"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

domenica 29 novembre 2009

Per non dimenticare; i morti sul lavoro dal 21 al 24 novembre.

Continua il viaggio intrapreso da questo blog nel mondo delle mortalità sul lavoro. L'obiettivo è quello di rendere omaggio a quei piccoli eroi quotidiani, vittime di tante cause, ma anche, e a volte soprattutto, di una politica che disattende i propri doveri, per inseguire spesso obiettivi a breve scadenza e con mera finalità elettorale. Per loro chiedo un pensiero e, per chi ci crede, una preghiera durante la messa domenicale.
Cristian Ricciardone, 35 anni, operaio, Roccamandolfi24 11 2009
Cristian Ricciardone, operaio di 35 anni, è morto in un cantiere: mentre si trovava all’interno di una buca dove stava sistemando alcune tubature, la terra è franata seppellendolo. Categorie : edilizia, molise
Massimo Nardoni, 35 anni, operaio, Latina23 11 2009
Massimo Nardoni, operaio di 35 anni, è morto nell’ospedale di Latina cinque giorni da un incidente sul lavoro: era caduto da un’altezza di 5 metri mentre lavorava ad uno dei grossi serbatoi adibiti allo stoccaggio dei residui della lavorazione dei mangimi in una azienda agricola di Borgo Vodice. Categorie : agricoltura, lazio
Bruno Pasqualacci, 63 anni, operaio, Roma21 11 2009
Bruno Pasqualucci, 63 anni, dipendente della Direzione Territoriale Produzione -RFI- di Roma, è morto dopo un mese di agonia, iniziata lo scorso 23 Ottobre quando era stato travolto da un carrello della manutenzione infrastrutture delle ferrovie di Roma, presso la stazione di Maccarese. Categorie : lazio, trasporti

venerdì 27 novembre 2009

Alle donne qualche dato sugli screening mammografici.

Ogni volta che si parla di donne e di diritti delle donne e di violenza sulle donne, sento come il bisogno di gratificarle, per il solo motivo di esistere e di regalarci quanto meno la loro dolcezza e la loro bellezza. A loro, dopo la giornata che ricorda la violenza sulle donne, e dopo una giornata che ha segnato una sconfitta per le donne, a causa dello sbarramento da parte del senato alla distribuzione della pillola RU486, a loro, dicevo, voglio dedicare questo post, tratto da Doctornews, che possa essere informativo e spero gradito.
Solo una donna pugliese su dieci accede allo screening mammografico: 28.000 le donne coinvolte nel 2007, l’11,8 per cento delle aventi diritto. Un dato di gran lunga inferiore alla media nazionale: a quasi 20 anni dall’avvio dei programmi biennali di screening per la diagnosi precoce del tumore al seno, poco più del 60 per cento delle donne italiane aventi diritto riceve l’invito a sottoporsi all’esame mammografico. Circa 3 milioni di donne non sono coinvolte. La percentuale di donne che accedono ai controlli periodici è fortemente squilibrata fra il Nord e il Centro da un lato, dove varia tra il 70 e l’80 per cento, e il Sud e le Isole dall’altro, dove si supera di poco il 25 per cento. La mancata adesione ai programmi di screening comporta un ritardo nella diagnosi di tumore al seno e diminuisce le chances della terapia, che oggi può portare alla guarigione in un numero crescente di casi. Superare le differenze regionali nell’accesso allo screening mammografico è uno degli obiettivi della campagna Breast Friends for life e adesso è anche l’impegno di un gruppo di parlamentari, firmatarie di una mozione che chiede al Governo di promuovere l’omogeneità su tutto il territorio nazionale nell’accesso ai controlli periodici (la mammografia biennale per le donne tra i 50 e i 70 anni come previsto dai LEA).La mozione è stata illustrata a Roma, in occasione della consegna al Vice Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, Ferruccio Fazio, da parte della Presidente di Salute Donna onlus, Annamaria Mancuso, delle oltre 10.000 firme del Manifesto Breast Friends for life nel quale sono sintetizzati i capisaldi della lotta contro il tumore al seno: informazione, diagnosi precoce, adesione alla terapia e supporto psicologico.
L’incidenza della malattia è in crescita: una donna su otto è destinata a sviluppare questa neoplasia. Stile di vita corretto e diagnosi precoce rimangono i migliori alleati nella lotta alla malattia. “Diagnosticare per tempo un tumore consente una guarigione nel 90 per cento dei casi” – afferma Paolo Marchetti, Direttore Oncologia Medica, Ospedale Sant’Andrea, II Facoltà di Medicina e Chirurgia, “Sapienza” Università di Roma – “e lo screening mammografico è in grado di rendere gli interventi di chirurgia mammaria meno invasivi e di ridurre di circa il 25 per cento la mortalità”. La mortalità del tumore al seno si è ridotta molto negli ultimi anni, grazie anche ai rivoluzionari progressi nelle terapie. Oggi la parola d’ordine è “terapia personalizzata”, ovvero una strategia terapeutica che tiene conto del fatto che ogni donna ha un tumore al seno differente. La campagna Breast Friends for life ha voluto contribuire ad aiutare le donne ad affrontare in modo consapevole ed informato il percorso terapeutico dopo una diagnosi di carcinoma mammario. Diverse infatti sono le forme in cui può presentarsi il tumore alla mammella e quindi diverse le terapie: ne è un esempio la forma HER2 positiva, molto aggressiva, che rappresenta il 25-30 per cento di tutte le neoplasie della mammella e per la quale le terapie mirate come gli anticorpi monoclonali hanno mostrato risultati eccellenti. Questa campagna è un altro piccolo grande passo nella lotta contro la malattia.

giovedì 26 novembre 2009

Era proprio il caso? Storia di una domanda imbarazzante.

Facciamo un po' il punto della situazione.
La carta dei poveri è stata un flop, l'Alitalia pare sia stata salvata da soldi che erano stati stanziati per la ricerca, che dovevano essere restituiti, si parlava di prestito ponte, ma per ora restano dove sono. La class action è stata affossata, rinviata, azzoppata e chissà quando mai, e se, partirà, il codice fiscale sugli assegni per limitare l'evasione fiscale è stato abolito ed è stato introdotto lo scudo fiscale che premia, ma guarda un po', gli evasori. Annunciata ed abolita la riduzione delle tasse; l'IRAP, che doveva essere solo dilazionata ed è stata spacciata per un'abolizione, è rimasta tale e quale, senza contare che delle tasse che erano state rinfacciate al precedente esecutivo non ne è stata abolita neanche una, anzi, la pressione fiscale è aumentata delo 0,3%. Ed ora c'è anche la ciliegina sulla torta, hanno abolito il finanziamento dei libri per le scuole elementari per cui dall'anno prossimo si pagherà per frequentare una scuola che è definita obbligatoria e per cui fino ad oggi c'erano stati ampliamenti dei finanziamenti. In compenso, nonostante le promesse fatte in campagna elettorale, non sono state abolite le province, che costano una barca di soldi pubblici, nonostante ci fosse una proposta della Lega che consentiva di saltare la barriera costituzionale.
Le ronde non sono, di fatto, mai partite, i militari per strada hanno lasciato il tempo che hanno trovato, i clandestini sono stati cacciati mentre erano sulle barche, violando i diritti internazionali, dimenticando che erano solo il 15% degli immigrati nel nostro Paese e che nell'ambito di questa percentuale, grazie ai respingimenti si è passati da 20-25.000 immigrati a 9.000 quindi, ad essere generosi, si è andati incontro ad incrinare i rapporti con l'Europa ed il Vaticano solo per abbattere del 10% degli ingressi di immigrati, senza fare nulla per portare avanti una reale politica di contenimento dell'immigrazione e di integrazione degli immigrati presenti i quali, finché non avranno nulla da perdere, saranno sempre tentati a commettere reati. Contemporaneamente si lascia senza benzina il parco macchine in dotazione delle forze dell'ordine. I braccialetti elettronici per controllare i detenuti sono costati una barca di soldi, ma ne funziona solo uno, perché in Italia non è ancora partita la banda larga, i cui stanziamenti sono stati bloccati in virtù di non si sa bene cosa.
Ci è stato rifilato il digitale terrestre, una tecnologia medievale, che non funziona e che per giunta ci tocca pagarlo, mentre prima vedevamo bene e gratis, per colpa dell'ennesimo conflitto di interessi. Per non contare lo sfascio istituzionale, politico, morale che ormai la fa da padrone nella società italiana.
In compenso, la legge sullo stalking funziona, a tutt’oggi i procedimenti penali aperti negli uffici giudiziari milanesi per questo reato sono 300, con una media di 17 al giorno, mentre a Firenze sono undici i casi in cui il provvedimento di ammonimento adottato dal Questore nei confronti di altrettanti stalker ha consentito la cessazione delle molestie nei confronti delle vittime, e così via di città in città.
Ora, io mi chiedo, era proprio il caso di portare al governo dei presunti delinquenti, e non dico altro, per avere in cambio una banale legge sullo stalking?

mercoledì 25 novembre 2009

Noi, l'Europa e le leggi banana.

Leggendo le cronache di questi giorni, mi viene in mente l'intervento di Beppe Grillo e Luigi De Magistris al Parlamento Europeo, dove i nostri pregarono le istituzioni europee di non versare più i finanziamenti all'Italia, in quanto ogni soldo che ci arriva non va allo sviluppo e all'innovazione tecnologica, ma è destianto ad ingrassare la diffusa corruzione che permea la politica, connivente con ogni forma di criminalità organizzata. Ricordo a quanti si fossero distratti, che i soldi che ci vengono elargiti dall'Europa sono quella parte di tasse che paghiamo noi tutti, insieme agli altri cittadini europei e che vengono di volta in volta destinati a risolvere i problemi delle aree del continente ritenute più depresse e meritevoli di aiuto per lo sviluppo. Bene, Grillo e De Magistris chiesero all'Europa di non erogarci più quei soldi. In questi giorni, mentre si parla di processo breve, mi viene in mente la motivazione che gli alleati del premier adducono per giustificarlo. Ce lo chiede l'Europa, se non abbassiamo i tempi dei processi, l'Europa ci sanziona. Che poi è la stessa motivazione, più o meno, che fu addotta da Tremonti quando diede del "testa di cazzo" ad un giornalista straniero, in diretta, solo perché gli aveva fatto notare che forse la legge sullo scudo fiscale era inopportuna. In quell'occasione la colpa era dei paradisi fiscali. La stessa motivazione fu addotta dagli ideatori dell'indulto di ceppalonica memoria. Anche lì era chissà quale organismo internazionale a chiedere all'Italia una più umana carcerazione. Idem con le frequenze da dare a Europa 7, che invece di toglierle alla rete abusiva, Rete 4, si pensò di toglierle a RAI 1.
Insomma, per farla breve, ogni volta che c'è da sanare una palese volazione di leggi, regolamenti o diritti internazionali, i nostri governanti si inventano qualcosa che va esattamente nella direzione opposta a quella auspicata. Come il marito che per fare dispetto alla moglie si taglia i genitali. E, alla fine, chi ci rimette siamo noi cittadini che siamo costretti a tenerci leggi da irresponsabili, senza neanche poterci appellare al buon senso, perché lo ha chiesto l'Europa. Allora io lancio un appello, come fecero Grillo e De Magistris: evitate di aiutarci, cacciateci dall'Europa se non vi va bene quello che facciamo, ma non dateci più direttive, perché ogni volta ci si rivoltano contro. Il popolo italiano ve ne sarà profondamente riconoscente!

martedì 24 novembre 2009

La raccolta differenziata dei rifiuti. Un piccolo episodio di periferia

Da qualche settimana, nel mio comune, è cambiato qualcosa nell'organizzazione della raccolta differenziata dei rifiuti. In generale, l'organizzazione prevede che, nei giorni indicati, avviene la raccolta porta a porta di un certo tipo di rifiuti. Il lunedì l'indifferenziato, il martedì la carta, il mercoledì l'indifferenziato, il giorvedì la plastica, il venerdì l'indifferenziato, il sabato il vetro. Questa l'organizzazione originaria. Poi è cambiata l'amministrazione ed è cambiato il gestore del servizio. Ed arriviamo a qualche settimana fa, quando è stato comunicato ai cittadini il cambiamento di organizzazione. Il lunedì l'indifferenziato, il martedì la raccolta mista di materiali riciclabili, il mercoledì l'indifferenziato, il giovedì il vetro, il venerdì e il sabato l'indifferenziato. Il lettore si chiederà come mai l'interesse per un così banale cambiamento. Mi spiego.
Se nell'organizzazione della raccolta si diminuisce lo spazio per il differenziato e si aumenta lo spazione per l'indifferenziato, diamo al cittadino la possibilità di tornare alla vecchia organizzazione familiare, perché se uno da anni è abituato a non differenziare, vede la raccolta differenziata come il fumo negli occhi, come un peso, un'imposizione che non sempre viene rispettata, per cui spesso si tende a buttare nell'indifferenziato anche ciò che si dovrebbe differenziare. E' qui che dovrebbe intervenire l'amministratore, facendo due passaggi importanti. In primo luogo l'educazione del cittadino e la predisposizione di azioni, anche diverse dalla semplice raccolta domestica dei rifiuti, come ad esempio la predisposizione di cestini nella città, il miglioramento del servizio di raccolta, anche nei posti più difficili da raggiungere, eventualmente l'incentivo ai cittadini più virtuosi, attraverso la pesatura del differenziato, come già avviene in qualche realtà. E poi, col tempo, la diminuzione dei giorni di raccolta per l'indifferenziato. Qui invece si è fatto il contrario. I cestini in giro per la città sono un miraggio, di ampliare la coscienza ecologica dei cittadini non se ne parla, ed ora ci propongono di diminuire i giorni per il differenziato, in favore dell'indifferenziato. Questo piccolo episodio è l'ennesima dimostrazione di come la politica ha smesso di educare i cittadini.

lunedì 23 novembre 2009

Quanto ai rifiuti di Palermo, i cittadini possono stare tranquilli.

Sul caso Brenda la giustizia farà il suo corso. Per noi cittadini, almeno nell'immediato, non cambierà nulla, a meno che non emergano forti responsabilità politiche. Anche sulla crisi nel governo, per ora, in attesa che diventi crisi di governo, non ce ne può fregare di meno, tranne il piccolo dettaglio che questo esecutivo, non ha ancora fatto nulla per i cittadini e, nonostante una maggioranza imbarazzante, non riesce a legiferare come si deve ma rimane bloccato su una riforma della giustizia alquanto aleatotria, per dirla con un eufemismo.
Cosa rimane? Ad esempio, tra tutto questo casino, una cosa che sta passando nel silenzio più totale, sono i rifiuti di Palermo. Forse non puzzano ancora abbastanza o forse è più chic dire che i napoletani puzzano, magari con una canzoncina come fece quel leghista di cui non ricordo più neanche il nome. Ma incuranti della nostra indifferenza, i sindaci della provincia di Palermo scendono sul piede di guerra nei confronti della Regione e bussano, come si suol dire, a denari. "Chiediamo un intervento economico straordinario per consentire agli attuali Ato rifiuti di potere superare la grave crisi economica e finanziaria in cui versano - dice il presidente della provincia Giovanni Avanti - bisogna inoltre avviare la costruzione dei termovalorizzatori un progetto oggi fermo alla Regione. Gli Ato in Sicilia hanno raggiunto un debito di 800 milioni di euro e sono un servizio in costante perdita, sulle spalle solo dei Comuni e dei cittadini". Ormai da una decina di giorni, la raccolta è ferma o va avanti a singhiozzo in tutti i comuni. Cgil, Csl e Uil hanno chiesto un incontro con il prefetto di Palermo e hanno inviato al capo della protezione civile nazionale Guido Bertolaso la richiesta di istituzione di un tavolo di crisi. A Monreale, dove gli autocompattatori hanno iniziato a raccogliere i rifiuti perché l'Ato 2 Alto Belice ha pagato l'Amia versando 80 mila euro, i residenti esasperati sono scesi in strada e hanno bloccato con i cassonetti l'accesso a una delle frazioni della cittadina. Sul posto sono intervenuti i vigili urbani e i carabinieri.
A Corleone sono entrati in stato di agitazione i netturbini che non ricevono lo stipendio da ottobre. "Sono intervenuto personalmente - spiega Giuseppe Giandalone, assessore all'Ambiente del Comune - noi abbiamo pagato la quota all'Ato 2 di cui facciamo parte. La società che gestisce i servizi mi ha assicurato che gli stipendi saranno pagati nei prossimi giorni. Ma il personale non ce la fa più".
Insomma è tutto in divenire, gli attori dono sempre i soliti, Bertolaso, i sindacati, i politici e un fiume di danaro pubblico pronto per essere speso. Mentre non si parla di raccolta differenziata, ma di termovalorizzatori. I cittadini possono stare tranquilli.

domenica 22 novembre 2009

Per non dimenticare; i morti sul lavoro dal 14 al 19 novembre.

Continua il viaggio intrapreso da questo blog nel mondo delle mortalità sul lavoro. L'obiettivo è quello di rendere omaggio a quei piccoli eroi quotidiani, vittime di tante cause, ma anche, e a volte soprattutto, di una politica che disattende i propri doveri, per inseguire spesso obiettivi a breve scadenza e con mera finalità elettorale. Per loro chiedo un pensiero e, per chi ci crede, una preghiera durante la messa domenicale.
Cristinel Bileaga, 40 anni, operaio, Latina19 11 2009
Cristinel Bileaga, operaio romeno di 40 nni, è morto cadendo dal capannone su cui stava lavorando a Latina. Categorie : edilizia, lazio
Antonio Moncada, 79 anni, agricoltore, Aragona19 11 2009
Un agricoltore di 79 anni, Antonio Moncada, di Aragona, è morto in un incidente mentre maneggiava la sua motozappa. Categorie : agricoltura, sicilia
Getullio Sannipoli, 54 anni, operaio, Gubbio19 11 2009
Getullio Sannipoli, operaio di 54 anni e’ morto investito da un autocarro davanti al cancello d’ingresso del cementificio di Gubbio dove lavorava.Categorie: cementificio, umbria
Pietro Cutri, 27 anni, addetto alle pulizie, Torino19 11 2009
Pietro Cutrì, addetto alle pulizie di 27 anni, è morto a Torino: mentre stavo pulendo un ascensore nuovo è rimasto schiacciato tra il terro della cabina ed un ingranaggio. Categorie : lavori vari, piemonte
Francesco Belcastro, 45 anni, operaio, Mortara19 11 2009
Francesco Belcastro, operaio di 45 anni, è morto cadendo da un tetto mentre rimuoveva l’amianto in una centrale di distribuzione del metano a Mortara. Categorie : edilizia, lombardia
Umberto Biondini, 62 anni, operaio, San Faustino18 11 2009
Umberto Biondini,operaio di 62 anni, è morto in una cava tra San Lorenzo e San Faustino al centro della quale c’è un lago artificiale: mentre era alla guida di una ruspa, il mezzo si è rovesciato all’interno del lago schiacciando l’uomo. Categorie : estrazioni minerarie, umbria
Enrico Rimoldi, 61 anni, agricoltore, Appiano Gentile14 11 2009
Enrico Rimoldi, agricoltore di 61 anni, stava tagliando su disposizione del sindaco di Appiano Gentile alcuni alberi quando un ramo l’ha colpito alla testa uccidendolo. Categorie : lombardia, silvicoltura
Andris Dicis, 23 anni, marinaio, Augusta14 11 2009
Andris Dicis, marinaio lettone di 23 anni, è morto ad Augusta: mentre stava lavorando sul ponte di una petroliera, un braccio meccanico posto sul pontile ha ceduto ed è andato a finire sulla nave, schiacciando lo sfortunato marinaio. Categorie : sicilia, trasporti

venerdì 20 novembre 2009

Fame nel mondo: ovvero, passata la festa, gabbato lo santo.

Così si è concluso l'ennesimo, inutile, vertice sulla fame nel mondo. Chi doveva fare passarella, ha fatto passarella, che doveva lanciare proclami ha lanciato proclami, chi doveva fare inutili promesse ha fatto inutili promesse. Ma nel coro dei commenti si è aggiunta più di qualche voce critica. Ad esempio, l'oncologo Umberto Veronesi si unisce all'appello ai Governi per fatti concreti, e non solo promesse: "In questo momento di cibo ce n'è per tutti - osserva il direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo), dopo le parole del Papa in occasione del summit capitolino - Anche se non credo che sarà così ancora per molto - avverte - perché a breve nel mondo saremo in 10 miliardi, rispetto ai 7 miliardi di oggi. Il problema attuale – precisa lo scienziato - è la cattiva distribuzione. Ci sono Paesi, per un totale di circa un miliardo di persone, che mangiano troppo e hanno malattie da sovranutrizione (obesità, diabete, malattie cardiache). E c'è un altro miliardo di persone che invece soffrono la fame, che hanno malattie da denutrizione. Anche a questo proposito la Fondazione Umberto Veronesi intende intervenire pesantemente - annuncia l'oncologo - perché ci sia un riequilibrio intelligente delle risorse, che serva a tutti". Secondo Veronesi, la lotta contro la fame nel mondo "richiederà un accordo di tutti i Paesi. Tuttavia anche in Europa, specie in questo periodo di crisi economica, abbiamo dei problemi. Emergenze che si potrebbero contrastare anche promuovendo la pace, è convinto il senatore Pd. Fra gli obiettivi primari di 'Science for Peace', ricorda, c'è lo smantellamento dei 27 eserciti dei singoli Paesi europei per costituire un unico grande esercito di pace. Così, riflette l'ex ministro della Sanità, si potrebbero risparmiare miliardi di euro utili per scuole, ospedali e aiuti alle aree più depresse.
Un'altra voce critica è quella dell'organizzazione umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF). Il vertice Fao "ha fallito clamorosamente nel proteggere i più vulnerabili": i bambini. Mentre a Roma il summit mondiale sulla sicurezza alimentare volge al termine, "la comunità internazionale, per l'ennesima volta, non riesce a impegnarsi per affrontare la malnutrizione infantile. I leader mondiali non sono nemmeno riusciti a stanziare fondi per affrontare direttamente il problema della malnutrizione, nonostante la promessa di 20 miliardi di dollari per sostenere la sicurezza alimentare fatta al vertice del G8 all'Aquila quest'anno". Secondo Msf, "sono stati trascurati i milioni di bambini sotto i 5 anni (tra i 3,5 e i 5 milioni) che ogni anno muoiono a causa della malnutrizione". Un rapporto di Msf presentato ha dimostrato come, dei miliardi di dollari stanziati dai governi dei Paesi appartenenti all'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) per i programmi di assistenza alimentare e sicurezza alimentare, solamente l'1,7% affronta direttamente la malnutrizione infantile". Eppure, "garantire che l'assistenza alimentare prevenga la malnutrizione infantile rappresenta un'esigenza urgente - ammonisce Msf - e disegnare programmi che affrontino le esigenze nutrizionali dei bambini dovrebbe essere una priorità. In realtà, gli attuali aiuti alimentari finanziati dai donatori internazionali, quali i Paesi appartenenti all'Ocse, non contengono gli elementi nutrizionali necessari ai bambini più piccoli per la crescita e lo sviluppo. I leader del G8 erano di fatto assenti dal vertice sulla sicurezza alimentare. Questo non costituisce una giustificazione per la totale assenza di impegno nel combattere la malnutrizione infantile, specialmente nello stanziamento dei finanziamenti promessi al vertice del G8 all'Aquila", conclude l'onlus.
Insomma passata la festa gabbato lo santo.

giovedì 19 novembre 2009

False parole e vere bugie.

Già, non è finita qui, così concludevo ieri il mio post. Le parole di oggi, per spaventare le masse sono, tra le altre, giustizialismo e laicismo. Dietro queste etichette Vaticano e Corrotti di Stato coprono i propri limiti, le proprie debolezze. Tutto ciò che confligge con la morale, ma sopprattuto con i dogmi che si è data una certa chiesa, viene etichettato come laicismo. E in virtù di questo termine si giustificano le guerre contro i diritti e il progresso. Contro le tematiche di fine vita, argomenti non negoziabili e, perfino, contro la fame del mondo. Sì, perché il papa ha detto che di cibo nel mondo ce n'è per tutti. Certo, ma allora vorrei chiedere a Sua Santità, è più facile convincere i potenti del mondo a destinare risorse sufficienti ai paesi meno abbienti ed evitare che ogni 6 secondi un bambino muoia di fame, o è più facile convincere i poveri ad indossare un profilattico che, oltre ad avere il beneficio della regolamentazione delle nascite, è anche un efficace strumento di prevenzione delle infezioni, non ultimo l'AIDS? Quanto alla parola giustizialismo, è una parola che non esisteva, un neologismo che esiste solo in quanto esistono politici corrotti. Io credo che esista ciò che è giusto e ciò che non lo è. Tutto il resto è propaganda montata ad arte da chi teme di essere intercettato, è il caso di dire, da problemi giudiziari.
Ieri poi mi è capitato di sentire Maroni, il nostro ministro dell'Interno e, per una volta, strano ma vero, mi sono trovato daccordo con quello che diceva, ed è tutto dire. Se con questa maggioranza non si riesce a fare le ridforme, allora è meglio per tutti andare via, più o meno queste le sue parole. Io aggiungerei che, se non ci riesce questa maggioranza, se questa maggioranza deve ricorrere ai voti di fiducia, se il parlamento è bloccato, pur in assenza dell'opposizione, allora vuol dire che il sistema è corrotto dalle fondamenta e che forse qualcosa vada cambiato.
C'è infine la parolina 'mai'. Utilizzata sempre di più dal presidente del consiglio. Prima si riferiva solo a quello che diceva, della serie non ho mai detto, e lì negava anche l'evidenza. Ora si limita a dire non ho mai pensato, e allora, forti del suo recente passato in merito all'utilizzo di quella parolina, noi tutti siamo sicuri, non solo che ci abbia pensato, ma che forse qualche passo verso l'operatività sia già stato fatto. E mi riferisco alle elezioni anticipate. Tra poco si vota, spero solo che non sia l'ennesimo sciocco ed irresponsabile plebiscito per il padrone assoluto. Perchè, teniamolo sempre presente, non c'è dittatore che tenga, i responsabili del nostro destino, almeno fino ad ora siamo solo noi.

mercoledì 18 novembre 2009

Benvenuti nel casino Italia.

In questo casino di Italia ognuno dice cose a vanvera e si occupa di cose di cui non dovrebbe occuparsi, le parole assumono significati diversi rispetto a quanto ci viene raccontato dai vocabolari, divenuti ormai pezzi da museo, nascono neologismi finalizzati a nascondere ed a mistificare la realtà. Ma andiamo per ordine.
Ieri il presidente del senato ha dichiarato che o si sta uniti, nella magioranza, o si va alle urne, dimenticando, il presidente del senato, seconda carica dello Stato, che nè lui, nè il presidente del consiglio, nè il proprietario del più popoloso partito rappresentato nel parlamento, che poi è la stessa cosa, possono sciogliere un bel niente, ma tale compito spetta al capo dello Stato. Allo stesso modo, il presidente del consiglio qualche settimana fa si era arrogata l'elezione da parte del popolo, dimenticando, lui che è la quarta carica dello Stato e che, come il presidente del senato queste cose le dovrebbe conoscere molto bene, che la sua è un'investitura e non un'elezione, è un incarico che gli è stato conferito dal capo dello stato, anche questa volta, e che solo lui, anche questa volta, glielo può revocare. Ma, per favore, facciamogli un corso accelerato di Costituzione, a questi signori, sono disposto a spenderci di persona, ma evitiamo brutte figure in pubblico.
Andiamo avanti. Si parla di legittimo, riferito un tempo, quando si trattava di salvare Previti, al sospetto, ora, che si tratta di salvare il Capo, all'impedimento, per nascondere ciò che legittimo non è. Si dice che Cosentino dovrebbe fare un passo indietro. Capofila della fronda è bocchino e dietro di lui ci sarebbero i finiani. Ma, io dico, questi signori dove erano quando Cosentino è stato inserito nel governo, in qualità di sottosegretario, perchè hanno aspettato due anni per parlare. Bocchino mi pare sia anche napoletano o della zona, ma davvero vuole farci credere che sia un verginello e che ha capito solo ora, dopo la possibilità di un arresto, che Cosentino doveva fare un passo indietro? Ma davvero ci prendono per scemi o, parlando l'italiano, a destra sono tutti conniventi, cioè gente che sa ma finta di non sapere, vede e fa finta di non vedere? E non è finita qui.

lunedì 16 novembre 2009

Se i volgari inceneritori diventano termovalorizzatori fanno meno paura.

Il Termoutilizzatore di Brescia, un mega impianto da 800.000 tonnellate l'anno, produce un decimo dell'energia erogata da una normale centrale turbogas. Di contro, il suo costo impiantistico per MegaWatt è cinque/sei volte tanto. Solo il 20% del potere calorifico presente nei rifiuti viene recuperato, contro il 55% di una centrale turbogas. Per di più, i vantaggi derivanti dalla poca energia ricavata, 570 milioni di chilowatt ora - ma le centrali si sfidano a colpi di GigaWatt - vengono annullati dallo spreco di materiali preziosi. Nella fattispecie, ogni anno vanno in fumo 5 o 6.000 tonnellate di ferro, 6.000 tonnellate di alluminio e centinaia di tonnellate di rame. Peccato che i minerali e i giacimenti fossili disponibili nella crosta terrestre non siano eterni, ma soprattutto abbiano tempi di formazione che vanno oltre la durata della vita umana. Quindi, per evitare di compromettere le riserve minerarie e fossili disponibili, dobbiamo riciclare, non incenerire. Qui casca l'asino. I Termoutilizzatori sono investimenti fruttuosi. Mentre le direttive che arrivano dall'Europa, della quale siamo diversamente membri, considerano energia rinnovabile solo la parte organica dei rifiuti, ovvero gli scarti vegetali, da noi l'energia prodotta dai rifiuti viene considerata tutta rinnovabile, alla stregua del solare, dell'eolico, dell'idroelettrico e del geotermico. Attraverso questo giochetto, una specie di Lodo Alfano della spazzatura, gli inceneritori beneficiano dei cosiddetti CIP6, finanziati estorcendo un sovrapprezzo del 7% sulle nostre bollette elettriche. Per l'impianto di Brescia, nel 2006 ASM Spa ha ricevuto contributi per oltre 71 milioni di euro. Più si termoutilizza, più si guadagna. Per termoutilizzare, però, ci vuole la materia prima: i rifiuti solidi urbani (RSU). Perché l'investimento renda al massimo, è necessario trovare circa 800.000 tonnellate di munnezza l'anno. A Brescia cercano disperatamente di buttare qualsiasi cosa, anche oggetti nuovi, ma in tutta la provincia, in base al Rapporto Termoutilizzatore 2006/2007, non raggranellano che la metà della spazzatura necessaria. Il resto bisogna importarla. Ecco perchè riciclare non conviene: un aumento di efficienza della raccolta differenziata diminuirebbe la pur già esigua disponibilità di rifiuti da bruciacchiare. Più riciclaggio = meno dividendi alla fine dell'anno. Poco importa se nel latte di alcune aziende nei dintorni della città si è recentemente scoperta una presenza di diossine fuori norma. Chissenefrega se si nota un’elevatissima incidenza di tumori al fegato. Il Registro Tumori dell'ASL tranquillizza tutti: è colpa dell'abuso di alcolici. Se lo dice il Registro Tumori dell'ASL, finanziato da tale Ing. Renzo Capra il quale è anche Presidente di ASM nonchè Presidente del Consiglio di Sorveglianza di A2A - nella quale l'ASM è confluita - allora a Brescia si possono dormire sonni tranquilli. Direi tra due guanciali. Anzi, visto che le nanopolveri possono percorrere anche 300Km prima di depositarsi, vorrei lanciare un monito ai lombardi tutti: respirate a pieni polmoni, l'importante è non esagerare con i grappini! A titolo di informazione, in Lombardia ci sono 13 impianti che fanno l'aerosol ai padani, e che tra l'altro non contribuiscono che per il 2% al fabbisogno energetico nazionale. Ora si spiega perchè Bossi è un po' iperteso. Ma il meglio deve ancora venire! Nel 2006 il WTERT– Waste to Energy Research and Technology Council 2006 (Il Consiglio per la Ricerca e la Tecnologia della Termovalorizzazione) ha conferito al termoutilizzatore di Brescia il premio 'Industry Award 2006' per il miglior impianto di termovalorizzatore al mondo. Il WTERT, della Columbia University, annovera la Martin GmbH tra gli Sponsors and Supporting organizatons. Indovinate chi figura tra i costruttori dell'inceneritore premiato? Bravi, avete vinto una fialetta di nanoparticelle da inalarvi per aerosol nel caso abbiate bevuto un goccio di troppo.

domenica 15 novembre 2009

Per non dimenticare; i morti sul lavoro dal 6 al 14 novembre.

Continua il viaggio intrapreso da questo blog nel mondo delle mortalità sul lavoro. L'obiettivo è quello di rendere omaggio a quei piccoli eroi quotidiani, vittime di tante cause, ma anche, e a volte soprattutto, di una politica che disattende i propri doveri, per inseguire spesso obiettivi a breve scadenza e con mera finalità elettorale. Per loro chiedo un pensiero e, per chi ci crede, una preghiera durante la messa domenicale.
Martin Gubka, 32 anni, autotrasportatore, Termoli14 11 2009
Martin Gubka, autotrasportatore slovacco di 32 anni,è morto intrappolato nell’abitacolo del suo camion precipitato da un viadotto autostradale a Termoli. Categorie : molise, trasporti
Benvenuto Magarotto, 65 anni, agricoltore, Campogalliano11 11 2009
Benvenuto Magarotto, 65 anni, agricoltore, è moorto schiacciato da una rotoballa di fieno presso l’azienda agricola di cui era dipendente a Campogalliano. Categorie : agricoltura, emilia romagna
Youssef Ahmed Ihab Fouad, 39 anni, muratore, Milano11 11 2009
Youssef Ahmed Ihab Fouad, egiziano di 39 anni, è morto durante i lavori di ristrutturazione di un palazzo vicino alla stazione centrale di Milano, travolto dal crollo di un tramezzo. Categorie : edilizia, lombardia
Massimo Vicenzi, 44 anni, imprenditore, Pescantina10 11 2009
Massimo Vicenzi, 44 anni imprenditore, è morto schiacciato da un carico di lastre di marmo mentre stava utilizzando una macchina nella sua azienda. Categorie : lavorazione della pietra, veneto
Mario Marinelli, 63 anni, imprenditore, Montemarciano9 11 2009
Mario Marinelli, imprenditore di 63 anni, è morto nella sua officina a Montemarciano (Ancona), colpito alla testa dal braccio meccanico di un apparecchio industriale. Categorie : marche, meccanica
Rida Abao Ibrahim, 29 anni, marinaio, Ancona9 11 2009
Rida Abao Ibrahim, marittimo egiziano di 29 anni, è morto nel porto di Ancona mentre stava per salpare con un peschereccio; sarebbe rimasto agganciato ad un verricello azionato per tirare in barca le reti, venendo poi sbattuto più volte con violenza contro la fiancata di un’altra barca. Categorie : marche, pesca
Francesco Rizzo, 46 anni, operaio, Parabiago6 11 2009
Francesco Rizzo, operaio edile di 46 anni, è morto dopo essere caduto da una palazzina in costruzione a Parabiago, rimanendo infilzato nella recinzione di ferro. Categorie : edilizia, lombardia
Carlo Schiavon, 43 anni, imprenditore, Padova5 11 2009
Carlo Schiavon, 43 anni, è morto all’ospedale di Padova dov’era ricoverato da venerdì scorso in rianimazione in seguito ad un’intossicazione da acidi dovuta alla verniciatura di una cisterna nell’azienda di sua proprietà. Categorie : chimica, veneto
Domenico Ricco, 27 anni, operaio, Firenze5 11 2009
Domenico Ricco, operaio di 27 anni e’ morto investito da un treno, in zona Rifredi, a Firenze, mentre stava lavorando con due colleghi ad uno scambio. I tre si sarebbero allontanati dal binario su cui stavano lavorando per il sopraggiungere di un convoglio ma, durante lo spostamento, la vittima sarebbe stata investita da un secondo treno in arrivo su un altro binario.
FonteCommenti : 1 Commento » Categorie : toscana, trasporti

venerdì 13 novembre 2009

Per governare basta giocare un po' con le parole.

Ieri è acacduto che una nuova giornata ha visto la luce del sole. No, un momento, non sono rimbambito, mi spiego meglio. Tutti saprete che la giornata di ieri, il 12 novembre, è stata dichiarata giornata per i morti nelle missioni di pace, o qualcosa del genere. Io credo che non ci sia limite alla vergogna. Quella di cambiare i nomi ed inventarsi cose vecchie che si spacciano per nuove. Insomma, non mi va giù che, con proclami e rulli di tamburi, facce contrite dal dolore e dall'ipocrisia, si commemorino i morti delle missioni di pace. Intendiamoci, io non sono contrario alla celebrazione dei defunti, non voglio essere irrispettoso verso i morti, soprattuto quelli in divisa, che hanno lottato per la notstra libertà e/o per la nostra sicurezza. Ma una giornata per i caduti in divisa esisteva già, qual'era l'esigenza ipocrita di crearne un'altra? Esiste già una giornata dedicata ai caduti di tutte le guerre. Si trattava solo di dare il giusto nome alle cose. Perchè separare le cosidette missioni di pace dalle comuni guerre? Forse che i morti in queste ultime sono meno nobili dei primi? Ripeto, qui si tratta solo di chiamare le cose con il loro nome. Come, ad esempio, sempre ieri, si è deciso chiamare processo breve, ciò che invece dovrebbe essere chiamato prescrizione breve. Il portavoce del governo ha dichiarato che è una legge per tutti gli italiani, ciò che invece non è per tutti gli italiani, ma solo per gli incensurati. C'è un'ostentazione di globalità, in questa nuova legge, che francamente non è dovuta. Così come c'è un'ostentazione della parola modernizzazione e suoi derivati, che mi fa puzzare la norma lontano un miglio. Infine, un'altra parola usata a sproposito è sconto fiscale, invece che dilazione fiscale, nel caso dell'IRPEF, di questi ultimi giorni. Ma gli esempi sulle parole utilizzate nel campo fiscale da questo governo potrebbero essere molti; di fatto nessuno sgravio concreto rispetto alle contestatissime tasse del precedente esecutivo.
Insomma chi ci governa gioca con le parole e cerca di far credere alla gente cose che invece non sono. Basta un po' di superficialità, e in Italia ce n'è tanta, e il gioco è fatto. Ma francamente non credevo che si potesse arrivare a speculare anche sui morti, soprattutto quelli che sono morti per noi.

giovedì 12 novembre 2009

"Con questi dirigenti non vinceremo mai!"

Per la riforma del processo penale sembra fatta. Pare che ci sia un accordo fra i due maggiori leaders del PDL. La prescrizione per i soli incensurati scatterà dopo sei anni. Credo sia questo il nocciolo della questione, il punto qualificante della legge che oggi arriverà al Senato.
Ma la questione che voglio porre all'attenzione di chi legge ovviamente non è questa. Sarebbe troppo banale. Quello che voglio sottolineare è che, mentre i giornalisti devono fare il loro mestiere, come dicevo qualche giorno fa, i politici devono fare il proprio. Mi spiego meglio. Se da una parte è giusto che un giornalista dica che questa è una legge che sembra fatta su misura per il presidente del consiglio, che si tratta dell'ennesima legge ad personam. Se da una parte è giusto da parte di un giornalista fare dietrologia, commentare. Anzi direi che è quasi doveroso, spiegare le notizie e non limitarsi a darle. Come diceva il mio professore dio filosofia al liceo, le notizie sono come dei sacchi, se non li riempi si afflosciano. Allora io mi aspetto di sentire da un giornalista un commento, come quando si guarda una partita di calcio. E' più brutta se uno la guarda senza l'audio, quando ad esempio c'è uno sciopero dei giornalisti, mentre diventa più interessante se sotto c'è il commento, anche se non lo si condivide. Se mi aspetto tutto questo dai giornalisti e dai semplici cittadini, che magari scrivono su un blog, io questo non me lo aspetto più da un politico. Da un politico mi aspetto che mi dica se è o meno daccordo con il provvedimento, mi aspetto che me lo spieghi e che mi dica perchè è daccordo o non lo è. Non solo, ma se è un politico dell'opposizione mi aspetto anche e soprattuto che mi dica qual'è la proposta alternativa che lui avrebbe adottato se si fosse trovato nella condizione di poterlo fare. Che mi dica cosa farà quando il provvedimento arriverà in aula, quali emendamenti cercherà di far approvare. Perchè, se una legge va bene anche per i cittadini, cosa importa ad un cittadino se quella legge privilegerà il presidente del consiglio?
Intendiamoci, io non sono a favore della legge in argomento, ho letto diverse cose e mi dono fatto un'idea abbastanza prescisa di quello che sta accadendo nel settore giustizia e di quello che potrebbe accadere se non avessimo questa classe politica che ci governa. Ma il punto non è questo, i politici devono parlare di politica, di servizi al cittadino, di diritti dei cittadini, non di quanto è bello o brutto il presidente del consiglio, non se ne può più. Se si vuole veramente affossare un politico, bisogna ignorarlo e parlare di sostanza, di politica e di fatti.
Come disse Nanni Moretti in un suo celebre sfogo: "Con questi dirigenti non vinceremo mai!".

mercoledì 11 novembre 2009

Dai vescovi, finalmente, una possibilità di riscatto.

Questa settimana sono in vena di buone notizie. Sarà l'aria grama che tira e che mi fa sentire il bisogno di qualcosa di buono, ma ho cercato, ed infine trovato, tra le mille pieghe dei notiziari nazionali, una buona notizia da commentare.
Una volta tanto sono d'accordo con la Chiesa. Intendo con le gerarchie. Sì, perché esiste una Chiesa che è della gente comune, dei fedeli, ed una Chiesa che è delle gerarchie, che spesso è distante mille miglia dalla prima, non ne sente i rumori e gli umori. Spesso calpesta, a suon di dogmi, i diritti civili ed ignora soluzioni di buon senso. Che poi però si traducono in inspiegabili tolleranze quando i protagonisti cambiano e divengono gente che, in un modo o nell'altro, rappresenta un potere. Molto tempo fa un vescovo di Avellino tuonò contro le raccomandazioni. Dodici anni fa Giovanni Paolo II tuonò contro la mafia, pronunciando quel famoso imperativo ai mafiosi "Convertitevi".
Beh, ieri, quando ormai pensavamo che la Chiesa delle gerarchie avesse dimenticato questi attacchi diretti al potere, è arrivato, forte e chiaro un comunicato, anche questa volta da parte dei vescovi che, per bocca della CEI, hanno dichiarato che “I mafiosi sono automaticamente fuori dalla Chiesa, non servono scomuniche”. Naturalmente questa è una buona notizia solo in linea teorica, per il momento. Ci si aspetta, infatti che, da oggi in poi, avvengano velanghe di rifiuti alla somministrazione dei sacramenti a persone riconosciute come mafiosi o comunque affiliati alla criminalità organizzata. Niente matrimoni, battesimi, comunioni, cresime. Niente di niente a nessuno. Se volete la somministrazione dei sacramenti la Chiesa è disponibile, a patto che vi inginocchiate davanti alla legalità. Ora i preti hanno la copertura della CEI e possono agire liberamente alla luce del sole. D'altra parte la scomunica è già attiva, e votata all'unanimità dai vescovi, per i divorziati. Noi cattolici aspettiamo fiduciosi. Laddove non si può arrivare all'arresto, speriamo almeno che si possa arrivare alla gogna, con una possibilità di riscatto per la povera gente.

martedì 10 novembre 2009

Ognuno faccia il suo e nessuno giudichi dalle apparenze

Tempo fa girava in rete un test, uno di quelli, tipo psico test, che ti faceva delle domande e prevedeva tre risposte; ad esempio, votereste un politico che si ubriaca o un politico che ha degli orari molto regolari? L'ho fatta un po' semplice. Alla fine di tutto c'era la risposta a ciascuna domanda e veniva fuori che il politico ubriacone era Churchill, mentre quello preciso era Hitler e così via, di sorpresa in sorpresa, fino al messaggio finale che suonava più o meno in questi termini: ricorda che gli ignoranti hanno costruito l'Arca, mentre gli ingegneri hanno costruito il Titanic.
Con questa cosa vi voglio dire che, sempre di più, in rete, ma anche altrove, si trovano critiche ai rappresentanti di questo governo, ma sempre meno si riescono a trovare critiche focalizzate sul loro operato. Ad esempio, della Carfagna si parla del suo passato sui calendari, ma non si dice del suo operato come ministra, nel bene e nel male. Ha fatto una buona legge sullo 'stalking' ma ha espresso giudizi discutibili sugli omosessuali. Sulla Gelmini si cavalca l'Onda, ma non tutti hanno veramente capito e potrebbero criticare con cognizione di causa la riforma della scuola o quella, a venire, sull'università che, a parere di alcuni operatori, sembra l'unico modo per spezzare il potere incontrastato dei vecchi baroni. Della ministra si parla solo per dire che ha fatto gli esami a Reggio Calabria, invece che a Brescia, per laurearsi prima, questa storia la conoscono tutti. E' questo uno dei motivi, se non il principale, per cui l'attuale maggioranza continuerà a vincere le elezioni per i prossimi vent'anni. E' inutile augurarsi che il presidente del consiglio dia le dimissioni. In caso di svolta in quella direzione, la cosa non potrebbe essere più sciagurata per i suoi oppositori, perché in questo momento non vi è nessuno che porti avanti un progetto alternativo, valido, credibile, per gli elettori. In caso di elezioni anticipate, lui rivincerebbe a mani basse e sarebbe ancora più forte di quanto non lo sia adesso. Allora lasciamo fare alla magistratura il proprio mestiere, lasciamo fare ai giornali il loro mestiere, facciamo noi il nostro mestiere di cittadini che ci informiamo, senza mescolarle, delle cose di giustizia, della cronaca e della politica e alla fine decidiamo per chi votare, tenendo soprattutto conto della politica. E giudicando il resto con il solo scopo di capire se chi ci governa può o meno essere ricattato, può o meno essere duraturo, perché magari potrebbe finire in carcere prima. Insomma dobbiamo fare in modo che la glegge e l'informazione facciano il loro corso, ma noi dobbiamo tutelare i nostri interessi, primo fra tutti quello di veder ampliati i nostri diritti da parte di chi ci governa.

lunedì 9 novembre 2009

Una buona notizia ... che puzza d'imbroglio

C'è una notizia che gira nelle televisioni, sui giornali e in rete. E' una buona notizia ma, chissà perché, mi lascia sospettoso. Andiamo per ordine, i commenti a dopo.
Scajola pare che stia spingendo per la banda larga, anche lui, dopo che la Marcegaglia aveva detto che è un errore sospendere la banda larga a causa della crisi economica, perché questo è uno strumento che va visto come un investimento e non come una spesa. Ora, perché sono perplesso. I motivi sono sostanzialmente due. Il primo è che Scajola, intanto è il ministro del famigerato G8 di Genova, quello che non ha saputo organizzarlo e che, subito dopo tutti i casini che erano successi, ivi compresa la morte di un ragazzo (non entro nel merito, ognuno ha una sua idea in proposito), fu costretto a lasciare l'incarico a Pisanu. Scajola è poi l'uomo dell'aeroporto di Albenga, quello che è stato mantenuto, in tempi di crisi, anche se lo usa solo lui. Non solo, ma Scajola è quello che più di tutti sta spingendo per l'avvio del nucleare in Italia, dopo che in tutto il mondo o quasi si sta facendo marcia indietro, in favore di energie alternative, come ad esempio le rinnovabili, di cui l'Italia sarebbe piena. Insomma, mi sembra alquanto strano l'atteggiamento di Scajola, una volta tanto sta spingendo per una cosa realmente utile, rivolta ai cittadini e moderna.
Il secondo motivo di perplessità da parte mia è che c'è questo ministro che annuncia una cosa per la quale il proprio governmo, ma anche il precedente, nel recente passato, hanno seguito strade che andavano nella direzione opposta. Infatti, prima Levi, siottosegretario nel governo Prodi, poi la Carlucci, poi altri, hanno cercato di fare leggi che vanno verso la censura di internet e dei suoi derivati, perché, a quanto pare troppa informazione, troppe notizie incontrollate, fanno paura. Per cui le strada maestra è la 'banda stretta', se è lecito dirlo, non la banda larga. Ogni giorno si demonizza internet, facebook, i pericoli che corrono i nostri ragazzi, senza pensare a quello che si può fare per educarli all'uso del mezzo, è più facile chiudere i canali, questa è la filosofia che impera dalle parti di chi ci governa.
Perchè allora, all'improvviso, Scajola spinge per lo sblocco dei finanziamenti in favore della banda larga? Non è che per caso è un tentativo di farsi pubblicità, sapendo benissimo che tanto non se ne farà nulla? Un poco come accade per la riforma della giustizia, se ne parla ogni giorno ma nessuno ci mette mano, si preferisce la strada della leggine ad personam e delle promesse, ovvero delle minacce. Solo il tempo ci potrà dare delle risposte, ma per quanto mi sforzi di non fare dietrologia, permettetemi di dire che la cosa mi puzza ... e molto.

domenica 8 novembre 2009

Per non dimenticare; i morti sul lavoro dal 29 ottobre al 5 novembre

Continua il viaggio intrapreso da questo blog nel mondo delle mortalità sul lavoro. L'obiettivo è quello di rendere omaggio a quei piccoli eroi quotidiani, vittime di tante cause, ma anche, e a volte soprattutto, di una politica che disattende i propri doveri, per inseguire spesso obiettivi a breve scadenza e con mera finalità elettorale. Per loro chiedo un pensiero e, per chi ci crede, una preghiera durante la messa domenicale.
Anonimo, 27 anni, operaio, Firenze5 11 2009
Un operaio di 27 anni e’ morto investito da un treno, in zona Rifredi, a Firenze, mentre stava lavorando con due colleghi ad uno scambio. I tre si sarebbero allontanati dal binario su cui stavano lavorando per il sopraggiungere di un convoglio ma, durante lo spostamento, la vittima sarebbe stata investita da un secondo treno in arrivo su un altro binario. Categorie : toscana, trasporti
Roberto Colecchia, 35 anni, operaio, Brugherio3 11 2009
Roberto Colecchia, operaio di 35 anni, è morto in ospedale a Monza sei giorni dopo essere rimasto schiacciato fra un macchinario ed una lastra di vetro mentre lavorava in una veteria a Brugherio. Categorie : chimica, lombardia
Pietro Rusponi, 35 anni, idraulico, Gela3 11 2009
Pietro Rusponi, idraulico di 35 anni, e’ morto stamattina a Gela folgorato da una scarica elettrica mentre stava riparando una autoclave all’interno di un appartamento. Categorie : idraulica, sicilia
Giovanni Spinelli, agricoltore, Padula2 11 2009
Un anziano agricoltore di Padula, Giovanni Spinelli, è morto mentre stava lavorando alla separazione delle spighe di granoturco servendosi di un attrezzo speciale, il cosiddetto giunto cardanico, quando è rimasto incastrato in quest’ultimo subendo lo schiacciamento toracico e morendo sul colpo. Categorie : agricoltura, campania
V.Z., 63 anni, agricoltore, Manfredonia31 10 2009
V. Z. agricoltore di 63 anni, è morto a causa di un incidente sul lavoro a pochi chilometri dalla borgata di Mezzanone (frazione di Manfredonia) in un campo agricolo. Categorie : agricoltura, puglia
Fabrizio Castangia, 52 anni, operaio, Genova30 10 2009
Fabrizio Castangia, operaio edile di 52 anni, è morto precipitando nel vuoto dal settimo piano dalla facciata di un edificio in ristrutturazione a Genova. Categorie : edilizia, liguria
Gaeatano Cigna, 52 anni, operaio, Raddusa29 10 2009
Gaetano Cigna, operaio edile di 52 anni, è morto a Raddusa, dopo esere caduto dal tetto di un palazzina in fase di costruzione alla quale stava lavorando. Categorie : edilizia, sicilia
Giuseppe De Cata, 50 anni, operaio, Manfredonia29 10 2009
Giuseppe De Cata, operaio di 50 anni, è morto a Manfredonia dopo essere schiacciato da un gru in un cantiere.Categorie : edilizia, puglia

venerdì 6 novembre 2009

No, non è il solito comunista a parlare, ma semplicemente un uomo di buon senso.

"Talvolta la politica è sorprendente. Non si interroga ad esempio abbastanza sul come frenare le morti sulla strada o le morti bianche nei luoghi di lavoro, poi però pretende di avocare a sé il diritto tremendo e assoluto di decidere della vita e della morte delle persone in stato vegetativo irreversibile, laddove sarebbe più giusto affidarsi alla volontà dell'essere umano che vi è direttamente coinvolto". Lo scrive Gianfranco Fini nel suo libro-lettera ai ragazzi nati nel 1989, 'Il futuro della libertà. "Il caso di Eluana Englaro - continua il presidente della Camera - ci ha dimostrato in modo eclatante che la politica italiana tende ancora a presentarsi, nei momenti di più aspro confronto, non secondo le linee contemporanee del 'fare', ma secondo le linee novecentesche dell"essere', vale a dire le linee in definitiva rassicuranti, ma immobili, dell"identità'. Non cerca di essere giudicata per ciò che realizza, ma per ciò che rappresenta. E che cosa c'è di più potente, di più evocativo, di più immaginifico, di più mobilitante e allo stesso tempo di più fuorviante che proporsi come il 'partito della vita' contro il 'partito della morte'?", aggiunge. "Se la politica obbedisce a queste vecchie sollecitazioni - si chiede ancora Fini - è allora credibile quando poi si propone come costruttrice di futuro? Può la società trarre dalle tante parole neoideologiche, similideologiche o paraideologiche che arrivano all'opinione pubblica un motivo di speranza e di fiducia? Mi pare piuttosto difficile", rimarca.

giovedì 5 novembre 2009

Influenza A: due o tre cose per non aver paura.

Vorrei fare un po' il punto della situazione sull'influenza, quella suina, non quella stagionale, che pare non interessi a nessuno e che forse farà più vittime della prima.
L'esigenza deriva dal fatto che, da quello che si dice, sembra che nessuno, men che meno gli addetti ai lavori, ci stiano capendo qualcosa. Ma qualche concetto chiaro c'è e proverò a sintetizzarlo.
Intanto, a quanto pare ci troviamo davanti ad un malanno stagionale ben più banale di quello che si crede. Basti pensare che normalmente l'influenza fa un totale di vittime che si aggira attorno allo 0,2 per cento delle persone colpite, cioè mediamente, per anno, circa 4-5.000 morti, che nella stragrande maggioranza dei casi appartengono a categorie di persone già malate e costituzionalmente fragili. Quest'anno, per il sovrapporsi di due influenze stagionali, forse arriveremo ad avere 6-7.000 morti e questo accadrà indipendentemente dagli sforzi che si stanno facendo e si faranno per tamponare il fenomeno. Sia perché questa influenza suina ha un'alta diffusibilità, per cui si ammaleranno molte persone, sia perché, ripeto, si sovrapporrrà a quella stagionale. E' chiaro che più alto sarà il numero dei malati, più alto sarà il numero dei morti, è un fatto statistico. Ma torniamo alla mortalità per questa indluenza. Pare che i morti riconducibili a questo malanno siano ad oggi 24, a fronte di 250.000 casi diagnosticati e forse altrettanti, se non di più, casi non diagnosticati. Fonti del Ministero parlano dello 0,002 per cento, cioè cento volte meno della normale mortalità per influenza. E questo la dice lunga sulla letalità del virus. Quindi, a quanto pare, il problema non è sanitario ma sociale ed economico. La grande diffusibilità del virus, creando molti ammalati, porterà ad una forte riduzione della produttività da parte di servizi sociali ed aziende, in una situazione di grave crisi economica.
Ma c'è un altro dato che ci lascia disorientati. Si dice che il vaccino non sia sicuro e, anche qualora lo fosse, solo il 40 per cento della popolazione potrebbe essere coperto. Ma su questo, e soprattutto sulla sicurezza del vaccino ognuno dice la sua. Personalmente credo che la cosa da fare sia innanzitutto una accurata igiene personale, l'isolamento dagli altri attraverso il lavaggio delle mani, soprattutto dopo aver maneggiato oggetti di uso comune. A tale proposito possono tornare utili quei prodotti disinfettanti a base di ipoclorito, venduti in confezioni pratiche, da mettere in borsetta. Ma solo quelli, evitare di comprare antivirali o antibiotici, che nulla hanno a che fare col problema specifico. Far portare le mascherine alle persone che hanno contratto il virus, e provvedere ad un loro tempestivo isolamento, anche in casa, non necessariamente in ospedale anzi, se si evita di intasare gli ospedali, è meglio. Fatto tutto questo, si può scegliere di vaccinarsi o di non farlo, tenendo presente che il vaccino è comunque un intervento dell'uomo e che, in quanto tale, non è scevro da rischi. Infine, la scelta di vaccinare i bambini deve essere finalizzata, non tanto a difendere i piccoli, che non sono più a rischio degli adulti, a meno che non abbiano altre patologia associate, ma deve servire unicamente ad evitare la diffusione del virus, perchè i bambini sono difficilmente controllabili e quindi rappresentano un serbatoio molto potente. Non credo che ci sia altro da aggiungere se non la massima serenità possibile, perchè la paura crea confusione e, nella confusione, c'è sempre chi pesca e trae benefici, soprattutto economici.

mercoledì 4 novembre 2009

In arrivo un taglio netto dei posti letto per risparmiare sulla sanità ... pubblica.

A proposito di influenza e di gente che si ricovera in ospedale in maniera inappropriata, credendo che l'unico modo per sfuggire alla suina, non sia il semplice allettamento a casa propria con un antinfiammatorio e una buona tazza di camomilla calda, ma il ricovero in ospedale, vi voglio ricordare cosa prevede il patto per la salute 2010-2012.
Ventisettemila posti letto in meno negli ospedali entro 5 anni, e già la metà tagliati nel 2011. Entro il 2014-2015 il 'tasso di ospedalizzazione' dovrà essere abbattuto dagli attuali 160 ricoveri ogni mille abitanti a 130. Quella del taglio dei posti letto è una ricetta indicata nelle linee generali dall'anticipo della Finanziaria 2009 che ora comincia a arricchirsi di contenuti. A riferirlo è 'Il Sole 24 Ore'. Un progetto per l'efficienza e il risparmio nel Ssn pensato in nome dell'appropriatezza dei ricoveri. Il quotidiano economico sottolinea che il progetto andrà messo in atto dopo che si sarà trovata un'intesa con le Regioni. In merito ai tagli, si spiega che i posti letto per acuti dovranno passare entro il 2014-2015 da 3,5 a 3 ogni mille abitanti, con un passaggio intermedio dal 2011 di 3,3 posti letto per mille abitanti. E allo stesso tempo il 'tasso di ospedalizzazione' dovrà essere abbattuto appunto dagli attuali 160 ricoveri ogni mille abitanti a 130 (a 145 nel 2011). Tant per dare un'idea, questi valori, al momento sono rispettati solo dalla Toscana e dal Veneto. Alcune Regioni hanno già raggiunto concreti risultati di efficienza: la Lombardia ha cancellato in 10 anni, dal 1997 al 2006, il 59% delle strutture; Veneto e Puglia il 50%, l'Emilia il 47%, Toscana e Umbria avevano già operato tagli negli anni precedenti. Il panorama al Sud è stato invece del tutto insufficiente. Due Regioni (Lazio e Abruzzo) hanno già il servizio sanitario commissariato per i super deficit fino al 2008, altre 4 (Campania, Molise, Sicilia e Calabria) sono in attesa del verdetto del Consiglio dei Ministri. In dettaglio, 'Il Sole 24 Ore' ricorda che i conti degli ultimi 15 anni del Ssn sono amari. Anche se non per tutti e non allo stesso modo. Dal 1992 al 2007 i disavanzi accumulati dal Ssn, rispetto alle assegnazioni iniziali di spesa col Fsn, hanno raggiunto i 57,3 miliardi al lordo delle manovre regionali. Altri 4,7 miliardi di rosso si stimano ancora per il 2008. Solo negli ultimi 5 anni (dal 2003 al 2007) il deficit è stato pari a 21,6 miliardi. Lazio, Campania e Sicilia hanno accumulato da sole il 70% del deficit totale. E a far aspettare di più i fornitori per i rimborsi sono la Calabria che paga dopo 634 giorni, il Molise dopo 633, la Campania dopo 615 e il Lazio dopo 451.
"Ridurre ulteriormente l'offerta di posti letto" negli ospedali italiani, "in un sistema caratterizzato da un aumento costante della domanda di ricovero e cura, certifica la volontà cancellare quello che ancora resta del sistema pubblico a vantaggio dell'ulteriore sviluppo di sistemi alternativi (privati, assicurazioni, eccetera) che escludono fasce sostanziali di cittadini dal diritto di cura". Lo afferma Sabino Venezia, del Coordinamento nazionale Rdb-Cub, commentando in una nota il progetto del Governo, anticipato ieri da 'Il Sole 24 Ore', di tagliare nelle strutture sanitarie della Penisola 27 mila posti letto entro 5 anni. "In linea con le politiche governative degli ultimi 10 anni, l'attacco allo stato sociale non rallenta e investe direttamente il diritto alla salute", sottolinea il sindacato. "Dopo aver messo in crisi l'organizzazione sanitaria delle regioni con deficit, evitando accuratamente di colpire le politiche degli appalti e delle esternalizzazioni - afferma Venezia - il Governo propone un Piano sanitario nazionale che taglierà 27 mila posti letto, portando un attacco generale al sistema sanitario pubblico con ripercussioni inaudite in termini di prevenzione e di cura". "La costante ma inesorabile riduzione di posti letto pubblici - aggiunge - ha prodotto lo sviluppo di un sistema sanitario privato, ormai governato da lobby sempre più organizzate che si apprestano ad incrementare i profitti senza più rischiare in proprio con le truffe. Ma governare la sanità con il sistema aziendalistico ha già prodotto un fallimento accertato", avverte.

martedì 3 novembre 2009

Un appello da condividere per una giustizia più giusta.

Pubblico, perché lo ritengo giusto e lo condivido, l'appello firmato da alcuni magistrati e condiviso da molti cittadini italiani:
"In questi giorni circolano "appelli" di vario contenuto, rivolti da alcuni magistrati al mondo politico-istituzionale, affinché sia maggiormente rispettata l'indipendenza della giurisdizione. Essi guardano alla indipendenza cd. "esterna", quella cioè che preserva i magistrati da interferenze provenienti da poteri diversi dall'ordine giudiziario.Riteniamo altrettanto allarmanti i segnali che il potere interno alla magistratura ha inviato ad alcuni magistrati impegnati in delicate e complesse inchieste, alcune delle quali riguardanti anche esponenti dello stesso ordine giudiziario.Il troppo tempestivo allontanamento di alcuni magistrati dai loro compiti è apparso a molti come un'interferenza indebita sui processi in corso. E' stata, cioè, messa in discussione l'indipendenza cd. "interna", quella che permette al singolo magistrato di applicare la legge e di non subire condizionamenti, neppure se hanno origine all'interno del suo stesso ordine di appartenenza. Ecco il motivo di questo appello che è aperto alla sottoscrizione di tutti i frequentatori del blog. L'indipendenza del magistrato, infatti, è un bene intangibile del quale sono titolari tutti i cittadini, in nome dei quali la giustizia è amministrata.La riforma della materia disciplinare, di recente introduzione, non ha mancato di sollevare perplessità e preoccupazioni sin dalle sue prime sperimentazioni pratiche.In particolare, è apparso serio il rischio che il nuovo istituto delle misure cautelari disciplinari, applicabili all'esito di una procedura oltremodo sommaria, interferisca sui procedimenti giudiziari in corso provocando l'allontanamento del magistrato dalle sue funzioni, e quindi dal processo a lui affidato secondo criteri legali.Il sindacato disciplinare dei provvedimenti giudiziari, esercitato con parametri piuttosto vaghi come quelli della “correttezza”, quando non della ”opportunità”, dagli esiti spesso difformi dai vagli giurisdizionali compiuti nelle sedi naturali, genera una sorta di “doppio binario” in virtù del quale l'atto giudiziario, immune da vizi in sede processuale, diviene - a torto o a ragione - patologico in quella disciplinare.L'impiego del nuovo strumentario disciplinare, per come manifestatosi nelle sue prime attuazioni pratiche, mette in crisi il principio di soggezione del giudice alla legge e, attraverso il drastico esonero del magistrato dalle sue funzioni, anche quello del giudice naturale.Un sistema che si fonda sulla competenza legalmente predeterminata dei magistrati, ai quali gli affari sono assegnati secondo rigorosi criteri oggettivi, così come non tollera la sottrazione del processo al suo magistrato, mal sopporta la sommaria sottrazione del magistrato al processo.Del resto, l'accertamento della responsabilità disciplinare del magistrato non può e non deve ambire a prevenirne gli eventuali abusi in un singolo procedimento, evenienza alla quale l'ordinamento risponde adeguatamente sia con i controlli interni al processo, sia con la giurisdizione penale alla quale i magistrati sono soggetti come tutti gli altri cittadini, non essendo ammesse zone immuni dal controllo di legalità.Di qui un appello affinché il ricorso alle misure cautelari ad opera degli Organi della Giustizia Disciplinare si conformi ai fondamentali principi regolatori della giurisdizione, in modo che nessuno possa ipotizzare che il suo corso naturale ne sia indebitamente influenzato."

lunedì 2 novembre 2009

Una poesia in ricordo di Alda Merini

Corpo, ludibrio grigio
con le tue scarlatte voglie,
fino a quando mi imprigionerai?
anima circonflessa,
circonfusa e incapace,
anima circoncisa,
che fai distesa nel corpo?

Alda Merini, da "La Terra Santa"

domenica 1 novembre 2009

Per non dimenticare; i morti sul lavoro dal 23 al 29 ottobre.

Continua il viaggio intrapreso da questo blog nel mondo delle mortalità sul lavoro. L'obiettivo è quello di rendere omaggio a quei piccoli eroi quotidiani, vittime di tante cause, ma anche, e a volte soprattutto, di una politica che disattende i propri doveri, per inseguire spesso obiettivi a breve scadenza e con mera finalità elettorale. Per loro chiedo un pensiero e, per chi ci crede, una preghiera durante la messa domenicale.
Giuseppe Ranghetti, 70 anni, allevatore, Pontoglio29 10 2009
Giuseppe Ranghetti, allevatore di 70 anni di Pontoglio, è morto colpito dalla testata di uno dei tori in vendita, che schiacciandolo contro il muretto di cinta del recinto gli ha sfondato la cassa toracica. Categorie : allevamento, lombardia
Antonio Leone, 53 anni, operaio, San Quirico d’Orcia28 10 2009
Antonio Leone, 53 anni, è morto in un cantiere edile a San Quirico d´Orcia: mentre era su una gru ad un’altezza di cinque metri, il braccio meccanico della gru si è sovrapposto a un altro braccio meccanico chiudendo in una morsa mortale l´operaio. Categorie : edilizia, toscana
Claudio Birolini, 45 anni, autotrasportatore, Milano27 10 2009
Claudio Birolini, 45 anni, è morto schiacciato contro un muro dal camion da cui era appena sceso per scaricare merci nel piazzale del supermercato Esselunga di via Washington a Milano. Categorie : lombardia, trasporti
Rosario Di Mattia, 38 anni, operaio, Casto26 10 2009
Rosario De Mattia, operaio 38enne, è morto colpito dal crollo di un forno in materiale refrattario che stava smantellando con due colleghi presso una fonderia a Casto (Brescia). Categorie : lombardia, siderurgia
Anonimo, 26 anni, boscaiolo, Tiarno di Sotto26 10 2009
Un giovane boscaiolo rumeno di 26 anni è morto in Val di Ledro, a Tiarno di Sotto, centrato da un albero ad alto fusto mentre era impegnato in lavori di disboscamento. Categorie : silvicoltura, trentino alto adige
Anonimo, 33 anni, operaio, Tarquinia23 10 2009
Un operaio di 33 anni è morto in localita’ Valle del Marta, nel comune di Tarquinia, schiacciato tra la cabina di un camion e un muro nella ditta in cui lavorava. Categorie : lavori vari, toscana