"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

mercoledì 27 aprile 2011

Ma che c'azzecca, dottor Di Pietro!

Non guardo mai le trasmissioni di approfondimento, i cosiddetti talk show, della TV e ogni volta che lo faccio me ne pento amaramente. Così è avvenuto che ieri sera, in un momento di distrazione dei miei figli, ho potuto seguire uno spezzone di Ballarò. Si parlava di nucleare e discutevano fra di loro, moderati da Giovanni Floris, Antonio Di Pietro e Gaetano Quagliariello. Naturalmente il primo difendeva la scelta fatta un anno prima di Fukushima, con la raccolta delle firme per il referendum, il secondo, seguendo le orme del suo presidente, dichiarava che il voto al referendum in questo momento avrebbe rappresentato una scelta istintiva sull'onda del disastro giapponese e quindi andava evitato. Fin qui tutto legittimo, tutto regolare, fino a quando Quagliariello, per rispondere a Di Pietro, che ricordava il risultato referendario di vent'anni fa sul nucleare, ha affermato che in Italia i risultati dei referendum spesso non vengono rispettati e ha portato ad esempio il referendum sulla responsabilità civile dei giudici. Ora, io credo che, come esempio, sarebbe stato ben più calzante il referendum sul finanziamento pubblico ai partiti, che ha tolto i soldi dalla porta e li ha fatti rientrare dalla finestra, attraverso i cosiddetti rimborsi elettorali. Ma, a parte questo, mi sarei aspettato una filippica da parte dell'ex procuratore Di Pietro, circa il fatto che il referendum dell'87 sulla responsabilità civile dei magistrati non è stato disatteso ma, al contrario, proprio in seguito a quel referendum, è stata varata, nell'88, la cosiddetta legge Vassalli che, può piacere o non piacere, istituisce la responsabilità dei magistrati per dolo e colpa grave. Non sono un esperto del settore e forse qualcosa di più si poteva fare, soprattutto in merito alle sanzioni da adottare nei confronti dei magistrati che sbagliano, ma non credo che sia giusto dire che i referendum dell'87 sono stati disattesi.

Invece Di Pietro si è limitato a balbettare che secondo il suo interlocutore il nucleare si deve fare perchè non c'è la responsabilità civile dei magistrati e alla fine del suo breve, confuso intervento concludeva con il suo solito "Che c'azzecca!", nell'indifferenza di Giovanni Floris, il conduttore, che non ha avuto niente di meglio da fare che cambiare argomento. Beh, se questa è la migliore opposizione che abbiamo, siamo proprio messi male. Se Ballarò è una trasmissione di punta per quel che riguarda il livello di informazione svincolata dalle direttive della politica, allora tanto vale chiudere tutto e cambiare mestiere.

giovedì 21 aprile 2011

Iniziative personali.

Siamo in presenza di un governo e di un parlamento in cui si moltiplicano le iniziative personali. Un vecchio proverbio dice che quando il gatto non c'è i topi ballano. E così sta succedendo oggi in Italia. In assenza di un capo del governo che partecipi alla vita polita nazionale, tutti si sentono in diritto di dire la propria su tutto. Così si moltiplicano le iniziative personali. Così può accadere che un ministro può portare avanti una legge contro i cosiddetti fannulloni in Patria e poi venga sonoramente smentito dal comportamento tenuto dai suoi colleghi di partito in Europa. Così può accadere che un ministro porti avanti una politica economica di un certo spessore e poi venga sistematicamente scaricato dal responsabile del gabinetto che, di fronte alle lamentele dei tartassati, invece che spiegare la politica del governo, risponde 'prendetevela con lui'. Così accade che vi possono essere iniziative completamente strabiche per i temi di politica estera, fra coloro che spingono verso l'isolazionismo della nostra nazione, rispetto ai Paesi fonte di immigrazione, ma anche verso l'Europa, e coloro che si dissociano da tali posizioni. Così come strabica è la posizione verso la politica energetica nazionale: chi ieri era nuclearista, oggi non lo è più, anche a dispetto dell'assenza di un piano energetico. E mentre il capo del governo continua a dormire in pubblico durante le manifestazioni ufficiali, ripreso da impietose telecamere, continua a partecipare, non si sa bene a che titolo, visto che il governo dovrebbe rappresentare tutti, alle campagne elettorali di candidati alla presidenza di regione, o a sindaco di questo o quel comune, continua a bloccare il parlamento su leggi che lo proteggano dai suoi problemi con la giustizia, si alza un ex-sindaco qualsiasi e vomita, con pittoreschi manifesti, il suo veleno contro i giudici e, quando tutti si sono rizelati, al punto da farlo dimettere dalla candidatura, quest'ultimo ha lasciato sul campo una sola domanda: ma perché non è stato riservato lo stesso trattamento a chi è stato l'ispiratore morale di tale iniziativa, visto che sono anni che martella senza interruzione su questo argomento? Fino ad arrivare a questo sconosciuto signore che, sempre per iniziativa personale, ha proposto di cambiare l'articolo 1 della Carta Costituzionale, aggiungendovi la centralità del parlamento, un organo che, ad oggi non rappresenta più il popolo italiano, visto che è formato da gente nominata dai capi di partito e non eletta dal popolo, grazie ad una legge che lo stesso ideatore non ha esitato a definire una porcata. Inutile dirlo che anche questa volta sono partite le prese di distanza da parte del suo stesso partito.

Insomma si va avanti così, alla rinfusa, senza una politica di governo, senza una rotta, a dispetto dei bunga bunga e degli scandali di cui ormai siamo tolleranti, tanti e tali ne abbiamo sentiti, giusto perché l'Europa ci impone di farlo, pena il fallimento dell'azienda Italia, e fino a quando i parlamentari nominati dai capi di partito non avranno maturato il diritto alla pensione che oggi non è più dopo due, ma dopo cinque anni di legislatura.

venerdì 15 aprile 2011

Cosa non mi piace del processo breve.

Ascolto in questi giorni le critiche al nuovo disegno di legge sul cosiddetto processo breve. Premetto che non conosco il testo, quindi non posso criticarlo, in positivo o in negativo, fino in fondo ma, da quello che mi è rimbalzato, ci sono alcune cose che non condivido. Intanto le leggi che il parlamento approva dovrebbero rispettare alcune regole.

Io che non sono un giurista, ho sempre sentito dire da amici avvocati che la prima cosa che viene insegnata nei corsi di giurisrudenza è che le leggi approvate dal parlamento valgono dal momento della pubblicazione in poi. Non possono esistere leggi retroattive, per questa ragione gli avvocati sono tenuti ad avere ben chiara la cronologia delle leggi, per essere certi dell'ambiente normativo in cui è maturato l'operato del proprio cliente. E' chiaro anche ad un bambino che se io compio un'azione che oggi è legale, non posso essere chiamato a risponderne perché tra un anno passa una legge che la fa diventare illegale. Se è vero questo, è vero anche il suo contrario, cioè se io compio un'azione illegale, resta tale anche se fra un anno ci sarà una legge che la depenalizza. L'attuale esecutivo ha stravolto questo pilastro del diritto, approvando leggi, fra cui il cosiddetto processo breve, che hanno validità retroattiva.

Un'altra cosa che non mi piace è che, nella selezione dei reati, non si prende solo in considerazione l'importanza del reato, ma anche lo stato del trasgressore. Se io ho ammazzato, ma sono incensurato, sono sempre un omicida, indipendentemente dal fatto che abbia commesso il reato per la prima volta. Per la vittima non cambia nulla e questo deve essere il faro illuminante. Non a caso la Costituzione dice che tutti i cittadini sono uguali dinanzi alla legge. Un reato deve essere valutato alla stessa maniera, sia che venga commesso da un novizio, sia che venga commesso da un trasgressore seriale poi, caso per caso, il giudice valuterà le attenuanti e le aggravanti, infatti le penalità non sono mai secche, si va sempre da un minimo ad un massimo, ma cosa c'entra questo con i tempi di prescrizione del reato?

Infine c'è un problema che ho sollevato altre volte e che riguarda il Capo dello Stato. Mai in precedenza un Presidente della Repubblica aveva utilizzato la cosiddetta moral suasion, cioè l'abitudine di correggere le leggi prima che queste vengano approvate dal parlamento, è anche questa un'abitudine incostituzionale. Per questo, in passato, alcune leggi sono state sonoramente bocciate dai predecessori di Napolitano, perché macchiate di palese incostituzionalità. D'altronde anche l'attuale Presidente della Repubblica ha dichiarato in più occasioni che quando il parlamento lavora il Capo dello Stato tace. Ma poi continua a ripetere sempre lo stesso errore. E pare che lo voglia fare anche ora, col processo breve. Tanto che il presidente del consiglio ha già preannunciato che invierà il ministro della giustizia al Quirinale per illustrare meglio il provvedimento al Capo dello Stato. Se così fosse, anche questa volta, sarà più difficile bocciare la legge, per il semplice fatto che vi ha preso parte nella stesura. Con quale faccia poi potrà continuare a svolgere il suo lavoro, quando i giudici della Corte Costituzionale lo bocceranno per palese incostituzionalità, come già avvenuto in altre occasioni, lui che è stato scelto per essere il guardiano della Costituzione?

Un'ultima perplessità, forse non sarebbe male, invece che parlare a sproposito della presunta impunità dei magistrati, cominciare a parlare dell'impunità dei politici, a tutti i livelli, che non sanno fare il proprio mestiere.

giovedì 14 aprile 2011

Inutili slogan elettorali

Avevano cominciato con i soldati per strada, poi hanno proseguito con le ronde. Il tutto per rispondere alla richiesta di sicurezza per via di una campagna scatenata nel periodo elettorale. Nello stesso periodo avevano stigmatizzato il comportamento del governo precedente, dipinto come novello Dracula che succhiava il sangue ai contribuenti. Mi preme dire due cose.

Contemporaneamente alla stigmatizzazione delle scelte del precedente esecutivo, quello attuale aumentava a sua volta il prelievo fiscale, passato da 41, 9 a 42,2 e questo nonostante la tanto strombazzata abolizione dell'ICI, quella parte rimasta, che di fatto agevolava solo i contribuenti facoltosi e metteva in ginocchio le entrate fiscali dei Comuni. Nel frattempo, con un'altra strombazzata mediatica, annunciava le già citate misure dell'esercito e delle ronde. Intanto, nascosto dall'informazione di massa, veniva fuori che la polizia di stato non aveva i soldi per fare il pieno alle proprie auto ed è di qualche mese fa la notizia piccola piccola secondo la quale alcuni poliziotti si sarebbero recati ad Arcore per contestare le scelte del governo in tema di sicurezza e lì, dopo il solito scarica barile ai danni questa volta del Ministro dell'Economia, avrebbero ricevuto la solita valanga di inutili promesse. E' di questi giorni l'emergenza degli immigrati, un problema che non doveva esistere, creato ad hoc per tornaconto elettorale, fino ad arrivare alla giornata di ieri, in cui si sono verificate due cose che la dicono lunga sulla vera politica di questo governo.

La prima è l'approvazione del cosiddetto processo breve, una norma irrazionale, che si inserisce in un sistema già di per sé irrazionale e che farà morire molti processi in corso, lasciando in libertà fior di delinquenti. La seconda è la redazione del Documento di Economia e Finanza che, tra le altre cose, dice: Pil 2010 all'1,1%, in calo rispetto alle previsioni precedenti (1,3%), e all'1,3% nel 2012 (le precedenti stime erano del 2%) mentre nel 2013, il Pil dovrebbe crescere dell'1,5% e nel 2014 dell'1,6%. Deficit/Pil 2010 al 3,9% e nel 2012 al 2,7% mentre la pressione fiscale (al 42,5% quest'anno) dovrebbe salire al 42,7% nel 2012 e al 42,6% nel 2013. Per quanto riguarda il debito, invece, si attesterà al 120% del Pil quest'anno per poi scendere al 119,4% l'anno prossimo.

Sì, avete capito bene, le tasse aumenteranno ancora. Quindi siamo passati dal più sicurezza e meno tasse, al meno sicurezza e più tasse per tutti ... o quasi.

mercoledì 13 aprile 2011

Le false emergenze.

Come al solito si punta sulla paura, sull'emergenza, dimenticando quali sono le emergenze reali e sventolando le finte emergenze come si fa con le sentinelle quando si buttano dei sassi per fare rumore in un punto diverso da quello attraverso il quale si cerca di entrare.

Sì, perché l'emergenza immigrazione non esiste. Gli immigrati sono poche migliaia. Il governo potrebbe risolvere il problema come gli pare. Vogliono rimpatriarli, lo facessero, vogliono distribuirli nelle regioni d'Italia, lo facessero in fretta, si prendessero una buona volta la reponsabilità per la quale sono pagati profumatamente e agissero mettendoci la faccia. Anzi, siccome questa finta emergenza era ampiamente prevista, quello che dovevano fare avrebbero già dovuto farlo molto tempo prima.

L'Europa non ci ha aiutato. Ma cosa si pretende dall'Europa, lì contano i numeri, mica come qui da noi che bastano le chiacchiere. Dai dati dell’Onu (World Population Report 2010) risulta che l’Italia negli ultimi anni ha subito un forte incremento di immigrati: oggi sono circa 4,3 milioni pari al 7,1% della popolazione. Ma è la percentuale più bassa d’Europa. Con l’Austria al 15%, la Germania al 12,3% (10 milioni di immigrati), la Francia al 10,2% (6,2 milioni), la Spagna al 10,8% (4,8 milioni) e solo il Belgio sta come noi. Ma ci sono gli immigrati che chiedono asilo politico. Allora? Anche in questo caso la risposta sta nei numeri, quelli forniti nel rapporto annuale dell’UNHRC, la commissione delle Nazioni Unite sui rifugiati. Quei dati ci dicono che nel 2010 la Francia è stato il paese del mondo, dopo gli Stati Uniti, con il maggior numero di richiedenti asilo: 47.800, seguito dalla Germania con 41.300, dalla Svezia con 31.800 e dal Regno Unito con 22.100 richieste. L’Italia, che in passato aveva dovuto evadere un numero piuttosto elevato di pratiche arretrate (30.000 nel 2008), nel 2010 ha avuto soltanto 8.200 richieste di asilo, un sesto di quella francesi. Con questi numeri, non era difficle prevedere la risposta che hanno ricevuto i ministri Frattini e Maroni dall'Europa. E' inutile che quest'ultimo faccia il finto offeso per attirare il consenso dei suoi elettori, a dispetto il flop della sua azione ministeriale (inutile ricordare che l'esercito nelle strade non è servito e non è durato, le ronde sono miseramente fallite).

I veri problemi dell'Italia sono la benzina che si avvicina ai 2 euro a litro, i giovani che sono disoccupati 1 su 3, l'evasione fiscale che, depurata dei soldi dei dipendenti statali, che non possono evadere, raggiunge punte del 66%. Questi sono i problemi, altro che immigrati e processi brevi. Su queste sfide sono anni che gli italiani aspettano ancora una risposta.

mercoledì 6 aprile 2011

Scintilla di vita

/ Si può vivere per un attimo di gioia / per un sogno che si brucia in un secondo / e un secondo dura anche la vita / nell'eterno evolversi del cosmo / si può vivere per un brivido d'amore / si può vivere ... e poi si può morire.

Spezzare le gambe.

A volte parlo con qualche amico che critica il mio atteggiamento nei confronti di questo governo e mi sento dire che, se penso di essere l'unico che ragiona e che non si fa abbindolare dalle televisioni, sono un presuntuoso. Non è possibile, mi si dice, che tutti gli elettori siano ipnotizzati dalle televisioni. Tutti gli italiani hanno accesso alle informazioni esattamente nello stesso modo, perché tu dovresti aver capito alcune cose e gli altri no? Un vecchio amico, poi, mi ricorda che non si devono rompere le gambe all'avversario, ma bisogna semplicemente cercare di giocare meglio. Se uno ha gli argomenti li porta in discussione e cerca di avere ragione con la forza delle idee, in maniera democratica. A volte penso che hanno ragione. Ma poi torno sui miei pensieri.

Allora comincio a riflettere sul caso Alitalia, per esempio. Allora la compagnia aerea francese era disposta a pagare una certa cifra e a farsi carico dei dipendenti, pur con un certo numero di esuberi. Il governo rifiutò l'offerta, sdoppiò la compagnia, cedendo la parte buona a un gruppo di imprenditori e pagando di tasca propria (dei contribuenti) una certa cifra e lasciando per strada un numero di esuberi decisamente superiore rispetto a quanto aveva prospettato la compagnia francese. Questo accadde perché la compagnia francese era già nel settore e avrebbe potuto riciclare meglio soldi e personale, cosa che invece non hanno potuto fare gli imprenditori italiani che non avevano mai visto un aereo, se non come clienti. Cosa c'entra questo discorso.

E' chiaro che se uno è un imprenditore che lavora nel settore della comunicazione e dello spettacolo ed è in grado, non solo di ricattare, con i suoi organi di informazione, ma anche di offrire soluzioni a problemi piccoli e grandi, anche attraverso promesse di lavoro e di carriera, ecco che allora quella persona diventa un punto di riferimento. E questo è aggravato dal fatto che la legge elettorale non prevede il voto di preferenza, per cui i parlamentari non sono eletti ma sono nominati. Dunque, ricapitolando, se io ho il potere di nominare chicchessia parlamentare, se poi a elezioni concluse posso allargare a piacimento la mia maggiornza grazie a ricatti e regali. Se continuo, nell'indifferenza generale, a costruire scappatoie legali, non solo per sfuggire alla legge, ma per continuare a delinquere a piacimento, dal momento che gli ultimi reati accertati risalgono allo scorso anno. Beh, allora, di fronte a tutto questo, io credo che giocare meglio non basti più. Credo che occorra spezzare le gambe all'avversario con tutti gli strumenti leciti possibili, e poi, solo dopo, sedersi al tavolo della pace e ragionare di politica, quella vera, rivolta ai problemi della gente, che non possono più aspettare di essere risolti.