"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

martedì 2 febbraio 2010

L'informazione come servizio

Donato è un giovanotto di soli 85 anni. E' un vecchio appassionato alla politica, quella vera, quella legata alle lotte, alla coerenza, alla collaborazione rivolta al bene dei cittadini e quella, infine, della prigione, quella edificante dei reati d'opinione, non quella infamante dei ladrocini e delle tangenti.
Donato è un uomo che conosce ed ha vissuto la politica, per la quale si è impegnato ed ha pagato in prima persona e per la quale si impegna ancora, avendo egli istituito un'associazione che, con un po' di ambizione, ha definito l'università della politica. E' un piacere sentirlo parlare, anche se a volte ripete le stesse cose. Non importa, è comunque un piacere, perché ascoltandolo si finisce sempre per imparare qualcosa. Così mi capita di andarlo a trovare e di confrontarmi con lui. A volte ci si trova daccordo, a volte no, com'è normale che sia. Ma quello che più mi fa arrabbiare è che il disaccordo deriva dalla disinformazione. Certamente io non voglio ora arrogarmi l'esclusiva dell'informazione corretta, anche perché lui mi dice che legge tutti i giorni cinque giornali e quindi ha modo di farsi un'idea che certamente è meno faziosa della mia che, dovendo io selezionare, finisco per leggere solo le cose che più mi interessano e nelle quali mi ci rispecchio. Ma l'altra sera sono saltato sulla sedia. Sì, perché sentir dire da uno così che Andreotti lo hanno perseguitato e che alla fine è stato assolto, oppure sentirgli dire che Mannino lo hanno perseguitato e alla fine è risultato innocente, proprio non me lo aspettavo. Allora, tanto per precisare, Andreotti è stato certificato colpevole di mafia, almeno fino alla primavera del 1982, mentre Mannino, è risultato innocente dopo un regolare processo, portato avanti in maniera regolare, in quanto lui era stato visto in compagnia di mafiosi. Il fatto che sia risultato innocente è nel normale iter delle cose, perché non è detto che tutti i processi si concludano con una condanna, a volte gli imputati vengono assolti. Ecco è questo il punto, l'informazione, in Italia, è così contraffatta che ormai pensiamo, perfino i più esperti, che se un imputato eccellente viene assolto, allora c'è stata una persecuzione giudiziaria. Senza contare la vergognosa pubblicità che è stata fatta al senatore Andreotti, che da più parti viene ancora ritenuto innocente e a cui sicuramente dedicheranno una strada, nonostante una sentenza di condanna, contrabbandata come assoluzione.
Una informazione che non riesce a dare la giusta connotazione dei fatti, ma che anzi maschera e mistifica, opponendo un'abbondanza di bugie alle poche verità che riescono ad emergere è un pessimo servizio ai cittadini, al pari del pessimo servizio che attualmente viene dato dalla classe politica.

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