocca per nove morti sul lavoro per i quali nessuno osserva un minuto di silenzio. Resta l'amaro in bocca per dei calciatori che conrtinuano ad ostentare il numero 31 in barba alla giustizia che ha stabilito che il numero giusto era il 29. Resta l'amaro in bocca per un uomo che, in barba alla giustizia, aizza ancora una volta, forse l'ultima, i suoi uomini contro quei giudici che hanno stabilito senza più ombra di dubbio che è un delinquente naturale e tale può essere apostrofato da tutti d'ora in poi, senza ombra di dubbio, anche se dovesse divenrtare, pur senza merito alcuno, senatore a vita. Resta l'amaro in bocca per il continuo attacco ad un gruppo di persone che hanno rinunciato ad un rimborso elettorale da 42 milioni di euro ed hanno avuto lo stipendio più che dimezzato, ma per loro si discutre della diaria mentre per gli altri forse si otterrà per decreto la rinuncia del secondo stipendio. Resta l'amaro in bocca per un uomo che indirizza i propri moniti solo quando si tratta di imporre una pace ipocrita e pericolosa, mentre resta in silenzio quando si tratta di pretendere il rispetto delle istituzioni. Resta l'amaro in bocca quando capisci che quell'uomo in altre occasioni ha saputo pretendere il rispetto per le istituzioni del proprio Paese, in campo internazionale, e solo pochi mesi fa, mentre ora fa finta di niente di fronte agli attacchi alla magistratura e alla seconda forza del parlamento i cui parlamentari hanno visto violata la propria posta privata.
Resta l'amaro in bocca ma anche la grande convinzione che la strada è quella giusta. Se la gente fischia negli stadi, la strada è quella giusta, se ci sono proposte per dimezzare gli stipendi di tutti i parlamentari la strada è quella giusta, se ci sono ancora e sempre persone che hanno il coraggio di condannare senza paura, la strada è quella giusta, se ci sono dirigenti sportivi che cuciono solo due stelle sulle proprie bandiere e non le tre pretese da chi non voleva il rispetto delle regole, la strada è quella giusta. E se la strada è quella giusta, la speranza non può morire. Non ora.