Con un comunicato stampa congiunto gli Ordini dei medici di Bologna, Lodi, Milano, Pavia e Potenza hanno reso noto il loro voto contrario al documento votato dal Consiglio nazionale della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo) il 13 giugno in merito alle Dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) che sono argomento in discussione in Parlamento, anche sulla scia del caso Englaro. Motivo del dissenso in seno all'Ordine nazionale (cinque le città contrarie, 85 quelle favorevoli e sette astenute) è stato "il rifiuto all'inclusione del riferimento alla Dichiarazione delle Nazioni Unite fatta a New York il 23 dicembre 2006". Nella nota congiunta, gli ordini "dissidenti" sostengono che in quel documento dell'Onu "alimentazione e idratazione artificiale, in quanto considerate forme di sostegno vitale, non rientrano in quel novero di interventi considerati dalla deontologia medica 'accanimento terapeutico', poiché finalizzate ad alleviare le sofferenze fino alla fine della vita ed alle quali, pertanto, il dichiarante non può sottrarsi".
Amedeo Bianco, presidente nazionale della Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici), respinge qualunque ipotesi di spaccatura all'interno della categoria. Secondo Bianco, "parlare di scisma all'interno della categoria mi sembra davvero esagerato. Il piccolo dissenso che si è registrato è anzi la testimonianza che a Terni c'è stato un dibattito serio su contenuti seri". Per la cronaca, il documento, che auspica una modifica del Ddl sul testamento biologico licenziato dal Senato, è stato approvato con 85 voti favorevoli, 5 contrari e 7 astensioni dai presidenti degli Ordini provinciali. "Tra l'altro - aggiunge il numero uno della Fnomceo - il dissenso si è registrato solo su due punti: uno riguardo ai disabili, che abbiamo ritenuto fuori contesto tecnico e etico, e l'altro sul tema della nutrizione".
Di diverso parere Eugenia Roccella, sottosegretario al Welfare, la quale ritiene che la presa di posizione della Fnomceo sulle dichiarazioni anticipate di trattamento "credo sia dovuta solo a una volontà di protagonismo politico della Federazione degli Ordini dei medici, e in particolare del suo presidente Amedeo Bianco". Secondo il sottosegretario, è "strano che il presidente Bianco abbia voluto creare una divisione all'interno della Fnomceo su una questione così poco fondata sul piano
scientifico". Sul fronte dell'alimentazione e idratazione artificiali, "non c'è infatti unanimità, e non
spetta certo agli Ordini professionali - bacchetta la Roccella - dare definizioni che possono risultare molto confuse e contraddittorie. La scienza - conclude - deve essere unanime, se non lo è vale il principio di precauzione".
Al sottosegretario risponde il dott. Gristina, presidente della commissione bioetica della SIAARTI(Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva): "Se le affermazioni riportate da ADNKRONOS ed attribuite all’Onorevole Roccella fossero vere, non si potrebbe che rimanere sbalorditi per 5 ragioni: 1. L’Onorevole Roccella non è un medico; quindi non possiede le opportune e sufficienti competenze per affermare alcunché in materia di scienza medica; 2. In rapporto al punto 1, l’Onorevole Roccella ignora che la natura epistemologica della medicina fa sì che essa si ancori al principio della migliore e maggiore evidenza disponibile ed al minor grado di incertezza possibile, essendo stato abbandonato da alcuni secoli il “principio di precauzione”, dalla medesima Onorevole Roccella evocato; 3. Non sembra che il criterio “dell’unanimità” funzioni più, in generale nel mondo, come l’Iran sta dimostrando, ed in particolare nel nostro paese; 4. per quanto attiene al documento redatto dalla FNOMCeO, molti medici ritengono che questo documento rappresenti un esempio per la nostra classe dirigente di come una categoria di professionisti si sappia far carico di un problema potenzialmente riguardante ogni cittadino, smentendo chi pensa che in questa nazione la cultura sia morta e le istituzioni indifese; 5. Io faccio il medico da 30 anni, ma parole così prive di senso non le avevo mai sentite.
Interviene nel dibattito anche l'AMCI attraverso il suo presidente, Vincenzo Saraceni: "L'Associazione medici cattolici italiani (Amci), che sin dalla sua fondazione si e' sempre dedicata alla difesa della vita umana in ogni condizione, dalla nascita al naturale tramonto, ha appreso con molta tristezza le recenti decisioni della Federazione nazionale ordine dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), sulla questione dell'alimentazione e idratazione dei pazienti, considerati come atti liberamente rifiutabili, e, quindi, a disposizione delle scelte autonome dei pazienti". I medici cattolici esprimono "incredulità circa l'ipotesi che i medici italiani desiderino davvero essere vincolati dalle decisioni dei propri pazienti, quasi che si riconoscessero meri esecutori delle pretese di clienti".
Di diverso parere Eugenia Roccella, sottosegretario al Welfare, la quale ritiene che la presa di posizione della Fnomceo sulle dichiarazioni anticipate di trattamento "credo sia dovuta solo a una volontà di protagonismo politico della Federazione degli Ordini dei medici, e in particolare del suo presidente Amedeo Bianco". Secondo il sottosegretario, è "strano che il presidente Bianco abbia voluto creare una divisione all'interno della Fnomceo su una questione così poco fondata sul piano
scientifico". Sul fronte dell'alimentazione e idratazione artificiali, "non c'è infatti unanimità, e non
spetta certo agli Ordini professionali - bacchetta la Roccella - dare definizioni che possono risultare molto confuse e contraddittorie. La scienza - conclude - deve essere unanime, se non lo è vale il principio di precauzione".
Al sottosegretario risponde il dott. Gristina, presidente della commissione bioetica della SIAARTI(Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva): "Se le affermazioni riportate da ADNKRONOS ed attribuite all’Onorevole Roccella fossero vere, non si potrebbe che rimanere sbalorditi per 5 ragioni: 1. L’Onorevole Roccella non è un medico; quindi non possiede le opportune e sufficienti competenze per affermare alcunché in materia di scienza medica; 2. In rapporto al punto 1, l’Onorevole Roccella ignora che la natura epistemologica della medicina fa sì che essa si ancori al principio della migliore e maggiore evidenza disponibile ed al minor grado di incertezza possibile, essendo stato abbandonato da alcuni secoli il “principio di precauzione”, dalla medesima Onorevole Roccella evocato; 3. Non sembra che il criterio “dell’unanimità” funzioni più, in generale nel mondo, come l’Iran sta dimostrando, ed in particolare nel nostro paese; 4. per quanto attiene al documento redatto dalla FNOMCeO, molti medici ritengono che questo documento rappresenti un esempio per la nostra classe dirigente di come una categoria di professionisti si sappia far carico di un problema potenzialmente riguardante ogni cittadino, smentendo chi pensa che in questa nazione la cultura sia morta e le istituzioni indifese; 5. Io faccio il medico da 30 anni, ma parole così prive di senso non le avevo mai sentite.
Interviene nel dibattito anche l'AMCI attraverso il suo presidente, Vincenzo Saraceni: "L'Associazione medici cattolici italiani (Amci), che sin dalla sua fondazione si e' sempre dedicata alla difesa della vita umana in ogni condizione, dalla nascita al naturale tramonto, ha appreso con molta tristezza le recenti decisioni della Federazione nazionale ordine dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), sulla questione dell'alimentazione e idratazione dei pazienti, considerati come atti liberamente rifiutabili, e, quindi, a disposizione delle scelte autonome dei pazienti". I medici cattolici esprimono "incredulità circa l'ipotesi che i medici italiani desiderino davvero essere vincolati dalle decisioni dei propri pazienti, quasi che si riconoscessero meri esecutori delle pretese di clienti".
Commenta tale dichiarazione il dott. Davide Mazzon, vice presidente della commissione bioetica della SIAARTI: “Nel leggere l'intervista pubblicata sull'"Avvenire" del 17/6/09 al Prof. Saraceni, illustre Collega e Presidente dell'Associazione Italiana Medici Cattolici, desta sconcerto la sua affermazione per cui, sulla base del documento FNOMCeO sulle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento, i Medici sarebbero "ridotti a esecutori delle pretese di clienti". Al contrario, in ben 2 passaggi, il documento FNOMCeO mette in luce come, sulla base del principio di autonomia e responsabilità del Medico, l'alleanza terapeutica fonda le sue basi nella "compensazione" fra 2 autonomie, quella del Paziente e quella del Medico, che addirittura "può sottrarsi a quella relazione di cura di cui non condivide le prospettive tecnico-professionali in ragione di scienza e/o quelle etiche. Successivamente, intervistato sul tema della Nutrizione Artificiale, il Prof. Saraceni fa inoltre un'affermazione decisamente antiscientifica e ideologica sostenendo che il paziente non può assumere decisioni su questi temi che egli definisce "non disponibili". Vale la pena ricordargli che la Comunità Scientifica internazionale all'unanimità e con essa quella Italiana, convengono da anni sul fatto che la natura di Nutrizione e Idratazioni Artificiali è quella di trattamenti sanitari Medico-Infermieristici.
"Sono assolutamente allineato con il documento della Federazione nazionale ordine dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), nel quale si lascia al paziente la decisione sui trattamenti di fine vita". Così Alberto Rinaldi Ceroni, presidente della Società italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico-facciale (Sio), che specifica anche quale deve essere a suo avviso il ruolo dell'idratazione e della nutrizione nelle decisioni sul fine vita. "E' necessario- spiega- che idratazione e nutrizione siano contestualizzate e considerate nel caso specifico di ogni paziente. Tuttavia- ammette- è sempre e comunque il paziente che deve decidere. Se non c'è spazio per l'espressione chiara della volontà del malato, come nel caso Englaro, allora - conclude Ceroni- si deve rispettare la volontà già espressa".
Propri ieri Fulvio De Nigris, direttore del Centro studi per la ricerca sul coma "Gli amici di Luca" di Bologna, ha annunciato di aver ottenuto, per il 3 luglio a Roma un incontro presso la Fnomceo, con le associazioni la "Rete" e "Fnatc" (Federazione nazionale associazioni trauma cranico). Questi coordinamenti nazionali, cui aderiscono le famiglie di persone cerebrolese gravi o colpite da trauma cranico e di cui fa parte "Amici di Luca", avevano infatti redatto, nell'ambito del "Seminario permanente sugli stati vegetativi" istituito dal Ministero, un documento dove idratazione e nutrimento sono considerati "atto dovuto".
"Sono assolutamente allineato con il documento della Federazione nazionale ordine dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), nel quale si lascia al paziente la decisione sui trattamenti di fine vita". Così Alberto Rinaldi Ceroni, presidente della Società italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico-facciale (Sio), che specifica anche quale deve essere a suo avviso il ruolo dell'idratazione e della nutrizione nelle decisioni sul fine vita. "E' necessario- spiega- che idratazione e nutrizione siano contestualizzate e considerate nel caso specifico di ogni paziente. Tuttavia- ammette- è sempre e comunque il paziente che deve decidere. Se non c'è spazio per l'espressione chiara della volontà del malato, come nel caso Englaro, allora - conclude Ceroni- si deve rispettare la volontà già espressa".
Propri ieri Fulvio De Nigris, direttore del Centro studi per la ricerca sul coma "Gli amici di Luca" di Bologna, ha annunciato di aver ottenuto, per il 3 luglio a Roma un incontro presso la Fnomceo, con le associazioni la "Rete" e "Fnatc" (Federazione nazionale associazioni trauma cranico). Questi coordinamenti nazionali, cui aderiscono le famiglie di persone cerebrolese gravi o colpite da trauma cranico e di cui fa parte "Amici di Luca", avevano infatti redatto, nell'ambito del "Seminario permanente sugli stati vegetativi" istituito dal Ministero, un documento dove idratazione e nutrimento sono considerati "atto dovuto".
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