Una norma dell'Unione Europea ha stabilito che i sacchetti di plastica saranno vietati a partire dal 31 dicembre del 2009 ma, grazie al decreto milleproroghe approvato ieri dal consiglio dei ministri, questa data viene spostata al 1° gennaio del 2010 e la scelta di “ammazzare” il sacchetto di plastica, per il momento, è lasciata alla coscienza ecologica e alle valutazioni di convenienza delle singole catene commerciali. Anche perché la borsa di plastica non è un accessorio, ma un comportamento. Interiorizzato al punto che in Italia siamo arrivati a consumare 2 miliardi di sacchetti al mese, 400 a testa in un anno, un quarto di quelli che si producono in Europa. E, secondo le stime degli ecologisti, per fabbricare 200mila tonnellate di shoppers di plastica, in un anno si impiegano circa 430mila tonnellate di petrolio, pari al consumo di 160mila automobili che percorrono 30mila km. Se stendessimo le buste di plastica per terra, ogni anno potremmo ricoprirci per intero la Val d'Aosta. In media, ogni cittadino italiano usa annualmente 30 kg di sacchetti di plastica e tale abuso, fa di quest'oggetto il più più rappresentato nelle nostre case, utile per pochi minuti, ma che poi diventa il rifiuto più diffuso nei nostri mari (dove il 90% della spazzatura galleggiante è costituito da plastica), sulle nostre spiagge, nei nostri parchi e sui nostri monti. Può durare fino a 200 anni (anche 400 nel deserto) prima di scomporsi in particelle tossiche sempre più piccole, che è dimostrato siano già entrate nella catena alimentare dell’uomo e c’è da rabbrividire se si considera che solo meno di 3 sacchetti su 10 vengono riciclati, in altre parole il 96% della plastica prodotta a livello mondiale non viene riutilizzato.
Intanto dall'Irlanda alla Danimarca, alla Germania, è stata adottata una mini-tassa sulle buste in plastica. I francesi di Auchan sono stati tra i primi a combattere l'inquinamento dalla plastica, seguiti dagli italiani. La Coop scommette sullo scrupolo di coscienza “verde” dei suoi clienti. Crai, Esselunga, Despar offrono già alternative riciclabili o riutilizzabili allo shopper di plastica, ma stanno ancora valutando se decretare l'ostracismo definitivo di quelle tradizionali. Carrefour e Conad, invece, in assenza di obblighi precisi di legge, continueranno a lasciare al consumatore la scelta. E ancora: dal 29 maggio i sacchetti di plastica sono vietati in tutti i 98 punti vendita di Unicoop a Firenze.
In Cina, dove il divieto di usare i sacchetti di plastica esiste già da un anno, il conto del risparmio energetico è davvero positivo: risparmiati 1,6 milioni di tonnellate di petrolio e salvati dall’uso 40 miliardi di sacchetti. Il loro consumo è crollato di 2/3 rispetto a un anno fa. Il prossimo passo, sarà donare gratuitamente borsine di stoffa ai cittadini. Ma c’è chi afferma che le sacche di stoffa, seppur resistenti ed ecologiche, non sarebbero igieniche, anzi addirittura dannose per la salute.In Italia, nell’attesa che le buste di plastica muoiano di inedia per progressivo abbandono da parte dei consumatori coscienti, ci sono alcuni consigli per “riciclarle”: conservarle e portarle con sé a ogni spesa; se decidiamo di gettarle, buttiamole negli appositi contenitori per il riciclo; le sportine possiamo utilizzarle per avvolgere e coprire oggetti conservati in cantina o in valigia, o ancora per proteggere flaconcini e creme; in spiaggia, per conservare il costume bagnato per non inumidire il resto della roba; tagliandole possono diventare anche grembiuli o top per gli amanti della pittura; infine, possono essere usate per mantenere il pane fresco e fragrante.
Intanto dall'Irlanda alla Danimarca, alla Germania, è stata adottata una mini-tassa sulle buste in plastica. I francesi di Auchan sono stati tra i primi a combattere l'inquinamento dalla plastica, seguiti dagli italiani. La Coop scommette sullo scrupolo di coscienza “verde” dei suoi clienti. Crai, Esselunga, Despar offrono già alternative riciclabili o riutilizzabili allo shopper di plastica, ma stanno ancora valutando se decretare l'ostracismo definitivo di quelle tradizionali. Carrefour e Conad, invece, in assenza di obblighi precisi di legge, continueranno a lasciare al consumatore la scelta. E ancora: dal 29 maggio i sacchetti di plastica sono vietati in tutti i 98 punti vendita di Unicoop a Firenze.
In Cina, dove il divieto di usare i sacchetti di plastica esiste già da un anno, il conto del risparmio energetico è davvero positivo: risparmiati 1,6 milioni di tonnellate di petrolio e salvati dall’uso 40 miliardi di sacchetti. Il loro consumo è crollato di 2/3 rispetto a un anno fa. Il prossimo passo, sarà donare gratuitamente borsine di stoffa ai cittadini. Ma c’è chi afferma che le sacche di stoffa, seppur resistenti ed ecologiche, non sarebbero igieniche, anzi addirittura dannose per la salute.In Italia, nell’attesa che le buste di plastica muoiano di inedia per progressivo abbandono da parte dei consumatori coscienti, ci sono alcuni consigli per “riciclarle”: conservarle e portarle con sé a ogni spesa; se decidiamo di gettarle, buttiamole negli appositi contenitori per il riciclo; le sportine possiamo utilizzarle per avvolgere e coprire oggetti conservati in cantina o in valigia, o ancora per proteggere flaconcini e creme; in spiaggia, per conservare il costume bagnato per non inumidire il resto della roba; tagliandole possono diventare anche grembiuli o top per gli amanti della pittura; infine, possono essere usate per mantenere il pane fresco e fragrante.
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