"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

venerdì 19 luglio 2013

Il tramonto

Ancora una volta il Parlamento ha sospeso per un giorno i suoi lavori per causa di un uomo. Oggi infatti si è votata la fiducia al Ministro Alfano e, come è avvenuto qualche giorno fa, in occasioner della protesta contro la Cassazione che aveva fissato il giorno della sentenza per il processo Mediaset, anche oggi, il Parlamento, ha dedicato il suo tempo ad un'inutile votazione, piuttosto che dedicarlo ai problemi del Paese. Intendiamoci, non è che la votazione fosse di per sé inutile. Quella era il minimo che si potesse fare, in democrazia. Anzi fa specie che a chiedere il voto siano stati, ancora una volta, quegli "incompetenti" del Movimento 5 Stelle e non, per esempio, gli inesistenti Fratelli d'Italia, finora famosi solo per aver chiamato i cittadini del Kazakistan, kazakistani.
Detto questo, la vicenda, oltre che offrire una inutile soddisfazione al maniaco di Arcore, è riuscita a far passare sotto coperta, o almeno a evitare che fosse adeguatamente sottolineata, la condanna di Nicole Minetti, Lele Mora ed Emilio Fede. Questa storia dei "festini eleganti" sembra come una cosa che si cerca di tenerla per i capelli e scappa dalla coda. Comunque la si voglia guardare, pare sempre lo stesso pasticcio sfuggito di mano al suo organizzatore, che evidentemente, dopo aver fatto strabuzzare gli occhi ad una persona non certamente di primissimo pelo, Daniela Garnero in Santanché (famosa l'intercettazione in cui la nostra, parlando con Flavio Briatore, diceva che si continuava come se nulla fosse e che stava per venire giù tutto), ha fatto rizzare i capelli ai suoi avvocati difensori che ormai non ci devono dormire neppure la notte per cercare nuove frottole da raccontare ai giornalisti, i quali, quasi tutti, se le bevono, ma che ovviamente non riescono a raccontare ai magistrati. La conseguenza di tutto ciò e che, ad intervalli regolari, giungono le sentenze di condanna per la marea di reati consumati. Siamo agli sgoccioli, questo è chiaro, di una brutta storia, fatta di egoismo, ingordigia e malcostume. Siamo alla fine di una storia di corruzione, non solo economica, ma anche morale e non solo, o non più di pochi uomini. Tutti, o molti, pensano per sé, come i topi che scappano dalla nave, dimenticando che fuori dalla nave c'è solo da affogare, mentre dentro, forse, se si riusciusse ad essere razionali, si potrebbe cercare di sopravvivere, aspettando, e soprattutto cercando di costruire, tempi migliori.

martedì 9 luglio 2013

Chi paga e chi non paga mai.

Si fa un gran parlare della responsabilità dei magistrati, quella civile, quella legata agli errori del loro lavoro. Senza pensare che i magistrati sono responsabili sia penalmente, davanti alla giustizia ordinaria per reati comuni, sia per le conseguenze del loro lavoro. Lì infatti agisce il CSM e comunque c'è una legge, la famosa Vassalli, la 117 del 1988, che regolamenta la responsabilità civile dei magistrati e che, volendo, può essere emendata in poco tempo e inasprita, senza fare tanta pubblicità negativa sui magistrati che, a torto o a ragione, il loro lavoro lo fanno.
Chi invece il proprio lavoro non lo fa e non viene mai punito per questo, sono i politici che aspettano, guarda caso, sempre i provvedimenti della magistratura per risolvere problemi che non solo dovrebbero risolvere loro ma che spesso sono proprio loro a causare.
Infatti chi ha causato il problema dell'ILVA se non una politica collusa col potere economico o, a volergli bene, una politica che per anni ha fatto finta di non vedere lo scempio causato da imprenditori affaristi e senza scrupoli? E chi alla fine ha risolto il problema, mettendoci le mani in maniera cruenta, perché ormai quello era lì'unico modo per rompere la rete di connivenze?
E passiamo al cosiddetto Lodo Alfano, più propriamente legge Alfano, fatto approvare in fretta e furia a dispetto di quelle che erano le reali esigenze di giustizia del popolo italiano, per coprire le magagne di un uomo solo. Quella legge truffaldina fu bocciata dalla Corte Costituzionale che la cancellò senza possibilità di rimedio, ma intanto il danno era fatto.
C'è poi la legge elettorale in vigore. Se non si deciderà la magistratura a cancellarla dalla faccia della Terra, come peraltro ha già cominciato a fare, continuerà a far danni e ad eleggere parlamenti deboli che continueranno a farci sprofondare nel disastro più nero.
Ecco, di tutti questi danni chi risponderà e chi ha risposto fino ad ora? Mai, ripeto, mai un politico ha pagato per i danni causati dal suo lavoro. Altro che magistrati!
E veniamo alla ciliegina sulla torta. Il 30 luglio prossimo ci sarà l'ultimo capitolo del processo Mediaset, quello in cui un nostro ex capo di governo è già stato condannato in secondo grado per frode fiscale a 4 anni di reclusione e interdizione dai pubblici uffici. In quel processo, che arriverà a sentenza presumibilmente entro settembre-ottobre, si sancirà che abbiamo avuto un delinquente ai vertici delle istituzioni. Chi risarcirà il popolo italiano di questa onta infamante?