"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

martedì 30 giugno 2009

La politica e i preti pedofili.

Ieri ho letto due articoli che mi sono rimasti in mente più di altri. E tutt'e due hanno a che fare con la Chiesa e con certi comportamenti che forse sono sempre esistiti ma che quando te li ritrovi davanti, insieme, non puoi fare a meno di pensarci su.
Uno era lo stralcio di un'intervista rilasciata da Sartori a El Pais, una chiacchierata dove si parlava di tante cose, soprattutto in riferimento agli scandali che stanno travolgendo il nostro premier e, nei vari rapporti citava quelli con la Chiesa, appunto, dicendo che "sta molto attenta, ma lui la lascia comandare sempre più. Non ci sono relazioni stato-chiesa, ma solo potere-potere". Cioè a dire che basta dare alla Chiesa l'esenzione dell'ICI, i finanaziamenti alle scuole private, una legge prona sul fine vita e tutto si può aggiustare, ci si può anche dimenticare che la società italiana sta perdendo cultura e sta sprofondando sempre più verso un abisso di immoralità. Hai voglia poi a reprimere certi atteggiamenti con la forza dell'esercito nelle strade e con le leggi bavaglio, con l'autorità non si ricava nulla. E' l'autorevolezza di un leader che fa crescere una comunità. Qui, invece, il leader fa quello che gli pare, tanto poi a negare anche l'evidenza c'è sempre tempo. Intanto la gente, che probabilmetne non vedeva l'ora di veder sdoganare certe cose, gli va dietro. Quello che sorprende è come anche la Chiesa sia stata messa sotto ricatto, dopo giornalisti, magistrati, politici di maggioranza e opposizione, dobbiamo vedere la Chiesa che duetta con questa classe politica in un reciproco ricatto finalizzato all'autoconservazione di un potere che porta ignoranza e asservimento come e peggio degli anni bui del medioevo. Ma non basta.
C'è, dicevo in apertura, un'altra notizia ed è relativa ai preti pedofili. Pare che siano il 4 per cento del totale, almeno a detta di un cardinale brasiliano, il quale aggiunge l'aggettivo 'solo' davanti alla percentuale stimata. Vediamo un pò, se ogni cinquemila abitanti circa vi è un parroco, nel Salento vi sono all'incirca 160 parroci più un certo quantitativo di sacerdoti che parroci non sono, ma che svolgono funzioni di supporto in attesa di fare il grande salto. Diciamo che in tutto saranno duecento, tanto per fare cifra tonda, comprendendo vescovi, docenti dei vari seminari, ecc. Il 4 per cento di duecento equivale a 8. In un lembo di terra lungo circa 70 km e largo una cinquantina, vi sono 8 preti pedofili. Che vivono in un ambiente che vira ogni giorno di più verso l'ignoranza, la paura, la perdita di valori. E che operano in un contesto di ricatti reciproci con il potere politico. Forse sto drammatizzando, ma io non mi sento per niente tranquillo.

lunedì 29 giugno 2009

Riflessioni al tramonto di un impero

Riflettevo, in questo fine settimana, sulla morte di Michael Jackson. Era certamente un uomo torbido, di lui si dice che abbia fatto violenza a dei bambini, violenza sessuale, la più odiosa da raccontare. Si dice anche che abbia fatto numerosi interventi chirurgici per cambiare la sua natura, la forma del naso, il colore della pelle ... Si dice che abbia fatto cambiare l'impianto idraulico dell'albergo in cui alloggiava solitamente per soddisfare un suo capriccio. Si dice anche che alla sua morte siano emersi centinaia di milioni di debiti. E poi le droghe, le ha usate, non le ha usate, erano solo farmaci analgesici per una gamba troppo dolorante per il lavoro che era chiamato a svolgere. Si dicono tante cose, di lui, ma nessuno può togliergli la grande sensibilità che metteva in ogni sua canzone. E' vero, una volta Al Bano lo ha denunciato e mi pare anche che abbia vinto una causa per plagio. Ma, mi sia consentito, la stessa canzone cantata dall'uno o dall'altro era completamente diversa. Michael Jackson, senza nulla togliere a certe esibizioni del cantante pugliese, faceva venire i brividi, qualunque cosa facesse, regalava emozioni e ne ha regalate tante a tutto il mondo, e soldi. A parte quelli che faceva girare con il suo lavoro, anche quelli in beneficienza essendo lui l'autore di We are the world scritta in occasione di USA for Africa. Perché, da che mondo è mondo, è così. Lo fu per Michelangelo, per Tulouse Lautrec, per Maradona. Si chiama genio e sregolatezza ed ha affascinato l'uomo da secoli.
Accade anche in politica. Nessuno si è mai sognato di far rilevare che Churchill beveva un pò troppo. Nessuno si è mai sognato di rinfacciare a John Fitzgerald Kennedy i suoi difetti, perchè gli americani, a torto o a ragione, vedevano in lui l'illuminato; basti pensare che per molto meno Clinton fu messo sulla graticola e mancò per pochissimo l'impeachment.
Riflettevo invece su che cosa hanno avuto in cambio gli italiani dall'avere un presidente del consiglio sregolato come quello attuale. In questi 15 anni di potere assoluto, cosa ha dato agli italiani? Continuiamo ad avere il debito pubblico tra i più alti del mondo senza che si faccia nulla per aggredirlo in qualche modo, anzi aumentandolo, non è mai stato affrontato il problema della mortalità sul lavoro, non è mai stato affontato il problema del conflitto di interessi, non solo quello legato alle televisioni, ma in tutti i settori della vita pubblica, sono aumentati i condannati in parlamento e con essi i rapporti tra politica e mafia. Potrei continuare ma sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. I benefici di ritorno che noi possiamo vantare, a mio avviso, sono ben pochi. Una discreta legge sul fumo, molto apprezzata anche a livello europeo. La geniale patente a punti, una legge praticamente perfetta, la cui unica pecca è stata l'organizzazione successiva, la mancanza o la carenza dei controlli e quindi l'aggiornamento sistematico dei punti dei singoli automobilisti e la mancanza o l'insufficienza dei corsi per chi rimane a zero punti. Per il resto ricordo tutte cose discutibili, che avrebbe potuto fare chiunque al suo posto, sicuro di essere apprezzato o denigrato secondo gli schieramenti e il momento politico contingente.
Francamente mi sembra un po' poco per uno che aveva annunciato un nuovo miracolo italiano e che alla fine del suo impero verrà ricordato per aver reso l'Italia lo zimbello del mondo intero.

domenica 28 giugno 2009

Per non dimenticare; i morti sul lavoro dal 20 al 26 giugno.

Prosegue, come ogni domenica, il viaggio intrapreso da questo blog nel mondo delle mortalità sul lavoro. L'obiettivo è quello di rendere omaggio a quei piccoli eroi quotidiani, vittime di tante cause, ma anche, e a volte soprattutto, di una politica che disattende i propri doveri, per inseguire spesso obiettivi a breve scadenza e con mera finalità elettorale. Per loro chiedo un pensiero e, per chi ci crede, una preghiera durante la messa domenicale.
Umberto Govoni, 57 anni, artigiano, Cento26 06 2009
A Cento, in provincia di Ferrara, Umberto Govoni, un artigiano di 57 anni, è morto per le lesioni riportate nella caduta dal balcone sul quale stava montando un tendone da sole. Categorie : emilia romagna, lavori vari
Florin Sidorov, 31 anni, operaio, Bibbiano26 06 2009
Florin Sidorov, operaio rumeno di 31 anni è morto cadendo per 13 metri dal tetto di un capannone mentre stava risanando l’amianto ricoprendolo con lastre di alluminio. Categorie : edilizia, emilia romagna
Idrissi Aaatouf Marwaw, 32 anni, operaio, Torino26 06 2009
Idrissi Aaatouf Marwaw, di 32 anni, è deceduto al Centro specializzato in grandi ustioni del Cto di Torino, per le gravi ustioni riportate nell’incendio verificatosi nella fabbrica di Spinetta Marengo (Alessandria), mentre era in corso il travaso di vernice in una cisterna. Categorie : chimica, piemonte
Pietro Buzzoni, 37 anni, operaio, Torre de’ Busi24 06 2009
Pietro Buzzoni, 37 anni, mentre stava regolando il traffico e segnalando alcuni lavori in corso sulla strada per conto dell’Amministrazione provinciale, è stato travolto da un automobilista. Ferito un collega che stava manovrando un piccolo escavatore. Categorie : lavori stradali, lombardia
Ahmed Nassroune, 57 anni, operaio, Arnad24 06 2009
Ahmed Nassroune, operaio di 57 anni, è morto schiacciato dalla motrice di un tir finita fuori strada mentre stava tagliando l’erba lungo la carreggiata dell´A5 nel territorio di Arnad. Altri due operai sono rimasti feriti. Categorie : lavori stradali, val d'aosta
Bruna Oss Emer, 56 anni, bracciante, Susà di Pergine24 06 2009
Bruna Oss Emer, 56enne di Susà di Pergine, ha perso la vita mentre stava raccogliendo ciliegie nel campo del cognato Rino Fontanari. La donna era salita su una lunga scala, poi improvvisamente, senza un grido e per questo si propende a pensare a un malore, è precipitata a terra da alcuni metri d’altezza. Categorie : agricoltura, trentino alto adige
Emiliano Gasparri, 34 anni, imprenditore, Brugnato24 06 2009
Emiliano Gasparri, 34 anni titolare di un’impresa edile, mentre lavorava con alcuni operai alla costruzione di una casa, è morto folgorato per il contatto con una grossa dispersione elettrica. Categorie : edilizia, liguria
Anonimo, 69 anni, agricoltore, Casina22 06 2009
In località Giandeto del comune di Casina, un 69enne, le cui generalità non sono state ancora rese note, ha perso la vita ribaltandosi con il suo trattore con il quale era probabilmente impegnato nella raccolta del fieno. Categorie : agricoltura, emilia romagna
Valentina Vicenzi, 37 anni, agricoltore, Covel S. Rocco22 06 2009
Valentina Vicenzi 37 anni stava salendo in sella al trattore lungo una strada asfaltata, quando, per cause in corso di accertamento, il trattore si e’ ribaltato, schiacciando la guidatrice. E’ accaduto a Covel S. Rocco, in Val di Sole. Categorie : agricoltura, trentino alto adige
Berardino Lanciotti, 73 anni, agricoltore, Magliano21 06 2009
Berardino Lanciotti,di 73 anni, è caduto dal rimorchio carico di balle di fieno ed è morto per le ferite riportate. L’incidente è avvenuto tra i campi di Marano dei Marsi, frazione di Magliano, a pochi chilometri da Borgorose. Categorie : abruzzo, agricoltura
Angelo Quadraccia, 51 anni, operaio, Montecchio20 06 2009
Angelo Quadraccia, 51 anni, è morto annegato in un tombino stava lavorando ad un guasto all’acquedotto a Montecchio. Categorie : idraulica, umbria

venerdì 26 giugno 2009

Dagli odiosi scheletri alla storia. E' morto Michael Jackson.

Oggi non avevo voglia di scrivere nulla, poi è arrivata questa notizia e ho sentito che non potevo non partecipare.
Michael Jackson, il re del pop, e' morto per arresto cardiaco. Lo riferisce il sito Tmz. Quando l'ambulanza e' giunta nella abitazione del cantante a Los Angeles il cuore di Michael Jackson aveva smesso di battere e il personale paramedico non e' riuscito a rianimarlo. 'Quando Jackson e' giunto in ospedale non aveva piu' un battito cardiaco'', afferma TMZ. La notizia e' confermata da diversi media americani. Il cantante era stato ricoverato d'urgenza all'ospedale Ucla alle 12.21 ora locale, le 21.21 in Italia. Secondo la stampa americana, il cantante, 50 anni, ha subito un arresto cardiaco nella sua casa di Holmby Hills, sulle colline di Los Angeles. I paramedici che lo hanno soccorso hanno effettuato le procedure per la rianimazione cardio-polmonare, che si sono però rivelate inutili. Nel giro di pochi minuti davanti alla villa della popstar si sono radunate folle di fotografi, giornalisti e fans mentre alla clinica è giunta la madre del cantante, uno dei fratelli, il legale di famiglia e altri parenti. Jacko avrebbe dovuto cominciare un nuovo tour con una serie di concerti a Londra, dall'8 luglio fino al 6 marzo 2010. Il cantante, prima di morire, aveva ripetutamente lasciato intendere di non essere più in grado di far fronte ad altri impegni musicali per le sue cagionevoli condizioni di salute.
Beh, io non so quanti di voi si sono innamorati al suono delle sue canzoni, quanti si sono emozionati, quanti hanno ballato, e poi We are the world, la beneficenza e purtroppo i suoi innumerevoli e odiosi scheletri che lo hanno accompagnato.
Addio Michael Jackson, come accade per i più grandi, un pezzo della nostra vita se ne va con te.

giovedì 25 giugno 2009

La morte definitiva dei sacchetti di plastica.

Una norma dell'Unione Europea ha stabilito che i sacchetti di plastica saranno vietati a partire dal 31 dicembre del 2009 ma, grazie al decreto milleproroghe approvato ieri dal consiglio dei ministri, questa data viene spostata al 1° gennaio del 2010 e la scelta di “ammazzare” il sacchetto di plastica, per il momento, è lasciata alla coscienza ecologica e alle valutazioni di convenienza delle singole catene commerciali. Anche perché la borsa di plastica non è un accessorio, ma un comportamento. Interiorizzato al punto che in Italia siamo arrivati a consumare 2 miliardi di sacchetti al mese, 400 a testa in un anno, un quarto di quelli che si producono in Europa. E, secondo le stime degli ecologisti, per fabbricare 200mila tonnellate di shoppers di plastica, in un anno si impiegano circa 430mila tonnellate di petrolio, pari al consumo di 160mila automobili che percorrono 30mila km. Se stendessimo le buste di plastica per terra, ogni anno potremmo ricoprirci per intero la Val d'Aosta. In media, ogni cittadino italiano usa annualmente 30 kg di sacchetti di plastica e tale abuso, fa di quest'oggetto il più più rappresentato nelle nostre case, utile per pochi minuti, ma che poi diventa il rifiuto più diffuso nei nostri mari (dove il 90% della spazzatura galleggiante è costituito da plastica), sulle nostre spiagge, nei nostri parchi e sui nostri monti. Può durare fino a 200 anni (anche 400 nel deserto) prima di scomporsi in particelle tossiche sempre più piccole, che è dimostrato siano già entrate nella catena alimentare dell’uomo e c’è da rabbrividire se si considera che solo meno di 3 sacchetti su 10 vengono riciclati, in altre parole il 96% della plastica prodotta a livello mondiale non viene riutilizzato.
Intanto dall'Irlanda alla Danimarca, alla Germania, è stata adottata una mini-tassa sulle buste in plastica. I francesi di Auchan sono stati tra i primi a combattere l'inquinamento dalla plastica, seguiti dagli italiani. La Coop scommette sullo scrupolo di coscienza “verde” dei suoi clienti. Crai, Esselunga, Despar offrono già alternative riciclabili o riutilizzabili allo shopper di plastica, ma stanno ancora valutando se decretare l'ostracismo definitivo di quelle tradizionali. Carrefour e Conad, invece, in assenza di obblighi precisi di legge, continueranno a lasciare al consumatore la scelta. E ancora: dal 29 maggio i sacchetti di plastica sono vietati in tutti i 98 punti vendita di Unicoop a Firenze.
In Cina, dove il divieto di usare i sacchetti di plastica esiste già da un anno, il conto del risparmio energetico è davvero positivo: risparmiati 1,6 milioni di tonnellate di petrolio e salvati dall’uso 40 miliardi di sacchetti. Il loro consumo è crollato di 2/3 rispetto a un anno fa. Il prossimo passo, sarà donare gratuitamente borsine di stoffa ai cittadini. Ma c’è chi afferma che le sacche di stoffa, seppur resistenti ed ecologiche, non sarebbero igieniche, anzi addirittura dannose per la salute.In Italia, nell’attesa che le buste di plastica muoiano di inedia per progressivo abbandono da parte dei consumatori coscienti, ci sono alcuni consigli per “riciclarle”: conservarle e portarle con sé a ogni spesa; se decidiamo di gettarle, buttiamole negli appositi contenitori per il riciclo; le sportine possiamo utilizzarle per avvolgere e coprire oggetti conservati in cantina o in valigia, o ancora per proteggere flaconcini e creme; in spiaggia, per conservare il costume bagnato per non inumidire il resto della roba; tagliandole possono diventare anche grembiuli o top per gli amanti della pittura; infine, possono essere usate per mantenere il pane fresco e fragrante.

mercoledì 24 giugno 2009

Lettera aperta al cardinale Bagnasco di Don Paolo Farinelli, sacerdote.

E' di ieri la critica di Famiglia Cristiana alle gerarchie ecclesiastiche che non prendono posizione sulle vicende del premier. E' ancora recente la lettera di un sacerdote alle alte gerarchie ecclesiastiche per lo stesso motivo, ve la ripropongo, ritenendo che vi siano legami con il post di ieri. Sono fermamente convinto, infatti, che quel dibattito è nato, non da esigenze etiche, ma dall'esigenza politica di aggraziarsi i favori di quelle stesse gerarchie. Buona lettura!
"Egregio sig. Cardinale,
Ho letto la sua prolusione alla 59a assemblea generale della Cei (24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio 2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato - o meglio non ha trattato - la questione morale (o immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile: frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica. Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa pubblicamente il marito presidente del consiglio di «frequentare minorenni», dichiara che deve essere trattato «come un malato», lo descrive come il «drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio». Le interviste pubblicate da un solo (sic!) quotidiano italiano nel deserto dell’omertà di tutti gli altri e da quasi tutta la stampa estera, hanno confermato, oltre ogni dubbio, che il presidente del consiglio ha mentito spudoratamente alla Nazione e continua a mentire sui suoi processi giudiziari, sull’inazione del suo governo e sulla sua pedofilia. Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certificato che egli è corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia come strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto della morale cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente ha trasformato in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a scopi elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale. Avete fatto il diavolo a quattro contro le convivenze (Dico) e le tutele annesse, avete fatto fallire un referendum in nome dei supremi «principi non negoziabili» e ora non avete altro da dire se non che le vostre paroline sono «per tutti», cioè per nessuno. Il popolo credente e diversamente credente si divide in due categorie: i disorientati e i rassegnati. I primi non capiscono perché non avete lesinato bacchettate all’integerrimo e cattolico praticante, Prof. Romano Prodi, mentre assolvete ogni immoralità di Berlusconi. I cattolici rassegnati stanno ancora peggio perché concludono che se i vescovi non condannano Berlusconi e il berlusconismo, significa che non è grave e passano sopra all’accusa di pedofilia, stili di vita sessuale con harem incorporato, metodo di governo fondato sulla falsità, sulla bugia e sull’odio dell’avversario pur di vincere a tutti i costi. I cattolici lo votano e le donne cattoliche stravedono per un modello di corruttela, le cui tv e giornali senza scrupoli deformano moralmente il nostro popolo con «modelli televisivi» ignobili, rissosi e immorali. Agli occhi della nostra gente voi, vescovi taciturni, siete corresponsabili e complici, sia che tacciate sia che, ancora più grave, tentiate di sminuire la portata delle responsabilità personali. Perché parate il sacco a Berlusconi e alla sua sconcia maggioranza? Perché non alzate la voce per dire che il nostro popolo è un popolo drogato dalla tv, al 50% di proprietà personale e per l’altro 50% sotto l’influenza diretta del presidente del consiglio? Perché non dite una parola sul conflitto d’interessi che sta schiacciando la legalità e i fondamentali etici del nostro Paese? Perché continuate a fornicare con un uomo immorale che predica i valori cattolici della famiglia e poi divorzia, si risposa, divorzia ancora e si circonda di minorenni per sollazzare la sua senile virilità? Perché non dite che con uomini simili non avete nulla da spartire come credenti, come pastori e come garanti della morale cattolica? Voi onorate un vitello d’oro. Io e, mi creda, molti altri credenti pensiamo che lei e i vescovi avete perduto la vostra autorità e avete rinnegato il vostro magistero perché agite per interesse e non per verità. Per opportunismo, non per vangelo. Egregio sig. Cardinale, possiamo sperare ancora che i vescovi esercitino il servizio della loro autorità con autorevolezza, senza alchimie a copertura dei ricchi potenti e a danno della limpidezza delle verità come insegna Giovanni Battista che all’Erode di turno grida senza paura per la sua stessa vita: «Non licet»? Al Precursore la sua parola di condanna costò la vita, mentre a voi il vostro «tacere» porta fortuna. In attesa di un suo riscontro porgo distinti saluti.
Paolo Farinelli, sacerdote".

martedì 23 giugno 2009

Ricomincia il dibattito sulle D.A.T. (Disposizioni Anticipate di Trattamento)

Con un comunicato stampa congiunto gli Ordini dei medici di Bologna, Lodi, Milano, Pavia e Potenza hanno reso noto il loro voto contrario al documento votato dal Consiglio nazionale della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo) il 13 giugno in merito alle Dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) che sono argomento in discussione in Parlamento, anche sulla scia del caso Englaro. Motivo del dissenso in seno all'Ordine nazionale (cinque le città contrarie, 85 quelle favorevoli e sette astenute) è stato "il rifiuto all'inclusione del riferimento alla Dichiarazione delle Nazioni Unite fatta a New York il 23 dicembre 2006". Nella nota congiunta, gli ordini "dissidenti" sostengono che in quel documento dell'Onu "alimentazione e idratazione artificiale, in quanto considerate forme di sostegno vitale, non rientrano in quel novero di interventi considerati dalla deontologia medica 'accanimento terapeutico', poiché finalizzate ad alleviare le sofferenze fino alla fine della vita ed alle quali, pertanto, il dichiarante non può sottrarsi".
Amedeo Bianco, presidente nazionale della Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici), respinge qualunque ipotesi di spaccatura all'interno della categoria. Secondo Bianco, "parlare di scisma all'interno della categoria mi sembra davvero esagerato. Il piccolo dissenso che si è registrato è anzi la testimonianza che a Terni c'è stato un dibattito serio su contenuti seri". Per la cronaca, il documento, che auspica una modifica del Ddl sul testamento biologico licenziato dal Senato, è stato approvato con 85 voti favorevoli, 5 contrari e 7 astensioni dai presidenti degli Ordini provinciali. "Tra l'altro - aggiunge il numero uno della Fnomceo - il dissenso si è registrato solo su due punti: uno riguardo ai disabili, che abbiamo ritenuto fuori contesto tecnico e etico, e l'altro sul tema della nutrizione".
Di diverso parere Eugenia Roccella, sottosegretario al Welfare, la quale ritiene che la presa di posizione della Fnomceo sulle dichiarazioni anticipate di trattamento "credo sia dovuta solo a una volontà di protagonismo politico della Federazione degli Ordini dei medici, e in particolare del suo presidente Amedeo Bianco". Secondo il sottosegretario, è "strano che il presidente Bianco abbia voluto creare una divisione all'interno della Fnomceo su una questione così poco fondata sul piano
scientifico". Sul fronte dell'alimentazione e idratazione artificiali, "non c'è infatti unanimità, e non
spetta certo agli Ordini professionali - bacchetta la Roccella - dare definizioni che possono risultare molto confuse e contraddittorie. La scienza - conclude - deve essere unanime, se non lo è vale il principio di precauzione".
Al sottosegretario risponde il dott. Gristina, presidente della commissione bioetica della SIAARTI(Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva): "Se le affermazioni riportate da ADNKRONOS ed attribuite all’Onorevole Roccella fossero vere, non si potrebbe che rimanere sbalorditi per 5 ragioni: 1. L’Onorevole Roccella non è un medico; quindi non possiede le opportune e sufficienti competenze per affermare alcunché in materia di scienza medica; 2. In rapporto al punto 1, l’Onorevole Roccella ignora che la natura epistemologica della medicina fa sì che essa si ancori al principio della migliore e maggiore evidenza disponibile ed al minor grado di incertezza possibile, essendo stato abbandonato da alcuni secoli il “principio di precauzione”, dalla medesima Onorevole Roccella evocato; 3. Non sembra che il criterio “dell’unanimità” funzioni più, in generale nel mondo, come l’Iran sta dimostrando, ed in particolare nel nostro paese; 4. per quanto attiene al documento redatto dalla FNOMCeO, molti medici ritengono che questo documento rappresenti un esempio per la nostra classe dirigente di come una categoria di professionisti si sappia far carico di un problema potenzialmente riguardante ogni cittadino, smentendo chi pensa che in questa nazione la cultura sia morta e le istituzioni indifese; 5. Io faccio il medico da 30 anni, ma parole così prive di senso non le avevo mai sentite.
Interviene nel dibattito anche l'AMCI attraverso il suo presidente, Vincenzo Saraceni: "L'Associazione medici cattolici italiani (Amci), che sin dalla sua fondazione si e' sempre dedicata alla difesa della vita umana in ogni condizione, dalla nascita al naturale tramonto, ha appreso con molta tristezza le recenti decisioni della Federazione nazionale ordine dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), sulla questione dell'alimentazione e idratazione dei pazienti, considerati come atti liberamente rifiutabili, e, quindi, a disposizione delle scelte autonome dei pazienti". I medici cattolici esprimono "incredulità circa l'ipotesi che i medici italiani desiderino davvero essere vincolati dalle decisioni dei propri pazienti, quasi che si riconoscessero meri esecutori delle pretese di clienti".
Commenta tale dichiarazione il dott. Davide Mazzon, vice presidente della commissione bioetica della SIAARTI: “Nel leggere l'intervista pubblicata sull'"Avvenire" del 17/6/09 al Prof. Saraceni, illustre Collega e Presidente dell'Associazione Italiana Medici Cattolici, desta sconcerto la sua affermazione per cui, sulla base del documento FNOMCeO sulle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento, i Medici sarebbero "ridotti a esecutori delle pretese di clienti". Al contrario, in ben 2 passaggi, il documento FNOMCeO mette in luce come, sulla base del principio di autonomia e responsabilità del Medico, l'alleanza terapeutica fonda le sue basi nella "compensazione" fra 2 autonomie, quella del Paziente e quella del Medico, che addirittura "può sottrarsi a quella relazione di cura di cui non condivide le prospettive tecnico-professionali in ragione di scienza e/o quelle etiche. Successivamente, intervistato sul tema della Nutrizione Artificiale, il Prof. Saraceni fa inoltre un'affermazione decisamente antiscientifica e ideologica sostenendo che il paziente non può assumere decisioni su questi temi che egli definisce "non disponibili". Vale la pena ricordargli che la Comunità Scientifica internazionale all'unanimità e con essa quella Italiana, convengono da anni sul fatto che la natura di Nutrizione e Idratazioni Artificiali è quella di trattamenti sanitari Medico-Infermieristici.
"Sono assolutamente allineato con il documento della Federazione nazionale ordine dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), nel quale si lascia al paziente la decisione sui trattamenti di fine vita". Così Alberto Rinaldi Ceroni, presidente della Società italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico-facciale (Sio), che specifica anche quale deve essere a suo avviso il ruolo dell'idratazione e della nutrizione nelle decisioni sul fine vita. "E' necessario- spiega- che idratazione e nutrizione siano contestualizzate e considerate nel caso specifico di ogni paziente. Tuttavia- ammette- è sempre e comunque il paziente che deve decidere. Se non c'è spazio per l'espressione chiara della volontà del malato, come nel caso Englaro, allora - conclude Ceroni- si deve rispettare la volontà già espressa".
Propri ieri Fulvio De Nigris, direttore del Centro studi per la ricerca sul coma "Gli amici di Luca" di Bologna, ha annunciato di aver ottenuto, per il 3 luglio a Roma un incontro presso la Fnomceo, con le associazioni la "Rete" e "Fnatc" (Federazione nazionale associazioni trauma cranico). Questi coordinamenti nazionali, cui aderiscono le famiglie di persone cerebrolese gravi o colpite da trauma cranico e di cui fa parte "Amici di Luca", avevano infatti redatto, nell'ambito del "Seminario permanente sugli stati vegetativi" istituito dal Ministero, un documento dove idratazione e nutrimento sono considerati "atto dovuto".

lunedì 22 giugno 2009

Rete 4, Europa 7 e l'informazione di regime.

Ieri, complice il maltempo, navigavo distrattamente per televideo, fino a quando, cercando nel settore 'Culture', mi sono imbattuto in un titolo, riferito alla pagina 168, che ha catturato la mia attenzione "22-30 giugno: Raiuno cambia frequenze". Ho aperto con grande curiosità ed ho letto d'un fiato. "Tra il 22 e il 30 giugno nuova sintonizzazione delle frequenze di Raiuno. In base alla nuova disciplina europea, la rete ammiraglia della Rai deve spostarsi sulla stessa banda di frequenza, per fare posto a Europa 7. Dalla razionalizzazione dello spettro nascerà una nuova rete, Canale 8, da assegnare all'emittente di Francesco Di Stefano, protagonista di un lungo contenzioso con il governo. Per continuare a vedere Raiuno basterà risintonizzare il televisore, come se si dovesse memorizzare per la prima volta il canale. Nessun problema per gli utenti già digitali."
Ora, io non so quanti di voi hanno seguito la vicenda di Di Stefano, quindi la riassumo brevemente. Nel '99, Europa 7 vince la gara per la concessione delle frequenze nazionali, passando davanti anche a Rete 4. Naturalmente, per la condizione di privilegio di cui gode il proprietario, quest'ultima, invece di trasferirsi sul satellite, continua a trasmettere ignorando tutte le sentenze, anche quelle europee, che di volta in volta e di giudizio in giudizio, gli hanno dato torto. Fino a quando, l'Europa stabilisce che se l'Italia non provvederà entro il 31 dicembre 2008 all'assegnazione delle frequenze di cui ha legittimamente diritto Europa 7, verrà multata nella misura di 350.000 euro al giorno a partire dal 1° gennaio del 2006. Così, con un colpo di mano, il governo decide che a perdere le frequenze non sarà Rete 4, che ha perso la gara, ma sarà Raiuno.
Per cui, mentre Rete 4 continuerà a trasmettere indisturbata, la Rai dovrà incorrere nel rischio di non essere visibile in alcune zone del Paese, nonostante in quelle zone si paghi regolarmente il canone. Lo stesso rischio che correremo tutti noi nel momento che si passerà dall'analogico al digitale terrestre, invece che al digitale satellitare, come sarebbe stato più logico, viste le carattereistiche del territorio italiano, anche qui per una precisa scelta del governo. O meglio del capo del governo, che nell'un caso e nell'altro ha un conflitto di interessi grosso quanto una casa e, in virtù di questo penalizza gli italiani, che sono costretti, in un caso e nell'altro, ad assistere impotenti a tale sopruso. Non solo, ma dobbiamo anche vedere scritto su Televideo Rai che si tratta di "una razionalizzazione dello spettro", che Di Stefano è stato "protagonista di un lungo contenzioso con il governo", che questa porcheria si attua "in base alla nuova disciplina europea" e infine che "non vi sarà nessun problema per gli utenti già digitali". Questa è informazione di regime, nel metodo (non è stato fatto nessun comunicato ma la notizia è stata relegata alla pagina 168 di televideo), e nel merito (sono state falsate tutte le informazioni, nascondendo che il contenzioso non era tra Europa 7 e il governo, ma tra Europa 7 e Rete 4).

domenica 21 giugno 2009

Vignetta un po' grezza




Per non dimenticare; i morti sul lavoro dall'11 al 17 giugno.

Prosegue, come ogni domenica, il viaggio intrapreso da questo blog nel mondo delle mortalità sul lavoro. L'obiettivo è quello di rendere omaggio a quei piccoli eroi quotidiani, vittime di tante cause, ma anche, e a volte soprattutto, di una politica che disattende i propri doveri, per inseguire spesso obiettivi a breve scadenza e con mera finalità elettorale. Per loro chiedo un pensiero e, per chi ci crede, una preghiera durante la messa domenicale.
Celestino Nonelli, 53 anni, operaio, Sovere17 06 2009
Celestino Nonelli, operaio di 53 anni, è morto a Sovere, in provincia di Bergamo, schiacciato da una trave di ferro e cemento che stava movimentando con un carroponte all’interno di una azienda metallurgica. Categorie : lombardia, meccanica
Angelo Tignonsini, 52 anni, operaio, Costa Volpino16 06 2009
Un operaio bresciano di 52 anni, Angelo Tignonsini. è stato travolto da un tubo di metallo durante le operazioni di scarico del materiale da un mezzo pesante, a Costa Volpino. Categorie : lombardia, meccanica
Giorgio Credaro, 67 anni, artigiano, Montagna16 06 2009
Giorgio Credaro, piastrellista di 67 anni, è caduto da un’altezza di circa tre metri ed è morto: l’asse in legno su cui lavorava l’artigiano ha ceduto all’improvviso è l’uomo è volato di sotto. Categorie : edilizia, lombardia
L.G., 40 anni, agricoltore, Carife15 06 2009
L.G. agricoltore 40enne è morto a Carife, in provincia di Avellino, in seguito a un incidente che si e’ verificato all’interno della Comunita’ montana della Valle dell’Ufita. L’uomo e’ rimasto schiacciato dal suo trattore. Categorie : agricoltura, campania
Francesco Mercurio, 40 anni, operaio, Riva Ligure15 06 2009
Gianfranco Iemma, 36 anni, titolare della ditta Ciem, è morto con il cognato 40enne Francesco Mercurio mentre stavano lavorando alla vasca del depuratore di Riva Ligure. I due si sono sentiti male all’interno della vasca e sono morti per annegamento. Categorie : liguria, trattamento rifiuti
Gianfranco Iemma, 36 anni, imprenditore, Riva Ligure15 06 2009
Gianfranco Iemma, 36 anni, titolare della ditta Ciem, è morto con il cognato 40enne Francesco Mercurio mentre stavano lavorando alla vasca del depuratore di Riva Ligure. I due si sono sentiti male all’interno della vasca e sono morti per annegamento. Categorie : liguria, trattamento rifiuti
Donato Pansini, 24 anni, operaio, Napoli14 06 2009
Donato Pansini, operaio navale molfettese di 24 anni, rimasto ustionato il 4 giugno mentre stava lavorando all’interno della cella frigorifera di un peschereccio in costruzione all’interno dei Cantieri di famiglia, è morto all’ospedale Cardarelli di Napoli. Il giovane stava lavorando con un flessibile all’interno di un ambiente saturo di poliuretano. Categorie : campania, trasporti

venerdì 19 giugno 2009

Svolta nella prescrizione degli oppiacei.

Qualche giorno fa, in questo blog, veniva dato un aggiornamento sullo stato dell'arte relativo alla prescrizione di farmaci oppiacei da parte dei medici di base, nel caso di terapia del dolore. In quel post (http://paologia.blogspot.com/2009/06/la-terapia-del-dolore-in-italia.html) si preannunciava che il viceministro alla salute, Ferrucio Fazio, prospettava di approvare una norma ponte d'urgenza, in attesa della nuova legge, già pronta da oltre un anno, ma che nel frattempo aveva incontrato altri ostacoli per la sua approvazione definitiva. Così, qualche giorno fa, è giunta la svolta tanto attesa soprattutto dai medici di famiglia, entusiasti del provvedimento sulla prescrizione dei farmaci contro il dolore, che permetterà di prescrivere più facilmente tali farmaci, con una ricetta semplice. A promuovere la nuova norma i rappresentanti delle maggiori associazioni di categoria. Il provvedimento 'ponte' regolerà la materia in attesa di una legge ad hoc. "Questo provvedimento - spiega Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale (Simg) - permette la libera prescrizione di farmaci prima limitata dalle difficoltà burocratiche. Oggi tutti i farmaci, oppiodi e simil-oppioidi e non solo l'ossicodone come accadeva prima, sono pro-tempore prescrivibili sulla ricetta individuale del medico: bianca per i medicinali non rimborsabili, rossa per quelli a carico del Ssn. E successivamente saranno prescrivibili sul solo ricettario rosso. Saranno quindi tracciabili, perché la ricetta rossa ha un numero di codice, uno del paziente, del medico e della Asl".La 'svolta' piace anche a Giacomo Milillo, segretario della Federazione italiana dei medici medicina generale (Fimmg). "Questa è una battaglia che la categoria medica sta facendo da tempo - dice il leader sindacale - abbiamo sempre sostenuto che la burocrazia era un ostacolo all'evoluzione della cultura contro il dolore. E' un giorno importante anche se non dobbiamo abbassare la guardia: sappiamo che bisogna continuare a lavorare perché ci sono tante paure e tanti ostacoli, sia nella medicina generale che in quella ospedaliera. Problemi che devono essere comunque superati. Abbiamo le condizioni, però, per poterlo fare".Entusiasti della novità anche i medici dello Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani). "E' fondamentale - dice il presidente Mauro Martini - che i medici possano prescrivere più facilmente cure per le quali siamo tra gli ultimi in Europa. A limitare le prescrizione degli oppiacei c'era, per esempio, il fatto che l'ospedaliero non sapeva se il medico di famiglia aveva a disposizione il ricettario, e spesso non sapeva prescriverlo. C'era, inoltre, una limitazione nella continuità assistenziale, e i medici del settore in molti casi non avevano il ricettario. Ora possiamo fare un passo avanti".

giovedì 18 giugno 2009

Il maialino rosa dei cinesi.

Se un governo vuole evitare critiche al suo operato deve, per forza di cose, evitare che la gente sappia quello che sta facendo o che lo sappia secondo un punto di vista unilaterale, esaltando la parte buona o inventandola di sana pianta e nascondendo la parte cattiva di ogni sua azione. E' una banalità, certo, ma è sempre bene partire dall'inizio, anche se si dicono cose scontate. Così un governo autoritario comincia a manovrare la stampa, le TV, i mezzi classici di informazione e quando riesce ad avere tutto sotto controllo, resta una sparuta minoranza di cittadini da sempre politicizzati che, per principio, non crede a nulla e quindi continua ad essere diffidente, malgrado un'apparenza cristallina. Col passare del tempo e della tecnologia diventa sempre più difficile controllare l'informazione, anche perchè questa si presenta in forma gratuita e soprattutto non conosce frontiere, viaggia libera nell'aria, non conosce confini di stato e allora che fare? In Cina, ad esempio, per dare un nuovo giro di vite ad internet, hanno inventato il colore rosa. Pechino, infatti, ha chiesto ai produttori di PC di introdurre, a partire dal primo luglio, un nuovo software dal nome “Green Dam Youth-Escort", che ufficialmente è nato per impedire l'accesso dei siti pornografici. “Le vacanze estive si avvicinano e molti genitori cinesi si preoccupano di quello che possono vedere i figli…questo e’ lo scopo del software”, ha spiegato il fondatotre della Jinhui Bryan Zhang. Non sarà obbligatorio attivare il prodotto ma il ministero dell'industria e della tecnologia informatica ha chiesto ai venditori di comunicare quanti computer vengono acquistati e quali sono i software installati. Il ”Green Dam” è stato già installato in diversi milioni di pc venduti da imprese locali. Inoltre, è stato introdotto nei computer delle scuole e degli Internet Cafe’ cinesi. L’introduzione del software in tutti i computer venduti in Cina rappresenta un problema etico anche per i giganti stranieri come Dell e Hp: da una parte non intendono rinunciare al mercato più promettente per l’industria informatica; dall’altra, rispettassero l’ordine del governo cinese, incrementerebbero ulteriormente il controllo di Pechino sui contenuti ai quali hanno accesso i cittadini cinesi. In Cina, peraltro, la censura di internet e’ già forte grazie al sistema “Great Firewall“, un sistema di rilevamento di siti sgraditi, che vengono automaticamente bloccati.
In Iran blog, twitter, i social networ0k, sono diventati uno strumento di controinformazione per il giovane popolo iraniano. Di sicuro i giovani iraniani conoscono (e usano) meglio twitter rispetto agli italiani. L’irrefrenabile rete e servizio di microblogging non è tanto un rifugio, quanto uno strumento per mettere insieme pezzi di dissenso, aggregarli sul web e poi darsi appuntamento sui tetti di Teheran. In Francia si è cercato di fare una legge filtro ma la proposta di Sarkò è stata sonoramente bocciata, in Inghilterra l'Alta Corte ha stabilito che migliaia di blogger che operano dietro il pretesto di anonimato non hanno alcun diritto di mantenere segreta la loro identità. Naturalmente non poteva mancare l'Italia che, con la scusa di filtrare non si sa bene che cosa, ha cercato di bloccare i siti internet a più riprese, fin dalla scorsa legislatura, per arrivare al recente decreto sulle intercettazioni, non ancora approvato in via definitiva.
Io credo che internet sia la libertà, bloccare internet è il tentativo goffo di un governo illiberale di limitare la libertà dei propri cittadini.

mercoledì 17 giugno 2009

Succede intorno a noi.

Succede che un ministro della repubblica (Mariastella Gelmini) venga invitata alla presentazione di un libro e, contestata, lasci la manifestazione prima del tempo. Succede poi che oltre un migliaio di terremotati sbarchi a Roma al grido di 'Buffoni, fuori i soldi che ci avevate promesso, vogliamo tornare nelle nostre case' e che non vengano ricevuti da nessuno, nè quasi ripresi dalle TV di regime che preferiscono intervistare, chissà perchè, Formigoni, governatore della regione Lombardia, che parla della tempestività delle operazioni di ricostruzione. Che fine ha fatto il governatore della Regione Abruzzo, per esempio? Succede che il capo del governo parli di golpe, senza che nessuno batta ciglio, come se stesse parlando del caviale che gli è rimasto sullo stomaco. Succede anche che uno di leader (?) della più sgangherata opposizione del dopo guerra, D'Alema, parli di scosse, generando un vespaio nella maggioranza. Ora, io dico, o sono tutti impazziti, oppure c'è qualcosa che non va e che andrebbe indagato meglio. Succede che si vada in America a fare visita al Presidente e che, per una volta, vada tutto bene, niente gaffes, nessuna parola di troppo. Poi leggi i giornali italiani che ti dicono: "Obama a Silvio 'aiutami' ", dimenticando di aggiungere che, con due pacche sulle spalle, ci hanno rifilato due grane, una per ogni pacca: tre detenuti di quantanamo e 450 militari in più in Afganistan, senza proferir parola. Succede che i giornali stranieri abbiano chiosato, per fortuna prima, circa la visitra di Gheddafi, che aveva definito gli States come al Qaida, su Putin e la sua amicizia con l'Italia guardata con sospetto dal Congresso americano, sulle differenze tra il virtuoso Obama e lo scandaloso Berlusconi. Ma per fortuna lo hanno fatto prima, se qualcosa fosse andato storto non lo avrebbero perdonato.
Succede di abitare in Puglia, regione storicamente di destra che, che un fortuito gioco del destino, ha un governatore, cinque presidenti di provincia e il sindaco della città capoluogo di sinistra. Succede spesso di sentir parlare male di tutti costoro e succede che uno dei candidati presidente della provincia di Brindisi venga dipinto come un delinquente, o poco ci manca. L'elezione si deciderà domenica prossima con il ballottaggio. Io non conosco nessuno dei due candidati, non sono un elettore della provincia di Brindisi, ma ai denigratori di quel candidato vorrei dire che ormai, in Italia, non ha più alcun senso parlare di questione morale in politica, soprattutto se a parlarne sono quelle persone che hanno eretto a loro rappresentante un uomo che ha continuamente a che fare con storie di corruzione, sospettato di mafia, ex piduista e noto frequentatore di minorenni. Non credo che il candidato che voi temete, per quanto pessimo, possa arrivare a tanto e non credo che la questione morale possa portare voti al mulino dell'altro candidato, ormai il sistema si è completamente sfasciato. Tenendo anche conto che la provincia è un ente inutile, da abbattere. Sarebbe meglio dunque astenersi, dal voto e dai commenti.

martedì 16 giugno 2009

Accade in questi giorni ...

Accade, in questi giorni, di sentir parlare di leggi che non stanno nè in cielo, nè in terra. Norme sulla sicurezza che generano ansia ed insicurezza. Intercettazioni che servono per scoprire i criminali che non si posono fare se prima non vi sono gravi indizi di colpevolezza. Obbligo di pubblicare notizie che tali non sono (rettifiche) e divieto di pubblicare notizie reali (intercettazioni). Cittadini che vengono autorizzati a monitorare il territorio volontariamente, come supporto alle forze dell'ordine cui, nel frattempo, si sono tagliati i fondi e non riescono quasi a fare benzina. Cittadini che, forti della legge che li autorizza a riunirsi, giacchè ci sono, indossano una camicia color cachi, parlano di nazionalismo, anche se si cuciono addosso il tricolore al contrario (rosso, bianco e verde e non viceversa), adottano un simbolo che ha tutto il sapore della svastica. Accade, in questi giorni, di assistere ad un ministro della repubblica che, durante la parata del 2 giugno, alza un braccio a mo' di saluto romano per salutare le forze di polizia (Michela Brambilla, neo ministro del Turismo). Accade di ascoltare persone, anche di cultura, che pressati da una campagna infame delle TV di regime, sentono dentro di sè crescere l'ansia per una presunta insicurezza ed invocano a gran voce i tempi del duce, quando c'era ordine e disciplina. Accade anche che queste persone sono nate dopo il '45 e nulla possono testimoniare, per conoscenza diretta, di quello che fu realmente il fascismo. Accade, in questi giorni, di sentir parlare di giornalisti, di magistrati, di clandestini, di extracomunitari, senza sforzarsi di capire che dietro ognuna di queste classificazioni ci sono persone, con una propria storia, delle esperienze, un'infanzia, felice o infelice, e quindi un'educazione ricevuta. Ci si dimentica che il pregiudizio è il punto di partenza per il razzismo. Dire che i magistrati sono nati per fare del male è come dire che i siciliani sono mafiosi, gli scozzesi o i genovesi sono tirchi, i neri o i napoletani sono sporchi. Sentire un capo del governo dire queste cose fa male, perchè è diseducativo, rappresenta il presupposto per l'emanazione di leggi vendicative e quindi lontane dalla giustizia e dalle reali esigenze dei cittadini. Accade, in questi giorni, che qualcuno tiri troppo la corda, intercettando oltre il dovuto e pubblicando oltre il dovuto. Accade che poi a pagare siano sempre le persone più inermi, che di pagare non ne possono più e che potrebbero alla fine chiedere il conto. Che, visti gli arretrati, potrebbe essere molto salato.

lunedì 15 giugno 2009

Eravamo tre amici al bar.

Durante lo scorso week end ho incontrato due amici e colleghi, a poche ore di distanza l'uno dall'altro. Fulvio e Pasquale sono due persone informate, hanno anche ricoperto incarichi politici e non sono certamente degli sprovveduti. Parlo spesso con loro della situazione politica in Italia, ci scambiamo idee ed informazioni. Sono su posizioni antitetiche tra di loro, in linea di massima non condividono il mio modo di pensare, nè l'operato dell'attuale governo, almeno non al cento per cento. L'altro giorno parlavamo, prima con l'uno e poi con l'altro, di giustizia e magistratura e alla fine il discorso è scivolato su due casi specifici. Col primo si è arrivati ai processi che riguardavano Marco Travaglio e col secondo ai processi in cui era stato coinvolto Clemente Mastella. Del primo abbiamo dibattuto il fatto se il noto giornalista fosse stato o meno condannato per diffamazione. Il mio interlocutore asseriva di sì, sostenendo che quella condanna rappresentava un'onta gravissima che non avrebbe dovuto permettergli di pontificare, come solitamente fa, sui giornali e in televisione. Da parte mia facevo notare che le cose non stavano così. Tutti e due eravamo certi di avere ragione e sfidavamo l'altro a 'mostrare le carte'. Io, da parte mia, una piccola indagine l'ho fatta, con internet bastano pochi minuti, e sono arrivato a scoprire che Marco Travaglio è coinvolto in quattro inchieste per diffamazione, due col rito civile e due col rito penale. Di queste, in una delle due col rito penale è stato assolto, ne restano sospese tre, che devono ancora giungere a conclusione. Per cui di condanne ancora non se ne parla e chissà se e quando se ne parlerà.
Il mio secondo interlocutore, invece, asseriva che le accuse a Mastella, quelle che, probabilmente, hanno causato la caduta del governo Prodi, salvo vedere com'è andata veramente, erano del tutto infondate e che l'inchiesta era stata pretestuosa, in quanto l'impianto accusatorio era stato smontato, quindi quell'inchiesta, con avvisi di garanzia che hanno coinvolto molti membri della famiglia e del partito, aveva avuto solo una valenza politica e non giudiziaria. Anche in questo caso c'è stata la reciproca sfida a 'mostrare le carte', ho fatto le mie indagini e ho scoperto, da Wikipedia, che l'inchiesta 'è passata alla procura di Napoli che, in maggio 2009 ha ritenuto fondate molte accuse, rinviando a giudizio Clemente Mastella e sua moglie Sandra Lonardo'.
Avrei voluto avere torto, credetemi, non per le vicende in sè, per quelle sarà la giustizia a stabilire chi ha ragione e chi ha torto. Quello che mi lascia perplesso è l'informazione che viene data in Italia. Io ho molta stima degli interlocutori che avevo di fronte, ripeto sono persone molto al di sopra della media per livello di informazione e hanno ricoperto anche incarichi politici, per cui questi due episodi possono essere catalogati come piccoli incidenti. Ma mi chiedo cosa accade a quelle persone che non accedono a internet, non leggono i giornali e che hanno come unica fonte di informazione la televisione, ormai a reti unificate.

domenica 14 giugno 2009

Pesce d'aprile fuori stagione


Per non dimenticare; i morti sul lavoro dal 5 al 10 giugno.

Prosegue, come ogni domenica, il viaggio intrapreso da questo blog nel mondo delle mortalità sul lavoro. L'obiettivo è quello di rendere omaggio a quei piccoli eroi quotidiani, vittime di tante cause, ma anche, e a volte soprattutto, di una politica che disattende i propri doveri, per inseguire spesso obiettivi a breve scadenza e con mera finalità elettorale. Per loro chiedo un pensiero e, per chi ci crede, una preghiera durante la messa domenicale.
Gianluigi Locatelli, 56 anni, operaio, Sotto il Monte10 06 2009
Un operaio edile di 56 anni, Gianluigi Locatelli, è morto travolto e schiacciato dal terreno crollato dalle pareti di uno scavo in un cantiere nel centro di Sotto il Monte, dove l’uomo stava lavorando alla costruzione di una villetta privata: Locatelli era sceso in uno scavo alto circa tre metri, dove sarebbe stata posata la rete fognaria, che è improvvisamente franato addosso all’operaio. Categorie : edilizia, lombardia
Giovanni Di Giacomo, 32 anni, agricoltore, San Fele10 06 2009
L’ agricoltore Giovanni Di Giacomo, 32 anni, è morto a San Fele (Potenza) schiacciato dall’imballatrice di una mietitrebbia. Categorie : agricoltura, molise
Victor Ariton, 51 anni, operaio, Roma8 06 2009
Victor Ariton, 51 anni, romeno, è precipitato insieme a un suo collega da un palazzo in costruzione nella quartiere Collatino a Roma. Nulla da fare per Ariton, morto durante il tragitto verso l’ospedale “Vannini”. L’altro operaio è stato trasportato in codice giallo al “Pertini”, salvo solo perché cadendo è rimasto incastrato nell’impalcatura. Categorie : edilizia, lazio
Giacomo Pace, 38 anni, operaio, Marsala6 06 2009
Giacomo Pace, operaio, stava effettuando una manutenzione su una piccola imbarcazione in prossimità dell’allevamento galleggiante di tonno rosso, dell’Euro Fish di Marsala. Forse a causa del mare mosso, l’imbarcazione si è ribaltata e l’operaio è caduto in acqua. Un elicottero della Capitaneria di porto ha avvistato il cadavere a circa 7 miglia dalla costa di Castellammare del Golfo. Categorie : sicilia, trasporti

venerdì 12 giugno 2009

La terapia del dolore in Italia.

In Italia non è facile prescrivere farmaci oppiacei per il trattamento del dolore. Una legge in materia era già stata presentata dal ministro Turco il 19 ottobre 2006, e approvata dal Senato nel dicembre 2007. Le elezioni anticipate hanno impedito che ricevesse il via libera anche dalla Camera, per l'approvazione definitiva di quel provvedimento, tanto atteso e sollecitato dalla comunità scientifica e professionale, dalle organizzazioni di tutela, dai cittadini come una svolta decisiva per la terapia del dolore nel nostro Paese. I dati a disposizione dicono che ogni anno in Italia circa 160 mila malati muoiono di cancro, ma se calcoliamo le fasi terminali conseguenti ad altre malattie, e le cronicità che richiedono interventi lenitivi del dolore, le persone interessate superano il milione. Il dolore che caratterizza le fasi terminali della vita e molte malattie croniche è inutile e ingiusto. La scienza afferma, ormai da tempo, che il dolore fine a se stesso va contrastato perché toglie lucidità, compromette la qualità della vita, accresce la solitudine di fronte alla sofferenza, avvicina il desiderio della morte. Combattere il dolore, dunque, significa anche allontanare il desiderio della morte di fronte a una grande sofferenza. Il prof. Umberto Veronesi rincara la dose: “Uno dei principali diritti del malato, ha ricordato Veronesi, è quello di non soffrire. Un punto fermo che non vale solo per le malattie più gravi, ma anche per quelle più banali. La morfina, ha osservato ancora il professore, è un potente antidolorifico che "deve essere usato anche per una distorsione alla caviglia", uscendo dal concetto che l'immaginario collettivo ha di questa medicina solo perché "ne è stato fatto un uso improprio da chi vuole uscire dalla realtà". E' recente un'intervista dell'ex ministro Turco, in cui si paventava il rinvio sine die della legge già approvata dalla Commissione Affari sociali della Camera, in quanto "non c'era stata neanche la calendarizzazione del provvedimento”. Dal canto suo il vice-ministro Ferruccio Fazio, il 28/05/09, assicurava che "Stiamo preparando un provvedimento ponte in attesa di un dispositivo legislativo per rendere meno macchinosa la prescrizione di farmaci oppiacei contro il dolore. Il provvedimento, in forma di decreto o di ordinanza - ha precisato Fazio - sarà operativo fra un mese e riguarderà la classe di farmaci chiamati ossicodoni, che fa parte degli oppioidi. Vogliamo cercare di rendere la prescrizione di questi medicinali più facile, senza ricetta a ricalco", ha concluso Fazio ricordando che l'Italia è agli ultimi posti in Europa per la terapia del dolore.
Non dimentichiamo, poi, che le donne sono maggiormente predisposte degli uomini al dolore cronico e rappresentano anche le figure che, per tradizione e necessità, si dedicano all'assistenza dei familiari malati. Che siano genitori, mariti o figli. A tale proposito Francesca Merzagora, presidente di Osservatorio sulla salute della donna (Onda), fa notare che "I punti da toccare sono moltissimi, a cominciare dai finanziamenti, non solo per i farmaci ma anche per le strutture destinate ai malati terminali. Invitiamo dunque il viceministro a non fermarsi qui, a ripensare di concerto con il Governo ai previsti tagli sui Livelli essenziali di assistenza e a portare in Aula il testo unificato, licenziato oltre un mese fa dalla Commissione Affari sociali della Camera".

giovedì 11 giugno 2009

La crepa si allarga nel cristallo.

Al di là dei finti sorrisi, dei dati manipolati a proprio piacimento, perchè tutti lo fanno, politici e non. Al di là delle dichiarazioni di circostanza, dove tutti sono risultati vincitori, i perdenti sono sempre quelli dell'altra sponda, gli avversari. Al di là delle TV di regime che non hanno dato il giusto peso alla perdita di circa due milioni di elettori da parte dei partiti di governo. Io vedo una crepa che ha fatto capolino e che è sempre più visibile in un cristallo che non è più compatto e trasparente. C'è stato un tempo in cui Craxi invitava gli italiani ad andare al mare in occasione di un referendum. Un giornalista raccolse una testimonianza, nel transatlantico parlamentare, di un deputato che, sbirciando la prima pagina di un giornale su cui era riportata la notizia, chiosò il suo leader con la parola 'grassone' o qulalcosa di simile e riportò quell'episodio commentandolo come l'inizio della fine che di lì a poco si sarebbe verificata e che puntualmente si verificò. Questo mi viene in mente nella decisione del presidente del consiglio di affossare il referendum dopo che aveva dichiarato che sarebbe stato masochista se non avesse sponsorizzato un referemdum che lo avrebbe chiaramente avvantaggiato. Una chiara marcia indietro, dunque, che ha comportato la reazione piccata del presidente della camera il quale, da uomo delle istituzioni e non da uomo di una parte politica, ha dichiarato che andrà a votare. Tutto attorno c'è stato un moto convulso all'interno della maggioranza. Onorevoli e senatori, intervistati al proposito dal solito TG3, hanno dato risposte degne del peggior politichese, decisamente imbarazzanti. Qualche malumore affiora anche nel popolo degli elettori. Io sono uomo del sud e sento le parole di chi si sente ostaggio della Lega, partito nato e radicato al nord, ma che nulla ha fatto per il sud. E allora perchè cedere al loro ricatto? Cosa ne abbiamo noi in cambio? E cosa ne abbiamo avuto? Queste le parole che sento, dall'interno del popolo della maggioranza. Malumori che montano, dunque, e non da parte della più sgangherata opposizione dell'Italia repubblicana, tafazziana e fantozziana in alcune sue manifestazioni. Malumori che affiorano come la punta di un iceberg da parte della gente, che ormai contesta in molte piazze d'Italia l'operato del governo. La gente comincia a capire, l'effetto dell'imbonimento, a un anno dall'elezione, comincia a svanire. Così il parlamento approva, tramite il voto di fiducia, vista l'importanza strategica dell'argomento, il nuovo disegno di legge sulle intercettazioni. In un solo colpo stampa e magistratura imbavagliate, non si può intercettare, non si può pubblicare nulla, nessuno deve più sapere nulla delle ruberie di regime, anche al di là delle censure televisive (vi invito a leggere, se ne avete voglia e tempo, un post di qualche mese fa sull'argomento - http://paologia.blogspot.com/2009/03/verranno-dirvi.html). Così la casta si garantirà un altro periodo di vacanza, prolungando oltre ogni ragionevole limite, la luna di miele con gli elettori. Ma le crepe si cominciano a vedere, alla gente le promesse non bastano più, d'ora in poi serviranno i fatti e stavolta, complice la crisi, la reazione potrebbe essere molto diversa da un innocente lancio di monetine.

mercoledì 10 giugno 2009

Lettera di un tifoso tradito.

In questo post ho cercato di immaginare lo stato d'animo di un tifoso del Milan, nonché elettore del PDL
"Egregio Presidente,
ho appreso con rammarico la notizia della cessione di Kakà al Real Madrid e non le nascondo che la cosa mi ha molto addolorato. Certamente, continuo ancora a credere che non è dipeso da lei, sei mesi fa si era mosso tempestivamente per eviatare la tragedia, ma ora, mi perdoni, non riesco a non vedere anche lei come complice , seppure involontario, del misfatto. Anche perchè, mi scusi se insisto, il tutto è avvenuto all'indomani delle elezioni. E allora, mi chiedo, perché dopo e non prima? Aveva forse paura di perdere voti, considerando che per noi è importante anche questo aspetto della sua azione pubblica? E pensare che le avevo espresso la mia solidarietà per tutte le contrarietà che le erano capitate in prossimità del voto. Avevo chiuso un occhio per la porcilaia di villa Certosa. Beh, lì non avevo fatto molta fatica a chiuderlo, quell'occhio, in fondo anche io sono un pò come lei, le ragazzine mi sono sempre piaciute e non le nascondo che un pò l'ho invidiata. Ho sorvolato sul processo Mills, ma chi non ha mai pensato di pagarsi il privilegio di farla franca. Certo, lei ha una maggiore disponibilità economica, noi poveracci invece dobbiamo ricorrere al politico di turno per chiedere il favore e poi ricambiarlo con il voto alle elezioni, magari accompagnato da quello di tutta la famiglia. Il fatto è che le regole, in Italia, sono difficili da rispettare e allora bisogna scavalcarle, lo ha detto anche lei a proposito delle tasse, ricorda? E io sono un fervido esecutore dei suoi pronunciamenti. Anche lei, però, mettermi così a dura prova sull'uso dei voli di stato dopo aver cambiato il regolamento. Già cambiare il regolamento per potersi permettere, in tempi di crisi, di organizzare festini a casa sua, trasportando con mezzi pubblici cantanti e ballerine. E poi raccontare che l'aumento dei voli nell'ultimo anno era dovuto alla crisi, che ha richiesto un maggior numero di voli internazionali per parlare con gli altri capi di stato. Io l'avevo capito, sa, ma ho fatto finta di cascarci. Anche perché chi e che non si concede un momento di svago in ufficio chiamando col telefono pubblico la moglie per dirle che può buttar giù la pasta. Certo non ho fatto molta fatica a chiudere un occhio quando ha deciso di abolire la tracciabilità degli assegni inserita dal precedente esecutivo, anzi di quella decisione la voglio proprio ringraziare, così nessuno sa che ho emesso un assegno, posso continuare a farlo in tutta libertà, alla faccia dei dipendenti pubblici che continueranno a pagare tutte le tasse al posto di noi liberi professionisti. La eliminazione della password a poliziotti e magistrati per il controllo dei capitali mafiosi, invece, non l'ho proprio capita. Anche perché non mi risulta che lei abbia mai avuto a che fare con la mafia, quindi perché favorirla gratis senza un ritorno personale in termini di vantaggi? O forse si, signor presidente? Mah, lasciamo perdere. Certo, anche l'abolizione della class action ho dovuto ingoiare con l'impossibilità di fare causa a Parmalat e soci da parte dei piccoli risparmiatori che non potranno più associarsi in un'unica causa ma dovranno portare avanti cause singole con enorme dispendio di tempo della giustizia e di denaro proprio, per chi c'è l'ha, naturalmente. Ma anchjen quello era un provvedimento delle sinistre, quindi andava abolito. Come le lenzuolate delle liberalizzazioni che, penalizzando le caste, consentono la competizione, e quindi l'abbassamento dei prezzi per il consumatore. Ma voglio chiudere con una nota dolce. La volevo ringraziare per l'intenzione di abolire le intercettazioni. Farà un regalone a corrotti, mafiosi e delinquenti d'ogni rango, sui quali non si potrà più indagare, ma che ce ne importa, anche noi avremo un nostro ritorno e anche io su questo sono disposto a chiudere un occhio. Ma, signor presidente, come le dicevo all'inizio, la cosa che mi ha fatto imbufalire e che mai riuscirò a digerire è stata la cessione di Kakà. Mi creda, è stato un colpo al cuore, un tradimento che da lei non mi sarei mai aspettato. Altro che nani e ballerine, altro che mafia, P2 e corruzione. Questi colpi bassi i suoi devoti non li meritano. Per questo, signor presidente, già fin da ora le comunico che non voterò le sue liste ai ballottaggi. Per questa gravissima onta, signor presidente, lei ha perso un suo fedelissimo elettore."

martedì 9 giugno 2009

Il discorso di Obama al Cairo - 4 giugno 2009 - frammenti di buona politica

Qualche giorno fa, questo blog pubblicava un avignetta che rappresentava Obama in veste di novello Gulliver e i nostri politici in veste di novelli abitanti di Lilliput, con le loro politiche nane (senza allusioni alle caratteristiche fisiche di alcuni nostri governanti). Oggi, mentre sento parlare dei soliti commenti al voto alle europee, con il solito teatrino di chi cerca note positive anche nei numeri più impietosi, mi torna in mente quella vignetta e soprattutto il discorso pronunciato qualche giorno fa dal presidente americano, con un piccolo rimpianto di non avere nulla in Italia che gli somigli almento un pochino. Così, a commento delle elezioni europee, ho deciso di proporre uno stralcio di quel discorso, sicuro di incontrare il favore dei lettori.
"Le relazioni tra l’Islam e l’Occidente sono fatte di coesistenza e cooperazione, ma anche di conflitto e di guerre di religione; in tempi più recenti la tensione è stata alimentata da un colonialismo che negava i diritti e le opportunità di molti musulmani e da una Guerra Fredda durante la quale i paesi a maggioranza musulmana sono stati spesso trattati come spettatori privi del diritto di parola, senza rispetto per le loro aspirazioni.
La modernizzazione e la globalizzazione, inoltre, hanno portato cambiamenti così radicali da spingere molti musulmani a vedere nell’Occidente un’entità ostile alle tradizioni dell’Islam. Queste tensioni sono state sfruttate da violenti estremisti per strumentalizzare un piccolo, ma potente numero di musulmani.
Gli attacchi dell’11 settembre e i successivi tentativi di violenza contro la popolazione civile ha indotto alcuni Paesi a vedere nell’Islam un nemico irriducibile non solo per gli Usa e le altre nazioni occidentali, ma addirittura per i diritti umani.
Tutto ciò ha alimentato la paura e la sfiducia. Fino a che il nostro rapporto verrà definito solamente in base alle nostre differenze renderemo sempre più potente chi semina odio, invece di pace, chi ricerca i conflitti, invece della cooperazione che è necessaria perché tutti i popoli possano avere giustizia e prosperità.
Per questo motivo deve essere spezzata la catena di sospetti e inimicizia. Sono qui per cercare d’inaugurare una nuova epoca nei rapporti tra Stati Uniti e i musulmani in tutto il mondo, un rapporto basato sul mutuo rispetto e su un interesse reciproco, fondato – soprattutto – sull’idea che Usa e Islam non siano incompatibili e non debbano per forza essere in competizione. Si sovrappongono, invece, condividendo principi comuni di giustizia, progresso, tolleranza e dignità per tutti gli esseri umani.
Cerco una nuova base per il nostro rapporto anche se so che il cambiamento non potrà avvenire improvvisamente, nessun discorso – da solo – può sradicare anni di sfiducia né posso rispondere oggi a tutte le complesse questioni che ci hanno portati fino a qui.
Tuttavia sono convinto che per andare avanti sia necessario parlare apertamente di ciò che ci sta a cuore e che, troppo spesso, viene nascosto e taciuto. Ci dovranno essere sforzi da parte di entrambi, per ascoltare e per imparare dall’altro, per rispettarci a vicenda e, infine, per cercare un terreno comune su cui basare il nostro rapporto.
Come il sacro Corano ci esorta, “Sii consapevole di Dio e di’ sempre la verità”. Questo è proprio quel che tenterò: fare del mio meglio nel dire la verità, con l’umiltà che è necessaria per affrontare la sfida che ci attende, fermo nella convinzione che gli interessi che ci uniscono in quanto esseri umani siano molto più potenti delle forze che ci dividono."

lunedì 8 giugno 2009

Oggi vi regalo una poesia, buona settimana

E' il mare

E' il mare che mi tiene compagnia
e col dolce frastuono della voce
percuote i miei pensieri.
E' il mare che mi tiene compagnia
ogni minuto
e avvolge dolcemente il mio sentire,
senza tregua.
E' il mare che accompagna la mia vita
e averlo così tanto atteso
e poi desiderato
ha reso indissolubile il legame.
E adesso siamo insieme,
lo scroscio interminabile che sento
mi tiene compagnia,
da quell'orecchio non sarò più solo,
sarà per sempre accanto a me
la voce sua.

domenica 7 giugno 2009

Per non dimenticare; i morti sul lavoro dal 31 maggio al 4 giugno.

Prosegue, come ogni domenica, il viaggio intrapreso da questo blog nel mondo delle mortalità sul lavoro. L'obiettivo è quello di rendere omaggio a quei piccoli eroi quotidiani, vittime di tante cause, ma anche, e a volte soprattutto, di una politica che disattende i propri doveri, per inseguire spesso obiettivi a breve scadenza e con mera finalità elettorale. Per loro chiedo un pensiero e, per chi ci crede, una preghiera durante la messa domenicale.
P.R., 42 anni, artigiano, Sestola4 06 2009
E’ morto a Sestola (Mo) P.R., un artigiano di 42 anni: l’uomo stava lavorando alla manutenzione della slittinovia al Lago della Ninfa sull’appennino modenese, quando è caduto dall’impianto. Categorie: emilia romagna, trasporti
Ilario Rontini, 45 anni, agricoltore, Bizzuno di Lugo4 06 2009
Ilario Rontini, agricoltore di 45 anni, è morto schiacciato dal trattore che aveva preso in affitto, mentre lavorava in un podere a Bizzuno di Lugo, in provincia di Ravenna: il trattore si sarebbe ribaltato lateralmente, franando con la parte anteriore dentro un fossato di confine profondo una sessantina di centimetri. Categorie: agricoltura, emilia romagna
Fabio Cassarino, 25 anni, agricoltore, Ragusa2 06 2009
Fabio Cassarino, agricoltore di 25 anni, è morto nelle campagne che collegano Ragusa a Marina di Ragusa, in contrada Monsovile, stritolato da una macchina agricola utilizzata per raccogliere e comprimere la paglia. Categorie: agricoltura, sicilia

venerdì 5 giugno 2009

I guai e le bugie dell'imbonitore/3

E siamo al terzo episodio di questa mini saga sulle grane che si stanno abbattendo sul nostro premier in questo periodo. Situazioni che, in un qualsiasi altro Paese democratico, avrebbero causato le dimissioni dell'interessato. Ma qui no. Qui si grida al complotto, anche contro l'evidenza dei fatti. Ormai i giudici, in Italia hanno perso credibilità. Non è più il tempo dei Falcone, Borsellino, Caselli. Da Craxi in poi è iniziata una campagna denigratoria che ha cancellato di fatto ogni possibile fiducia nella magistratura, al di là dei demeriti dei singoli, che ovviamente non possono mancare, come in ogni aspetto della nostra vita.
Ma torniamo ai guai del nostro. Il passo successivo, naturale, per quello che era stato detto nella prima puntata, cioè l'utilizzo dei voli di stato per motivi personali, ha prodotto un interesse della magistratura in seguito alla denuncia del Codacons. Si guardi bene che la magistratura è intervenuta come atto dovuto dopo una denuncia. Non so e non credo che tutto ciò porti a qualcosa di concreto, anche perchè, come già detto, questo esecutivo ha modificato il regolamento sull'utilizzo dei voli di stato, facendone tra l'altro gonfiare le spese, in tempi di crisi. Non solo ma anche Larussa, il ministro della difesa, è stato pizzicato dai soliti comunisti impuniti mentre andava a prendersi un aperitivo a Grosseto, utilizzando, anch'egli, un volo di stato con annessi amici e compari e con la scorta di altri aerei al suo arrivo a destinazione. Ora, ripeto, io non credo che tutto questo can can porterà a nulla, ma resta il problema dell'opportunità politica di un simile comportamento. Come dire che non c'è nessuna legge che impedisce di fare un rutto nel Louvre, però...
Intanto, a dispetto di quanto non ci facciano vedere le televisioni di regime, tutte protese a proteggere l'incolumità dell'immagine del padrone assoluto, monta la protesta in tutta Italia. Ai comizi cominciano a far filtrare la gente, in modo che davanti alle telecamere appaiano persone felici e sorridenti, mentre chi protesta viene tenuto a debita distanza dal cordone della polizia. Proteste ci sono state a Bari, al congresso della Confesercenti, ma anche e soprattuto in Abruzzo dove hanno protestato i Vigili del Fuoco, come mostra anche una foto pubblicata da questo blog nella giornata di domenica. E' di questi giorni la protesta dei sindaci dei comuni colpiti dal terremoto, per via del decreto appena varato. A proposito di terremoto, c'è stata una campagna di disinformazione qualche giorno addietro in cui si diceva che sono state eliminate 11 tendopoli e i primi sfollati sono rientrati nelle proprie abitazioni. Bene, giunge voce che le 11 tendopoli erano allocate in comuni distanti dalla zona del sisma almeno 50 km e che sono tornati a casa quei cittadini di cui l'abitazione è stata dichiarata agibile. Nessun nesso, dunque, con la fulgida azione di questo governo che riesce a speculare anche sui morti. A seguito delle proteste, però, il nostro premier si sente in difficoltà, figurarsi che a Bari gli è stato consigliato di rinunciare al comizio. Così l'altro giorno ha deciso di annunciare che a breve altri militari verranno utilizzati per la sicurezza nelle città d'Italia, e tutto questo a pochi giorni dal varo del decreto sulla sicurezza. Accanto a questi annunci, decide di riapparire a Porta a Porta per cercare di iniettarci la solita nuova dose di bugie sul caso Noemi e su tutte le grane che gli stanno scoppiando in mano in questo periodo. E, giacchè era lì, pronuncia frasi del tipo 'non mollo' oppure'spazzeremo via le roccaforti rosse'. Non so a voi, ma queste frasi da guerra aperta, in bocca ad un premier che dovrebbe rappresentare tutti i cittadini, se associate alle difficoltà di questo periodo e all'annunciato aumento dei militari nelle città, non mi fa dormire tranquilo. Si respira decisamente una brutta aria. Nel frattempo, però, il nostro cerca di giocare d'anticipo su un'altra grana. L’Einaudi, filiale della sua Mondadori, decide, si fa per dire, di non pubblicare un libro di José Saramago, dove il Nobel paragona il leader italiano ad un capomafia. “Maleducato”, “donnaiolo”, “cattivo amministratore”, “censore”, “corrotto”, tutte etichette che insistono a restare appiccicate al magnate dei media e proprietario della AC Milan. E che i suoi elettori sistematicamente ignorano, pur sapendo, si spera, che chi fa finta di non sapere è definito 'connivente' dal dizionario della lingua italiana. Buon voto a tutti.

giovedì 4 giugno 2009

I guai e le bugie dell'imbonitore/2

Naturalmente quello di ieri non poteva che essere un primo capitolo di una saga, dal momento che i guai di questo periodo, per l'esecutivo che ci governa, sembrano non finire proprio più. Quindi riprendiamo il viaggio iniziato con l'articolo di ieri e continuiamo a parlare dei rifiuti che avvelenano Palermo e che ricominciano ad affiorare anche a Napoli perchè, come più volte è stato rappresentato in questo blog, il problema dei rifiuti, in Campania, non è stato mai risolto veramente. Tanto che il nostro premier parla di Palermo, Roma e Napoli come di città sporche. Naturalmente ne parla dal suo punto di vista perchè aggiunge che, per esempio, a Roma la colpa non può essere di Alemanno perchè amministra la città da poco più di un anno, ma deve essere imputata a chi l'aveva amministrata in precedenza. Evidentemente, preso dalla foga di accusare come al solito le sinistre, causa di tutti i mali, il nostro non si è accorto che lui aveva annunciato di aver ripulito la Campania in meno di due mesi. Ora delle due una: o il nostro premier è un bugiardo o Alemanno non sta facendo bene il suo mestiere. Ma restiamo a Palermo. Anche qui l'accusa della città sporca ha dovuto beccarla Orlando, che però è stato sindaco di Palermo fino al 2001. E' credibile o è incredibile questa accusa?
Sempre restando a Palermo, poi, è di questi giorni la scollatura fra il governo centrale e la giunta della regione Sicilia che viene sciolta dal suo governatore, il quale lamenta promesse non mantenute da parte del premier (finalmente se ne è accorto anche lui). La giunta viene ricomposta senza alcuni partiti che avevano contribuito a formare la giunta originale e con le minacce che i consiglieri del PDL che avessero accettato di partecipare alla nuova giunta sarebbero stati espulsi dal partito, alla faccia delle libertà e del suo popolo. Naturalmente tutte le vendette e le possibili ripercussioni di questa faccenda vengono rimandate a dopo le elezioni.
Un'altra notizia di questi giorni è il caso, fatto scoppiare da un fotografo, tale Zappadu, che dice di avere 7-800 scatti, disponibili per il giornale che li avesse voluti comperare. Non ricordo la cifra, ma è qualcosa di stratosferico , una cifra che fa venire quantomeno la curiosità circa il contenuto di tali foto. Infatti Panorama, e in particolare il dipendente Belpietro, che ne è il direttore, ha chiamato l'avvocato del premier, Ghedini, il quale ha chiamato la procura di Roma che, pur non avendo competenza territoriale sulla faccenda, si è affrettata a sequestrare il tutto, per bloccarne la pubblicazione. Salvo poi, con calma, ammettere che non era competente e trasmettere tutto a Tempio Pausania, cioè alla procura competente. E poi parlano di toghe rosse. Una piccola parentesi riguarda l'arresto del presidente della provincia di Benevento, delle fila del Partito Democratico. Così, tanto per dire che non tutte le toghe sono rosse e non tutte le operazioni della magistratuta hanno un solo fine lettorale: i delinquenti sono delinquenti e basta, di destra o di sinistra che siano. Ma state tranquilli, il premier ci ha rassicurato che non vi era nulla di compromettente in quelle foto. Così come non vi era nulla di compromettente nelle telefonate inercettate al precedente premier, ma prontamente pubblicate da Panorama, non senza la solidarietà pelosa e interessata dell'attuale premier, rifiutata con disprezzo perchè tanto non c'era nulla di cui vergognarsi. E' di questi giorni anche la notizia che il padre di Noemi è indagato per associazione mafiosa. In un precedente articolo, da questo blog, è stato avanzato il sospetto che la vicenda Noemi non era solo gossip, ma che poteva avere agganci con la camorra, sono sicuro che anche da questo fronte ne vedremo delle belle, basta aspettare. Ci sono altre cose da dire perchè i guai, come gli esami di De Filippo, non finiscono mai. Ma non voglio appesantire oltremodo quest'articolo, quindi rimando a domani per la conclusione di questa breve sintesi.

mercoledì 3 giugno 2009

I guai e le bugie dell'imbonitore.

Ogni giorno una grana. Tutto cominciò con gli sbarchi dei clandestini, un'operazione discutibile che ha fatto arrabbiare persino l'ONU ed ha procurato non pochi mal di pancia anche all'interno della maggioranza, a tale proposito c'è stata una dichiarazione tagliente da parte del Presidente della Camera. Poi è arrivata la doccia gelata delle dichiarazioni di Veronica Lario, la quale non si è limitata ad annunciare l'intenzione di divorziare dal marito-premier, ma si è spinta anche a dichiarare che è un uomo che non sta bene e che frequenta minorenni. Questa cosa, se confermata, è un reato previsto e punibile dal codice penale. Da lì è partita una campagna tesa a chiarire la verità dei fatti anche perchè la storia era pubblica in quanto riguardava un uomo delle istituzioni, ma anche perchè il nostro premier si è affrettato ad andare in TV per imbonire gli italiani con le sue bugie, rendendo di fatto pubblico anche ciò che poteva rimanere nel suo privato. Subito accanto a questo, direi quasi in parallelo, è arrivata la sentenza a Mills, l'avvocato inglese accusato di aver preso mazzette dalla Fininvest. Va detto subito che la sentenza era stata pronunciata in tempi lontani dalle elezioni, così, tanto per liberare il campo da maliziosi sospetti. In questo periodo si sono rese solo note le motivazioni. E si tratta di motivazioni pesanti, che vedono coinvolto il premier quale corruttore del corrotto Mills. Il quale premier, però, è stato stralciato in quanto protetto dallo scudo spaziale della legge Alfano. Ma non è finita qui. E' di questi giorni la notizia che per organizzare le feste a Villa Certosa, il premier avrebbe utilizzato gli aerei militari e quindi di proprietà dello Stato. Questa cosa, in termini tecnici, si chiama peculato, è soggetta a verifica ed eventualmente per essa sarebbe prevista una sazione. Ma i colonnelli del premier, Gasparri e Larussa, hanno detto che il capo ha usato quei voli per motivi di sicurezza personale e perchè comunque si devono fare un certo numero di voli all'anno (per giustificare la presenza di quegli aerei che, non dimentichiamolo, sono a carico dei contribuenti e che, quindi, se non servono, potrebbero essere venduti alla Croce Rossa, tanto per dire). E tutto questo tenendo presente che il precedente esecutivo, con un regolamento ferreo, ne aveva ridotto l'utilizzo a seguito della denuncia fatta per il volo che vide coinvolti i ministri Rutelli e Mastella, che andarono a vedere il Gran Premio di Formula 1, mentre questo esecutivo ha riaperto i cordoni. Ma i guai sono come gli esami di De Filippo, non finiscono mai, soprattutto quando si ha a che fare con una classe politica corrotta e stracciona. Quindi, puntuale scoppia l'emergenza rifiuti che riguarda non solo Palermo, ma ricomincia ad affiorare anche a Napoli, terre di mafia, di camorra e di mala politica, di destra e di sinistra. Resta un dubbio: perchè ci vengono continuamente raccontate delle bugie se non c'è niente da recriminare o da correggere nei comportamenti di chi ci governa o ci amministra?

martedì 2 giugno 2009

I rapporti tra mafia e politica.

Di seguito vi propongo lo stralcio di una intervista fatta da un giornale spagnolo ad Alexander Stille, docente di giornalismo alla Columbia University, autore di uno dei più celebrati e lucidi libri sulla mafia, «Cadaveri Eccellenti», da cui successivamente è stato tratto un documentario.
- Una delle frasi più famose del boss mafioso Giuseppe Guttadauro è: «per risolvere i suoi problemi, Berlusconi deve risolvere i nostri». Qual è stato il maggiore sforzo del primo ministro in questo senso? - Il suo sforzo per indebolire il potere giudiziario e rendere più difficile accusare i criminali, con leggi come quella che ora si discute in Parlamento per limitare l’uso delle intercettazioni, cruciali nelle indagini di mafia. O l’eliminazione delle prigioni riservate ai più potenti capi della mafia. Insomma, oggi in Italia risulta più difficile incarcerare qualcuno per fatti criminosi. Per questo la frase di Guttadauro è così chiara: ciò che fa Berlusconi per aiutare sé stesso apporta benefici collaterali ai criminali.
- Berlusconi ha degli accordi taciti con la mafia?- Non lo so e non credo che questa sia la domanda chiave, stando proprio a ciò che ha detto Guttadauro: la mafia opera secondo il principio «i nemici dei miei nemici sono miei amici». Per questo Berlusconi e la mafia sono in guerra con il potere giudiziario. Il problema fondamentale di Berlusconi è il conflitto di interessi. Risulterebbe ovvio impedirgli di legiferare perché ha un interesse personale nel risultato, dato che il suo amico intimo ed ex-responsabile della campagna elettorale, Marcello Dell’Utri, è stato condannato per connivenza con la mafia. Venendo dal nord, il primo ministro non capisce quanto sia terribile la presenza della mafia nella vita quotidiana della gente del sud.
- Siamo più vicini a vedere la fine del crimine organizzato? - Sì. Oggi la polizia e i giudici possono lottare meglio contro la mafia. I mezzi ci sono. Quello che manca sono la volontà e l’impegno politico, e questo è il problema centrale. Falcone era solito dire una cosa molto intelligente: la mafia, come tutto, ha un inizio e una fine. Voglio pensare che le circostanze cambieranno, ma nel medio periodo non sono molto ottimista, perché non vedo l’impegno né nella sinistra né nella destra.
- Il principale ostacolo? - L’Italia ha il problema del sud sin dall’unificazione. C’è bisogno di una pressione delle forze dell’ordine e della tolleranza zero nei rapporti politici con la mafia. Nonché la riorganizzazione dell’economia al sud. Bisogna chiudere il rubinetto del denaro pubblico per il sud. Adottare un federalismo fiscale affinché il nord smetta di sovvenzionare il sud. La mafia non è il «Padrino», sono assassini e trafficanti.
(fonte: http://italiadallestero.info/. Articolo di Società cultura e religione, pubblicato giovedì 28 maggio 2009 in Spagna).

lunedì 1 giugno 2009

Sono d'accordo con il premier.

Sì, avete letto bene, anch'io sono d'accordo con il premier. E non con quello francese o tedesco o peggio ancora spagnolo. No, col premier italiano. Anch'io condivido l'idea che bisognerebbe abolire le province perchè rappresentano un zavorra che appesantisce oltre misura il già pesante carico di debiti dello Stato e quindi dei cittadini. Magari si potrebbe partire dalla bozza Brunetta, che prevede che il parlamentino provinciale sia costituito dai sindaci dei comuni che vi afferiscono, con a capo il sindaco della città capoluogo. In questo modo non bisognerebbe neanche apportare le modifiche alla Costituzione e si potrebbbe fare prima, ottenendo una eliminazione che sarebbe nei fatti, ma non sulla carta. Poi condivido pienamente la riduzione dei parlamentari, anche qui sono tutti d'accordo, ma la riforma costituzionale appare necessaria e quindi bisogna mettersi subito al lavoro, sennò si rischia di arrivare alle calende greche. Giacchè si può anche aggiungere l'abolizione di una delle due camere e la costituzione di un unico grande congresso, all'americana. Infine sono d'accordo sulla definizione dei processi al solo primo grado, almeno per quel che riguarda la parte più significativa degli stessi, lasciando ai gradi successivi solo la discussione di quegli elementi introdotti successivamente che, da soli, potrebbero effettivamente stravolgere la sentenza di primo grado. A questo magari aggiungerei anche il fatto che, esaurito il primo grado, si dovrebbero bloccare i tempi della prescrizione, così nessuno avrebbe più interessi ad allungare all'infinito i processi. Allora, presidente, quando si comincia?
Come? La bozza Brunetta, a cui si è aggiunto in corsa anche il ministro Maroni, giace in attesa che, nel frattempo, ci si confronti sulle elezioni, perchè il capo deve avere il suo bagno elettorale poi, magari, con calma, si vedrà.
Allora partiamo con la riduzione dei parlamentari! Macchè, è stata bocciata la calendarizzazione dei lavori, proposta dal PD, fino alle elezioni ciccia, anche perchè se si fa troppo in fretta qualcuno dei parlamentari che sicuramente dovrebbe essere trombato, rischia di non fare adeguata campagna elettorale, perchè "sarebbe come chiedere ai capponi di anticipare il Natale". Cioè a dire che sarebbero proprio degli sprovveduti quei parlamentari che dovessero votare per il proprio licenziamento. Meglio sparare la bufala della proposta popolare attraverso la raccolta di firme, senza dire che comunque la parola definitiva spetta poi al Parlamento, e quindi ai capponi.
Beh, almeno la riforma della giustizia, le starà a cuore, presidente, ha vinto diverse elezioni con questo cavallo di battaglia. Come? Lascerà la politica quando avrà approvato la separazione delle carriere? Certo, si può anche essere daccordo su questo punto, ci si può arrivare, ma la separazione delle carriere non serve ad abbreviare i processi, al limite può essere la ciliegina sulla torta di una buona riforma già approvata. Le priorità della giustizia sono altre. La lentezza dei processi, i finanziamenti.
Insomma, per ora niente, solo proclami elettorali per nascondere le sue vicende private. La capisco, presidente, mi perdoni se, per una volta, mi ero illuso!