"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

mercoledì 12 dicembre 2012

Beppe ha ragione con tutte le scarpe

Non dico che non si debba discutere all'interno di un gruppo di persone, il dialòogo crea idee, informazione. Ma arriva un momento in cui non c'è lo spazio necessario. Qui si rischia di fare la fine della gioiosa macchina da guerra. Non è giusto dare luogo ad un tormentone infinito, logorante. In fondo a noi interessa una cosa sola: Beppe è una persona perbene, è da vedere come un padre, il padre del Movimento 5 Stelle, ogni tanto alza la voce e fa bene, non si candiderà per scelta e per statuto, chiunque dei candidati non farà la politica per mestiere perché ha accettato un massimo di due legislature. Le energie devono essere concentrate sulle elezioni e sul dopo, il mantenimento delle promesse. Una volta raggiunto l'obiettivo, o anche durante, se necessario, si può discutere, ma basta con le sterili lamentazioni. Le regole sono state fissate, tutte le discussioni devono avere un intento costruttivo, mogliorativo. Chi pensa che gli altri partiti o movimenti siano più democratici è libero di scegliere. Ci sono gli arancioni, i rossi, i verdi, gli azzurri. Chi resta deve lavorare, non continuare a fare sempre le stesse sterili domande. Possono fare proposte, tenendo presenti i tempi e scelte già prese e condivise. Forza ragazzi, che siamo solo all'inizio!

martedì 11 dicembre 2012

Lasciamoli soli

Il ciclone del vecchio (in tutti i sensi) candidato ha travolto tutto e tutti. Ogni notizia scompare davanti alla ennesima candidatura del leader del PDL. Tutti, a favore o contro, ne parlano e le altre notizie vanno in malora. Perfino quella, gravissima, di una Consulta che, per compiacere ai desiderata del Capo dello Stato, emette una sentenza che ha poco di giuridico e molto di cortigiano. Non solo, ma la politica si è messa a legiferare per abolire le sentenze dei giudici che avevano deliberato per la chiusura dell'ILVA. Quello che è successo in questi giorni è una cosa di una gravità che ci avrebbe imposto di scendere in piazza a protestare e invece ci siamo lasciati travolgere dal solito ciclone che nulla ha più a che vedere nè con la politca, nè con il mondo dell'informazione. Sì, perché di questa gentaglia ormai meno si parla e meglio è. Ci dovremmo concentrare tutti sui reali problemi che la democrazia ci presenta ormai quotidianamente. Problemi, se possibile, peggiori di quelli che ci aveva proposto il cavaliere, ma che, chissà perché, sono rimasti quasi nell'ombra, come se il pericolo fosse solo uno e non chiunque si permetta, a qualsiasi titolo, di camibiare le regole preposte e scritte a caratteri di fuoco nella Costituzione.
Sinceramente spero che questo contesto storico si esaurisca quanto prima, perché davvero, se anche il Capo dello Stato, il garante della Carta, diventa oggetto di diffidenza agli occhi dei cittadini italiani, non si sa più a che santo votarsi. Comunque i segnali cominciano ad esserci.
Se si cominciano a trovare in rete riflessioni di questo tipo forse non tutto è perduto: "Nelle passate elezioni ho votato in buona fede Berlusconi, non lo nego, però, i nodi prima o poi vengono sempre al pettine. Per rifarmi degli errori pregressi posso con certezza assoluta assicurare il cavaliere che non solo non riavrà mai più il mio voto ma modestamente posso contare almeno tra parenti e amici di almeno 15/20 voti che hanno votato Berlusconi e che adesso non riavrà più. Aspettiamo al varco i vari Gasparri, Cicchitto, Alfano, la signora Santanchè, La Russa, la Mussolini e compagnia cantando.Cari onorevoli ci divertiremo.Chi troppo tira la corda questa poi si spezza, il cavaliere ha fatto i conti senza l’oste, il prezzo caro Silvio sarà molto, ma molto salato. La campagna elettorale il cavaliere la farà durissima io al posto degli avversari politici non mi presenterei a nessun tavolo, lo farei parlare da solo. Penso che il silenzio sarebbe la tattica vincente contro i venditori d’aria fritta".
Napolitano ha finito, e il vecchio candidato è al tramonto, forse c'è ancora speranza.




venerdì 12 ottobre 2012

Far finta di niente

Ci sono due storie, apparentemente lontane l'una dall'altra, anzi sicuramente lontane, ma che mi hanno ispirato gli stessi sentimenti e le stesse conclusioni.
In Italia è attiva una delle forze di polizia più qualificate al mondo. Nonostante questo, ad intervalli regolari, alcuni affiliati, anzi, per non offendere nessuno, alcuni dipendenti, o meglio ancora agenti, si macchiano di azioni come il caso Cucchi, Aldrovandi o ancora l'episodio della scuola Diaz, le mangtanellate inutili e gratuite contro manifestanti di ogni classe e colore, senza che i singoli possano essere riconosciuti, perchè sul casco non hanno alcun codice identificativo come avviene in tutto il mondo civile. Ultimo episodio quello del ragazzino portato via a forza dalla scuola per affidarlo al padre o non si sa bene a chi. Io non so quali siano stati gli ordini e non conosco bene la storia, ma nulla può giustificare quel comportamento sconcertante. Stamattina ci si chiedeva se era giusto mostrare il video. Io credo che, al di là della maleducazione mediatica, è stato giustissimo perchè bisogna cominciare a far capire alla gente come stanno le cose e cominciare a separare il grano buono dalla zizzania che avvelena il corpo di polizia e lo rende, agli occhi del popolo, inaffidabile e pericoloso.
Un altro fatto è la ostinata resistenza di Formigoni alla poltrona più alta della Regione Lombardia. Mi dà l'idea di uno che abita una casa che brucia. Tutt'intorno c'è il fuoco, ma lui continua a chiamare i pompieri con la speranza che arrivino prima che le fiamme lo sfiorino e non gli passa enmmeno l'idea che, restando lì, potrebbe costitiure un problema in più per i vigili che arriveranno prima o poi. Ad un certo punto una lingua di fuoco lo raggiunge e gli provoca una piccola ulcera cutanea. Infatti il governatore deve pagare una multa ai Radicali per vicende legate alle ultime elezioni che, stando così le cose, potrebbero anche risultare falsate, sia da questa vicenda che dal fatto che almeno 4.000 voti, quelli di Zambetti, sono stati comprati.
Una lingua di fuoco, un bambino maltrattato, gli ultimi episodi, ciascuno nel proprio campo, di una lunga serie, che dovrebbero far riflettere le autorità preposte, non si può far finta di niente all'infinito

lunedì 17 settembre 2012

Sullo sviluppo del nostro Paese.

Ritengo che lo sviluppo del nostro Paese, inteso come nazione industrializzata, debba per forza passare da tre pilastri ineludibili: gli investimenti dei privati verso lo sviluppo tecnologico delle loro imprese, alleggerimento e velocizzazione della Pubblica Amministrazione e della macchinosa macchina burocratica, velocizzazione della giustizia.

Quanto al primo punto, purtroppo, bisogna registrare un netto fallimento delle politiche industriali che, guidate non da imprenditori lungimiranti, ma da prenditori, poco inclini a guardare molto oltre il proprio portafoglio, hanno preferito negli anni aumentare i profitti, fino a fare scoppiare un bubbone fin troppo e troppo bene nascosto. E i risultati si sono visti, con Parmalat, Cirio e via via con Costa Crociere, ILVA di Taranto, passando attraverso Carbosulcis, Alcoa e ora FIAT. Tutti hanno preferito prendere, piuttosto che investire, hanno messo soldi in tasca, fiduciosi di poter fare come in passato, quando le mammelle dello Stato erano opulente. Non si erano accorti che la festa era finita e che ogni ripiano di debiti oggi costerebbe sangue, non solo metaforico, a un popolo già dissanguato da una crisi interminabile e logorante come difficilmente la storia ricorda.

E veniamo al secondo punto, dove troviamo qualche tentativo di rimettere a posto le cose, avviando una informatizzazione delle procedure fin troppo tempo attesa. Ma non basta rifare il lifting ad un volto vecchio, bisogna cambiare il volto per vedere risultati tangibili. e il volto non si può cambiare finché succedono cose come nella Regione Lazio e nella Regione Sicilia, e mi fermo qui, dove ci sono valanghe di assunzioni e strutture elefantiasiche che servono a reggere le campagne elettorali di partiti sempre meno credibili. Senza contare l'età di una classe dirigente che ormai si avvia ad essere la più vecchia del mondo.

E veniamo al terzo punto, forse il più spinoso. Servirebbe un post autonomo per parlare dei problemi e delle soluzioni per una giustizia più veloce e quindi più giusta. Forse può bastare accennare al fatto che ci sono in giro troppi avvocati che fanno causa su qualunque lite da cortile pur di portare il pane a casa, oppure si potrebbe dire che i politici che hanno pendenze con la giustizia dovrebbero essere allontanati dal potere legislativo ed esecutivo fin dal rinvio a giudizio, ferma restando la presunzione di innocenza prevista dalla Costituzione e pienamente condivisibile. Si può continuare con l'abolizione della prescrizione a partire dal primo grado di giudizio e con la possibilità di fare ricorso e accedere al secondo grado solo se si hanno in mano degli elementi veramente significativi, attraverso il pagamento di una cauzione e con la possibilità di veder peggiorare il giudizio del primo grado.

Tante cose si potrebbero fare, ma non saranno fatte finché continuerà a dettare le regole una classe dirigente vecchia, corrotta ed egoista.

martedì 4 settembre 2012

Il festival dell'ipocrisia

Ieri era il giorno di due celebrazioni, una per una persona appena deceduta, il cardinale Martini, l'altra per un uomo di stato morto trent'anni fa, il generale Dalla Chiesa, ucciso dalla mafia.

E' curioso come, in tutte e due le occasioni, sono state dette cose giuste da persone sbagliate. Infatti, la morte del cardinale Martini dovrebbe rappresentare, per la Chiesa, un momento forse irripetibile per fare un esame di coscienza e raccogliere quell'eredità preziosa che l'alto prelato ci ha lasciato, coerente fino alla fine con le sue parole. Ma, dai primi passi effettuati, la Chiesa, quella delle gerarchie, si è subito affrettata a dire che il caso Martini non può essere assimilato ai casi Welby ed Englaro, perché loro sono morti dopo molti anni dall'inizio della malattia, mentre il cardinale è morto praticamente subito, quindi era normale che rifiutasse le terapie che non gli avrebbero consentito di allungare in maniera significativa la durata della sua vita. Naturalmente non vi è stato nessun accenno al fatto che la tracheostomia e il sondino naso-gastrico sono terapie routinarie per i malati e che di fronte ad una crisi respiratoria e ad una disidratazione acuta possono, non solo essere salvavita, ma a volte sono risolutive di tante situazioni e allungano la vita oltre la nostra immaginazione. Come dire che i temi non negoziabili resteranno tali con buona pace di tutti i bei discorsi sfoderati dall'arcivescovo Scola e dal Papa Benedetto. Nulla cambierà e lo scocciatore Martini verrà definitivamente seppellito, con tutte le sue idee.

Una cosa analoga è successa con la commemorazione del generale Dalla Chiesa, isolato e poi, a quanto pare, ucciso da uno stato che dieci anni dopo ha accettato una trattativa con la mafia e trent'anni dopo discute su intercettazioni nelle quali è coinvolto perfino il capo dello stato. Anche lì l'ipocrisia l'ha fatta da padrone con un ministro degli interni e un presidente del consiglio che giurano sulla priorità della lotta alla mafia. Dopo che non hanno ancora approvato una legge seria sulla corruzione e sull'evasione fiscale.

Un'ultima nota la voglio dedicare al presidente di confindustria che plaude agli incentivi finalizzati all'innovazione tecnologica. Allora, suggerisco di dare i soldi solo a quelle aziende che hanno innovato negli ultimi tre anni e fra tre anni a quelli che iniziano ad innovare oggi. Così si premiano le persone per bene e si penalizzano quelli che vorrebbero, anche in tempi di crisi, continuare a mettere i soldi in tasca senza muovere un dito.

lunedì 27 agosto 2012

La sindrome dell'appartenenza

Vorrei dire a tutti quei giornalisti che continuano a classificare le opinioni come appartenenti alla destra o alla sinistra, che questo metodo di classificazione non appartiene più alla politica, perlomeno, a quella italiana, e forse neanche a quella internazionale. Ormai le ideologie sembrano morte in tutto il pianeta terraqueo, restano pallide fiammelle che vanno a spegnersi con il passar del tempo. Anche in Birmania si è aperto uno spiraglio all'abolizione della censura. In Libia qualcosa si sta muovendo e lo stesso vale per la Cina. Insomma, i giornalisti italiani, la maggior parte almeno, continua a ragionare ancora in termini di destra e sinistra, come se i destri sono migliori dei sinistri, o viceversa, e come se, parlare ancora di fascisti e comunisti giovi a portare voti alla causa, senza considerare che questa ormai è una causa persa in partenza.

Insomma, io voglio rassicurare certi giornali, del fatto che il mondo politico italiano non si suddivide in berlusconiani e anti berlusconiani, non era vero quanso lui, il titolare dell'aggettivo più discusso degli ultimi vent'anni, era in auge, figuriamoci se vale ancora oggi. Non è esatto dire che la sinistra litiga e annoverare fra le forze di sinistra, in un unico minestrone, Grillo, Di Pietro, Bersani, il Fatto Quotidiano e Repubblica. Insomma non mi pare che Grilo si sia mai dichiarato di sinistra, la stessa cosa vale per il Fatto, che bastona indifferentemente gli errori dei destri come quelli dei sinistri, come quelli dei tecnici, passando per il Vaticano e per il Quirinale. Mentre, per certi giornalisti, quasi tutti, per la verità, queste persone, vengono ricordate solo per la loro attività anti berlusconiana, quando l'ex presidente del consiglio meritava di essere criticato, non perché fosse di destra, in quanto di destra forse non lo è mai stato, ma perché sbagliava e basta. Invece si dovrebbe cominciare a renderci conto che i tempi sono cambiati e gli schieramenti pure, non esiste più la destra e la sinistra, ma esistono persone che propongono idee giuste e idee sbagliate o dannose per la comunità e chi critica l'idea di una persona schierata, non appartiene necessariamente allo schieramento opposto. Queste sono considerazioni semplici, ma di cui abbiamo maledettamente bisogno di riappropriarci.

venerdì 24 agosto 2012

E' rigore quando arbitro fischia

Io credo che in questo momento storico, in Italia, manchi il rispetto per le istituzioni. Tutto si può mettere in discussione, come in una famiglia in cui ogni parola del padre viene analizzata e discussa dai figli. Che poi sia il sale della democrazia, è un fatto, ma che ci debba per forza essere un limite a tutto è un altro fatto. Un vecchio allenatore di calcio, Boskov, scomparso anni orsono, diceva: "E' rigore quando arbitro fischia", mettendo così fine alle infinite elucubrazioni di talk show e tifosi in genere sui singoli episodi che avevano caratterizzato le partite della domenica. In Italia dobbiamo imparare a rispettare le sentenze, se è necessario impugnarle, ma alla fine, sempre, rispettarle, non criticarle in continuazione, in uno sterile esercizio che non giova a nessuno. Lo diceva perfino il mafioso Andreotti. Credo che sia giunto il momento di smetterla con questa continua lamentela sul lavoro dei giudici, sportivi e non sportivi. Ma tant'è, se è vero che il pesce puzza dalla testa, ha cominciato il capo dello Stato che, con la vicenda della trattativa Stato-mafia, si è posto in continuità con anni di denigrazioni e disconoscimenti da parte di una infinita schiera di politici in mala fede che via via hanno parlato di giustizialismo, giustizia a orologeria, giudici politicizzati, uso politico della giustizia, ribaltamento del voto popolare con l'arma della giustizia e così via blaterando a vanvera. Poi è arrivata l'ora dell'ILVA di Taranto, con tutti i suoi strascichi e la minaccia che i tarantini devono scegliere fra la morte di fame o la morte di malattia, dimenticando che fino ad oggi gli imprenditori dell'ILVA, come quelli della Costa Concordia, si sono arricchiti risparmiando sulla sicurezza della gente. Infine è arrivato perfino il piccolo Conte a gridare vergogna contro una sentenza che, a sentire le cronache e i commenti gli è andata di lusso, senza contare che, come ha detto giustamente il suo collega Zeman, se Conte è stato condannato non dovrebbe neanche dirigere gli allenamenti della sua squadra.

E' rigore quando arbitro fischia, questa è la regola, tutto il resto è maleducazione, populismo, denigrazione e inutile esercizio di masturbazione cerebrale.

mercoledì 8 agosto 2012

La politica del manganello.

Quanto accaduto ieri nella politica italiana, e in particolare da parte del cosiddetto Popolo delle Libertà, ha un sapore antico. E' accaduto infatti che il Presidente del Consiglio, durante un'intervista ad un giornale straniero, rilasciata tra l'altro un mese fa, ha pronunciato una frase che poteva dare adito a diverse interpretazioni, fra cui quella di critica nei confronti del precedente governo sostenuto dalla Lega Nord e, appunto, dal Popolo delle Libertà. Appena avutane notizia, i dirigenti del partito, invece di ascoltare tutta l'intevista e spiegare a tutti il vero senso delle parole di Monti, invece, cioè, di smontare sul nascere una possibile polemica, dal momento che anche loro sostengono l'attuale governo, hanno subito colto l'occasione per rivolgere le solite inutili minacce e hanno fatto mancare il proprio voto su piccoli provvedimenti, quasi a voler ribadire che senza di loro non si va da nessuna parte. Questo comportamento ha, dicevo un sapore antico, di quando le squadracce fasciste picchiavano gli oppositori, senza se e senza ma, senza un dialogo, un confronto democratico. Sarebbe davvero stata una gran fatica portare in TV un po' di dati e, mentre si cercava di spiegare il senso di quelle parole, confortare i propri elettori sulla bontà delle scelte operate?

Vista la strada scelta, ora, gli elettori del PDL hanno due possibili alternative. Possono essere contenti della prova muscolare, priva di idee e di argomenti, data dal proprio partito di riferimento e in quel caso dimostrerebbero a loro volta di essere privi di idee e di argomenti. Oppure possono pretendere una maggiore chiarezza, un maggiore sforzo, da parte di quella classe politica, pagata profumatamente non per agitare il manganello, ma per cercare di risolvere i problemi e, all'occorrenza, dare spiegazioni ai propri elettori, pena l'abbandono delle urne.

martedì 17 luglio 2012

E adesso avanti con le idee.

Ci sono due notizie che mi lasciano perplesso. Due notizie che la stampa italiana ha diffuso senza le opportune operazioni di decodifica che avrebbero permesso ai cittadini di capire cosa sta succedendo.

La prima è che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha affidato all'Avvocato Generale dello Stato l'incarico di rappresentare la Presidenza della Repubblica nel giudizio per conflitto di attribuzione da sollevare dinanzi alla Corte Costituzionale nei confronti della Procura della Repubblica di Palermo per le decisioni che questa ha assunto su intercettazioni di conversazioni telefoniche del Capo dello Stato; decisioni che il Presidente ha considerato, anche se riferite a intercettazioni indirette, lesive di prerogative attribuitegli dalla Costituzione. Ora, io penso che il Presidente della Republica avrebbe fatto meglio a chiarire tutto prima di avventurarsi in un percorso accidentato come l'attacco ai magistrati di Palermo i quali, avendo a che fare ogni giorno con criminali pericolosi, oltre che potenti, sono ormai abituati a muoversi sulle uova, quindi è pensabile che anche in questo caso abbiano fatto le cose con la massima attenzione. Allora credo che il Presidente debba prima chiarire la sua posizione e poi, se lo ritiene necessario, cambi pure le regole del gioco, e stia tranquillo che quelle vigenti sono state sicuramente rispettate.

La seconda notizia riguarda la reazione alle parole che Grillo ha postato sul suo blog. Personalmente le ho lette in originale e non vi ho trovato nulla di offensivo; infatti Grillo scrive: "La Bindi, che problemi di convivenza con il vero amore non ne ha probabilmente mai avuti ...". Non credo che ci sia nulla di offensivo nel dire che una persona probabilmente non ha esperienza di convivenza, senza specificarne i motivi, che però vengono dedotti da persone maliziose in base a un altro episodio cui questo viene associato e che riguarda l'ex presidente del consiglio. E tale lettura acquisisce maggiore forza se si pensa che Ferrara, lo stesso che non ha detto nulla quando ad offendere la Bindi con le parole "più bella che intelligente" era stato quell'altro, ha attaccato con veemenza Grillo, mentre la Bindi, che non è certamente una che le manda a dire o una che ha bisogno di essere difesa, ha incassato la critica (non l'offesa) nel più assoluto silenzio. Bersani invece, seguendo le orme di Ferrara e di tutti quelli che hanno interesse ad attaccare Grillo anche quando non ve ne sono le ragioni, ha ritenuto di dover ostentare una difesa a spada tratta della sua collega, peraltro senza che questo gli fosse stato richiesto.

Ecco, questi due episodi, che vedono protagonisti Napolitano e Bersani, due esponenti storici della politica italiana, due persone che avrebbero dovuto avere l'esperienza e la competenza per non cadere negli errori in cui invece sono caduti, mi fanno pensare che ormai la politica dei politici, delle strategie, delle tresche, nonostante dovrebbe essere morta da tempo, viene tenuta in piedi da questa gente che ancora sembra non aver capito, e tutto questo mentre nel mondo si aggira la più spaventosa crisi economica di sempre. Insomma, credo che in Italia sia giunto il tempo di fare piazza pulita, per consentire l'ingresso di aria nuova, che dia finalmente spazio alla politica delle idee, perché delle ideologie nessuno sente più il bisogno.

venerdì 29 giugno 2012

Il bene dei popoli

Certo, lo so, oggi è il giorno di SuperMario. Anzi due, uno a Bruxelles e uno a Varsavia, un politico e uno sportivo. Tutt'e due che hanno ottenuto risultati sperati, attesi, ma per niente scontati. Bravi nel confronto con una Germania forte e combattiva, in tutt'e due i settori di interesse. Ma, nonostante il forte interesse generato da queste due situazioni, una partita di calcio e una trattativa politica, credo che in ambedue le occasioni le conseguenze si riducano a conquiste effimere di fronte alle conseguenze che rischiamo di pagare, non come cittadini italiani o europei, ma cittadini del mondo, di fronte ad altre due notizie che continuano a girare come trottole nella mia mente.

Il prode Marchionne, quello esaltato in tutto il mondo per le sue idee innovative in tema di lavoro, è stato bocciato dalla giustizia per aver licenziato, pare ingiustamente, degli operai, per il solo motivo che avevano idee diverse dalle sue. Sì, perché si può girare la frittata come sui vuole, ma il succo è questo. E siccome lui pensava di farla franca, nonostante la Costituzione affermi che "nessuno può essere discriminato ...", ha risposto piccato, dopo una settimana, non a caldo, quindi dopo averci pensato un bel po', che in Cina gli operai valgono cinque volte meno. Ora io vorrei dire al signor Marchionne che l'impegno per il futuro non è quello di avvicinare l'Italia alla Cina, ma semmai è il contrario. Il concetto, per capirsi, è che se vogliamo aumentare il benessere dei popoli, non dobbiamo strozzarli per fare posto ai soliti quattro gatti che poi tutti questi soldi, alla fine, non sanno neanche come sperderli. Sotto la bandiera del profitto si nascondono ad esempio anche tutte quelle disgrazie che accadono per risparmiare sulla sicurezza, non ultimo il disastro della Concordia, dove si sono creati grattacieli da mandare in mare, per avere quanti più ospiti è possible, risparmiando sul sistema dei controlli e sul capitano.

L'altra notizia riguarda la riforma della sanità voluta da Obama. Anche il suo avversario, il candidato repubblicano Romney, umiliato dalla vittoria politica del Prersidente americano, ha affermato che, se dovesse vincere le elezioni, la abolirà. Alla faccia di tutti i cittadini americani che solo ora , grazie a quella riforma, vedono un po' di luce dopo decenni di inferno e di vessazioni.

In generale, il concetto è sempre lo stesso: vogliamo il bene dei popoli o vogliamo continuare a contribuire, tutti insieme, a ingrassare pochi ricchi che, ripeto, non hanno assolutamente bisogno di tutti i soldi che, lecitamente o illecitamente, riescono a guadagnare?

mercoledì 13 giugno 2012

Cassano e la cultura

Non avrei mai creduto di dover scrivere un post del genere il 13 giugno del 2012 (leggasi duemiladodici), ma purtroppo ciò sta accadendo sotto i miei occhi ancora esterrefatti. Come si fa ad essere spettatore di un evento sportivo e, invece di discutere con gli amici di fuorigioco e gol mancati, ci si ritrova a discutere di neri e di gay ... nel duemiladodici.

Ancora queste pippe ci dobbiamo fare nel terzo millennio, e non solo in Italia. Si, perché pare che le intemperanze razziste si sono manifestate anche fra i sostenitori di altre nazionali. Certo, Cassano ha rimediato dicendo che lui non è omofobo, ma se è vero che 'in vino veritas', allora era buona la prima e Cassano ha fatto un'altra cassanata.

Ma certamente i giornalisti non potevano pretendere più di tanto. Insomma non si può fare una domanda di concetto a uno come Cassano. A lui devi solo chiedere cosa ne pensa del pallone che ha tra i piedi, ma poi non ti puoi spingere oltre. Infatti ha dato un'ottima risposta a coloro che gli hanno chiesto del Milan e delle operazioni di mercato, ha detto chiaramente che vorrebbe tornare alla Samp, ma poi basta. Per quanto possa avere a cuore l'indifferenza verso gli orientamenti sessuali di ciascuno e la privacy sacrosanta riguardo questi argomenti, per lui, i froci so' froci e basta. Così come per altri i neri sono sempre negri e si meritano il verso della scimmia. Insomma è inutile scandalizzarsi se i popoli sono tenuti a pane e acqua, perché bisogna arricchire le banche, e la cultura è uno spreco in tempi di crisi, per cui se ne deve fare a meno.

Io una sanzione per Cassano ce l'avrei. Intanto facciamolo giocare, che quello lo sa fare bene, poi si stabilisce una multa e quei soldi verranno utilizzati per mandarlo a teatro, al cinema impegnato, alla Scala, finché non saranno completamente esauriti. Una provocazione? Mica tanto!

martedì 22 maggio 2012

Il momento della svolta

Ci sono sentimenti diversi in questo periodo che si affollano nella mia mente. Come penso nella mente di molti italiani. In principio era la crisi economica, i suicidi, le notizie che si accavallavano ogni giorno di persone che non ce la facevano più. Poi giunsero i primi segnali del crollo dei partiti, la politica che si frantumava con il crescere delle tasse e dell'insoddisfazione verso un sistema spietato che non aiuta ma stritola i propri cittadini, sempre più sudditi, da spremere come limoni in nome di un salvataggio che sempre più appare un'utopia. Ma accanto al primo turno delle amministrative una notizia ci mette in guardia, anzi più notizie. Sparano ad un dirigente che fortunatamente, per scelta, non viene ucciso ma gambizzato, alcune bombe fanno esplodere gli ingressi dell'Agenzia di riscossione Equitalia e ancora alcuni dirigenti della stessa agenzia vengono picchiati. La gente non ce la fa più e, sicuramente sbagliando, reagisce come può. Infine l'apoteosi, alla vigilia del secondo turno delle amministrative, un'esplosione, a Brindisi, grida al mondo intero che qualcosa in Italia non va. Non credo che sia mafia, forse terrorismo, forse il gesto isolato di uno squilibrato. Comunque è un segnale che affonda le sue radici nella società, un gesto che accompagna sinistramente quello di un padre che si toglie la vita assieme ai suoi figli. L'Italia sta scoppiando, qualunque interpetazione vogliamo dare a quello che sta accadendo credo il denominatore sia unico. E presto e bene, questa volta, bisognerà fare con i terremotati dell'Emilia, presto su tutti i fronti possibili del potere, ivi compresa la Chiesa che continua a dire e non dire su tante cose, come ad esempio il caso Orlandi tornato d'improvviso alla ribalta. C'è bisogno in fretta di trasparenza e di un ricambio generazionale del potere, Quando si trattò di scegliere un nuovo Presidente della Repubblica, nel '92, la serie infinita di votazioni e incertezze si interuppe solo con le bombe. Facciamo che non sia così, salviamo le vite che è possibile salvare. Apriamo un negoziato convincente e risolutivo prima della guerra, ché dopo, i morti, non potranno più tornare.

venerdì 27 aprile 2012

Le reni della Grecia

Non credo che l'idea di Libero, sul titolo di prima pagina, oggi sia stata felice. Non credo proprio, anche se, devo ammettere, spesso riesce a stupirmi. Oggi il quotidiano diretto da Belpietro titola "Monti ci spezza le reni per dar soldi alla Grecia". Per quelli che non lo sapessero, questo titolo riecheggia parole di mussoliniana memoria quando, nel corso della seconda guerra mondiale, il duce diceva di voler spezzare le reni alla Grecia dopo quella sciagurata e vituperata, dagli alleati tedeschi, missione.
In sono daccordo con quanti sostengono che in Italia bisogna essere non solo a-fascisti, ma anche anti-fascisti. Non basta dire che non siamo fascisti, ma bisogna essere convintamente contro il fascismo per poter superare ogni forma di attesa dell'uomo della provvidenza e cominciare a lavorare da cittadini responsabili, come avviene nella maggior parte dei Paesi civili e sviluppati che, guarda caso, stanno meglio di noi.
Dire che ci spezzano le reni per favorire la Grecia, significa dire che quando c'era lui, caro lei, le reni alla Grecia le spezzavamo noi, dimostrando di non aver capito nulla della storia e dell'ironia che si nasconde oggi in quella frase. Oggi, invece, questi tecnici, spezzano le reni a noi per favorire la Grecia. Della serie che si stava meglio quando si stava peggio.
Caro Belpietro, non ho mai avuto stima di te come giornalista, ma c'è una cosa che oggi voglio proprio dirti fuori dai denti. Cambia mestiere, farai un vero servigio ai cittadini italiani!

giovedì 26 aprile 2012

Sacche di ipocrisia

Credo che l'attuale panorama sociale e politico italiano offra spunti per commentare fiumi di ipocrisia. Partiamo dalla scomparsa del povero Morosini. Fermo restando che è stato giusto fare tutto quello che è stato fatto, cioè la sospensione delle partite, i minuti di silenzio, le manifestazioni, gli applausi al passaggio della bara con tutte le magliette e le bandiere che lui aveva rappresentato, tutto, insomma. Trovo ipocrita aver fatto tutto questo, ad esempio, da quelle persone che fino ad un giorno prima ne avevano ignorato l'esistenza, nonostante la vita travagliata che quel povero ragazzo aveva vissuto. Ma soprattutto trovo ipocriti tutti quei rappresentanti delle istituzioni che quando si tratta di spellarsi le mani in pubblico per celebrare eventi che in qualche modo li vedono in prima fila, sono sempre lì a farsi vedere, quando invece si tratta di fare delle buone leggi per ridurre i morti sul lavoro non ci sono mai, perché tanto quelle non portano voti e consensi, perché chi fa bene il suo mestiere bene non va a finire in prima pagina. Perché di questo stiamo parlando, cioè di morti sul lavoro, quale è stato Morosini, il quale, è vero, è morto probabilmente per un difetto genetico, ma è pur vero che è morto sul lavoro come migliaia di padri di famiglia che ci lasciano ogni anno.
E veniamo ad un'altra ipocrisia, se possibile più grossa, quella cioè del Capo dello Stato. Mi piacerebbe sapere a chi si riferiva quando parlava di demagogia, populismo e antipolitica. Si riferiva a chi si sta facendo portavoce di una sacrosanta protesta verso una classe politica corrotta e incapace di portare avanti un qualsiasi progetto di difesa dei cittadini italiani, associando a questa protesta dei concreti progetti di crescita culturale, morale e sociale, un programma serio, articolato in cinque punti. che poi sono diventati sette e tendono a crescere, secondo le idee che giungono dal basso. Oppure Napolitano si riferiva a quei politici che hanno distrutto la politica e sono oggi i maggiori rappresentanti dell'antipolitica, perché di politica non sanno nulla e, interviste alla mano, non vogliono sapere nulla, basti pensare che Marcello Dell'Utri, condannato per associazione mafiosa, inventore e fondatore del partito Forza Italia, disse che non gli piace la politica e che vi era entrato per evitare di finire in galera (parole sue). La politica, dunque, per molti di loro è solo fonte di privilegi, dimenticando che dovrebbe essere soprattutto lavoro da svolgere al servizio della comunità, la quale si aspetta soluzioni per i problemi di ogni giorno. Io credo che Napolitano si riferisse ai primi, anche perché poi si è limitato a bacchettare i secondi che, per nulla scossi dalla vergogna che avrebbe dovuto seppellirli da tempo, continuano e continueranno finché gli sarà permesso, a fare una pessima pubblicità alla politica politica.

mercoledì 4 aprile 2012

Ma per favore ... !!!

Ascoltavo alla radio le opinioni di alcuni cittadini riguardo lo scandalo che sta travolgendo la Lega. L'ennesimo scandalo politico che imperversa in questo periodo torbido per la nostra disgraziata Repubblica. L'ennesimo scandalo di corruzione politica, che viene dopo innumerevoli scandali che, prima della Lega, hanno coinvolto il PD, l'API, il PDL e tutto il cucuzzaro. Della serie che il più pulito ha la rogna. Bene, di fronte a questo, anche a sprezzo del ridicolo, i partiti continuano a parlare di operazioni all'insaputa, di complotti, di arcani disegni mascherati da volgari persecuzioni giudiziarie. Chi ha fornito ai giudici le informazioni che hanno fatto scattare le indagini? E poi proprio sotto le elezioni, ma guarda un po'.

Beh, vorrei dire a quei quattro o cinque cittadini che ancora sposano queste strampalate tesi che il panorama politico coinvolto va dall'attuale maggioranza all'attuale opposizione. Sono coinvolti partiti che stanno con il Vaticano e quelli che stanno contro, quelli che stanno con Monti e quelli che Monti non lo vogliono. Sono coinvolte giunte regionali e comunali di destra e di sinistra (si fa per dire). Bene, allora o i giudici vogliono fare un golpe contro i politici, fermo restando che la Costituzione prevede l'obbligatorietà dell'azione penale. Oppure il golpista è uno come Beppe Grillo, l'unico pulito, insieme forse a IDV, che pure ha fatto i suoi errori politici, tipo l'immutabilità del simbolo e la candidatura di Leoluca Orlando dopo la sconfitta alle primarie di Palermo.

Insomma io credo che non ci siano complotti e che la storia, in fondo, è quella che noi costruiamo e ci meritiamo come singoli cittadini e come popolo.

mercoledì 28 marzo 2012

Il dramma dell'ingordigia.

Alla base di tutto c'è l'ingordigia degli uomini. Sto leggendo, in questo periodo, un libro in cui, tra le altre cose, c'è scritta una grande verità: noi non abbiamo ancora completato la nostra evoluzione verso lo stato di esseri perfetti. Cioè, l'uomo non è ancora un essere superiore rispetto al resto del creato, continua ad avere in se degli aspetti che lo accomunano agli altri animali. Insomma, per dirla con l'autore del libro, che a sua volta riprendeva un altro autore del passato, siamo ancora centauri, un po' uomini, un po' animali. Forse un giorno, se la natura ce lo permetterà, diventeremo quello che siamo destinati ad essere, completando così la nostra evoluzione.

Ho provato a guardare l'uomo dall'esterno, fuori da questo mondo, ho cercato di immaginare i grandi sommovimenti che animano l'Universo e poi, da lì, ho visto l'uomo, vessato dalla sua ingordigia. Un male che gli sta peggiorando sensibilmente la qualità della vita e che forse gli toglierà la possibilità di sopravvivere nel pianeta nel quale è stato catapultato. Pensiamo all'inquinamento, ai disastri ambientali, alla corsa infinita verso inutili impegni istituzionali, accanto a persone che, immobili, continuano a morire di fame. Stiamo morendo tutti, poveri e ricchi, sopraffatti dal cancro dell'ingordigia che ci porta a volere sempre di più, a collezionare, senza tregua, a scapito di altri, pezzi di carta e di metallo volgare, solo perché gli abbiamo dato il nome di banconote e monete.

Credo che l'unica soluzione sia mettere un limite a questa possibilità di accumulo, solo così tutti potremmo riaprire gli occhi e cominciare a guardarci in faccia per scoprire finalmente cosa eravamo diventati.

martedì 27 marzo 2012

Il Papa e il marxismo.

E' di questi giorni la notizia che il Papa è a Cuba, in visita ufficiale, dopo essere stato anche in Messico. Prima di partire, o comunque mentre era nel viaggio di andata, ha affermato che il marxismo è superato e non ha più ragione di essere nella storia del mondo, o qualcosa del genere.

Ora, io non dico che il Papa debba tessere le lodi del marxismo ateo, certamente e giustamente non può essere così. Bisogna però far notare al Papa che l'alternativa al marxismo, non nei suoi aspetti religiosi, ma nei suoi aspetti economici, è il capitalismo, che tante vittime sta mietendo nel mondo, a dispetto della fede che anima i suoi sostenitori. Io credo che la ricchezza del mondo non sia infinita, né incrementabile. La ricchezza del mondo è immodificabile e ne spetta un pezzo ciascuno a tutti gli abitanti del pianeta. Da questo deduco che, se uno prende più di quello che gli spetta, a qualcun altro spetterà meno. Un po' come i polli della statistica, che se tu mangi dieci polli e io ne mangio zero, ne mangiamo cinque a testa. Allora io non dico che tutti dobbiamo mangiare cinque polli, ma a tutti deve essere garantito di mangiarne almeno uno, mentre a chi vorrebbe appropriarsi di tutti i polli bisognerebbe dire che non gliene spettano più di un tot, perché anche agli altri ne spettano un tot. Non credo che ci sia nulla di male a porre questi vincoli nello sviluppo dell'economia globale. Ci sarebbe anzi una migliore distribuzione del denaro e, possibilmente, del lavoro. Certo, perché se uno non può guadagnare più di un tot, evita di lavorare più di un tot, lasciando un po' di lavoro anche agli altri. Chissà cosa aspettano il Papa e gli altri potenti del mondo a regolamentare la libertà indiscriminata dell'uomo in favore di una più salutare libertà vigilata.

Forse il Papa avrebbe dovuto chiarire meglio il suo pensiero e fermarsi agli aspetti religiosi, senza dare fiato a chi ritiene di poter disporre in maniera indiscriminata della ricchezza del mondo a dispetto degli altri e soprattutto dei principi della solidarietà di cui le religioni del mondo sono pregne.

martedì 20 marzo 2012

Il ruolo della politica

Non credo che la crisi dipenda dall'articolo 18. E nemmeno la sua soluzione passerà da questo odiato disposto normativo. Condivido il commento di quanti dichiarano che a volte le tutele sindacali sono eccessive rispetto a lavoratori che tali dimostrano di non essere, infangando con un comportamento lavativo, e non lavorativo, un'intera categoria di colleghi. Ma la soluzione non può che essere un'altra. Non credo di essere all'altezza di parlare dei rapporti fra lo Stato e le Organizzazioni Sindacali, ne sa certamente più di me il ministro Fornero.

Quello di cui credo di poter parlare con cognizione di causa è la separazione delle carriere fra politici e ladri. Stamattina, ascoltavo la radio e il programma Caterpillar AM di Radio 2 proponeva un sondaggio fra gli ascoltatori. Visti gli ultimi sviluppi giudiziari, chiedevano i presentatori, siete daccordo nell'impedire ai politici condannati in primo grado a candidarsi? Beh, fino a quando ho ascoltato io, è stato un plebiscito. Ma molto indicativa è stata la prima telefonata, che rispecchiava esattamente il mio pensiero. La signora al telefono diceva che i politici sono al nostro servizio, rappresentano un settore pubblico disponibile per il cittadino, come le poste, le ferrovie, la sanità e così via. In pratica è come se in casa avessimo la governante, il maggiordomo, la baby sitter. Nessuno di noi, credo, si terrebbe in casa una persona per la quale vi è anche solo il sospetto che abbia commesso un furto. Quindi, concludeva la signora, per lei basterebbe anche solo un avviso di garanzia per eliminare la possibilità di candidatura della persona interessata.

Forse io non sono così drastico, perché questa potrebbe rappresentare un'arma per eliminare un concorrente. Credo però che il rinvio a giudizio sarebbe un ottimo spartiacque fra la candidabilità e il divieto. Non solo, quello dovrebbe essere uno spartiacque anche per la prescrizione, cioè, dopo il rinvio a giudizio il processo si deve completare , passassero anche vent'anni.

Fatto questo, si potrebbe cominciare a parlare di lavoro e dei lavoratori italiani insolenti che tanto male fanno all'economia mondiale.

sabato 10 marzo 2012

Ipocrisia

Ho sbagliato
e per l'errore che ho commesso chiedo scusa
ho sbagliato
e per l'errore che ho commesso pagherò
ho sbagliato
e per l'errore che ho commesso ho già pagato
ho sbagliato
e per l'errore che ho commesso morirò
ma quanti errori restano impuniti
e quanti ancora sono sconosciuti
e quanti errori chiamano altri errori
errori che nessuno pagherà
ho sbagliato
e per l'errore che ho commesso
la gente che mi assolve pagherà

Un tuffo al cuore

Ho visto gli occhi di una donna
chinarsi in una smorfia di pudore
e un gesto di sorriso fiorire dolcemente
e illuminare un volto senza tempo.

Ho visto il mare, disteso ed infinito,
lucente sotto il sole del mattino,
quando il silenzio della sabbia,
fresca della notte, lo circonda.

Ho visto un tuffo, di gioia liberata,
erompere da un cuore timoroso,
ho visto un tuffo, ho perso l'orizzonte,
poi la vertigine ha preso il sopravvento.

giovedì 1 marzo 2012

Tutto porta nella stessa direzione.

Accadono cose, in questi giorni, apparentemente staccate l'una dall'altra ma che, secondo me, ad una attenta analisi, conducono ad una sola identica matrice.

In Val di Susa, per esempio, si sta combattendo una guerra volta a stabilire un diritto rispetto ad un altro. Però, mentre chi è favorevole alla realizzazione del TAV (maschile, perché significa treno ad alta velocità, se fosse stato femminile allora si sarebbe dovuto chiamare FAV, ferrovia ad alta velocità, o semplicemente AV, cioè alta velocità) ne parla quasi per partito preso, evitando accuratamente di fornire dati a supporto delle proprie idee, chi è contrario al TAV snocciola percentuali e cifre che fanno pensare anche a chi non conosce bene la situazione, come il sottoscritto, che effettivamente la realizzazione del TAV corrisponda alla costruzione della classica cattedrale nel deserto, che il giorno dopo l'inaugurazione verrà lasciata a marcire laddove è stata realizzata, coperta dalle erbacce e dal disastro ecologico conseguente. Ma i partiti sono daccordo, tutti, quasi senza eccezioni, tranne forse il timido abbaiare di qualcuno che comunque cerca di non disturbare più di tanto.

Un'altra cosa che salta agli occhi in questo perdiodo è la grande popolarità del presidente del consiglio Monti che contrasta vivamente con la impopolarità delle sue scelte di governo. Mi sono chiesto come mai e forse ho trovato una risposta plausibile. Monti, nell'immaginario collettivo degli italiani, rappresenta l'antipolitica, quello che ha cacciato i partiti dal governo (ma non dal parlamento) e sta facendo uno sforzo sovrumano per rimettere a posto le cose. Credo che i partiti faerebbero bene a tenere a mente questo fortissimo segnale e non nella direzione di spostare le elezioni di un anno, perché pare che ci sia il rischio di una altissima astensione (più del 50%) nelle elezioni del 2013.

L'Italia, come il Belgio, sta vivendo una fase politica in cui i partiti sono assenti. In più i nostri partiti sono corrotti, marci dentro, tutti presi da interessi inenarrabili, ma che a piccoli bocconi, infestano le cronache giudiziarie e stabiliscono che in Italia vi sarebbe, secondo loro, una feroce lotta fra magistratura e politica. Io credo che i partiti dovrebbero essere azzerati e dovrebbero nascere, in Italia, sessanta milioni di nuovi partiti, i cittadini italiani, che finalmente scelgono con la propia testa e la smettono di schierarsi come se quello che succede non li riguardi direttamente ma vada nella direzione illusoria di una partita, in cui perfino chi riesce a non pagare per un reato, non sia un delinquente in libertà, e quindi uno che merita il disprezzo del popolo, ma uno che l'ha spuntata rispetto alla magistratura.

martedì 31 gennaio 2012

Italia unita contro un solo nemico.

E' di qualche giorno il sostegno che la Lega ha dato all'amico degli amici, Nicola Cosentino, napoletano e sospettato di camorra. Sono delle ultime settimane i dati che confermando l'allarme lanciato da più parti in Italia, non ultimo quello forte di Roberto Saviano, circa il fatto che nel Nord , in Lombardia, a Milano, vi è una forte presenza di famiglie in odore di mafia. In particolare la 'ndrangheta pare abbia messo solide radici nella città meneghina.

Ma non è vero, si diceva in un primo momento per nascondere. E poi, se anche fosse, si è detto in un secondo momento, la differenza fra nord e sud non è nella delinquenza che, certo, è presente un po' dappertutto e ci mancherebbe altro. Quello che cambia è la mentalità, al sud ci sono i pigri, un tessuto sociale che vive nella cultura del privilegio, i furbi che scansano il lavoro e cercano le prebende dello Stato. Al nord ci sono i lavoratori, la gente del fare. E poco importa se poi i lavoratori del nord sono anche meridionali o loro figli.

Ma dopo Cortina e Milano (ma anche Roma), dopo che il 30 (trenta) per cento degli esercenti dei servizi commerciali non erogava lo scontrino, dopo che il ricavato a Cortina è schizzato del 400 (quattrocento) per cento e a Milano del 200 (duecento) per cento, beh, allora io non credo che l'Italia sia poi così divisa su questo versante, soprattuto alla luce del fatto che la Lega, quella di 'Roma ladrona', ha portato in Tanzania il ricavato del finanziamento pubblico (rimborsi elettorali), e dopo che il capo assoluto del PDL è implicato in un processo in cui verrà certamente condannato per corruzione, dal momento che Mills, nello stesso processo, ha già ricevuto una sentenza definitiva di condanna in prescrizione.

Allora smettiamola con questi infantilismi. Nord e sud sono solo un luogo geografico, la gente, nel bene e nel male, è sempre uguale ed è chiamata, al nord come al sud, a drizzare la schiena, uniti contro un solo nemico: una crisi senza precedenti.

venerdì 13 gennaio 2012

Il caimano è vivo e lotta contro di noi.

Il padrone del Milan pone il veto e l'affare Pato non si fa. A cascata non andrà in porto il trasferimento di Tevez al Milan e forse ci saranno ricadute anche su altri contatti che avevano preso corpo negli ultimi giorni.

Il padrone del Parlamento pone un aut aut (si scrive così perché è un latinismo, non una citazione anglofona, come alcuni sono portati a credere) e l'arresto sacrosanto di Cosentino non viene autorizzato. Chissà quante cose aveva da dire quell'uomo, per tenere buona anche la Lega del duro e puro (si fa per dire) Bossi. Ora perfino a Radio Padania sono venuti alla luce molti mal di pancia da parte del popolo leghista, anche perché una parte dei deputati del Carroccio aveva votato per l'arresto (sacrosanto).

I giudici della consulta bocciano i referendum per l'abolizione della vigente legge elettorale e c'è in particolare uno che esulta per lo status quo (altro latinismo, me ne scuso, ma oggi è proprio giornata), perché questa legge che il suo stesso ideatore aveva definito "porcata" (da cui il famoso porcellum e sono tre ... i latinismi) gli aveva consentito, non solo di vincere le elezioni, ma di comprare secondo le necessità, uno o più parlamentari, utilizzando alternativamente soldi, posti di lavoro o semplicemente l'arma del ricatto, riducendo la Camera dei deputati in quel famigerato mercato delle vacche che era diventato, fino alle sue dimissioni spontanee (per la verità indotte dal rischio di fallimento delle sue aziende).

Tre avvenimenti hanno segnato la giornata di ieri. Apparentemente slegati l'uno dall'altro, ma in realtà molto sintomatici di una situazione in cui c'è sempre un uomo che continua ad imporre le sue decisioni, indipendentemente dalla volontà e dalle esigenze degli altri.