Ancora una volta il Parlamento ha sospeso per un giorno i suoi lavori per causa di un uomo. Oggi infatti si è votata la fiducia al Ministro Alfano e, come è avvenuto qualche giorno fa, in occasioner della protesta contro la Cassazione che aveva fissato il giorno della sentenza per il processo Mediaset, anche oggi, il Parlamento, ha dedicato il suo tempo ad un'inutile votazione, piuttosto che dedicarlo ai problemi del Paese. Intendiamoci, non è che la votazione fosse di per sé inutile. Quella era il minimo che si potesse fare, in democrazia. Anzi fa specie che a chiedere il voto siano stati, ancora una volta, quegli "incompetenti" del Movimento 5 Stelle e non, per esempio, gli inesistenti Fratelli d'Italia, finora famosi solo per aver chiamato i cittadini del Kazakistan, kazakistani.
Detto questo, la vicenda, oltre che offrire una inutile soddisfazione al maniaco di Arcore, è riuscita a far passare sotto coperta, o almeno a evitare che fosse adeguatamente sottolineata, la condanna di Nicole Minetti, Lele Mora ed Emilio Fede. Questa storia dei "festini eleganti" sembra come una cosa che si cerca di tenerla per i capelli e scappa dalla coda. Comunque la si voglia guardare, pare sempre lo stesso pasticcio sfuggito di mano al suo organizzatore, che evidentemente, dopo aver fatto strabuzzare gli occhi ad una persona non certamente di primissimo pelo, Daniela Garnero in Santanché (famosa l'intercettazione in cui la nostra, parlando con Flavio Briatore, diceva che si continuava come se nulla fosse e che stava per venire giù tutto), ha fatto rizzare i capelli ai suoi avvocati difensori che ormai non ci devono dormire neppure la notte per cercare nuove frottole da raccontare ai giornalisti, i quali, quasi tutti, se le bevono, ma che ovviamente non riescono a raccontare ai magistrati. La conseguenza di tutto ciò e che, ad intervalli regolari, giungono le sentenze di condanna per la marea di reati consumati. Siamo agli sgoccioli, questo è chiaro, di una brutta storia, fatta di egoismo, ingordigia e malcostume. Siamo alla fine di una storia di corruzione, non solo economica, ma anche morale e non solo, o non più di pochi uomini. Tutti, o molti, pensano per sé, come i topi che scappano dalla nave, dimenticando che fuori dalla nave c'è solo da affogare, mentre dentro, forse, se si riusciusse ad essere razionali, si potrebbe cercare di sopravvivere, aspettando, e soprattutto cercando di costruire, tempi migliori.