"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

venerdì 12 giugno 2009

La terapia del dolore in Italia.

In Italia non è facile prescrivere farmaci oppiacei per il trattamento del dolore. Una legge in materia era già stata presentata dal ministro Turco il 19 ottobre 2006, e approvata dal Senato nel dicembre 2007. Le elezioni anticipate hanno impedito che ricevesse il via libera anche dalla Camera, per l'approvazione definitiva di quel provvedimento, tanto atteso e sollecitato dalla comunità scientifica e professionale, dalle organizzazioni di tutela, dai cittadini come una svolta decisiva per la terapia del dolore nel nostro Paese. I dati a disposizione dicono che ogni anno in Italia circa 160 mila malati muoiono di cancro, ma se calcoliamo le fasi terminali conseguenti ad altre malattie, e le cronicità che richiedono interventi lenitivi del dolore, le persone interessate superano il milione. Il dolore che caratterizza le fasi terminali della vita e molte malattie croniche è inutile e ingiusto. La scienza afferma, ormai da tempo, che il dolore fine a se stesso va contrastato perché toglie lucidità, compromette la qualità della vita, accresce la solitudine di fronte alla sofferenza, avvicina il desiderio della morte. Combattere il dolore, dunque, significa anche allontanare il desiderio della morte di fronte a una grande sofferenza. Il prof. Umberto Veronesi rincara la dose: “Uno dei principali diritti del malato, ha ricordato Veronesi, è quello di non soffrire. Un punto fermo che non vale solo per le malattie più gravi, ma anche per quelle più banali. La morfina, ha osservato ancora il professore, è un potente antidolorifico che "deve essere usato anche per una distorsione alla caviglia", uscendo dal concetto che l'immaginario collettivo ha di questa medicina solo perché "ne è stato fatto un uso improprio da chi vuole uscire dalla realtà". E' recente un'intervista dell'ex ministro Turco, in cui si paventava il rinvio sine die della legge già approvata dalla Commissione Affari sociali della Camera, in quanto "non c'era stata neanche la calendarizzazione del provvedimento”. Dal canto suo il vice-ministro Ferruccio Fazio, il 28/05/09, assicurava che "Stiamo preparando un provvedimento ponte in attesa di un dispositivo legislativo per rendere meno macchinosa la prescrizione di farmaci oppiacei contro il dolore. Il provvedimento, in forma di decreto o di ordinanza - ha precisato Fazio - sarà operativo fra un mese e riguarderà la classe di farmaci chiamati ossicodoni, che fa parte degli oppioidi. Vogliamo cercare di rendere la prescrizione di questi medicinali più facile, senza ricetta a ricalco", ha concluso Fazio ricordando che l'Italia è agli ultimi posti in Europa per la terapia del dolore.
Non dimentichiamo, poi, che le donne sono maggiormente predisposte degli uomini al dolore cronico e rappresentano anche le figure che, per tradizione e necessità, si dedicano all'assistenza dei familiari malati. Che siano genitori, mariti o figli. A tale proposito Francesca Merzagora, presidente di Osservatorio sulla salute della donna (Onda), fa notare che "I punti da toccare sono moltissimi, a cominciare dai finanziamenti, non solo per i farmaci ma anche per le strutture destinate ai malati terminali. Invitiamo dunque il viceministro a non fermarsi qui, a ripensare di concerto con il Governo ai previsti tagli sui Livelli essenziali di assistenza e a portare in Aula il testo unificato, licenziato oltre un mese fa dalla Commissione Affari sociali della Camera".

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