"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

giovedì 11 febbraio 2010

Dal letame può nascere una rosa. E questa è bellissima.

Oggi mi sembra di essere imperturbabile. Non mi turba l'ennesimo attacco alla magistratura perpetrato dal nostro presidente del consiglio in occasione della presentazione del nuovo libro del maggiordomo Emilio Vespa detto Bruno, in difesa del dipendente Bertolaso, a proposito del quale viene da pensare se il capo assoluto non sapesse già dell'avviso di garanzia, visto che pochi giorni fa lo aveva proposto ministro e aveva proposto un lodo anche per i suoi ministri. Non sarà vero ma il dubbio viene. Sono imperturbabile di fronte alla nuova figuraccia del goverrno che non riesce a non fare leggi inconstituzionali, neanche quando ci mette la buona volontà. Infatti aveva approvato il pacchetto sicurezza. Peccato che la Cassazione, giustamente, aveva emesso una sentenza per la quale rischiavano di essere scarcerati 3oo e passa boss della mafia. Così è stato approvato un decreto per far rimanere in carcere i boss, solo che il nuovo decreto pecca di costituzionalità in quanto toglie ad alcuni cittadini il 'giudice naturale' previsto dalla Carta Costituzionale. Un male necessario, ma che deriva dalla dabbenaggine, qualora ci fosse ancora bisogno di conferme, di questo esecutivo. Oggi non mi turba neanche la notizia che siamo sempre di più di fronte ad un regime, in quanto nel prossimo mese verranno sospese le trasmissioni televisive di approfondimento. Nessuno, tranne Emilio Fede, potranno parlare di politica, col pretesto della par condicio. Meno male che quel talk show di pessima qualità non lo guarda nessuno, perché appunto è di pessima qualità.
La notizia che mi ha risollevato il morale, oggi, è che questo pessimo governo si è inventata una cosa lodevole: col decreto milleproroghe, infatti, è stato sancito che, d'ora in poi, gli italiani dovranno esprimere la propria volontà di donare o meno gli organi, qualora ve ne siano le condizioni, indicando tale volontà sulla carta di identità. Io sono un addetto ai lavori e riconosco pienamente la grande importanza di tale provvedimento. Infatti, la legislazione italiana prevede che in assenza della conoscenza della volontà del cittadino non si può procedere al prelievo d'organi, se i familiari non sono d'accordo. Questo comporta un iter faticosissimo, soprattutto dal punto di vista psicologico, in quanto si tratta di fare la peggiore delle domande a persone che sono distrutte da un evento drammatico. Quest'idea semplice, ma gieniale, promette di risolvere la quasi totalità dei problemi legati alla donazione d'organi, con un aumento certo dei trapianti nel prossimo futuro.
Diceva un mio amico che, a volte, dal letame può nascere una rosa. Forse ci sono ancora margini per sperare in un futuro migliore.

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