Ieri, complice il maltempo, navigavo distrattamente per televideo, fino a quando, cercando nel settore 'Culture', mi sono imbattuto in un titolo, riferito alla pagina 168, che ha catturato la mia attenzione "22-30 giugno: Raiuno cambia frequenze". Ho aperto con grande curiosità ed ho letto d'un fiato. "Tra il 22 e il 30 giugno nuova sintonizzazione delle frequenze di Raiuno. In base alla nuova disciplina europea, la rete ammiraglia della Rai deve spostarsi sulla stessa banda di frequenza, per fare posto a Europa 7. Dalla razionalizzazione dello spettro nascerà una nuova rete, Canale 8, da assegnare all'emittente di Francesco Di Stefano, protagonista di un lungo contenzioso con il governo. Per continuare a vedere Raiuno basterà risintonizzare il televisore, come se si dovesse memorizzare per la prima volta il canale. Nessun problema per gli utenti già digitali."
Ora, io non so quanti di voi hanno seguito la vicenda di Di Stefano, quindi la riassumo brevemente. Nel '99, Europa 7 vince la gara per la concessione delle frequenze nazionali, passando davanti anche a Rete 4. Naturalmente, per la condizione di privilegio di cui gode il proprietario, quest'ultima, invece di trasferirsi sul satellite, continua a trasmettere ignorando tutte le sentenze, anche quelle europee, che di volta in volta e di giudizio in giudizio, gli hanno dato torto. Fino a quando, l'Europa stabilisce che se l'Italia non provvederà entro il 31 dicembre 2008 all'assegnazione delle frequenze di cui ha legittimamente diritto Europa 7, verrà multata nella misura di 350.000 euro al giorno a partire dal 1° gennaio del 2006. Così, con un colpo di mano, il governo decide che a perdere le frequenze non sarà Rete 4, che ha perso la gara, ma sarà Raiuno.
Per cui, mentre Rete 4 continuerà a trasmettere indisturbata, la Rai dovrà incorrere nel rischio di non essere visibile in alcune zone del Paese, nonostante in quelle zone si paghi regolarmente il canone. Lo stesso rischio che correremo tutti noi nel momento che si passerà dall'analogico al digitale terrestre, invece che al digitale satellitare, come sarebbe stato più logico, viste le carattereistiche del territorio italiano, anche qui per una precisa scelta del governo. O meglio del capo del governo, che nell'un caso e nell'altro ha un conflitto di interessi grosso quanto una casa e, in virtù di questo penalizza gli italiani, che sono costretti, in un caso e nell'altro, ad assistere impotenti a tale sopruso. Non solo, ma dobbiamo anche vedere scritto su Televideo Rai che si tratta di "una razionalizzazione dello spettro", che Di Stefano è stato "protagonista di un lungo contenzioso con il governo", che questa porcheria si attua "in base alla nuova disciplina europea" e infine che "non vi sarà nessun problema per gli utenti già digitali". Questa è informazione di regime, nel metodo (non è stato fatto nessun comunicato ma la notizia è stata relegata alla pagina 168 di televideo), e nel merito (sono state falsate tutte le informazioni, nascondendo che il contenzioso non era tra Europa 7 e il governo, ma tra Europa 7 e Rete 4).
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