"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

giovedì 18 febbraio 2010

Evitiamo di dire no, ma mandiamoli a casa!

Quello che mi fa rabbia in tutta questa faccenda dei feriti in Val di Susa è che più i cittadini si esprimono in un senso, più la politica, con il suo braccio armato, fa il contrario. La gente la TAV non la vuole, lo avete capito o no? Così la gente non vuole le centrali nucleari, non vuole l'acqua privatizzata, non vuole il finanziamento pubblico ai partiti. Lo so, Donato, tu mi hai insegnato che non si deve mai dire no. Mai bisognerebbe scadere nel partito del no, si rischia di essere derisi ed emarginati. Lo so, bisogna sempre fare proposte alternative ed essere il partito del sì.
Allora ricominciamo. Sì alle energie rinnovabili che possano sopperire in via definitiva alla ormai obsoleta tecnologia nucleare. Sì ad un miglioramento delle linee ferroviarie già esistenti in Val di Susa che, se adeguatamente risistemate, possono sopperire come già fanno, al trasporto attuale e anche a quello futuro che l'Europa ci chiede. Sì al riconoscimento del principio che l'acqua è un bene pubblico e non una merce e comportarsi di conseguenza. Sì ad uno schema di finanziamento dei partiti che non preveda l'attribuzione di soldi in eccesso, ma che preveda un tetto e una decadenza in caso di crisi prima della fine della legislatura. Si, poi, al riconoscimento degli esiti di tutte le consultazioni popolari, referendarie e non. E infine si ad una nuova legge elettorale che ci consenta di poter scegliere i nostri rappresentanti e mandare definitivamente a casa questa gentaglia che non ci rappresenta più.

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