"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

mercoledì 10 giugno 2009

Lettera di un tifoso tradito.

In questo post ho cercato di immaginare lo stato d'animo di un tifoso del Milan, nonché elettore del PDL
"Egregio Presidente,
ho appreso con rammarico la notizia della cessione di Kakà al Real Madrid e non le nascondo che la cosa mi ha molto addolorato. Certamente, continuo ancora a credere che non è dipeso da lei, sei mesi fa si era mosso tempestivamente per eviatare la tragedia, ma ora, mi perdoni, non riesco a non vedere anche lei come complice , seppure involontario, del misfatto. Anche perchè, mi scusi se insisto, il tutto è avvenuto all'indomani delle elezioni. E allora, mi chiedo, perché dopo e non prima? Aveva forse paura di perdere voti, considerando che per noi è importante anche questo aspetto della sua azione pubblica? E pensare che le avevo espresso la mia solidarietà per tutte le contrarietà che le erano capitate in prossimità del voto. Avevo chiuso un occhio per la porcilaia di villa Certosa. Beh, lì non avevo fatto molta fatica a chiuderlo, quell'occhio, in fondo anche io sono un pò come lei, le ragazzine mi sono sempre piaciute e non le nascondo che un pò l'ho invidiata. Ho sorvolato sul processo Mills, ma chi non ha mai pensato di pagarsi il privilegio di farla franca. Certo, lei ha una maggiore disponibilità economica, noi poveracci invece dobbiamo ricorrere al politico di turno per chiedere il favore e poi ricambiarlo con il voto alle elezioni, magari accompagnato da quello di tutta la famiglia. Il fatto è che le regole, in Italia, sono difficili da rispettare e allora bisogna scavalcarle, lo ha detto anche lei a proposito delle tasse, ricorda? E io sono un fervido esecutore dei suoi pronunciamenti. Anche lei, però, mettermi così a dura prova sull'uso dei voli di stato dopo aver cambiato il regolamento. Già cambiare il regolamento per potersi permettere, in tempi di crisi, di organizzare festini a casa sua, trasportando con mezzi pubblici cantanti e ballerine. E poi raccontare che l'aumento dei voli nell'ultimo anno era dovuto alla crisi, che ha richiesto un maggior numero di voli internazionali per parlare con gli altri capi di stato. Io l'avevo capito, sa, ma ho fatto finta di cascarci. Anche perché chi e che non si concede un momento di svago in ufficio chiamando col telefono pubblico la moglie per dirle che può buttar giù la pasta. Certo non ho fatto molta fatica a chiudere un occhio quando ha deciso di abolire la tracciabilità degli assegni inserita dal precedente esecutivo, anzi di quella decisione la voglio proprio ringraziare, così nessuno sa che ho emesso un assegno, posso continuare a farlo in tutta libertà, alla faccia dei dipendenti pubblici che continueranno a pagare tutte le tasse al posto di noi liberi professionisti. La eliminazione della password a poliziotti e magistrati per il controllo dei capitali mafiosi, invece, non l'ho proprio capita. Anche perché non mi risulta che lei abbia mai avuto a che fare con la mafia, quindi perché favorirla gratis senza un ritorno personale in termini di vantaggi? O forse si, signor presidente? Mah, lasciamo perdere. Certo, anche l'abolizione della class action ho dovuto ingoiare con l'impossibilità di fare causa a Parmalat e soci da parte dei piccoli risparmiatori che non potranno più associarsi in un'unica causa ma dovranno portare avanti cause singole con enorme dispendio di tempo della giustizia e di denaro proprio, per chi c'è l'ha, naturalmente. Ma anchjen quello era un provvedimento delle sinistre, quindi andava abolito. Come le lenzuolate delle liberalizzazioni che, penalizzando le caste, consentono la competizione, e quindi l'abbassamento dei prezzi per il consumatore. Ma voglio chiudere con una nota dolce. La volevo ringraziare per l'intenzione di abolire le intercettazioni. Farà un regalone a corrotti, mafiosi e delinquenti d'ogni rango, sui quali non si potrà più indagare, ma che ce ne importa, anche noi avremo un nostro ritorno e anche io su questo sono disposto a chiudere un occhio. Ma, signor presidente, come le dicevo all'inizio, la cosa che mi ha fatto imbufalire e che mai riuscirò a digerire è stata la cessione di Kakà. Mi creda, è stato un colpo al cuore, un tradimento che da lei non mi sarei mai aspettato. Altro che nani e ballerine, altro che mafia, P2 e corruzione. Questi colpi bassi i suoi devoti non li meritano. Per questo, signor presidente, già fin da ora le comunico che non voterò le sue liste ai ballottaggi. Per questa gravissima onta, signor presidente, lei ha perso un suo fedelissimo elettore."

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