"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

giovedì 11 giugno 2009

La crepa si allarga nel cristallo.

Al di là dei finti sorrisi, dei dati manipolati a proprio piacimento, perchè tutti lo fanno, politici e non. Al di là delle dichiarazioni di circostanza, dove tutti sono risultati vincitori, i perdenti sono sempre quelli dell'altra sponda, gli avversari. Al di là delle TV di regime che non hanno dato il giusto peso alla perdita di circa due milioni di elettori da parte dei partiti di governo. Io vedo una crepa che ha fatto capolino e che è sempre più visibile in un cristallo che non è più compatto e trasparente. C'è stato un tempo in cui Craxi invitava gli italiani ad andare al mare in occasione di un referendum. Un giornalista raccolse una testimonianza, nel transatlantico parlamentare, di un deputato che, sbirciando la prima pagina di un giornale su cui era riportata la notizia, chiosò il suo leader con la parola 'grassone' o qulalcosa di simile e riportò quell'episodio commentandolo come l'inizio della fine che di lì a poco si sarebbe verificata e che puntualmente si verificò. Questo mi viene in mente nella decisione del presidente del consiglio di affossare il referendum dopo che aveva dichiarato che sarebbe stato masochista se non avesse sponsorizzato un referemdum che lo avrebbe chiaramente avvantaggiato. Una chiara marcia indietro, dunque, che ha comportato la reazione piccata del presidente della camera il quale, da uomo delle istituzioni e non da uomo di una parte politica, ha dichiarato che andrà a votare. Tutto attorno c'è stato un moto convulso all'interno della maggioranza. Onorevoli e senatori, intervistati al proposito dal solito TG3, hanno dato risposte degne del peggior politichese, decisamente imbarazzanti. Qualche malumore affiora anche nel popolo degli elettori. Io sono uomo del sud e sento le parole di chi si sente ostaggio della Lega, partito nato e radicato al nord, ma che nulla ha fatto per il sud. E allora perchè cedere al loro ricatto? Cosa ne abbiamo noi in cambio? E cosa ne abbiamo avuto? Queste le parole che sento, dall'interno del popolo della maggioranza. Malumori che montano, dunque, e non da parte della più sgangherata opposizione dell'Italia repubblicana, tafazziana e fantozziana in alcune sue manifestazioni. Malumori che affiorano come la punta di un iceberg da parte della gente, che ormai contesta in molte piazze d'Italia l'operato del governo. La gente comincia a capire, l'effetto dell'imbonimento, a un anno dall'elezione, comincia a svanire. Così il parlamento approva, tramite il voto di fiducia, vista l'importanza strategica dell'argomento, il nuovo disegno di legge sulle intercettazioni. In un solo colpo stampa e magistratura imbavagliate, non si può intercettare, non si può pubblicare nulla, nessuno deve più sapere nulla delle ruberie di regime, anche al di là delle censure televisive (vi invito a leggere, se ne avete voglia e tempo, un post di qualche mese fa sull'argomento - http://paologia.blogspot.com/2009/03/verranno-dirvi.html). Così la casta si garantirà un altro periodo di vacanza, prolungando oltre ogni ragionevole limite, la luna di miele con gli elettori. Ma le crepe si cominciano a vedere, alla gente le promesse non bastano più, d'ora in poi serviranno i fatti e stavolta, complice la crisi, la reazione potrebbe essere molto diversa da un innocente lancio di monetine.

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