La notizia è arrivata in nottata. Almeno quella dei dati certi. Circa 140.000 pugliesi hanno dato la preferenza a Vendola, il governatore uscente. Tutte queste persone hanno fatto la fila nel freddo pungente ed hanno confermato la fiducia ad un uomo fuori dai partiti, almeno quelli parlamentari, che avevano dato ben altra indicazione. Ma la gente non si è fatta convincere. Ha votato contro un sistema marcio dalle fondamenta. La gente non ha gradito il legame molto pericoloso fra l'UDC del non segretario Casini e l'imprenditore Caltagirone, in odore di privatizzazione dell'acquedotto pugliese. La gente ha gradito invece le politiche ambientali del governatore uscente che, non a caso, ha deciso di riformulare il nome del suo movimento da Sinistra e Libertà in Sinistra, Ecologia e Libertà. Perché ha ridotto drasticamente le emissioni di diossina a Taranto, una situazione che, negli anni, aveva causato molti tumori tra la popolazione. Ha detto basta alla lottizzazione selvaggia del territorio delle coste pugliesi. Ha detto chiaramente che il governo si dovrà servire dei carri armati se vorrà costruire le centrali nucleari in Puglia, e dovranno essere anche blindati di ultima generazione, altrimenti non entreranno nella nostra regione. Ma questo non è un no tanto per dire perché, nel frattempo, ha incrementato in maniera significativa la produzione di energia rinnovabile, come l'eolico e il fotovoltaico. Infine la ciliegina dell'acquedotto pugliese, il clamoroso autogol di Baffino, il re dell'inciucio e delle sconfitte colossali da parte di un elettorato che non lo sopporta più e che ieri gli ha chiesto a gran voce di dimettersi. Ora però non è finita, bisogna vigilare perché il Nostro, non contento, potrebbe puntare ad avvelenare la campagna elettorale, non per fini politici, perché non credo che l'UDC si alleerà con il PDL, ma anche solo per dire 've lo avevo detto'.
"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)