"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

giovedì 4 febbraio 2010

Immigrati: quello che penso.

Prima col mio amico Luigi, poi col mio amico Antonio, mi sono trovato a parlare del cosiddetto problema degli immigrati e tutt'e due mi hanno messo in difficoltà, anche perchè, non essendo io un politico o un giornalistaho fatto fatica a chiarire il mio pensiero coonfortandolo con dei dati che potessero contrastare in maniera efficace il tam tam dei mass.media. Hai ragione tu, Antonio, quando dici che nè il precedente esecutivo di sinistra, nè l'attuale esecutivo di centro-destra, hanno fatto nulla di concreto, nonostante i proclami di quest'ultimo, pwer risolvere il problema dell'immigrazione. Ma la domanda che io voglio porre ad ambedue i miei amici è la seguente: c'è davvero bisogno di fare qualcosa? Esiste davvero un problema immigrazione? Vediamo.
In Italia, dal 2002 esiste la Legge Bossi Fini che, a sua volta, aveva modificato la Legge Turco-Napolitano, del 1998. Essa prevede che l'espulsione, emessa in via amministrativa dal Prefetto della Provincia dove viene rintracciato lo straniero clandestino, sia immediatamente eseguita con l'accompagnamento alla frontiera da parte della forza pubblica. Gli immigrati clandestini, privi di validi documenti di identità, vengono portati in centri di permanenza temporanea, istituiti dalla legge Turco-Napolitano, al fine di essere identificati. La legge prevede il rilascio del permesso di soggiorno, della residenza e cittadinanza italiana alle persone che dimostrino di avere un lavoro o un reddito sufficienti per il loro mantenimento economico. A questa regola generale si aggiungono i permessi di soggiorno speciali e quelli in applicazione del diritto di asilo. La norma ammette i respingimenti al Paese di origine in acque extraterritoriali, in base ad accordi bilaterali fra Italia e Paesi limitrofi, che impegnano le polizie dei rispettivi Paesi a cooperare per la prevenzione dell'immigrazione clandestina. Le navi di clandestini non attraccano sul suolo italiano, l'identificazione degli aventi diritto all'asilo politico e a prestazioni di cure mediche e assistenza avvengono nei mezzi delle forze di polizia in mare. Per questa legge era stata sollevata da vari tribunali una questione sulla legittimità costituzionale, ma la Corte Costituzionale, nel 2007, ha sancito che il rapporto reato-pena previsto nella legge Bossi-Fini non viola il canone della ragionevolezza e ha dichiarato inammissibili le questioni di legittimità sollevate. Si può essere op meno daccordio con questa legge, ma sicuramente, al conttrario di altri settori,, in questo non esiste un vuoto legislativo da colmare, tutto il resto è populismo e permanente campagna elettorale. Ma passiamo a qualche dato, tanto per avevre un'idea di cosa stamo parlando.
Si stima che in Italia siano presenti presenti circa 4 milioni di immigrati regolari di cui più della metà sono presenti da oltre 5 anni. Il 73,2% di queste persone lavora regolarmente, il tasso di disoccupazione invece è dell'8,3%. Si stima che la presenza di immigrati che lavorano porta ad un gettito fiscale complessivo di circa 4 miliardi di euro annui, a fronte di 137 milioni di euro per interventi di assistenza. Gli immigrati incidono positivamente sul PIL per il 9% e costituiscono una fonte di ricchezza anche per i Paesi di origine, attraverso le rimesse. Per quanto concerne il problema criminalità, poi, da più parti, i commentatori e gli studiosi del fenomeno sono concordi nel dichiarare che un'emergenza ceriminalità legata agli immigrati non esiste. Se poi si considera che solo un quinto delle denunce presentate contro cittadini stranieri riguarda immigrati regolari, allora si può concludere che non è un problema di immigrazione in senso assoluto, ma di integrazione degli immigrati che, una volta regolarizzati, abbassano notevolmente il proprio tasso di criminalità, anche al di sotto dei livelli autoctoni.
Sarò cieco, ma io tutto questo problema non lo vedo, non credo che gli immigrati ci rubino il lavoro, nè le donne, nè tantomeno la sicurezza. Tutto il resto, ripeto, è solo campagna elettorale permanente, perchè la paura intorbida l'ambiente e nel torbido c'è sempre qualcuno che pesca bene.

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