"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

mercoledì 31 marzo 2010

Le notizie nascoste

Proviamo a ragionare fuori dai clamori. Intanto bisogna dire che le elezioni regionali hanno clamorosamente nascosto una brutta notizia: ancora una volta i siciliani avranno a che fare con un presidente della Regione cinvolto in una brutta storia di mafia. Ora, al di là del risultato delle indagini e del relativo processo, è sconfortante dover prendere atto che la storia si ripete, ma che i protagonisti della storia siamo noi. I siciliani hanno scelto, non so quanto il loro voto fosse completamente libero, ma potevano votare per la Borsellino e per la Finocchiaro ma non lo hanno fatto. Analogo discorso è accaduto in Campania, dove è stato eletto un candidato indicato da uno per il quale c'era stata una richiesta di arresto: a pensare male si fa peccato ma molto spesso ci si indovina. E pensare che in Campania, al contrario della Calabria, la possibilità di scegliere un candidato migliore ci sarebbe stata, ma quel candidato ha preso un numero di voti che oscilla fra l'1 e il 2 per cento. Anche alla luce di quanto accaduto nel mio Comune, dove ha vinto chi doveva vincere, io mi chiedo: ma il voto degli italiani è ancora libero o risponde a dinamiche che vanno dal voto di scambio allo spirito di appartenenza? E nell'un caso e nell'altro, è giusto rimanere ancorati a partiti, movimenti e persone che continuano a prenderci in giro e nella migliore delle ipotesi, e non è una cosa frequente, ci ricambiano con favori personali che nulla hanno a che vedere con lo sviluppo sociale e del territorio? Ma andiamo avanti.
Un'altra cosa che viene fuori da queste elezioni è che Formigoni ed Errani non potevano essere eletti e invece sono stati eletti a dispetto di una norma che diceva che non ci si può candidare alla guida di una regione per più di due mandati consecutivi. Ma, si dirà, la norma prevede anche che si possono fare delle norme regionali di deroga. Sì, è vero, ma tali norme non sono state fatte, quindi i due neo eletti sono abusivi, almeno fino a quando non faranno le norme di deroga. Ma il principio che rimane è che si è commesso un abuso, se non proprio un reato, che poi verrà sanato con una legge ad personam. La stessa cosa era stata perpetrata, senza il minimo scrupolo, dal PD pugliese che, in barba alla norma che vuole che un sindaco non possa candidarsi a presidente regionale, si voleva fare una legge per permettere ad Emiliano, sindaco di Bari, di candidarsi. Tutto questo naturalmente prima del ciclone Vendola. E' chiaro che in queste condizioni non dobbiamo lamentarci se il presidente del consiglio abusa costantemente di questo ufficio, così come è chiaro che la gente continuerà a pensare che tanto sono tutti uguali e chi non è daccordo non avrà mai gli strumenti per confutare tale teoria.

martedì 23 marzo 2010

Una giornata storica senza se e senza ma.

Riporto qui di seguito una intervista di Doctornews a Ignazio marino sull'approvazione della riforma dela sanità in Anerica. Al di là della retorica e del facile entusiasmo, le parole del senatore danno l'idea del ctraguardo ragiunto e forniscono una risposta a tutti quelli che dicono che è una goccia nell'oceano. Certo si doveva fare di più, ma il solco è stato traciato, là dove nessuno finora ci era riuscito.
«Una giornata storica per gli Stati Uniti, che fanno un importantissimo passo avanti nella direzione della giustizia sociale e della solidarietà». Così il senatore Ignazio Marino, nella doppia veste di presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul Servizio sanitario e di medico che ha lavorato per anni negli Usa, commenta l'approvazione da parte della Camera dei rappresentanti della riforma della sanità. «Grazie a questa riforma, fortemente voluta e sostenuta dal presidente Barack Obama, gli Usa vanno nella direzione di colmare una grave carenza per un grande Paese democratico». «Una nazione che mette a disposizione le risorse per mantenere più di mille basi militari in giro per il mondo - continua Marino - non può ignorare le esigenze dei suoi cittadini in termini di cure mediche. Non dimentichiamo che negli Usa se non hai un'assicurazione privata - ricorda il senatore - non hai nessuna possibilità di accedere alle cure: se per esempio hai un tumore nessun ospedale ti opererà, se hai il diabete nessuno ti fornisce i farmaci». «Con il voto di ieri gli Stati Uniti - dice - riconoscono il principio che la salute va garantita e va considerata come un fondamento di uno stato democratico, evitando gravi ingiustizie tra chi può permettersi di curarsi e chi può solo sperare nel destino. Ma va ricordato anche che l'assenza di garanzie sociali e di diritti come quello alle cure rischiano di dare origine a instabilità sociale, tensioni, conflittualità».

Ancora una volta sulla diminuzione dei medici in Italia.

Con la Legge n. 264/1999, nel 1999 veniva istituito il numero chiuso per accedere alle facoltà universitarie di Medicina, Professioni sanitarie, Odontoiatria, Medicina veterinaria, Architettura e Scienze della formazione primaria. Il Presidente della repubblica era Ciampi, il Presidente del Consiglio era D'Alema, mentre Zecchino era il Ministro dell'Università e della Ricerca Scientifica. Dobbiamo ringraziare questi signori, ciascuno per le proprie competenze, se oggi migliaia di ragazzi neo-diplomati sono costretti a passare dalle forche caudine dei test di accesso alle università; dobbiamo ringraziare questi signori se alcune menti eccelse non si possono esprimere perchè falcidiate da un test non sempre limpido, che ha conosciuto momenti di degrado e corruttele, come ad esempio il caso di Bari di qualche anno fa (allora come ora la Puglia è sempre stata il laboratorio della politica italiana). Dobbiamo ringraziare questi signori se abbiamo fatto un passo indietro verso le università dei baroni, tanto avversate nel sessantotto e per le quali si era fatta tutta una serie di proteste sfociate nella libertà di accesso per tutti che la Costituzione garantirebbe e che questa volta, ancora una volta, è stata miseramente calpestata. Lo dobbiamo a questi signori se un giorno ci saranno pochi medici che si arricchiranno, facendo straordinari e lavorando dieci o dodici ore al giorno a dispetto di coloro che non possono farlo perché gli è stato impedito l'accesso. Lo dobbiamo a questi signori se un giorno i medici ricominceranno ad essere i vecchi baroni del paese, a cui tutto era dovuto.
A titolo di conclusioni finali vi invito a visionare questo filmato sul tema e un post che, a mero titolo statistico, questo blog aveva proposto oltre un mese fa. Buona lettura!

giovedì 11 marzo 2010

Disperazione e solitudine.

Premetto che non ho condiviso la discesa in campo del premier nelle elezioni regionali dell'Abruzzo e della Sardegna. Credo infatti che il capo del governo debba essere imparziale come il Presidente della Repubblica, della Camera e del Senato. Mai, nessuno di loro deve scendre nell'agone politco, schierandosi con una parte, anche se tutti sappiamo bene che il Presidente del Consiglio è espressione di una parte ed è sostenuto da una maggioranza parlamentare. Detto questo, assume un carattere già di per sé grottesco quello che sta accadendo in questi giorni a proposito del pasticcio delle liste. Ma voglio aggiungervi dell'altro.
Il nostro premier, probabilmente, queste elezioni non voleva vincerle, voleva dare una lezione ai suoi e infatti all'inizio sembrava che non volesse proprio scendere in campo, tanto che un giorno ha dovuto affermare pubblicamente che invece, contrariamente a quanto lasciato intendere, avrebbe fatto il contrario. Poi è successo l'imprevedibile. Non so se il pasticcio delle liste non se lo aspettava o semplicemente non si aspettava che gli effetti sarebbero stati così disastrosi. Anche perché, dopo il Lazio, è arrivata la Lombardia. Così ha dovuto mettere a punto un inutile decreto, messo su con tale fretta da risultare, ripeto, inutile sia in Lombardia, dove le liste sono state ammese, sia nel Lazio, dove le liste non sono state ammesse e lasciando agli italiani questa eredità di una interpretazione legislativa che, è vero che scadrà tra qualche mese, ma crea un precedente pericolosissimo, perchè d'ora in poi tutti potrebbero in futuro fare lo stesso. In un Paese dove non si riesce a fare una buona legge sul fine vita, quando sembrava che col cadavedere anciora caldo della Englaro, fosse una cosa da fare in pochi giorni. Ora, guarda caso, nessuno ne parla più a oltre un anno dalla morte. Ma torniamo a noi.
La cosa evidentemente deve essergli sfuggita di mano, se dopo un primo momento di silenzio, si è arrivati al solito refrain, delle toghe rosse e dei comunisti, quando è palese che il pasticcio se lo sono creato in casa, e forse artatamente. Si è ripreso a parlare dei nemici della democrazia che non sono loro ma sempre gli altri. E ieri si è anche sfiorata la rissa contro un giornalista autodefinitosi freelance, cioé libero da direttori che impongono una linea informativa e quindi libero di fare le domande che più gli piace fare. Apriti cielo, è stato accusato di essere un disturbatore del pubblico lecchinaggio e quasi picchiato dal Ministro della Difesa personale del Premier, l'ignobile La Russa. A questo siamo, ad un regime che non riesce più neanche a farsi le leggi ad personam, come l'inutile impedimento, già coperto anch'esso da abbondante normativa, non solo, ma che sono stati costretti ad imporlo per decreto e con la fiducia, sennò col cavolo che sarebbe passato e poi via, in fuga dai giornalisti non allineati.
Quale sarà la prossima linea di tolleranza che verrà superata?

domenica 7 marzo 2010

Per non dimenticare; i morti sul lavoro dal 20 al 28 febbraio 2010.

Continua il viaggio intrapreso da questo blog nel mondo delle mortalità sul lavoro. L'obiettivo è quello di rendere omaggio a quei piccoli eroi quotidiani, vittime di tante cause, ma anche, e a volte soprattutto, di una politica che disattende i propri doveri, per inseguire spesso obiettivi a breve scadenza e con mera finalità elettorale. Per loro chiedo un pensiero e, per chi ci crede, una preghiera durante la messa domenicale.
Salvatore Pagliaro, 51 anni, operaio, Palmi28 02 2010
Salvatore Pagliaro, operaio di 51 anni, è morto in un cantiere per l’ammodernamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, nei pressi dello svincolo autostradale di Palmi: cadendo da un pilone sarebbe precipitato su una colata di cemento. Categorie : calabria, lavori stradali
Vincenzo Natilla, 32 anni, operaio, Bari27 02 2010
E’ morto nel Policlinico di Bari Vincenzo Adolfo Natilla di 32 anni, operaio edile, che rimase gravemente ferito in un incidente avvenuto a Bari il 21 gennaio scorso quando cadde al suolo trascinato da un montacarichi, mentre era al lavoro in un edificio. Categorie : edilizia, puglia
Pasquale Rizzo, 43 anni, operaio, Cerignola25 02 2010
Pasquale Rizzo, operaio di 43 anni, è morto cadendo dal balcone di un’abitazione al secondo piano di una palazzina, a Cerignola, mentre stava compiendo controlli al balcone dell’appartamento. Categorie : edilizia, puglia
GIuseppe Mugavero, 52 anni, operaio, Cornaredo25 02 2010
Giuseppe Mugavero, operaio di 52 anni, è morto investito da un muletto in un’azienda di spedizioni a Cornaredo. Categorie : lombardia, trasporti
Gino Colleluori, 74 anni, agricoltore, Atri25 02 2010
Un agricoltore di 74 anni, Gino Colleluori, e’ morto nell’incendio di un capannone a Contrada Sant’Ilario ad Atri (Teramo). Secondo la ricostruzione di Carabinieri e Vigili del Fuoco, al momento dell’incendio l’uomo si trovava nella sua abitazione: accortosi delle fiamme ha tentato di salvare gli attrezzi da lavoro ma e’ stato investito dal fuoco ed e’ morto per le ustioni e le esalazioni. Categorie : abruzzo, agricoltura
Giovanni Magliano, 53 anni, impiegato, La Spezia24 02 2010
Giovanni Magliani, 53 anni, dipendente delle Ferrovie, è morto nella stazione a La Spezia, investito da un treno mentre si recava alla mensa aziendale.
(AGI) – La Spezia, 24 feb. – Si chiamava Giovanni Magliani, 53 anni residente a Romito Magra (Sp), sposato con due figli, il dipendente delle Ferrovie morto oggi in stazione a La Spezia.Ex operaio da alcuni anni lavorava come impiegato Fs e dall’ufficio che si trova a pochi passi dai binari stava raggiungendo verso l’una il locale mensa. L’incidente e’ accaduto verso l’una ed e’ stato quasi certamente causato da una distrazione perche’ l’uomo non ha visto un treno interregionale che stava facendo manovra e ci e’ finito sotto.Il macchinista che aveva il semaforo verde, ha prontamente frenato, ma non e’ riuscito ad evitare l’impatto. Magliani, pare avesse anche problemi di udito e proprio per questo problema era stato spostato negli uffici con un ruolo di tipo amministrativo. Categorie : liguria, trasporti
Francesco Magro, 25 anni, operaio edile, Palermo24 02 2010
Francesco Magro, muratore 25 anni, è morto in ospedale a Palermo a tre giorni dalla caduta da un’altezza di circa cinque-sei metri, occorsa mentre lavorava alla ricostruzione di una villetta a San Vito Lo Capo. Categorie : edilizia, sicilia
Arturo Gallo, 52 anni, agricoltore, Romans d’Isonzo22 02 2010
Arturo Gallo, agricoltore di 52 anni, è morto schiacciato da una rotoballa nella propria azienda agricola di Fratta di Romans d’Isonzo. Categorie : agricoltura, friuli venezia giulia
Gabriele Gatto, 24 anni, operaio, Montereale21 02 2010
Gabriele Gatto, operaio 24enne, è morto nell’ospedale di Montereale due giorni dopo essere stato investito da una macchina spargisale mentre era al lavoro. Categorie : abruzzo, lavori stradali
Emanuele Rocchi, 38 anni, operaio, Castello di Godego21 02 2010
Emanuele Rocchi, 38 anni, è morto schiacciato dal cancello sotto la pressione di un camion, presso un’azienda a Castello di Godego. Categorie : lavori vari, veneto
Antonio Di Stefano, 63 anni, agricoltore, Castelbasso20 02 2010
Antonio Di Stefano agricoltore di 63anni, è morto cadendo dall’albero che stava potando a Castelbasso. Categorie : abruzzo, silvicoltura
Marcello Greco, 41 anni, giardiniere, Lizzanello20 02 2010
Marcello Greco, giardiniere di 41 anni, è morto folgorato mentre potava degli alberi di ulivo nel giardino di un privato di Lizzanello, in provincia di Lecce. L’operaio era impegnato in un cestello sopraelevato di un camion, quando ha tagliato dei rami che hanno colpito dei fili della corrente elettrica. Categorie : giardinaggio, puglia

sabato 6 marzo 2010

Dall'Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno

Ormai dobbiamo farcene una ragione, questo capo di stato, con la minuscola, ormai, ci ha abituato alle sue consuete 'moral suasions'. Non c'è più una istituzione credibile. Quando conviene il presidente della repubblica, con la minuscola, tace quando il parlamento, con la minuscola, lavora. Quando non conviene ci sono i dialoghi che scoraggiano la produzione di determinate leggi o decreti e poi, una volta, aggiustate, vengono emanate e promulgate come piace a loro. Il presidente della repubblica, con la minuscola, dovrebbe essere fuori dai giochi di parte, come aveva giustamente risposto alla Polverini, che ne aveva all'inizio chiesto un intervento per risolvere il pasticcio. Poi è successo qualcosa, e allora il capo dello stato, con la minuscola, si è schierato accanto ad un presidente del consiglio, con la minuscola, che, anche lui, dovrebbe essere fuori dai partiti e fuori dalle persone. Il governo dovrebbe legiferare per la gente, per i cittadini, non per uno solo o per una parte di essi. Tutto questo schifo, perchè di uno schifo stiamo parlando, significa una sola cosa: fuori dalle regole non c'è democrazia. E' rigore non più quando arbitro fischia ma solo quando l'allenatore di una squadra e l'arbitro decidono che la cosa si può fare, le regole si riscrivono durante la partita. Ora tutti, alla presentazione di una domanda per un concorso o per una gara d'appalto, possiamo sentirci autorizzati a chiedere modifiche alla scadenza o ai capitolati, tutto si può fare basta mettersi daccordo.
Davanti a questo schifo, dalle piante dei piedi fino al cuore e fino alla bocca, il corpo delle persone oneste, dall'Alpi a Lampedusa e oltre, passando per gli italiani all'estero, fa il giro del mondo e grida una sola parola: VERGOGNA.