"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

giovedì 31 gennaio 2013

Che tristezza!

Che tristezza vedere due dei magistrati più in vista, in Italia, litigare. E' un'immane tristezza sentire lo scadere dei toni, sapere che abbiamo purtroppo perso, con Ingroia, un ottimo magistrato, ma di contro non abbiamo acquisito un buon politico. Non ce lo vedo in questa veste, non va bene dire le parole che ha detto, se le ha dette, (vista l'informazione italiana bisogna sempre andare con i piedi di piombo), circa il presunto pensiero di Borsellino nei riguardi di Boccassini.
E' triste vedere confermati tutti i dubbi circa la sincerità di certi politici che parlano di Balotelli come di una mela marcia e poi lo acquistano. Pare che abbiano pagato venti milioni per ottenre in cambio un calcolo di circa quattrocentomila voti che, fatti i calcoli, verrebbe circa cinquanta euro cadauno, la stessa tariffa che avrebbe pagato la 'ndrangheta nella presunta trattativa con il consigliere della Regione Lombardia.
E' triste sentire un premier ancora in carica che promette un abbassamento delle tasse mentre un giorno prima aveva dichiarato che l'IMU non si può toccare e contemporaneamente, mentre è ancora in carica, non fa nulla per limare qualcosa, dare un segnale, niente.
E' triste vedere una delle banche più antiche e prestigiose del mondo andare in malora perché, ironia della sorte, corrotta all'interno dal potere e dal denaro.
E' triste vivere in un Paese alla deriva, in cui la migliore proposta politica è ancora un ammuffito contratto con gli italiani che, se fossimo in un altro Paese, qualunque proponente sarebbe stato cacciato a calci nel sedere, come sta succedendo, ad esempio, in Egitto.
Ma una speranza c'è ancora. Se gli scandali emergono può non essere solo il risultato di una guerra tra bande tutta interna alle lobby politiche. Credo che bisogna essere ottimisti, far finta che ci sia un progetto, o quanto meno approfittare di tali situazioni per gridare al vento che il re è nudo. Ora possiamo farlo, siamo nell'inerregno, è il momento di scegliere quanto di meglio c'è sulla piazza. Evitiamo di astenerci dal votare e votiamo fuori dal coro. C'è la possibilità di gridare tutti insieme. Ieri un mio amico mi ha detto che dovremmo cacciare i politici e cominciare a tenere noi le redini della politica, governare in prima persona, se vogliamo cambiare veramente le cose. Bene oggi si può.

lunedì 21 gennaio 2013

La cattiva informazione

Mentre i giornali continuano a parlare di Grillo e del Movimento 5 Stelle solo nei termini della querelle con i sindacati, nessuno si cura delle folle oceaniche che riempiono le piazze durante i suoi comizi e nessuno si cura delle proposte che Grillo fa, concentrando invece l'attenzione su grigi leaders che parlano stravaccati su poltrone televisive, lontani dalla gente. In fondo è meglio cercare di mettere il Movimento 5 Stelle in cattiva luce parlando a vanvera su una polemica inesistente. Sì, perché credo che nessuno possa negare che i sindacati più in vista, cioè la triplice, hanno fatto patti col governo cedendo lentamente sui diritti dei lavoratori, quegli stessi diritti che i loro predecessori hanno impiegato anni per poterli acquisire. E loro li svendono per avere uno scivolo verso una futura candidatura in politica. Chi erano Polverini, Bertinotti, Marini, Cofferati e compagnia continuando, prima di entrare a a far parte delle istituzioni?
Si preferisce tirare colpi bassi a un movimento che sta dilagando nel Paese e si cerca di nascondere il fatto sacrosanto che in Sicilia i consiglieri di tale Movimento, prima che venga approvata un'apposita legge, hanno restituito il 75% dello stipendio e lo hanno destinato ad un fondo dedicato al finanziamento delle piccole e medie imprese. Analogo discorso viene fatto da Grillo in questi giorni, per quel che riguarda i parlamentari che saranno del Movimento 5 Stelle. Anche per allora è prevista analoga azione, indipendentemente dalle leggi che verranno approvate in proposito. Ma nessuno ne parla, si preferisce parlare dell'inutile querelle con i sindacati. Forse perché su questo argomento si registra l'unico scivolone televisivo del cavaliere quando, intervistato da Ilaria D'Amico su Sky, è stato meso in crisi peroprio dal fatto che non è riuscito nemmeno a promettere una simile azione, ma ha parlato genericamente di una proposta di legge che verrà, beccandosi il sarcasmo dell'intervistatrice e concludendo l'intervista con un "lei è molto cattiva".
Ma tutti preferiscono dire che il PDL è in rimonta, nessuno dice delle difficoltà, non dico per la formazione delle liste, che a quanto pare sono comuni a tutti tranne che, guarda caso, del Movimento 5 Stelle, che ha già chiuso la partita con largo anticipo sulla scadenza. Ma almeno sui contenuti della campagna elettorale.
Continuate così, ma nessuno venga a parlarmi di voto utile perché, a questo punto, io so benissimo da che parte guardare.

martedì 15 gennaio 2013

La giustizia veloce

Riprendo da dove avevo lasciato un paio di giorni fa. Lo spunto sono due notizie di ieri ribaltate su tutti i giornali, cartacei e non.
Intanto la notizia che Jodie Foster ha avuto un figlio con l'inseminazione artificiale, in quanto omosessuale e convivente da tempo con una donna. Come la mettiamo di fronte a due persone che non adottano un figlio ma lo ottengono con tecniche artificiali e quei figli convivono e vengono educati da una coppia omosessuale. E' lo stesso che adottare un figlio o la cosa cambia quando il figlio è frutto del proprio materiale genetico? Lo so, non si dovrebbe parlare così dei bambini, anche perché questi dovrebbero restare sempre fuori dalle contese degli adulti che, a volte, sono meno sensati di chi ha meno anni di vita. Lo so che mettere al mondo dei figli è una cosa seria, essendo io padre di due figli. Ma so anche che un bambino forse crescerebbe meglio in una famiglia composta da una coppia omosessuale piuttosto che in un istituto, con tutto il rispetto per la professionalità con cui tali strutture vengono gestite. Allora la politica si deve muovere e deve legiferare in modo che non vengano fuori dei mostri, perché sappiamo dagli albori della storia che è la morte della ragione a generare i mostri.
Fa specie, dicevo a tale proposito, che sia la magistratura a dare le direttive sociali, in assenza di volontà da parte di chi dovrebbe invece assumersi le proprie responsabilità. E questo discorso vale anche per la seconda notizia. Il tribunale di Milano si è opposto all'istanza di legittimo impedimento presentata dall'ex presidente del consiglio in merito al processo che lo vede coinvolto e che maldestramente viene chiamato "Processo Ruby" (la ragazza, infatti, non solo non è nemmeno indagata, ma è addirittura parte lesa). Fa specie che, anche in questo caso, sarà la magistratura a ridurre il consenso elettorale di un uomo che, se fossimo in un Paese meno credulone, sarebbe da tempo ospite delle patrie galere. Non saranno infatti i suoi oppositori a sconfiggerlo alle urne, ma egli stesso con i suoi reiterati tentativi di infrangere la legge. Fa specie e fa disperare, anche perché lui ora potrà comodamente parlare di giustizia a orologeria, dimenticando che le tappe del processo erano già state stabilite da mesi e che è egli stesso la causa del fatto che la sentenza arriverà in piena campagna elettorale, perché è stato lui a far cadere il governo, forse nella speranza che il voto arrivasse prima della sentenza. Lui ci proverà, stiamone certi, e sicuramente troverà qualcuno disposto a credergli.

sabato 12 gennaio 2013

Vittoria!

Finalmente una piccola crepa nel muro delle condizioni non trattabili. Non è certo una rivoluzione copernicana, ma si intravede una piccola luce nel buio pesto dell'integralismo medievale che ammanta il nostro Paese. Certo fa specie che in Italia debba essere sempre la magistratura a picconare un sistema incancrenito dal potere costituito, che a volte ha la forma dello Stato e altre volte ha la forma, più dolce, della Chiesa.
Arriva così, da parte della Cassazione, una sentenza che ha cominciato a far parlare di sè. I genitori omosessuali possono allevare figli senza che questi subiscano ripercussioni psicologiche tali da alterarne l'equilibrio. Non è gran cosa ma è qualche cosa, un piccolo passo avanti, dicevo.
La sentenza arriva per una causa fra un uomo e sua moglie che, dopo il divorzio, ha scelto la convivenza con un'altra donna, quindi omosessuale. Il problema era l'affido della figlia nata dal matrimonio. E la magistratura ha deciso che poteva tranquillamente essere affidata alla madre con le motivazioni dette prima.
Ora è tutto un silenziare la notizia o, al peggio, dire che non ci devono essere speculazioni, ma se le parole hanno un peso, qualcuno ci deve spiegare perché i politici si intestardiscono a non autorizzare i matrimoni di coppie omosessuali e ad evitare anche solo di pronunciare la parola adozione per coppie di gay già sposati, magari all'estero, perché in Italia ancora non si parla neanche di questo.
Non credo che avremo una risposta, per ora, almeno fino a che questo sistema marcio dalle fondamenta continuerà ad esistere, però, credetemi, oggi è una grande giornata, anche solo per il fatto che ho finalmente capito che non sono io a ragionare male, ma sono loro che tentano invano di convincermi di ciò.

venerdì 4 gennaio 2013

Parola d'ordine: discriminazione!

Discriminazione. Questa è la parola chiave che ha chiuso in maniera nefasta il vecchio anno ed ha aperto con il ridicolo e l'ipocrita il nuovo. Ma, come al solito, andiamo per ordine.
Prima è venuto il discorso del Papa sugli omosessuali, che sarebbero contro la pace nel mondo; un discorso, quello, venuto il giorno dopo la visita di una donna che, nel suo paese, era stata sostenitrice di una legge che, tra le altre cose, propone la pena di morte per gli omosessuali. Ma lì, il pontefice (con la lettera minuscola) non ha fatto altro che perseverare nell'errore prorogato per secoli dalle disposizioni di una Chiesa (con la maiuscola in quanto rappresentante, non dei fedeli, ma delle gerarchie) sessuofoba, omofoba e intrisa di omosessuali. Poi è venuto l'episodio del parroco che invitava le donne a farsi un'esame di coscienza sul proprio comportamento non proprio cristallino col quale, quindi, istigherebbero alla violenza. Ma il parroco non ha sottolineato in maniera inequivocabile che la violenza non è mai una risposta e non è mai giustificabile, soprattutto quando sfocia nell'omicidio. Senza contare che una persona, col suo corpo, ha il sacrosanto diritto di fare ciò che vuole, purché nell'ambito della legge e di regole sociali condivise. Naturalmente a questi due episodi ha fatto seguito una pioggia di critiche e pernacchie da parte della chiesa dei fedeli (quindi con la minuscola), e dei distinguo misti a giustificazioni da parte della Chiesa delle gerarchie.
E veniamo all'anno nuovo. Coro di critiche a seguito dell'episodio che ha visto coinvolto il calciatore Boateng. Naturalmente le critiche sono andate tutte agli spettatori (non chiamiamoli tifosi, per piacere) che avevano indirizzato i loro cori razzisti al calciatore ghanese. Tutto giusto, dalla reazione del calciatore e dei suoi compagni di squadra ai corsivi apparsi in internet, nei telegiornali, nei radiogiornali e tutto il resto. Mi chiedo, però, cosa sarebbe accaduto se invece che un'amichevole contro una squadra di categoria molto inferiore, fosse stata una importante partita di campionato o di coppa? E qual'è stato il rispetto per quelle persone che pure hanno contestato gli spettatori razzisti, ma che avevano pagato il loro sacrosanto biglietto d'ingresso e non hanno potuto assistere alla partita? Allora, forse, bisogna dire che i discriminati non sono stati solo i calciatori, ma anche gli spettatori corretti e la serietà di un sistema che ha ancora tanta strada da percorrere.