"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

venerdì 5 giugno 2009

I guai e le bugie dell'imbonitore/3

E siamo al terzo episodio di questa mini saga sulle grane che si stanno abbattendo sul nostro premier in questo periodo. Situazioni che, in un qualsiasi altro Paese democratico, avrebbero causato le dimissioni dell'interessato. Ma qui no. Qui si grida al complotto, anche contro l'evidenza dei fatti. Ormai i giudici, in Italia hanno perso credibilità. Non è più il tempo dei Falcone, Borsellino, Caselli. Da Craxi in poi è iniziata una campagna denigratoria che ha cancellato di fatto ogni possibile fiducia nella magistratura, al di là dei demeriti dei singoli, che ovviamente non possono mancare, come in ogni aspetto della nostra vita.
Ma torniamo ai guai del nostro. Il passo successivo, naturale, per quello che era stato detto nella prima puntata, cioè l'utilizzo dei voli di stato per motivi personali, ha prodotto un interesse della magistratura in seguito alla denuncia del Codacons. Si guardi bene che la magistratura è intervenuta come atto dovuto dopo una denuncia. Non so e non credo che tutto ciò porti a qualcosa di concreto, anche perchè, come già detto, questo esecutivo ha modificato il regolamento sull'utilizzo dei voli di stato, facendone tra l'altro gonfiare le spese, in tempi di crisi. Non solo ma anche Larussa, il ministro della difesa, è stato pizzicato dai soliti comunisti impuniti mentre andava a prendersi un aperitivo a Grosseto, utilizzando, anch'egli, un volo di stato con annessi amici e compari e con la scorta di altri aerei al suo arrivo a destinazione. Ora, ripeto, io non credo che tutto questo can can porterà a nulla, ma resta il problema dell'opportunità politica di un simile comportamento. Come dire che non c'è nessuna legge che impedisce di fare un rutto nel Louvre, però...
Intanto, a dispetto di quanto non ci facciano vedere le televisioni di regime, tutte protese a proteggere l'incolumità dell'immagine del padrone assoluto, monta la protesta in tutta Italia. Ai comizi cominciano a far filtrare la gente, in modo che davanti alle telecamere appaiano persone felici e sorridenti, mentre chi protesta viene tenuto a debita distanza dal cordone della polizia. Proteste ci sono state a Bari, al congresso della Confesercenti, ma anche e soprattuto in Abruzzo dove hanno protestato i Vigili del Fuoco, come mostra anche una foto pubblicata da questo blog nella giornata di domenica. E' di questi giorni la protesta dei sindaci dei comuni colpiti dal terremoto, per via del decreto appena varato. A proposito di terremoto, c'è stata una campagna di disinformazione qualche giorno addietro in cui si diceva che sono state eliminate 11 tendopoli e i primi sfollati sono rientrati nelle proprie abitazioni. Bene, giunge voce che le 11 tendopoli erano allocate in comuni distanti dalla zona del sisma almeno 50 km e che sono tornati a casa quei cittadini di cui l'abitazione è stata dichiarata agibile. Nessun nesso, dunque, con la fulgida azione di questo governo che riesce a speculare anche sui morti. A seguito delle proteste, però, il nostro premier si sente in difficoltà, figurarsi che a Bari gli è stato consigliato di rinunciare al comizio. Così l'altro giorno ha deciso di annunciare che a breve altri militari verranno utilizzati per la sicurezza nelle città d'Italia, e tutto questo a pochi giorni dal varo del decreto sulla sicurezza. Accanto a questi annunci, decide di riapparire a Porta a Porta per cercare di iniettarci la solita nuova dose di bugie sul caso Noemi e su tutte le grane che gli stanno scoppiando in mano in questo periodo. E, giacchè era lì, pronuncia frasi del tipo 'non mollo' oppure'spazzeremo via le roccaforti rosse'. Non so a voi, ma queste frasi da guerra aperta, in bocca ad un premier che dovrebbe rappresentare tutti i cittadini, se associate alle difficoltà di questo periodo e all'annunciato aumento dei militari nelle città, non mi fa dormire tranquilo. Si respira decisamente una brutta aria. Nel frattempo, però, il nostro cerca di giocare d'anticipo su un'altra grana. L’Einaudi, filiale della sua Mondadori, decide, si fa per dire, di non pubblicare un libro di José Saramago, dove il Nobel paragona il leader italiano ad un capomafia. “Maleducato”, “donnaiolo”, “cattivo amministratore”, “censore”, “corrotto”, tutte etichette che insistono a restare appiccicate al magnate dei media e proprietario della AC Milan. E che i suoi elettori sistematicamente ignorano, pur sapendo, si spera, che chi fa finta di non sapere è definito 'connivente' dal dizionario della lingua italiana. Buon voto a tutti.

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