Trapianti stabili in Italia, una situazione di stallo che, di fatto, consentirebbe margini di miglioramento ma sembra collegata a doppio filo al rapporto dei cittadini con il sistema sanitario: là dove è buono, le cose vanno meglio
"La sfiducia, alimentata da vicende personali o casi di malasanità, di fatto è nemica della donazione d'organo e non fa bene ai trapianti". Parola di Franco Filipponi, presidente della Sisqt, la nuova Società italiana per la sicurezza e la qualità nei trapianti. "Secondo numerosi studi internazionali - precisa l'esperto - il 75% delle persone, in generale, direbbe sì al trapianto. Dunque occorre tener presente che lo zoccolo duro dei contrari a ogni costo rappresenta 'solo' il 25%". Il problema, però, è che anche chi sarebbe ben disposto (circa tre persone su quattro) si trova poi, nei fatti, a dire no. "Magari perché ha vissuto un'esperienza negativa in ospedale, non si è sentito seguito nella vicenda che ha coinvolto il proprio famigliare, o in generale non ha fiducia nella sanità pubblica". Così ci si ritrova con un panorama a macchia di leopardo, e numeri che, nel 2008, oscillano dai 6,5 donatori per milione di abitanti nella Provincia Autonoma di Bolzano ai 40.6 per milione in Toscana. La Puglia ha espresso l'11,7.
"La sfiducia, alimentata da vicende personali o casi di malasanità, di fatto è nemica della donazione d'organo e non fa bene ai trapianti". Parola di Franco Filipponi, presidente della Sisqt, la nuova Società italiana per la sicurezza e la qualità nei trapianti. "Secondo numerosi studi internazionali - precisa l'esperto - il 75% delle persone, in generale, direbbe sì al trapianto. Dunque occorre tener presente che lo zoccolo duro dei contrari a ogni costo rappresenta 'solo' il 25%". Il problema, però, è che anche chi sarebbe ben disposto (circa tre persone su quattro) si trova poi, nei fatti, a dire no. "Magari perché ha vissuto un'esperienza negativa in ospedale, non si è sentito seguito nella vicenda che ha coinvolto il proprio famigliare, o in generale non ha fiducia nella sanità pubblica". Così ci si ritrova con un panorama a macchia di leopardo, e numeri che, nel 2008, oscillano dai 6,5 donatori per milione di abitanti nella Provincia Autonoma di Bolzano ai 40.6 per milione in Toscana. La Puglia ha espresso l'11,7.
La formazione del personale e la modalità con cui gli operatori interagiscono con pazienti e familiari sono fondamentali, hanno rilevato gli esperti. Ma anche la storia della sanità di un particolare territorio, con gli incidenti e gli eventi particolari finiti sui giornali. "La malasanità non fa bene, neanche ai trapianti - dice Filippone - Dunque, pur tenendo conto che in questo campo il rischio zero non esiste, è cruciale fare tutto il possibile perché i pericoli si riducano al minimo, anche ascoltando le segnalazioni e i bisogni dei cittadini". L'efficienza del sistema sanitario e la sicurezza dell'utilità sociale di organi, tessuti e cellule donati sono fondamentali - conclude – per incrementare il numero delle donazioni in Italia".
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