Parlavo, giorni fa, con degli amici, di giustizia e delle condizioni in cui è ridotta in Italia. Eravamo in linea di massima daccordo sul fatto che non funziona, un po' meno sul tipo di soluzioni da adottare, tanto che ne abbiamo appena appena accennato poi, al primo sentore di dissenso abbiamo lasciato perdere. Anche perché uno di loro ha utilizzato la parola 'giustizialista'.
Sono particolarmente sensibile a questa parola, intanto perché non appartiene alla cultura storica della lingua italiana. Se si cerca nei vecchi vocabolari non la si trova e forse non c'è neppure in molti di quelli nuovi. Diciamo che è un neologismo. Niente di male, per carità, la lingua cambia ogni giorno. Ed ogni giorno vi sono parole che nascono e parole che cadono nell'obsolescenza e non vengono utilizzate più o vengono utilizzate sempre di meno. Ma, personalmente, ritengo che la parola giustizialista, sia un neologismo inventato da politici corrotti per giustificare il proprio malaffare. Non ho dati alla mano, ma credo che questo termine sia stato introdotto ai tempi di mani pulite, quando cioè sono esplose le indagini e gli avvisi di garanzia, che prima di allora erano cose sporadiche e clamorose. Da allora, ogni volta che un politico viene indagato, inquisito, processato e addirittura condannato, subito si parla di deriva giustizialista della magistratura. Ma la domanda che io mi pongo è: insomma, questa gente, ha rubato, si o no?
A sentir pronunciare la parola giustizialista mi sembra di tornare ai tempi della scuola, quando si apostrofava con la parola secchione il primo della classe, quello che stava sempre curvo sui libri, un'anomalia, rispetto alla gran parte degli alunni che invece andavano dal divetimento ad un saggio punto di mezzo fra il divertimento e lo studio. Ecco, proprio così, chi ha sete di giustizia è paragonato a quegli alunni secchioni e come loro viene deriso. La giustizia e l'onestà devono essere ritenute fuori moda, desuete, da una società che è cambiata dalle fondamenta. Come quando in Sicilia si apostrofano le persopne antipatiche, o ritenute di livello inferiore, con la frase 'sei come un pentito', con una smorfia di disprezzo verso il destinatario di quell'attenzione. E' questo la parola giustizialista, un atto da bulli, quasi un atto da mafiosi, sicuramente un segno riconoscibile della deriva della nostra società.
se giustizialista vuol dire cittadino che vuole la legalità nelle istituzioni, allora sì sono un giustizialista
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