"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

sabato 6 marzo 2010

Dall'Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno

Ormai dobbiamo farcene una ragione, questo capo di stato, con la minuscola, ormai, ci ha abituato alle sue consuete 'moral suasions'. Non c'è più una istituzione credibile. Quando conviene il presidente della repubblica, con la minuscola, tace quando il parlamento, con la minuscola, lavora. Quando non conviene ci sono i dialoghi che scoraggiano la produzione di determinate leggi o decreti e poi, una volta, aggiustate, vengono emanate e promulgate come piace a loro. Il presidente della repubblica, con la minuscola, dovrebbe essere fuori dai giochi di parte, come aveva giustamente risposto alla Polverini, che ne aveva all'inizio chiesto un intervento per risolvere il pasticcio. Poi è successo qualcosa, e allora il capo dello stato, con la minuscola, si è schierato accanto ad un presidente del consiglio, con la minuscola, che, anche lui, dovrebbe essere fuori dai partiti e fuori dalle persone. Il governo dovrebbe legiferare per la gente, per i cittadini, non per uno solo o per una parte di essi. Tutto questo schifo, perchè di uno schifo stiamo parlando, significa una sola cosa: fuori dalle regole non c'è democrazia. E' rigore non più quando arbitro fischia ma solo quando l'allenatore di una squadra e l'arbitro decidono che la cosa si può fare, le regole si riscrivono durante la partita. Ora tutti, alla presentazione di una domanda per un concorso o per una gara d'appalto, possiamo sentirci autorizzati a chiedere modifiche alla scadenza o ai capitolati, tutto si può fare basta mettersi daccordo.
Davanti a questo schifo, dalle piante dei piedi fino al cuore e fino alla bocca, il corpo delle persone oneste, dall'Alpi a Lampedusa e oltre, passando per gli italiani all'estero, fa il giro del mondo e grida una sola parola: VERGOGNA.

martedì 23 febbraio 2010

Tumori, senza prevenzione i morti raddoppieranno

Quante volte abbiamo sentito di una nuova medicina che farà miracoli, ma solo fra cinque o dieci anni. Nel frattempo ai cittadini restano i sogni e la possibilità di comportarsi peggio di prima tanto la cura sta per arrivare. Intanto, mentre si parla di AIDS o di suina, si muore di cancro e di infarto, senza che vi sia un progetto educativo adeguato. Anche perchè qualunque progetto educativo si scontrerebbe in maniera significativa con i progetti delle multinazionali.
I morti per cancro, nel mondo, potrebbero aumentare dai 7,6 milioni attuali a 17 milioni entro il 2030: un numero di vittime più che raddoppiato nei prossimi 20 anni, senza un impegno globale sul fronte della prevenzione. A lanciare l'allarme è l'Organizzazione mondiale della Sanità. La guerra ai fattori di rischio oncologici è l'unico modo per vincere la battaglia contro i tumori, avverte l'Ufficio regionale Ovest Pacifico dell'agenzia Onu, che ricorda come oltre il 30% dei casi di cancro (praticamente un terzo) potrebbe essere evitato adottando stili di vita più sani. Oggi il cancro fa registrare oltre 12 milioni di nuovi casi all'anno in tutto il pianeta ed è responsabile di un decesso su 8, più delle morti per Aids, tubercolosi e malaria messe insieme, avverte l'Oms. Solo nella regione dell'Ovest Pacifico, i tumori hanno colpito nel 2008 circa 3,7 milioni di persone (2,2 milioni di uomini e 1,5 milioni di donne), con quasi 2,6 milioni di decessi. "C'è una preoccupazione universale sul cancro", sottolinea Shin Young-soo, direttore dell'Ufficio regionale Oms. Ma bisogna fare ancora molto per migliorare la consapevolezza del problema, perché "con la giusta disposizione d'animo, e attraverso azioni appropriate - assicura - alcuni tumori possono essere evitati" e altri "diagnosticati precocemente, trattati e curati". Non fumare, non bere alcol, seguire un'alimentazione corretta, fare esercizio fisico, prevenire le infezioni che potrebbero dare origine a un tumore. Sono queste le mosse vincenti per 'dare scacco matto' al cancro, ricorda l'Oms. Che mette l'accento soprattutto sulle insidie del fumo e della vita sedentaria. Le sigarette, ricorda, sono la prima causa evitabile di cancro, mentre 30 minuti al giorno di esercizio fisico moderato possono ridurre il rischio di tumori a seno e colon.

domenica 21 febbraio 2010

Per non dimenticare; i morti sul lavoro dall' 8 al 19 febbraio 2010.

Continua il viaggio intrapreso da questo blog nel mondo delle mortalità sul lavoro. L'obiettivo è quello di rendere omaggio a quei piccoli eroi quotidiani, vittime di tante cause, ma anche, e a volte soprattutto, di una politica che disattende i propri doveri, per inseguire spesso obiettivi a breve scadenza e con mera finalità elettorale. Per loro chiedo un pensiero e, per chi ci crede, una preghiera durante la messa domenicale.
Anonimo, 38 anni, operaio, Roma19 02 2010
Incidente sul lavoro stamani a Roma, in località Settecamini. Un operaio di 38 anni, italiano, è precipitato dal tetto di un capannone di una ditta di imballaggi. L’uomo ha battuto la testa dopo un volo di dieci metri. Era salito sul tetto per tentare di ripararlo dalle infiltrazioni d’acqua provocate dalle piogge di questi giorni. Categorie : lavori vari, lazio
Fabrizio Pagliano, 30 anni, operaio, Torre di Mondovì19 02 2010
Fabrizio Pagliano, 30 anni, è morto alla cartiera di Torre di Mondovì: era rimasto impigliato con la tuta in un macchinario che ne avrebbe provocato la morte per soffocamento. Categorie : industria della carta, piemonte
Anonimo, 52 anni, netturbino, Augusta18 02 2010
Un netturbino di 52 anni è morto travolto da un’auto guidata da un giovane ubriaco sulla strada provinciale 3 nei pressi di Augusta (Siracusa). Categorie : sicilia, trattamento rifiuti
Renzo Vecchiato, 47 anni, eletticista, Perdenello di Paese18 02 2010
Renzo Vecchiato, elettricista di 47 anni, è morto cadendo da una scala da un’altezza di circa tre metri, a Perdenello di Paese, all’interno del cantiere di una un’abitazione privata. Categorie : edilizia, veneto
Francesaco Calderaro, 40 anni, operaio, Palagiano18 02 2010
Francesaco Calderaro, operaio di 40 anni, è morto a Palagiano precipitando dall’impalcatura di un capannone di un’azienda agricola, mentre stava effettuando lavori di sostituzione del tetto, in particolare la rimozione di alcune lastre in eternit. Categorie : edilizia, puglia
Antonio Fiori, 37 anni, operaio, Magnago13 02 2010
Antonio Fiori, un operaio di 37 anni, è morto schiacciato da un carrello in una fonderia a Magnago: stava cercando di sbloccare un carrello, quando il sistema è ripartito all’improvviso, travolgendolo. L’uomo è morto sul colpo per i traumi riportati. Categorie : lombardia, siderurgia
Rocco Palumbo, 32 anni, operaio, Palmi12 02 2010
Rocco Palumbo, operaio di 32 anni è morto in un incidente sul lavoro sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria, nei pressi di Palmi. L’operaio, dipendente di un’impresa impegnata in lavori di ammodernamento, e’ precipitato da un ponte in costruzione ed e’ morto dopo il ricovero nell’ospedale di Polistena. Categorie : calabria, lavori stradali
Alessandro Chiarello, 26 anni, operaio, Cicala11 02 2010
Alessandro Chiarello, operaio di 26 anni , è morto mentre lavorava in un cantiere a Cicala nei pressi di un ponte delle Ferrovie della Calabria, crollato nei giorni scorsi a causa del maltempo: mentre si trovava alla guida di un escavatore impegnato nel ripristino della linea delle Ferrovie della Calabria, a causa di uno smottamento del terreno, il mezzo pesante s’è ribaltato ed il giovane che lo guidava è stato scaraventato fuori dall’abitacolo finendo nel fiume in piena. La forte corrente ha trascinato il suo corpo per oltre tre chilometri. Categorie : calabria, movimentazione terra
Gianfranco Beltrame, 42 anni, operaio, Camposanpiero11 02 2010
Gianfranco Beltrame, 42enne operaio, è morto presso uan cartiera di Camposanpiero: mentre stava sistemando una catasta di cartone pressato, due cilindri del peso di 5 quintali l’uno gli sono crollati addosso. Categorie : industria della carta, veneto
Gaetano Saraceni, 31 anni, operaio, Solbiate Arno8 02 2010
Gaetano Saraceni, 31 anni, è morto ucciso da una sbarra metallica mentre stava lavorando vicino a un macchinario in una azienda specializzata in stampaggio di metalli a Solbiate Arno. Categorie : lombardia, meccanica
Aldo Ferraro, 33 anni, operaio, Bocale8 02 2010
Aldo Ferraro, operaio 33enne, è morto schiacciato dal crollo di un muro di contenimento di cemento, mentre era impegnato in lavori di sbancamento in località Vico d’Angelo a Bocale Categorie : calabria, movimentazione terra

venerdì 19 febbraio 2010

Il tappo sta per saltare ... sul carro del nuovo vincitore.

Ci sono tre frasi del premier che mi fanno pensare che il tappo sta per saltare.
Innanzitutto, davanti al dilagare degli scandali, si preannuncia il solito giro di vite, questa volta contro la corruzione. Ma ci vogliono prendere davvero in giro? Cosa significa giro di vite? Le leggi ci sono già e sono sufficienti, se proprio si vuole fare qualcosa. E fare qualcosa non significa fare degli annunci senza valore, ma signifca inasprire i controlli, quelli bisogna aumentare, non le sanzioni che già ci sono e sono sufficienti. Inasprire i controlli, non significa fare la guerra alle intercettazioni, ma raddoppiarle, triplicarle, se necessario, perché tutto venga fuori al più presto, prima che sia troppo tardi, altro che secretare!
Poi c'è un'altra frase che ha tutto il sapore della disperazione, come se si cercasse di utilizzare un vecchio metodo per distrarre l'attenzione. Un metodo che a quanto pare non funziiona più, se l'informazione di regime l'ha fatta appena trapelare. 'Stanno per farmi fuori fisicamente', avrebbe dichiarato il premier, nel silenzio tombale dei suoi cacicchi, giornalisti e politici.
Infine la ciliegina sulla torta: 'Non sono che dei bricconi isolati', questa frase mi ha fatto subito pensare a Craxi che chiamò Mario Chiesa un mariuolo e lui, sentendosi abbandonato, vuotò il sacco.
Personalmente, leggendo le cronache, credo che tangentopoli sia già iniziata, ma è solo rinviata grazie all'ammorbidimento da parte dei media compiacenti. Ma non credo che si riuscirà a tamponare il letame in arrivo ancora per molto tempo, anche perché, chi è abituato a leccare, presto si renderà conto che dovrà leccare da un'altra parte, per cui, presto, abbandonerà al proprio destino l'attuale padrone, per saltare sul carro del nuovo vincitore.

giovedì 18 febbraio 2010

Evitiamo di dire no, ma mandiamoli a casa!

Quello che mi fa rabbia in tutta questa faccenda dei feriti in Val di Susa è che più i cittadini si esprimono in un senso, più la politica, con il suo braccio armato, fa il contrario. La gente la TAV non la vuole, lo avete capito o no? Così la gente non vuole le centrali nucleari, non vuole l'acqua privatizzata, non vuole il finanziamento pubblico ai partiti. Lo so, Donato, tu mi hai insegnato che non si deve mai dire no. Mai bisognerebbe scadere nel partito del no, si rischia di essere derisi ed emarginati. Lo so, bisogna sempre fare proposte alternative ed essere il partito del sì.
Allora ricominciamo. Sì alle energie rinnovabili che possano sopperire in via definitiva alla ormai obsoleta tecnologia nucleare. Sì ad un miglioramento delle linee ferroviarie già esistenti in Val di Susa che, se adeguatamente risistemate, possono sopperire come già fanno, al trasporto attuale e anche a quello futuro che l'Europa ci chiede. Sì al riconoscimento del principio che l'acqua è un bene pubblico e non una merce e comportarsi di conseguenza. Sì ad uno schema di finanziamento dei partiti che non preveda l'attribuzione di soldi in eccesso, ma che preveda un tetto e una decadenza in caso di crisi prima della fine della legislatura. Si, poi, al riconoscimento degli esiti di tutte le consultazioni popolari, referendarie e non. E infine si ad una nuova legge elettorale che ci consenta di poter scegliere i nostri rappresentanti e mandare definitivamente a casa questa gentaglia che non ci rappresenta più.

mercoledì 17 febbraio 2010

Perché il ministro Alfano si dovrebbe dimettere.

Nello stesso giorno in cui disquisivo con alcuni amici della parola giustizialista (da cui è nato il post di ieri), mi sono trovato a parlare anche del fatto che, mentre tutti vanno in galera se sbagliano, i giudici non ci vanno mai. Così ho fatto tra me e me alcune riflessioni. Credo innanzitutto che si debba distinguere tra errori e reati. Partendo da questo principio arriveremo alla conclusione che anche i giudici quando commettono reati vanno a finire in prigione e ce ne sono diversi che sono stati processati, anche per fatti di corruzione. Per quel che concerne invece gli errori, credo che nessuno vada in galera, a meno che non incorra in fatti penalmente rilevanti, tipo l'omicidio colposo. Quindi nemmeno i magistrati, che comunque sono soggetti a sanzioni da parte del loro organo di controllo, subiscono trasferimenti per incompatibilità ambientali, o cose di questo genere. Ma prendiamo la categoria dei politici, quelli che spesso inveiscono contro la categoria dei magistrati. Avete mai visto un politico che paga per aver commesso un errore, aver proposto una legge sbagliata che, ad esempio, ha bisogno poi di un decreto incostituzionale per evitare di scarcerare 400 boss mafiosi? Io mai, anzi ho visto spesso politici che utilizzano i propri errori per fare propaganda, grazie alla complicità di un'informazione manipolata. Se, ad esempio Alfano, il nostro ministro della giustizia, dovesse pagare per i suoi errori, dovrebbe dimettersi. Vi sono, infatti, norme, come quella sulle intercettazioni, o sul processo breve, o sul legittimo impedimento o le varie riforme che promettevano una giustizia più efficiente e funzionale, che sono ferme in parlamento. Ce n'è una, invece, che porta il suo nome, che è stata approvata, è entrata subito in vigore ed è stata sconfessata un anno e mezzo dopo, il Lodo Alfano. Questa norma ha provocato lo stralcio della posizione del premier al processo Mills. Ora, se io fossi stato il premier, sapendo di essere innocente, tenendo conto che un ministro del mio esecutivo aveva fatto approvare una norma, poi ritenuta incostituzionale, che aveva intanto stralciato la mia posizione dal processo, impedendomi di provare la mia onestà, beh, abbiate pazienza, io lo avrei prima picchiato e poi costretto alle dimissioni, per incompetenza e per avere gravemente danneggiato la mia immagine. Altro che statuina del duomo in faccia!

martedì 16 febbraio 2010

La parola giustizialista.

Parlavo, giorni fa, con degli amici, di giustizia e delle condizioni in cui è ridotta in Italia. Eravamo in linea di massima daccordo sul fatto che non funziona, un po' meno sul tipo di soluzioni da adottare, tanto che ne abbiamo appena appena accennato poi, al primo sentore di dissenso abbiamo lasciato perdere. Anche perché uno di loro ha utilizzato la parola 'giustizialista'.
Sono particolarmente sensibile a questa parola, intanto perché non appartiene alla cultura storica della lingua italiana. Se si cerca nei vecchi vocabolari non la si trova e forse non c'è neppure in molti di quelli nuovi. Diciamo che è un neologismo. Niente di male, per carità, la lingua cambia ogni giorno. Ed ogni giorno vi sono parole che nascono e parole che cadono nell'obsolescenza e non vengono utilizzate più o vengono utilizzate sempre di meno. Ma, personalmente, ritengo che la parola giustizialista, sia un neologismo inventato da politici corrotti per giustificare il proprio malaffare. Non ho dati alla mano, ma credo che questo termine sia stato introdotto ai tempi di mani pulite, quando cioè sono esplose le indagini e gli avvisi di garanzia, che prima di allora erano cose sporadiche e clamorose. Da allora, ogni volta che un politico viene indagato, inquisito, processato e addirittura condannato, subito si parla di deriva giustizialista della magistratura. Ma la domanda che io mi pongo è: insomma, questa gente, ha rubato, si o no?
A sentir pronunciare la parola giustizialista mi sembra di tornare ai tempi della scuola, quando si apostrofava con la parola secchione il primo della classe, quello che stava sempre curvo sui libri, un'anomalia, rispetto alla gran parte degli alunni che invece andavano dal divetimento ad un saggio punto di mezzo fra il divertimento e lo studio. Ecco, proprio così, chi ha sete di giustizia è paragonato a quegli alunni secchioni e come loro viene deriso. La giustizia e l'onestà devono essere ritenute fuori moda, desuete, da una società che è cambiata dalle fondamenta. Come quando in Sicilia si apostrofano le persopne antipatiche, o ritenute di livello inferiore, con la frase 'sei come un pentito', con una smorfia di disprezzo verso il destinatario di quell'attenzione. E' questo la parola giustizialista, un atto da bulli, quasi un atto da mafiosi, sicuramente un segno riconoscibile della deriva della nostra società.

venerdì 12 febbraio 2010

Buon compleanno!

'Ho pensato di avviare un blog. Scrivo da tempo su periodici a diffusione gratuita locale, mi piace scrivere, ho anche scritto un libro, ma sentivo il bisogno di un confronto più diretto, di qualcuno che mi dicesse dove sbaglio. Qualcuno che non fosse la solita cerchia di amici, che ormai ha imparato a conoscere il mio modo di scrivere e quindi, per abitudine, lo apprezza. Così, anche sulla scorta di altre persone che conosco, mi sono finalmente deciso. Certo, entrerò anch'io nel mare magnum della rete, e sicuramente rischio di dovermi ricredere su tante illusioni. Mi rendo anche conto che forse, tra qualche tempo, potrei decidere che questa decisione non fa per me, ma un vecchio detto, che da tempo ho fatto mio, dice che se tu il biglietto non lo compri, sicuramente non vinci. Così ho deciso di comprare il biglietto. Non so cosa mi aspetto da questa nuova avventura. Sicuramente un arricchimento culturale, aprire un pò la mia mente, magari conoscere nuova gente. Poi vedremo, tutto ciò che verrà in più sarà gradito, tutto ciò che non si realizzerà andrà ad arricchire l'archivio delle delusioni. Ma potrò dire di averci provato.'
Era il 12 febbraio dello scorso anno quando, con queste parole, avviavo il mio blog. Nel frattempo è passato un anno, qualcosa è cambiato. Non certo lo spirito, ma le situazioni, anche personali. Nel frattempo è salito a bordo un compagno di viaggio che, a differenza di me, ha il pallino del disegno e che ha firmato tutte le vignette pubblicate, anche se con nomi diversi. Grazie anche a te, Antonio. Più di una volta ho pensato di lasciar perdere, soprattutto da quando ho cominciato a scrivere qualcosa anche sul mio profilo facebook. Quindi scrivo sul blog con meno regolarità ma, credo, con maggiore qualità, inserendo notizie e commenti secondo l'istinto del momento, un po' come si fa con un diario di bordo, vi si annotano le passioni e le riflessioni. Da un semplice sfogo è finito per diventare un registro di passioni che, ad intervalli regolari, mi soffermo a rivedere, non senza una certa tenerezza.
Buon compleanno, blog, cento di questi giorni. In questo giorno voglio ringraziare quanti lo hanno visitato, letto e commentato i post pubblicati. Non voglio fare statistiche, confliggono con i sentimenti e, nel mio caso, sono anche inutili. Grazie a tutti, ripeto, spero che continueremo a viaggiare ancora insieme per molto altro tempo. Un saluto affettuoso, Paolo Giannuzzi.

giovedì 11 febbraio 2010

Dal letame può nascere una rosa. E questa è bellissima.

Oggi mi sembra di essere imperturbabile. Non mi turba l'ennesimo attacco alla magistratura perpetrato dal nostro presidente del consiglio in occasione della presentazione del nuovo libro del maggiordomo Emilio Vespa detto Bruno, in difesa del dipendente Bertolaso, a proposito del quale viene da pensare se il capo assoluto non sapesse già dell'avviso di garanzia, visto che pochi giorni fa lo aveva proposto ministro e aveva proposto un lodo anche per i suoi ministri. Non sarà vero ma il dubbio viene. Sono imperturbabile di fronte alla nuova figuraccia del goverrno che non riesce a non fare leggi inconstituzionali, neanche quando ci mette la buona volontà. Infatti aveva approvato il pacchetto sicurezza. Peccato che la Cassazione, giustamente, aveva emesso una sentenza per la quale rischiavano di essere scarcerati 3oo e passa boss della mafia. Così è stato approvato un decreto per far rimanere in carcere i boss, solo che il nuovo decreto pecca di costituzionalità in quanto toglie ad alcuni cittadini il 'giudice naturale' previsto dalla Carta Costituzionale. Un male necessario, ma che deriva dalla dabbenaggine, qualora ci fosse ancora bisogno di conferme, di questo esecutivo. Oggi non mi turba neanche la notizia che siamo sempre di più di fronte ad un regime, in quanto nel prossimo mese verranno sospese le trasmissioni televisive di approfondimento. Nessuno, tranne Emilio Fede, potranno parlare di politica, col pretesto della par condicio. Meno male che quel talk show di pessima qualità non lo guarda nessuno, perché appunto è di pessima qualità.
La notizia che mi ha risollevato il morale, oggi, è che questo pessimo governo si è inventata una cosa lodevole: col decreto milleproroghe, infatti, è stato sancito che, d'ora in poi, gli italiani dovranno esprimere la propria volontà di donare o meno gli organi, qualora ve ne siano le condizioni, indicando tale volontà sulla carta di identità. Io sono un addetto ai lavori e riconosco pienamente la grande importanza di tale provvedimento. Infatti, la legislazione italiana prevede che in assenza della conoscenza della volontà del cittadino non si può procedere al prelievo d'organi, se i familiari non sono d'accordo. Questo comporta un iter faticosissimo, soprattutto dal punto di vista psicologico, in quanto si tratta di fare la peggiore delle domande a persone che sono distrutte da un evento drammatico. Quest'idea semplice, ma gieniale, promette di risolvere la quasi totalità dei problemi legati alla donazione d'organi, con un aumento certo dei trapianti nel prossimo futuro.
Diceva un mio amico che, a volte, dal letame può nascere una rosa. Forse ci sono ancora margini per sperare in un futuro migliore.

mercoledì 10 febbraio 2010

Via il prosciutto dagli occhi, prima di parlare.

Stramattina volevo fare un altro post, ma mi ha porto il fianco la frase di un ospite alla trasmissione radiofonica Istruzioni per l'uso, il quale ha dichiarato che proporrà una class action contro Massimo Ciancimino, in quanto lui si sente offeso dalle dichiarazioni di quest'ultimo, che avrebbe rivelato un rapporto fra la mafia e il nascente partito Forza Italia e che anzi questo partito sarebbe nato proprio per volere dell'organizzazione criminale. A questo ospite, di cui non ho fatto in tempo a conoscere il nome, vorrei dire alcune cose.
Intanto gli vorrei ricordare che Forza Italia votò contro la class action e questa norma riuscì a passare solo per l'errore di un parlamentare dello stesso partito che per sbaglio votò a favore del provvedimento e che poi si dilungò, anche sulla stampa, in un pianto greco di infinite scuse ai colleghi, come se avesse commesso chissà quale nefandezza, invece si trattava semplicemente di dare maggiori diritti ai cittadini. Naturalmente il governo allora in carica terminò anzitempo il proprio mandato e lo stesso provvedimento fu falcidiato dall'esecutivo che gli sopraggiunse, cioè quello attuale, il quale pur lasciando inalterati molti dei provvedimenti dell'esecutivo precedente, come la tanto sbandierata riduzione delle tasse o fallendo altri obiettivi che vengono ostentati per convenienza elettorale, come una buona legge sul fine vita, mise subito mano a quella norma, rendendola sostanzialmente inefficace, oltre che posticipata di un anno e mezzo.
C'è da dire, poi, ai distratti elettori di Forza Italia prima e del PDL poi, di cui immagino che quell'ospite sia un rappresentante, che non c'era bisogno nè di Ciancimino Jr, nè dei Graviano, nè di Spatuzza, per sapere che Forza Italia era in forte odore di mafia quando nacque e questo non è per le parole dei soliti comunisti, ma del più fedele alleato dell'attuale esecutivo, la Lega, che, quindici anni fa, chiosava contro l'attuale leader del partito e del governo, proponendogli dieci domande veramente imbarazzanti, per chi le riceveva, altro che le dieci domande di Repubblica sulle lenzuola del premier, in cui di paventava la collusione tra l'organizzazione criminale e quello che il senatur allora definiva 'il mafioso di Arcore'. Niente di nuovo, dunque, egregio signore, solo la conferma di fatti vecchi, già noti a chi si informa regolarmente e non va a votare come si va a una partita di calcio, facendo il tifo per la propria squadra, nonostante i componeneti siano delle schiappe o si vendano le partite nei giri di scommesse.
Leviamoci il prosciutto dagli occhi e cerchiamo di guardare in faccia la realtà, il voto è una cosa importante e, se oltre al voto di scambio, ci mettiamo anche la vittoria a tutti i costi, come ha fatto ultimamente Di Pietro con l'avallo della candidatura di De Luca, allora è chiaro che la pessima politica ci accompagnerà per altri cinquant'anni, se basteranno.

lunedì 8 febbraio 2010

In cinque anni dimezzati i medici italiani

Spulciando qua e la, ho scoperto che è crollato il numero dei medici in Italia. In cinque anni, dal 2002 al 2007, l"esercito' dei camici bianchi si è quasi dimezzato: da 616 si è passati a 363 per centomila abitanti. Una 'sforbiciata' netta, figlia della volontà di ridurre la spesa sanitaria nazionale, che riporta il numero complessivo dei dottori italiani in linea con quello degli altri Paesi europei. E' quanto emerge da un'analisi condotta dal Centro elaborazione dati (Ced) della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), che ha preso in esame i dati di diverse fonti: Istat, Indagine sulle forze di lavoro, Eurostat, Public health. Secondo l'analisi elaborata dalla Fnomceo, i camici bianchi, generici e specializzati, che nel 2007 operano all'interno delle strutture sanitarie pubbliche e private, sono 363,5 ogni centomila abitanti. Tra i Paesi comunitari il primo posto spetta al Belgio, che ha 401,6 medici ogni centomila abitanti, seguito dall'Austria e dalla Lituania (con valori rispettivamente pari a 374,2 e 371,1). I valori più bassi si registrano in Polonia (219,1) e Romania (222,0). Le regioni del Nord, a eccezione dell'Emilia-Romagna e della Liguria, avevano già nel 2002 una dotazione inferiore a quella media nazionale e nel 2007 presentano valori anche minori di 300. Il Centro, al contrario, parte da dotazioni molto elevate e a tutt'oggi presenta l'offerta maggiore, dovuta soprattutto al contributo del Lazio, con 511,1 medici per centomila abitanti. Numeri significativi si osservano anche in Umbria e Toscana. Infine il Mezzogiorno presenta un'offerta di camici bianchi che si aggira intorno alla media nazionale, ma con valori piuttosto diversi nelle singole regioni. La Basilicata mostra un andamento che si allinea con quello delle regioni settentrionali, con valori contenuti nel 2002 che si riducono sensibilmente nel 2007 attestandosi su 207,3 medici per centomila abitanti. La Sicilia, al contrario, dimostra una certa inerzia rispetto agli orientamenti che prevalgono a livello nazionale e nel 2007 dispone ancora di 425 medici ogni centomila abitanti.

domenica 7 febbraio 2010

Per non dimenticare; i morti sul lavoro dal 24 gennaio al 6 febbraio 2010.

Continua il viaggio intrapreso da questo blog nel mondo delle mortalità sul lavoro. L'obiettivo è quello di rendere omaggio a quei piccoli eroi quotidiani, vittime di tante cause, ma anche, e a volte soprattutto, di una politica che disattende i propri doveri, per inseguire spesso obiettivi a breve scadenza e con mera finalità elettorale. Per loro chiedo un pensiero e, per chi ci crede, una preghiera durante la messa domenicale.
Luciano Tavarnesi, 48 anni, operaio, Arezzo6 02 2010
Luciano Tavarnesi, 48 anni, è morto ad Arezzo dopo essere scivolato mentre stava lavorando con una macchina per la ripulitura delle assi da cantiere: ha perso il controllo di un attrezzo ed è caduto, con tutto il suo peso, su un gancio per sollevare materiali che gli è penetrato profondamente nell’occhio. Categorie : edilizia, toscana
Salvatore Glorioso, 48 anni, operaio, Palermo5 02 2010
E’ morto al Policlinico di Palermo l’operaio Salvatore Glorioso, 48 anni, rimasto gravemente ferito il 4 febbraio sul lungomare di Cefalù in un incidente sul lavoro. L’uomo stava effettuando dei lavori per il rifacimento del prospetto di un edificio sul lungomare Vittorio Emanuele quando, per cause in via di accertamento dei carabinieri, e’ caduto da un ponteggio ed e’ finito sulla scogliera. Categorie : edilizia, sicilia
Vinicio Casarotto, 52 anni, operaio, Gordona3 02 2010
Vinicio Casarotto, 52 anni, è morto a Gordona (Sondrio) cadendo da otto metri di altezza, mentre svolgeva lavori di manutenzione in una centrale idroelettrica. Categorie : energia, lombardia
Danilo Feltrin, 56 anni, artigiano, San Quirino1 02 2010
L’artigiano Danilo Feltrin, di 56 anni, è morto a San Quirino (Pordenone), travolto da un piccolo escavatore che stava cercando di far scendere da un carrello. Categorie : friuli venezia giulia, movimentazione terra
Francesco Urgu, 44 anni, operaio, Nuoro29 01 2010
Un operaio, Francesco Urgu, di 44 anni, è morto all’ospedale di Nuoro per le ferite riportate in un incidente sul lavoro avvenuto nelle campagne di Sennariolo. L’uomo era intento a riparare una tettoia di eternit che però non ha retto e si è sfondata facendolo precipitare da una altezza di cinque metri. Categorie : edilizia, sardegna
Bruno Bonato, 75 anni, pensionato, Orino29 01 2010
Bruno Bonato, di 75 anni, è morto a Orino, colpito alla testa da un albero che stava tagliando nel bosco. Categorie : lombardia, silvicoltura
Elio De Lucca, 41 anni, operaio, Fontanafredda29 01 2010
Elio De Lucca, 41 anni, è morto a Fontanafredda, cadendo dal tetto di un capannone mentre era impegnato nela sostituzione della copertura. Categorie : edilizia, veneto
Rachid Chaiboub, 32 anni, operaio, Desio27 01 2010
Rachid Chaiboub, operaio marocchino di 32 anni,è morto a Desio (MB) in un grave infortunio sul lavoro: mentre era intento alla pulizia di una tramoggia spargisale, ha sollevato la grata di protezione dei rulli ed è precipitato all’interno del macchinario. Categorie : lavori stradali, lombardia
Giovanni De Cuia, 53 anni, addetto alla vigilanza, Taranto25 01 2010
E’ stato travolto da un pannello prefabbricato caduto da una pila accatastata nei pressi di un cantiere. E’ morto cosi’ un addetto alla vigilanza dell’Arsenale militare di Taranto. La Marina militare ha ”immediatamente disposto e avviato tutte le azioni necessarie per accertare la dinamica dell’incidente e le eventuali responsabilità”. Giovanni De Cuia aveva 53 anni. Categorie : puglia, sicurezza

giovedì 4 febbraio 2010

Immigrati: quello che penso.

Prima col mio amico Luigi, poi col mio amico Antonio, mi sono trovato a parlare del cosiddetto problema degli immigrati e tutt'e due mi hanno messo in difficoltà, anche perchè, non essendo io un politico o un giornalistaho fatto fatica a chiarire il mio pensiero coonfortandolo con dei dati che potessero contrastare in maniera efficace il tam tam dei mass.media. Hai ragione tu, Antonio, quando dici che nè il precedente esecutivo di sinistra, nè l'attuale esecutivo di centro-destra, hanno fatto nulla di concreto, nonostante i proclami di quest'ultimo, pwer risolvere il problema dell'immigrazione. Ma la domanda che io voglio porre ad ambedue i miei amici è la seguente: c'è davvero bisogno di fare qualcosa? Esiste davvero un problema immigrazione? Vediamo.
In Italia, dal 2002 esiste la Legge Bossi Fini che, a sua volta, aveva modificato la Legge Turco-Napolitano, del 1998. Essa prevede che l'espulsione, emessa in via amministrativa dal Prefetto della Provincia dove viene rintracciato lo straniero clandestino, sia immediatamente eseguita con l'accompagnamento alla frontiera da parte della forza pubblica. Gli immigrati clandestini, privi di validi documenti di identità, vengono portati in centri di permanenza temporanea, istituiti dalla legge Turco-Napolitano, al fine di essere identificati. La legge prevede il rilascio del permesso di soggiorno, della residenza e cittadinanza italiana alle persone che dimostrino di avere un lavoro o un reddito sufficienti per il loro mantenimento economico. A questa regola generale si aggiungono i permessi di soggiorno speciali e quelli in applicazione del diritto di asilo. La norma ammette i respingimenti al Paese di origine in acque extraterritoriali, in base ad accordi bilaterali fra Italia e Paesi limitrofi, che impegnano le polizie dei rispettivi Paesi a cooperare per la prevenzione dell'immigrazione clandestina. Le navi di clandestini non attraccano sul suolo italiano, l'identificazione degli aventi diritto all'asilo politico e a prestazioni di cure mediche e assistenza avvengono nei mezzi delle forze di polizia in mare. Per questa legge era stata sollevata da vari tribunali una questione sulla legittimità costituzionale, ma la Corte Costituzionale, nel 2007, ha sancito che il rapporto reato-pena previsto nella legge Bossi-Fini non viola il canone della ragionevolezza e ha dichiarato inammissibili le questioni di legittimità sollevate. Si può essere op meno daccordio con questa legge, ma sicuramente, al conttrario di altri settori,, in questo non esiste un vuoto legislativo da colmare, tutto il resto è populismo e permanente campagna elettorale. Ma passiamo a qualche dato, tanto per avevre un'idea di cosa stamo parlando.
Si stima che in Italia siano presenti presenti circa 4 milioni di immigrati regolari di cui più della metà sono presenti da oltre 5 anni. Il 73,2% di queste persone lavora regolarmente, il tasso di disoccupazione invece è dell'8,3%. Si stima che la presenza di immigrati che lavorano porta ad un gettito fiscale complessivo di circa 4 miliardi di euro annui, a fronte di 137 milioni di euro per interventi di assistenza. Gli immigrati incidono positivamente sul PIL per il 9% e costituiscono una fonte di ricchezza anche per i Paesi di origine, attraverso le rimesse. Per quanto concerne il problema criminalità, poi, da più parti, i commentatori e gli studiosi del fenomeno sono concordi nel dichiarare che un'emergenza ceriminalità legata agli immigrati non esiste. Se poi si considera che solo un quinto delle denunce presentate contro cittadini stranieri riguarda immigrati regolari, allora si può concludere che non è un problema di immigrazione in senso assoluto, ma di integrazione degli immigrati che, una volta regolarizzati, abbassano notevolmente il proprio tasso di criminalità, anche al di sotto dei livelli autoctoni.
Sarò cieco, ma io tutto questo problema non lo vedo, non credo che gli immigrati ci rubino il lavoro, nè le donne, nè tantomeno la sicurezza. Tutto il resto, ripeto, è solo campagna elettorale permanente, perchè la paura intorbida l'ambiente e nel torbido c'è sempre qualcuno che pesca bene.

martedì 2 febbraio 2010

L'informazione come servizio

Donato è un giovanotto di soli 85 anni. E' un vecchio appassionato alla politica, quella vera, quella legata alle lotte, alla coerenza, alla collaborazione rivolta al bene dei cittadini e quella, infine, della prigione, quella edificante dei reati d'opinione, non quella infamante dei ladrocini e delle tangenti.
Donato è un uomo che conosce ed ha vissuto la politica, per la quale si è impegnato ed ha pagato in prima persona e per la quale si impegna ancora, avendo egli istituito un'associazione che, con un po' di ambizione, ha definito l'università della politica. E' un piacere sentirlo parlare, anche se a volte ripete le stesse cose. Non importa, è comunque un piacere, perché ascoltandolo si finisce sempre per imparare qualcosa. Così mi capita di andarlo a trovare e di confrontarmi con lui. A volte ci si trova daccordo, a volte no, com'è normale che sia. Ma quello che più mi fa arrabbiare è che il disaccordo deriva dalla disinformazione. Certamente io non voglio ora arrogarmi l'esclusiva dell'informazione corretta, anche perché lui mi dice che legge tutti i giorni cinque giornali e quindi ha modo di farsi un'idea che certamente è meno faziosa della mia che, dovendo io selezionare, finisco per leggere solo le cose che più mi interessano e nelle quali mi ci rispecchio. Ma l'altra sera sono saltato sulla sedia. Sì, perché sentir dire da uno così che Andreotti lo hanno perseguitato e che alla fine è stato assolto, oppure sentirgli dire che Mannino lo hanno perseguitato e alla fine è risultato innocente, proprio non me lo aspettavo. Allora, tanto per precisare, Andreotti è stato certificato colpevole di mafia, almeno fino alla primavera del 1982, mentre Mannino, è risultato innocente dopo un regolare processo, portato avanti in maniera regolare, in quanto lui era stato visto in compagnia di mafiosi. Il fatto che sia risultato innocente è nel normale iter delle cose, perché non è detto che tutti i processi si concludano con una condanna, a volte gli imputati vengono assolti. Ecco è questo il punto, l'informazione, in Italia, è così contraffatta che ormai pensiamo, perfino i più esperti, che se un imputato eccellente viene assolto, allora c'è stata una persecuzione giudiziaria. Senza contare la vergognosa pubblicità che è stata fatta al senatore Andreotti, che da più parti viene ancora ritenuto innocente e a cui sicuramente dedicheranno una strada, nonostante una sentenza di condanna, contrabbandata come assoluzione.
Una informazione che non riesce a dare la giusta connotazione dei fatti, ma che anzi maschera e mistifica, opponendo un'abbondanza di bugie alle poche verità che riescono ad emergere è un pessimo servizio ai cittadini, al pari del pessimo servizio che attualmente viene dato dalla classe politica.

domenica 31 gennaio 2010

Per non dimenticare; i morti sul lavoro dal 4 al 23 gennaio 2010

Continua il viaggio intrapreso da questo blog nel mondo delle mortalità sul lavoro. L'obiettivo è quello di rendere omaggio a quei piccoli eroi quotidiani, vittime di tante cause, ma anche, e a volte soprattutto, di una politica che disattende i propri doveri, per inseguire spesso obiettivi a breve scadenza e con mera finalità elettorale. Per loro chiedo un pensiero e, per chi ci crede, una preghiera durante la messa domenicale.
Anonimo, 35 anni, operaio, Novara23 01 2010
Un operaio di nazionalità ucraina di 35 anni è morto cadendo da una scala, sbattendo la testa e morendo sul colpo, mnetre lavorava presso una azienda alimentare di Novara per conto di una azienda di Senago incaricata di lavori di ristrutturazione nello stabilimento. Categorie : industria alimentare, piemonte
Paolo Bianchi, 68 anni, artigiano, San Piero in Bagno22 01 2010
Paolo Bianchi, 68 anni, è morto dopo essere caduto dal tetto di un’abitazione a cui stava sistemando le tegole. Categorie : edilizia, emilia romagna
Luca Vascon, 42 anni, operaio, Trieste20 01 2010
Luca Vascon, operaio di 42 anni, è morto precipitando da una gru, da un’altezza di circa 30 metri mentre lavorava ad un generatore per il recupero del calore, presso la centrale all’interno del comprensorio della Ferriera di Servola a Trieste. Categorie : energia, friuli venezia giulia
Giuseppe Carbone, 53 anni, ferroviere, Catania15 01 2010
Giuseppe Carbone, macchinista di 53 anni, è morto investito da un locomotore nella stazione ferroviaria di Catania durante una manovra di aggancio di alcune carrozze prima della partenza del treno 854 diretto a Milano. Categorie : sicilia, trasporti
Orazio Pirrotta, 72 anni, allevatore, Chiaramonte Gulfi15 01 2010
Orazio Pirrotta, allevatore di 72 anni, è morto nelle campagne di Chiaramonte Gulfi, nel Ragusano, annegato in un invaso invaso adibito alla raccolta di acque piovane. Categorie : allevamento, sicilia
Giorgio Caddeo, 43 anni, autotrasportatore, Sinnai13 01 2010
Giorgio Caddeo, camionista di 43 anni, è morto colpito alla testa dalla sponda posteriore del camion su cui trasportava ghiaia, a Sinnai, dove si era fermato perche’ un automobilista gli aveva segnalato una perdita del carico. L’uomo ha accostato per ripulire la strada dalla ghiaia caduta dal cassone e poi ha sollevato la sponda posteriore dell’autocarro: la pesante lastra di metallo si e’ sganciata e gli e’ finita addosso, uccidendolo sul colpo. Categorie : sardegna, trasporti
Antonio Somaci, 58 anni, operaio, Bari13 01 2010
Antonio Somaci, 58 anni, è morto per esssere rimasto impigliato e poi trascinato da un nastro trasportatore. mentre lavorava come manutentore in una azienda specializzata nella commercializzazione di calcestruzzi speciali a Bari. Categorie : cementificio, puglia
S. S., 78 anni, Trezzano sul Naviglio13 01 2010
S.S., di 78 anni, è morto travolto da un mezzo pesante presso l’azienda di lavorazione metalli in cui lavorava a Trezzano sul Naviglio. Categorie : lombardia, meccanica
Bruno Montixi, 41 anni, tecnico, Sale12 01 2010
Ruddy Cariolato, 46 anni e Bruno Montixi, 41 anni, sono morti mentre erano impegnati in operazioni di pulitura di un impianto di gpl nella periferia di Sale, in provincia di Alessandria per conto di un’azienda specializzata in bonifiche di cisterne, uccisi probabilmente da un’imprevista fuoriuscita di gas da una valvola. Categorie : idraulica, piemonte
Ruddy Cariolato, 46 anni, tecnico, Sale12 01 2010
Ruddy Cariolato, 46 anni e Bruno Montixi, 41 anni, sono morti mentre erano impegnati in operazioni di pulitura di un impianto di gpl nella periferia di Sale, in provincia di Alessandria per conto di un’azienda specializzata in bonifiche di cisterne, uccisi probabilmente da un’imprevista fuoriuscita di gas da una valvola. Categorie : idraulica, piemonte
Anonimo, 46 anni, operaio, Roma8 01 2010
Un operaio di 46 anni è morto folgorato in una cabina elettrica di via Giulio Galli, nei pressi di via Cassia a Roma, mentre effettuava dei lavori di manutenzione. Categorie : energia, lazio
Anonimo, 38 anni, agricoltore, Sepino7 01 2010
Un imprenditore agricolo di 38 anni, del quale non sono state fornite le generalita’, è morto travolto dalla pala di un mulino, mentre stava lavorando in un casolare di contrada Macchie a Sepino (Campobasso). Categorie : agricoltura, molise

giovedì 28 gennaio 2010

I nuovi e i vecchi ebrei

Il giorno successivo al giorno dedicato alla memoria vorrei spendere alcune considerazioni che, seppure seguono la corrente, in qualche modo se ne separano, cercando di seguire in parallelo un'altra strada.
Concordo con il ricordo, che deve essere sempre vivo, della shoah, cioè del massacro di tante persone, colpevoli unicamente di appartenere ad una razza. Ieri, ho chiesto a mio figlio quante razze esistono nel mondo. Sulle prime l'ho visto perplesso, come se volesse fare dei conti che non riusciva a fare, poi l'illuminazione: "Una sola, mi ha risposto, siamo tutti uguali!" Bene, partiamo da qui e ricordiamoci che siamo tutti uguali. Ricordiamo che non esistono solo gli ebrei sterminati nei campi di concentramento, ma che il giorno della memoria sia dedicato anche agli oppositori cui Siad Barre, in Somalia, schiacciava i testicoli, ai desaparecidos argentini che venivano gettati dagli aerei in volo senza paracadute, alle persone coinvolte nella guerra dei Balcani, cui veniva cavato un occhio e solo il giorno dopo il secondo occhio perché dovevano provare lo stesso dolore per due volte, al popolo Birmano, affamato e ricattato da un regime crudele e senza scrupoli e con il leader dell'opposizione in galera, al popolo cinese e allo sterminio perpetrato in piazza Tienanmen. Non dimentichiamo il popolo di Haiti tenuto allo stremo fino al giorno del terremoto. Non dimentichiamoci dei morti nel deserto libico, frutto di un patto scellerato fra il nostro governo ed uno spietato dittatore. Non dimentichiamo infine i clandestini italiani, dichiarati colpevoli a prescindere, prima da una legge e poi da un sistema che da una parte non vuole clandestini, dall'altra non fa niente per facilitare le procedure di regolarizzazione per chi sarebbe in regola ed ha voglia di lavorare.
Queste persone sono tutti ebrei, i nuovi ebrei che anche noi abbiamo contribuito a creare e che ogni giorno ignoriamo, facendo solo finta di ricordare, in maniera statica e non dinamica, quelli della seconda guerra mondiale.

mercoledì 27 gennaio 2010

Perplessità e certezze sui body-scanner

Il ministro della salute, Ferruccio Fazio, ha affermato, nei giorni scorsi, che esistono spazi per il via libera alla installazione dei body scanner in Italia. Un'apertura che arriva dopo le iniziali perplessità dello stesso ministro. "Anche se inizialmente ho detto che occorreva cautela, i dati della Commissione" chiamata a valutare la sicurezza di questi macchinari 'spoglia-passeggeri' "indicano che la strada intrapresa dall'Italia verosimilmente verrà portata avanti, con assoluta tranquillità per i cittadini - sottolinea Fazio - e magari con delle regole". L'importante "è andare avanti con la massima tranquillità. A brevissimo - assicura - avremo i risultati del lavoro della Commissione, ma - conclude - credo che la direzione sarà quella intrapresa".
Detto questo, conoscendo i miei polli, io mi chiedo perché il ministro abbia abbandonato le iniziali perplessità, chi lo ha convinto e con che cosa. Ricordo a quanti non lo sapessero che i body scanner non garantiscono la sicurezza, costano davvero troppo e, ciliegina sulla torta, essendo una tecnologia che utilizza i raggi X, sono potenzialmente dannosi per la salute, per quanto tutti si affannino a dire che non fanno nulla. Tutto questo mi fa pensare alle rassicurazioni che lo stesso Fazio, quando non era ancora ministro, dava sul vaccino H1N1, in occasione dell'arrivo della pandemia, nell'autunno scorso. Una strategia, quella del neo-ministro che si è rivelata fallimentare, viste le confezioni di vaccino rimaste inutilizzate. Da un articolo dell'Espresso, invece, scopriamo che esistono i 'Puffer', cabine hi-tech in grado di individuare in una manciata di secondi le più piccole tracce di esplosivo fino ad un miliardesimo di grammo. Questa è una soluzione che il noto settimanle chiama l'uovo di Colombo per la sicurezza negli aeroporti italiani e non solo. Inoltre è in corso il lavoro di una commisione che ci dirà in un futuro prossimo quali è consigliabile che siano i comportamenti dei governi in questo delicato settore. Si tratta solo di aspettare prima di comperare cose costosissime che poi saremo costretti a buttare perché carenti nei requisiti di tutela dei viaggiatori. Spero che questa volta, al contrario di quello che è accaduto con il vaccino contro l'H1N1, la ragione e gli interessi di tutti prevalgano sull'impeto e sugli interessi di pochi.

martedì 26 gennaio 2010

Stupefacente politica ...

Stupisce sentir parlare esponenti di un partito che ha scelto di chiamarsi 'Democratico', mentre disquisiscono davanti ai giornalisti che li pungolano, perché non stanno intervistando il capo supremo, sul tema delle primarie. Stupisce soprattutto perché non si tratta degli ultimi arrivati, ma di persone che si sono spese da tempo all'interno della sfera politca, hanno dato molto ed hanno ricevuto in cambio molto di più. Stupisce sentire Latorre, Bersani, D'Alema dire che le primarie sono uno strumento nelle mani dei cittadini, laddove le circostanze lo richiedano, laddove invece non è necessario le nomine vengono decise dall'alto. E' stupefacente sentirli disquisire dopo che hanno voluto ed approvato lo statuto del proprio partito, che ha dedicato un articolo intero all'argomento delle primarie e non è un articolo breve, anzi, è ben articolato e dettagliato sulle circostanze, i metodi e tutto il resto, come è gisuto che sia, in un partito che si definisce democratico. Questi signori, invece, mettono in dubbio la democrazia che avevano, in un primo momento, concesso. Come se si fossero resi conto che ne avevano concessa troppa ed ora cercassero disperatamente di fare un passo indietro. Stupisce che loro si sono opposti poco alle invettive della destra contro la Costituzione, lascia l'amaro in bocca il loro atteggiamento di rinuncia ad una opposizione valida, un atteggiamento che si comprenmde solo alla luce che, anche loro, nel loro piccolo, cercano di rinnegare regole statutarie che loro stessi hanno istituito. Stupisce, in tale perversa logica che abbiano chiesto al sindaco di Bari di proporsi come candidato alla presidenza della regione, sapendo che la cosa era incompatibile con la carica ricoperta. Stupisce sapere che era in cantiere una legge per consentirgli di poter procedere ugualmente alla esecuzione del famigerato progetto. A tale proposito stupiva, ma a questo punto ne abbiamo una risposta lampante, la scarsa opposizione nei confronti delle cosiddette leggi ad personam proposte ed approvate dalla destra di governo. Insomma, alla luce di quanto accaduto nel laboratorio della Puglia, ritengo che non ci si debba stupire più di nulla, neanche della volontà di appoggiare l'UDC, partito rappresentato, tra gli altri da un personaggio condannato in secondo grado a sette anni per reati di mafia. Di nulla, ormai, benvenuti in Italia.

lunedì 25 gennaio 2010

Vendolar


Ma adesso stiamo attenti.

La notizia è arrivata in nottata. Almeno quella dei dati certi. Circa 140.000 pugliesi hanno dato la preferenza a Vendola, il governatore uscente. Tutte queste persone hanno fatto la fila nel freddo pungente ed hanno confermato la fiducia ad un uomo fuori dai partiti, almeno quelli parlamentari, che avevano dato ben altra indicazione. Ma la gente non si è fatta convincere. Ha votato contro un sistema marcio dalle fondamenta. La gente non ha gradito il legame molto pericoloso fra l'UDC del non segretario Casini e l'imprenditore Caltagirone, in odore di privatizzazione dell'acquedotto pugliese. La gente ha gradito invece le politiche ambientali del governatore uscente che, non a caso, ha deciso di riformulare il nome del suo movimento da Sinistra e Libertà in Sinistra, Ecologia e Libertà. Perché ha ridotto drasticamente le emissioni di diossina a Taranto, una situazione che, negli anni, aveva causato molti tumori tra la popolazione. Ha detto basta alla lottizzazione selvaggia del territorio delle coste pugliesi. Ha detto chiaramente che il governo si dovrà servire dei carri armati se vorrà costruire le centrali nucleari in Puglia, e dovranno essere anche blindati di ultima generazione, altrimenti non entreranno nella nostra regione. Ma questo non è un no tanto per dire perché, nel frattempo, ha incrementato in maniera significativa la produzione di energia rinnovabile, come l'eolico e il fotovoltaico. Infine la ciliegina dell'acquedotto pugliese, il clamoroso autogol di Baffino, il re dell'inciucio e delle sconfitte colossali da parte di un elettorato che non lo sopporta più e che ieri gli ha chiesto a gran voce di dimettersi. Ora però non è finita, bisogna vigilare perché il Nostro, non contento, potrebbe puntare ad avvelenare la campagna elettorale, non per fini politici, perché non credo che l'UDC si alleerà con il PDL, ma anche solo per dire 've lo avevo detto'.

venerdì 22 gennaio 2010

Due parole sullo strano comportamento del nostro capo di Stato.

Proprio strano, il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Aveva cominciato bene, sembrava destinato ad un buon settennato, anche migliore di quello già buono del suo predecessore. Era riuscito, fin dalle prime uscite pubbliche, a dare una connotazione politica, quasi da repubblica presidenziale, alla sua presidenza, caratteristica che Ciampi non poteva avere. Poi il suo astro cominciò ad incrinarsi, con uscite del tutto banali, raccomandazioni, o moniti, come vengono chiamati, sibillini e, per certi aspetti, pleonastici. Da qui la definizione di Morfeo da parte di Beppe Grillo. E Morfeo, l'uomo che fa venire il sonno, ha proseguito con discorsi di Capodanno noiosi la sua discutibile azione. Poi, ad un certo punto, c'è stato il salto di qualità. Il PDL si scaglia contro il CSM, di cui lui è il presidente, e la provocazione cade nel vuoto. Mi riferisco a Gasparri, una perla del firmamento politico italiano, che apostrofò il CSM con la parola 'cloaca'. Silenzio. Ancora, ad un certo punto scoppia la cosiddetta guerra tra procure. Che i più informati sanno che guerra non è. Semplicemente si tratta della procura che ha potere su un'altra procura, che chiede a quest'ultima di fornire i fascicoli di un'inchiesta. Mi spiego meglio. Se il giudice di una procura è indagato, la competenza è del giudice di una procura precisa e c'è in Italia tutta una serie di cascate tra procure per cui una ha la competenza su un'altra. E così è successo tra Salerno e Catanzaro. Sapete che cosa ha fatto il nostro? Invece di redarguire la procura che non voleva fornire gli atti processuali, si è schierato con quanti gridavano alla guerra, aumentando la confusione istituzionale.
Non dimentichiamoci, poi delle firme indiscriminate a leggi palesemente incostituzionali. Celebre è rimasta la spiegazione data ad un cittadino che gli rendeva conto di quelle firme. Gli rispose che, se l'avesse rimandata indietro senza firmarla, gliel'avrebbero rimandata tale e quale e allora avrebbe dovuto firmarla per forza, in ragione di un disposto costituzionale. Roba da restare allibiti. L'unica volta che non ha firmato è stato nel caso Englaro, ma in quel caso inaugurò una pessima pratica, quella della moral suasion. Avvertì prima chi stava lavorando alla legge, che così non andava bene, contraddicendo ogni protocollo istituzionale che vuole che il Presidente 'taccia quando il parlamento lavora' (sono addirittura parole sue). Loro la presentarono e lui, puntualmente la fulminò.
Infine la ciliegina sulla torta della riabilitazione di Craxi. Non dimentichiamo che Napolitano era, insieme a Bondi, un esponente dell'ala migliorista del PCI, che cercava di migliorare il rapporto tra comunismo e capitalismo e, nell'immediato, con i craxiani, in un periodo in cui si sapeva che erano state avviate indagini della magistratura in merito a un giro immane di tangenti. Infine la chicca. Napolitano possedeva una rivista, Il Moderno, finanziata, tra gli altri, da Fininvest, Mediolanum e Publitalia che, data l'inconsistenza editoriale, aveva bisogno di robusti finanziamenti. Senza contare che Giorgio Napolitano era presidente di una commissione per il riordino televisivo che, guarda caso, non produsse nulla.
Beh, credo che ce ne sia abbastanza.

mercoledì 20 gennaio 2010

Ma cosa abbiamo fatto di male.

Ogni tanto mi chiedo cosa abbiamo fatto, noi italiani di male per meritarci di avere a capo delle istituzioni politici come l'attuale premier, il leader maximo dell'opposizione o il non segretario dell'UDC, ai quali ora, lentamente, si aggiunge un inaspettato presidente della Repubblica. Mi chiedo e vi chiedo cosa abbiamo fatto di male. Dell'attuale presidente del consiglio, chi frequenta questo blog, ha potuto leggere di tutto e di più, è una persona che non stimo né come uomo, né come politico, né tanto meno come imprenditore. A tale proposito ricordiamo che aveva fatto fallire le sue aziende, che già erano state alimentate da fondi di provenienza molto dubbia e che si è salvato solo col suo famigerato ingresso in campo. Ma andiamo avanti. A seguire c'è il non segretario dell'UDC, l'uomo della seconda repubblica, con i piedi ben piantati nella mentalità e nei metodi della prima. Non dimentichiamo che il nostro è allievo di Forlani che, con Andreotti e Craxi, formava il triumvirato, il famigerato CAF. Non ha dismesso nulla di quel periodo, continua a proporre soluzioni politici a problemi giudiziari che, per risolverli, basterebbe semplicemente applicare la legge. Continua a dire che lui non ci tiene al potere, perché era all'opposizione con il centro-sinistra, ma anche con il centro-destra, perchè lui è coerente con le sue idee e non è disposto a scendere a patti per rinunciarvi. E lo dice senza sbellicarsi dalle risate, dopo che ha mandato in parlamento, e più precisamente al senato della repubblica, un mafioso certificato, come Totò Cuffaro. E lo dice tralasciando di dire che, con questi metodi, ha buona probabilità di fare incetta di poltrone. E, infine, lo dice dopo aver, anche lui, nel partito dell'amore e della difesa dei valori cristiani e della famiglia, aver divorziato dalla moglie. Lo dice senza vergogna.
E veniamo al pezzo forte, il leader maximo, l'uomo che riuscì dove anche i più sfegatati sostenitori del centro destra hanno fallito. L'uomo che ha rovesciato i governi di Prodi, l'uomo che ha segato i nervi a Veltroni, il suo segretario di partito, fino a farlo cadere, l'uomo che ha fallito tutte le politche per il centro-sinistra. L'uomo che ha avvelenato le primarie del PD, per consentire l'elezione di Bersani, con quella strana vicenda americana di Ignazio Marino. L'uomo che ha consentito di silurare e rendere pressocché inaffidabile, il sindaco pugliese forse più credibile, e mi riferisco a Michele Emiliano. Infine l'uomo che stava cercando di silurare Vendola, per consentire l'elezione di Boccia, con un'altra vicenda americana che si è dimostrata inesistente, perché il professore di cui si parla non è stato mai assunto e Vendola non risulta indagato. Lo stesso leader maximo che, se lo si intervista, dice che lui non ricopre nesuna carica all'interno del partito. Dopo tutti i danni anche la beffa.
Del Presidente della Repubblica, dato l'argomento delicato, mi riservo di parlare in un altro post.

venerdì 15 gennaio 2010

A proposito di Rosarno, una proposta dell'Amsi

L'emozione e lo sdegno suscitate dai fatti calabresi di Rosarno, sono ancora negli occhi e nella mente di tutti. Ho ricevuto una mail da doctornews, relativa alle proposte di una associazione, l'AMSI, che potrebbero migliorare le condizioni di vita degli immigrati in Italia. Altrimenti emozione e sdegno sono solo ipocrisia.
Un appello perché si cerchino soluzioni adeguate a tutte le situazioni di disagio in cui si trovano molti immigrati, anche per garantire la tranquillità e la sicurezza ai cittadini italiani e di origine straniera, oltre alla pacifica convivenza. A lanciarlo l'Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) che esprime preoccupazione per ciò che sta ancora accadendo in Calabria, a Rosarno, e sottolinea "l'importanza di puntare su un'immigrazione programmata e qualificata ed il diritto al lavoro regolare per tutti". L'Amsi ribadisce inoltre la necessità di puntare su "un pacchetto integrazione" per la sanità come per tutti gli altri temi che riguardano l'immigrazione. Per il presidente dell'associazione, Foad Aodi, è necessario infatti mettere a punto un progetto condiviso da comunità straniere, cittadini e associazioni italiane e di origine straniera impegnati nel mondo dell'immigrazione. Per questo invita tutti quelli che vogliono collaborare a inviare via mail (amsi@libero.it) proposte che riguardano i diversi temi dell'immigrazione, non solo sanitari: integrazione, cittadinanza, cooperazione internazionale, sanità, scuola, università, lavoro, diritti e doveri , comunicazione, dialogo inter-religioso, medicina e religione, legislazione. Alcune proposte sono state già avanzate dall'Amsi in questi anni alle istituzioni. Eccone qualcuna: 1) Riduzione a 5 degli anni per la richiesta della cittadinanza italiana e concessione del voto amministrativo agli immigrati; 2) Diritto alla salute e allo studio per tutti; 3) Diritto a partecipare ai concorsi senza cittadinanza italiana per chi lavora da 5 anni in Italia; 4) Diritto al lavoro regolare; 5) Censimento del fabbisogno di operatori sanitari nel servizio sanitario italiano; 6) Inserimento dell'atto della circoncisione come prestazione nel Ssn; 7) Campagne di comunicazione ed informazione sull'accesso degli stranieri al Ssn; 8) Insegnamento della lingua, cultura e legislazione italiana; 9) Insegnamento della storia delle religioni; 10) Intensificare le campagne della conoscenza culturale per sconfiggere i pregiudizi e la paura del diverso tramite tv e giornali; 11) Intensificare la cooperazione internazionale e lo scambio socio-sanitario con l'Italia ed i nostri Paesi di origine; 12) Intensificare gli accordi bilaterali con i paesi di origine in materia di immigrazione.
Mi sembrano cose di buon senso, relative ad uno stato civile, e per questo ve le ho proposte, sperando di trovare anche nel lettore il mio stesso consenso.

mercoledì 13 gennaio 2010

L'articolo 59 della Costituzione.

Se vogliono fare una riforma della Carta Costituzionale, condivido anch'io che qualcosa debba essere cambiato, ma cum grano salis, perché la nostra Costituzione è bella così com'è e un intervento legislativo di modifica potrebbe renderla brutta. Quindi, io credo che non si debba sacrificare la sua naturale bellezza per un fine di dubbia efficienza. Già di brutture ne sono state fatte da destra e, soprattutto, da sinistra per apporre delle sciagurate, inutili, modifiche perpetrate, tra l'altro, a colpi di maggioranza.
Allora io direi di partire dall'articolo 59, che così recita: "E` senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica. Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario." Bene, comincianmo da questo. Si può pensare di abolirlo o di modificarlo. Intantro perché questo articolo è stato oggetto di discordia nella passata legislatura, quando c'erano provvedimenti che passavano, al Senato, con il voto determinante dei senatori a vita e, a più riprese, ci veniva ricordato dall'allora opposizione che quei senatori non erano stati eletti, che non avevano diritto al voto, che d'ora in poi bisognava stare attenti alle nomine, ecc. Quindi sono sicuro che anche l'attuale maggioranza, oltre che l'opposizione, sarebbero daccordo nella sua modifica o abolizione. Poi perché questo articolo legittima a sedere in parlamento gente che non è stata eletta dal popolo. E per quanto virtuosa possa essere questa gente, la sua virtù risulta sempre opinabile a seconda degli interessi del momento (per maggiori informazioni chiedere al senatore a vita, nonché mafioso doc, Giulio Andreotti). A tale proposito, riprendendo un vecchio articolo di Umberto Eco, proporrei di abolire anche i nomi delle strade e di dare a queste un identificativo numerico, come accade in America, così finirebbe tutta l'inutile querelle sulla via da dedicare a Craxi, in un tempo in cui francamente vi sono altre e ben più importanti questioni da affrontare. Ma andiamo avanti. L'articolo 59, dicevo, legittimando la presenza di gente non votata, rende costituzionale anche l'attuale legge elettorale, definita porcata dal suo stesso autore, ma che ci accompagna da ben tre legislature e di cambiarla non se ne parla proprio. Infine l'articolo 59 da l'idea della politica a vita, che è un concetto completamente sbagliato. La politica dovrebbe essere un servizio provvisorio, portato avanti da gente che sente di dover dare qualcosa alla Patria e poi ritorna a fare quello che faceva prima di mettersi a disposizione. Allora cominciamo ad abolire questo articolo, o a modificarlo, magari lasciando semplicemente la parte relativa ai presidenti della repubblica che hanno terminato il loro mandato. Ma niente i più. Il resto della Carta Costituzionale va bene così, almeno fino a quando, a cambiarla, devono essere mafiosi e piduisti. Meglio quella scritta dai padri costituzionalisti, molto meglio, credetemi.

martedì 12 gennaio 2010

Riforma mancate e interessi di bottega

Ogni volta che si avvicinano le elezioni, di qualunque tipo, si ricomincia a parlare di riforme. In questo periodo di parla di riforma delle tasse, a tale proposito vi consiglio un post che mi ha molto interessato, soprattutto nella sua parte finale, dedicata ad una rassegna stampa sull'argomento che dimostra come negli anni il problema è stato sempre annunciato, 'a orologieria', ma mai affrontato veramente, un po' come una vera e salutare riforma della giustizia (http://www.byteliberi.com/2010/01/promesse-eterne-la-farsa-della-riduzione-delle-tasse.html). E d'altra parte come si fa a riformare le tasse se non si fa nulla a monte in termini di spesa corrente e di avanzo primario, con un debito che è il terzo nel mondo? E' evidente che sono solo fantasie, promesse di un imbonitore che non sa più cosa inventarsi. Passate le elezioni, tutto verrà riposto in un cassetto che ormai trabocca di promesse non mantenute.
A intervalli regolari, poi, si parla di riforma della Costituzione, addirittura, non sapendo da dove cominciare, c'è chi è partito dal primo articolo, dicendo che la riforma deve partire da lì, dimenticando che gli articoli fino al dodicesimo rappresentano una elencazione di principi e diritti dei cittadini che assolutamente nessuno deve modificare, tantomeno l'attuale classe politica. Più volte si è parlato di modificare alcuni articoli che permettessero di riconoscere l'Europa che i padri costituenti non potevano prevedere, ma che pure avevano previsto, data la possibilità interpretativa di alcuni articoli. Si è detto dell'abolizione delle province ed era stata fatta anche una proposta di legge che avrebbe permesso di saltare una modifica della Costituzione: cioè la giunta provinciale poteva essere formata dai sindaci della provincia di appartenenza con la presidenza affidata al sindaco della città capoluogo, ma l'ipotesi è naufragata, quando si toccano privilegi e bacini elettorali tutte le proposte naufragano. Si è parlato della abolizione di una delle due camere e sarebbe stata anche questa benedetta, non solo per il risparmio di denaro, ma anche perché non è più tollerabile la perdita di tempo che impongono gli iter legislativi per far passare una stessa norma da una camera all'altra, in un'epoca in cui, grazie ai fax, alle mail e alle potenzialità delle telecomunicazioni, il tempo di passaggio delle infomazioni è diventato ininfluente. Ma anche qui si trattava di toccare privilegi ed interessi, per cui anche questa riforma è naufragata.
Infine c'è un articolo, il numero 59 della Costituzione, di cui non si parla e non si è mai parlato, ma di questo vi parlerò nel mio prossimo post.

domenica 10 gennaio 2010

Per non dimenticare; i morti sul lavoro dal 19 dicembre 2009 al 3 gennaio 2010

Continua il viaggio intrapreso da questo blog nel mondo delle mortalità sul lavoro. L'obiettivo è quello di rendere omaggio a quei piccoli eroi quotidiani, vittime di tante cause, ma anche, e a volte soprattutto, di una politica che disattende i propri doveri, per inseguire spesso obiettivi a breve scadenza e con mera finalità elettorale. Per loro chiedo un pensiero e, per chi ci crede, una preghiera durante la messa domenicale.
Mauro De Conto, 34 anni, allevatore, Castagnole3 01 2010
Mauro De Conto, allevatore di 34 anni, è morto schiacciato da un muletto lasciat acceso, all’interno dell’azienda agricola di strada Casette, al confine tra Monigo e Castagnole. Categorie: allevamento, veneto
Carmelo Abate, 44 anni, cuoco, Atrani2 01 2010
Carmelo Abate, 44 anni, cuoco, è morto mentre lavorava in cucina perché un costone di roccia sovrastante il ristorante si è staccato e lo ha schiacciato. Categorie : campania, ristorazione
Rachid Douioi, 31 anni, bracciante agricolo, San Nicandro30 12 2009
Rachid Douioi, 31 anni, bracciante agricolo, è morto travolto dalla macchina rotante del trattore mentre recuperava dei tubi per l’irrigazione, presso un’azienda agricola di San Nicandro. Categorie : agricoltura, puglia
Andrea Pompili, 34 anni, operaio, Cesena28 12 2009
Andrea Pompili, operaio di 34 anni, è morto all’ospedale di Cesena dopo sei giorni di agonia dal grave incidente sul lavoro verificatosi il 18 dicembre scorso in un cantiere a Santarcangelo. Pompili cadde da una trave sospesa a 5 metri di altezza mentre era stava effettuando alcune misurazioni. Categorie : edilizia, emilia romagna
Armando Menardi, 45 anni, operaio, Barge28 12 2009
Armando Menardi, operaio di 45 anni, è morto nel locale caldaia di una casa di riposo per anziani a Barge, a causa delle esalazioni di monossido di carbonio. Categorie : idraulica, piemonte
Massimo Labia, 54 anni, tecnico, Sozzigalli di Soliera28 12 2009
Massimo Labia, tecnico Telecome di 54 anni, è morto a Sozzigalli di Soliera, nel Modenese, cadendo a terra da una altezza di tre metri e battendo il capo, mentre lavorava all’allacciamento della rete telefonica in un capannone. Categorie : emilia romagna, telecomunicazioni
Alessandro Dantone, 39 anni, soccorritore alpino, Val Lasties27 12 2009
Diego Perathoner, 42 anni, Ervin Ritz, 32 anni, Luca Prinoth, 43 anni, Alessandro Dantone 39 anni, del Soccorso Alpino, sono morti nel tentativo di salvare due persone travolte da una slavina inVal Lasties. Tutti e quattro erano del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico del Trentino. Categorie : sanità e soccorso, trentino alto adige
Luca Prinoth, 43 anni, soccorritore alpino, Val Lasties27 12 2009
Diego Perathoner, 42 anni, Ervin Ritz, 32 anni, Luca Prinoth, 43 anni, Alessandro Dantone 39 anni, del Soccorso Alpino, sono morti nel tentativo di salvare due persone travolte da una slavina inVal Lasties. Tutti e quattro erano del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico del Trentino. Categorie : sanità e soccorso, trentino alto adige
Ervin Ritz, 32 anni, soccorritore alpino, Val Lasties27 12 2009
Diego Perathoner, 42 anni, Ervin Ritz, 32 anni, Luca Prinoth, 43 anni, Alessandro Dantone 39 anni, del Soccorso Alpino, sono morti nel tentativo di salvare due persone travolte da una slavina inVal Lasties. Tutti e quattro erano del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico del Trentino. Categorie : sanità e soccorso, trentino alto adige
Diego Perathoner, 42 anni, soccorritore alpino, Val Lasties27 12 2009
Diego Perathoner, 42 anni, Ervin Ritz, 32 anni, Luca Prinoth, 43 anni, Alessandro Dantone 39 anni, del Soccorso Alpino, sono morti nel tentativo di salvare due persone travolte da una slavina in Val Lasties. Tutti e quattro erano del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico del Trentino. Categorie : sanità e soccorso, trentino alto adige
Anonimo, 49 anni, meccanico, Roma23 12 2009
E’ morto schiacciato da una cabina motrice di un camion che stava riparando. La vittima è un cittadino romeno di 49 anni. L’incidente è avvenuto nei pressi della via Tiberina, a Roma. A nulla sono valsi i tentativi di soccorso dell’uomo, il quale è morto durante il tragitto in ospedale. Categorie : lazio, meccanica
Gianmarco Tesaro, 37 anni, operaio portuale, Genova23 12 2009
E’ morto all’ospedale San Martino di Genova Gianmarco Tesaro, 37 anni , operaio portuale rimasto schiacciato tra due mezzi nella stiva del traghetto ‘La Suprema’ di Grandi Navi Veloci. Categorie : liguria, trasporti
Elio Piovaccari, 58 anni, operaio, Forlì22 12 2009
Elio Piovaccari, operaio di 58 anni, è morto mentre stava lavorando all’impianto per la separazione dei rifiuti di Hera a Forlì. L’uomo ha portato in retromarcia il camion sino sul bordo della grande vasca in cemento dove i rifiuti vengono scaricati ed e’ sceso, quando un grosso e pesante blocco gelato di rifiuti che si e’ staccato dal resto del carico ha fatto precipitare il camion, che ha travolto l’operaio. Categorie : emilia romagna, trattamento rifiuti
Giuseppe Solinas, 49 anni, ferroviere, Sassari19 12 2009
Giuseppe Solinas, ferrroviere di 49 anni, è morto mentre guidava un treno locale delle Ferrovie dello Stato proveniente da Chilivani (Sassari): il treno è deragliato a causa di un grosso masso caduto sui binari, in località Scala di Giocca. Categorie : sardegna, trasporti

venerdì 8 gennaio 2010

Vieni avanti, Bonaiuti!

A proposito dello tsunami giustizialista evocato da Bonaiuti, vorrei dire, anche in vista delle elezioni regionali prossime venture, che la magistratura non è politicizzata. Lo so, al cittadino che vaga senza meta, quasi abbindolato dalle notizie dei TG nazionali, questa può sembrare una bestialità. Mi rendo conto che potrebbe anche essere una affermazione carica di odio, che rischia di seminare violenza, come quella della bomba lasciata davanti ad una procura calabrese nei giorni scorsi (certamente non il finto modellino del Duomo del finto incidente occorso al premier). Ma in questo post vi dimostrerò che non può che essere così.
I magistrati sono persone e in quanto tali hanno delle passioni, anche politiche, quindi non credo che esista un magistrato che non sia mai andato a votare. Ma questo non deve voler dire che i magistrati, nel momento in cui devono prendere una decisione nell'ambito della loro sfera professionale, si chiedano quale sia la tessera politica della persona che stanno giudicando. Io sono un medico ed anch'io vado a votare, o almeno ci sono andato fino a quando una legge elettorale mi ha sollevato da ogni responsabilità decisionale, stabilendo che non potevo più scegliere il candidato che preferivo. Ad ogni buon conto ho anch'io le mie idee politiche, non condivido la maggior parte delle idee dell'attuale esecutivo che giudico il peggior governo degli ultimi 150 anni. Ma questo non significa che nel momento in cui io ho a che fare con persone iscritte al PDL, mi comporto in maniera diversa rispetto a quelle persone che sono iscritte ad altri partiti. Nel mio lavoro gli utenti sono tutti uguali e non ho motivi di ritenere che per gli altri colleghi sia diverso. Una persona che si rivolge ad un ospedale o ad uno studio medico per la soluzione di un problema ha il massimo rispetto e la massima disponibilità da parte del suo interlocutore, indipendentemente dalla sua tessera di partito. Così come ci sono certamente medici che si comportano male con i propri assistiti, lavorano poco nel pubblico per allungare le liste di attesa e dirottare gente nel privato, dove ogni prestazione in più contribuisce a gonfiare le entrate. Ma anche questo avviene indipendentemente dalla tessera di partito, i medici disonesti o opportunisti, o furbi, lo sono indipendentemente dalla tessera del partito, loro o dei loro assistiti.
Analogamente credo che accada per i macellai, i farmacisti o gli architetti. Chiunque ha a che fare con la gente, ferma restando l'opinione politica di ciascuno, si comporta secondo i dettami della propria educazione, cultura, carattere, ma mai in base alla fede politica. Perché allora, signor Bonaiuti e signori tutti del PDL, per i magistrati il discorso dovrebbe essere diverso? Ci si rende conto o no che la stessa affermazione genera discriminazione sociale, razzismo, in quanto diffonde nella società idee sbagliate, anche perché le decine di magistrati (non centinaia come va blaterando lui) che si sono occupati del premier non possono essere tutti di sinistra (tra l'altro Magistratura Democratica è una corrente fortemente minoritaria)? Ci si rende conto che i giudici, negli ultimi anni si sono occupati di politici di destra e di sinistra, perché tutti hanno esagerato con la corruzione e quindi qualcosa bisognava pur fare?
Infine voglio dare un consiglio ai politici: occupatevi di politica, che sta morendo, nella società e nel cuore dei cittadini, lasciate perdere la disonestà, vedrete che il presunto tsunami giustizialista si placherà e il cielo tornerà ad essere sereno.

mercoledì 6 gennaio 2010

Un ricordo di Giuseppe Fava nel 27° anniversario della sua morte.

Oggi ricorre il 27° anniversario della morte di Giuseppe Fava, un giornalista di cui un pensiero è riportato nella testata di questo blog. Lo voglio ricordare con un'intervista, tra quelle che io ritengo molto significative anche e soprattuto nel confronto con quello che accade oggi in Italia:

martedì 5 gennaio 2010

Class Action: istruzioni per l'uso.

Alla fine l'hanno fatta. Ci hanno messo un anno e mezzo, l'hanno limata per bene, ripulita da ogni possibile aspetto lesivo per amici e compari e l'hanno proposta, devo dire senza squilli di tromba e rulli di tamburo. Hai visto mai che qualcuno, come ad esempio il Codacons, la faccia funzionare lo stesso, anche così, zoppa come è venuta. Così nessuno se ne è accorto, o quasi. E nessun organo di informazione ha dato l'informazione completa. Uno ha detto una cosa, uno ne ha detta un'altra. Quasi ci fosse un fuggi fuggi alla chetichella dalla notizia e nessuno volesse far capire nulla ai cittadini che dovrebbero essere i beneficiari di questa nuova possibilità che viene loro data per veder rispettati i propri diritti. Per questo mi sento di fare un riepilogo a qualche giorno dall'entrata in vigore della nuova legge sulla class action. Che poi non è una nuova legge specifica, ma è stata ben mascherata tra i provvedimenti della finanziaria per il 2010. Ricapitoliamo, dicevo:
1. intanto non può essere avviata per qualsiasi cosa ma solo per danni derivanti da prodotti difettosi o pericolosi, oppure da comportamenti commerciali scorretti o contrari alle norme sulla concorrenza;
2. la norma prevede poi, unico caso in Europa, che sia il singolo cittadino ad attivarsi contro l’impresa scorretta, mentre le organizzazioni dei consumatori sono relegate ad un ruolo comprimario;
3. inoltre se quel cittadino che si è imbarcato in una causa collettiva alla fine perde, incorre in una pesante sanzione tesa a disincentivare ogni velleità, a meno di grosse ingiustizie patite;
4. mentre, se il cittadino vince, non è prevista una sanzione per il produttore ma solo il risarcimento del danno subito;
5. infine, per i disservizi causati alla pubblica amministrazione, non paga nessuno, né in termini di risarcimento, né tantomeno in termini di sanzione, ma si ottiene solo il ripristino del servizio non reso o interrotto;
6. senza contare che non è retroattiva.
Avevano detto che la riforma preparata dal governo precedente era carente e andava migliorata, bisognava prendersi tutto il tempo necessario per fare una buona legge. Ora abbiamo perfettamente capito quali erano le zone carenti, quali miglioramenti erano necessari e quali cittadini dovevano essere tutelati.