"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

giovedì 16 dicembre 2010

Cui prodest?

Mi ha colpito la notizia, non data praticamente da nessuno dei media principali, della crescita della pressione fiscale negli ultimi anni. Tale dato, infatti, col precedente governo era fermo, si fa per dire, al 42,9%. E giù tutte le principali Tv nazionali a dire che quello era il governo delle tasse. E la gente ci aveva pure creduto, tanto che ancora oggi molti associano il nome di Prodi alla parola tasse. Detto questo, la notizia è che l'ultimo dato sulla presione fiscale, quello che porta l'Italia al terzultimo posto tra i paesi europei, è del 43.5%. E naturalmente senza che alcun giornale e telegiornale riporti nulla, senza che nessuno possa associare il nome dell'attuale esecutivo alla parola tasse. Si dirà, ma ora c'è la crisi. Bene, allora mi chiedo, cosa ha fatto l'attuale esecutivo per affrontare la crisi? E poi, come mai nonostante tale pressione fiscale, occorsa dopo mille promesse e lo slogan "meno tasse per tutti", che tutti avranno impresso nella memoria a caratteri di fuoco, come mai, dicevo, gli altri valori economici sono completamente sballati? Il Rapporto Debito/PIL è di 118.4%, nonostante i limiti imposti dal trattato di Maastricht; il Rapporto deficit/PIL e del 6.1%, nonostante i limiti imposti dal trattato di Maastricht; il debito pubblico va di record in record ed ha raggiunto la spaventosa cifra di 1867,398 miliardi di euro.
Come mai dal governo giungono voci rassicuranti circa il fatto che il peggio è alle spalle, che va tutto bene, e come mai, nonostante tutto questo sfacelo dei conti, continua a crescere la disoccupazione, in special modo quella giovanile - peggio di noi solo l'Ungheria - e siamo fanalino di coda per occupazione dei giovani laureati?
Non c'è un indice che giustifichi questa ecatombe, non c'è un solo dato che riesce a spiegarci che per ottenere un certo valore abbiamo dovuto sacrificare tutti gli altri. E allora a cosa serve avere in cambio una classe politica fatta di inerti e malfattori?

mercoledì 15 dicembre 2010

L'opposizione di Penelope.

La cosa che fa accapponare la pelle non è la capacità del governo e del suo primo ministro di risorgere sempre dalle sue ceneri, non è quella capacità imprenditorial-corruttiva che alla fine lo vede sempre vincitore (si fa per dire), a questo ci siamo purtroppo abituati. La cosa che fa specie è che non c'è, nell'attuale panorama politico italiano, nessuna alternativa e che chiunque avesse vinto ieri nulla sarebbe cambiato nella sostanza.
Una sintesi di questa riflessione è nelle parole del deputato Calearo che, in una pausa dei lavori di Montecitorio ha dichiarato: “E’ incredibile. Se ci fosse il voto segreto Berlusconi prenderebbe anche 30 voti in più. Nel Pd mi dicono votagli la fiducia”. Io credo che quello che Calearo dice sia accaduto veramente. E' inaccettabile che nel maggiore partito dell'opposizione non vi sia un orizzonte politico che vada oltre il ruolo dell'antiberlusconismo. E' inaccettabile che non vi siano idee e proposte per un'Italia migliore. Quella fornita da questa dichiarazione di Calearo è un'immagine fallimentare del Partito Democratico, oramai un contenitore di plastica capace di racchiudere solo ipocrisia e bassi intrighi di Palazzo. I parlamentari di tutta l'opposizione, e in particolare del Partito Democratico, sono divisi su tutto ed hanno una paura fottuta del voto e quindi passano il tempo a disfare la notte quello che fanno finta di costruire il giorno.

martedì 14 dicembre 2010

Roba da ricchi.

Non so chi vincerà tra un'ora o due. So solo che questa classe politica si comporta come se quello che stanno facendo fosse la cosa più importante del mondo e non si rendono conto che sono solo dei pezzenti che pateggiano con lo champagne, credendo di essere ricchi. Come se i disastri di Pompei di colpo fossero stati cancellati, come se fosse finita la spazzatuta a Napoli e provincia e a Palermo e provincia, di quella infatti non parla più nessuno da mesi e non ne ha parlato neanche il Presidente del Consiglio nel suo discorso di chiusura di ieri. Forse perché a Napoli c'è un sindaco di sinistra mentre a Palermo da sempre hanno comandato i suoi. Come se non esistessero i problemi dei terremotati dell'Aquila che, a dispetto di quanto detto dal premier ieri, oggi sono a Roma a protestare proprio contro di lui e contro le politiche del suo governo. Come se non ci fosse la crisi economica, a dispetto dei dati forniti da Tremonti, anche se né lui, nè il capo del suo gabinetto ci hanno spiegato che cosa hanno fatto in concreto più degli altri Paesi che, a loro dire, stanno peggio di noi. Come se la disoccupazione di migliaia di persone non esistesse e non esistessero i cassintegrati che presto ingrosseranno le file dei disoccupati e le decine di morti sul lavoro. Come se non esistesse una scuola e, in generale, una cultura da rigenerare. Come se non avessimo già abbastanza grane per doverci anche accollare una classe politica inefficace, pasticciona, inutile. Sì, inutile, perché gli italiani vanno avanti da sé, gestiscono la propria vita senza aspettarsi nulla da questa gente che fa finta di governare e che invece è costantemente protesa alla cura dei propri interessi.
Non so come andrà a finire, ma, comunque vada, spero che finisca presto questo tormentone e che si ricominci a parlare presto dei problemi della gente che ormai ha smesso anche di aspettare.

giovedì 2 dicembre 2010

Libertà di scelta e coercizione.

C'è una cosa che non capisco. La morte di Monicelli ha suscitato un vespaio di polemiche sul tema eutanasia si, eutanasia no. Fermo restando che lui se n'è andato, mandandoci tutti a quel paese, noi e le nostre polemiche, non capisco perché si strilla tanto del diritto alla vita. Quest'ultimo, infatti è un diritto sancito dalla Costituzione, e non solo in Italia, ma nel mondo intero, perfino in quei Paesi dove vige la pena di morte, come ad esempio l'America. Quindi nessuno vuole negare a nessun altro questo diritto sacrosanto.
Detto questo, resta un altro diritto da sancire ed è quello, non della morte, ma di scegliere, per la propria vita, quello che uno ritiene più giusto, in ogni momento, nei limiti imposti dalle esigenze altrui. Mi spiego, è sbagliato vietare l'ubriacatura, il proibizionismo ha fatto più danno che utile e per questo è stato abolito, ma è giusto vietare l'abuso di alcolici quando si mettono a repentaglio la salute o la vita di altre persone. Alla luce di quest'ultima affermazione, non capisco perché i cosiddetti promotori del movimento per la vita vogliono imporre la loro posizione a tutti gli altri.
Non credo che sia un buon servizio alla religione ottenere le cose con la coercizione, incatenare le idee e le volontà altrui non avvicina al Paradiso. Nostro Signore ci ha dato la libertà di scegliere per il bene e per il male, ognuno di noi ha la possibilità di scegliere e si assume la responsabilità delle proprie scelte, questa è civiltà.
Io credo che debba essere sancita da una legge la libertà di scelta, poi nell'ambito di quella libertà, i promotori della vita potranno guadagnarsi il Paradiso lavorando e sudando per aiutare la gente nelle scelte, lavorando e sudando per la promozione di leggi che migliorino la disponibilità di terapie contro il dolore, lavorando e sudando per assistere i pazienti e i loro familiari, che ogni giorno rischiano di rimanere soli con se stessi. E' troppo comodo, e quindi non ha nulla a che vedere con la difesa della vita, sostenere leggi coercitive della volontà altrui.