Stramattina volevo fare un altro post, ma mi ha porto il fianco la frase di un ospite alla trasmissione radiofonica Istruzioni per l'uso, il quale ha dichiarato che proporrà una class action contro Massimo Ciancimino, in quanto lui si sente offeso dalle dichiarazioni di quest'ultimo, che avrebbe rivelato un rapporto fra la mafia e il nascente partito Forza Italia e che anzi questo partito sarebbe nato proprio per volere dell'organizzazione criminale. A questo ospite, di cui non ho fatto in tempo a conoscere il nome, vorrei dire alcune cose.
Intanto gli vorrei ricordare che Forza Italia votò contro la class action e questa norma riuscì a passare solo per l'errore di un parlamentare dello stesso partito che per sbaglio votò a favore del provvedimento e che poi si dilungò, anche sulla stampa, in un pianto greco di infinite scuse ai colleghi, come se avesse commesso chissà quale nefandezza, invece si trattava semplicemente di dare maggiori diritti ai cittadini. Naturalmente il governo allora in carica terminò anzitempo il proprio mandato e lo stesso provvedimento fu falcidiato dall'esecutivo che gli sopraggiunse, cioè quello attuale, il quale pur lasciando inalterati molti dei provvedimenti dell'esecutivo precedente, come la tanto sbandierata riduzione delle tasse o fallendo altri obiettivi che vengono ostentati per convenienza elettorale, come una buona legge sul fine vita, mise subito mano a quella norma, rendendola sostanzialmente inefficace, oltre che posticipata di un anno e mezzo.
C'è da dire, poi, ai distratti elettori di Forza Italia prima e del PDL poi, di cui immagino che quell'ospite sia un rappresentante, che non c'era bisogno nè di Ciancimino Jr, nè dei Graviano, nè di Spatuzza, per sapere che Forza Italia era in forte odore di mafia quando nacque e questo non è per le parole dei soliti comunisti, ma del più fedele alleato dell'attuale esecutivo, la Lega, che, quindici anni fa, chiosava contro l'attuale leader del partito e del governo, proponendogli dieci domande veramente imbarazzanti, per chi le riceveva, altro che le dieci domande di Repubblica sulle lenzuola del premier, in cui di paventava la collusione tra l'organizzazione criminale e quello che il senatur allora definiva 'il mafioso di Arcore'. Niente di nuovo, dunque, egregio signore, solo la conferma di fatti vecchi, già noti a chi si informa regolarmente e non va a votare come si va a una partita di calcio, facendo il tifo per la propria squadra, nonostante i componeneti siano delle schiappe o si vendano le partite nei giri di scommesse.
Leviamoci il prosciutto dagli occhi e cerchiamo di guardare in faccia la realtà, il voto è una cosa importante e, se oltre al voto di scambio, ci mettiamo anche la vittoria a tutti i costi, come ha fatto ultimamente Di Pietro con l'avallo della candidatura di De Luca, allora è chiaro che la pessima politica ci accompagnerà per altri cinquant'anni, se basteranno.
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