"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

martedì 9 giugno 2009

Il discorso di Obama al Cairo - 4 giugno 2009 - frammenti di buona politica

Qualche giorno fa, questo blog pubblicava un avignetta che rappresentava Obama in veste di novello Gulliver e i nostri politici in veste di novelli abitanti di Lilliput, con le loro politiche nane (senza allusioni alle caratteristiche fisiche di alcuni nostri governanti). Oggi, mentre sento parlare dei soliti commenti al voto alle europee, con il solito teatrino di chi cerca note positive anche nei numeri più impietosi, mi torna in mente quella vignetta e soprattutto il discorso pronunciato qualche giorno fa dal presidente americano, con un piccolo rimpianto di non avere nulla in Italia che gli somigli almento un pochino. Così, a commento delle elezioni europee, ho deciso di proporre uno stralcio di quel discorso, sicuro di incontrare il favore dei lettori.
"Le relazioni tra l’Islam e l’Occidente sono fatte di coesistenza e cooperazione, ma anche di conflitto e di guerre di religione; in tempi più recenti la tensione è stata alimentata da un colonialismo che negava i diritti e le opportunità di molti musulmani e da una Guerra Fredda durante la quale i paesi a maggioranza musulmana sono stati spesso trattati come spettatori privi del diritto di parola, senza rispetto per le loro aspirazioni.
La modernizzazione e la globalizzazione, inoltre, hanno portato cambiamenti così radicali da spingere molti musulmani a vedere nell’Occidente un’entità ostile alle tradizioni dell’Islam. Queste tensioni sono state sfruttate da violenti estremisti per strumentalizzare un piccolo, ma potente numero di musulmani.
Gli attacchi dell’11 settembre e i successivi tentativi di violenza contro la popolazione civile ha indotto alcuni Paesi a vedere nell’Islam un nemico irriducibile non solo per gli Usa e le altre nazioni occidentali, ma addirittura per i diritti umani.
Tutto ciò ha alimentato la paura e la sfiducia. Fino a che il nostro rapporto verrà definito solamente in base alle nostre differenze renderemo sempre più potente chi semina odio, invece di pace, chi ricerca i conflitti, invece della cooperazione che è necessaria perché tutti i popoli possano avere giustizia e prosperità.
Per questo motivo deve essere spezzata la catena di sospetti e inimicizia. Sono qui per cercare d’inaugurare una nuova epoca nei rapporti tra Stati Uniti e i musulmani in tutto il mondo, un rapporto basato sul mutuo rispetto e su un interesse reciproco, fondato – soprattutto – sull’idea che Usa e Islam non siano incompatibili e non debbano per forza essere in competizione. Si sovrappongono, invece, condividendo principi comuni di giustizia, progresso, tolleranza e dignità per tutti gli esseri umani.
Cerco una nuova base per il nostro rapporto anche se so che il cambiamento non potrà avvenire improvvisamente, nessun discorso – da solo – può sradicare anni di sfiducia né posso rispondere oggi a tutte le complesse questioni che ci hanno portati fino a qui.
Tuttavia sono convinto che per andare avanti sia necessario parlare apertamente di ciò che ci sta a cuore e che, troppo spesso, viene nascosto e taciuto. Ci dovranno essere sforzi da parte di entrambi, per ascoltare e per imparare dall’altro, per rispettarci a vicenda e, infine, per cercare un terreno comune su cui basare il nostro rapporto.
Come il sacro Corano ci esorta, “Sii consapevole di Dio e di’ sempre la verità”. Questo è proprio quel che tenterò: fare del mio meglio nel dire la verità, con l’umiltà che è necessaria per affrontare la sfida che ci attende, fermo nella convinzione che gli interessi che ci uniscono in quanto esseri umani siano molto più potenti delle forze che ci dividono."

Nessun commento:

Posta un commento