A volte, soprattutto nel periodo delle ferie, mi capita di assistere alle pulizie che mia moglie fa in casa e scopro che non è una cosa semplice. Capita infatti di vedere che sposta i mobili per pulire sotto e dietro di essi, la casa sembra un cantiere, fino a quando, magicamente, tutto torna come prima, ma più pulito e profumato di prima. Perchè dico queste cose.
Pensiamo alla politica economica di questo governo. Sta sfasciando tutto: l'introito fiscale è diminuito del 3-4%, la spesa pubblica è palesemente fuori controllo, naturalmente se aumentano le uscite e diminuiscono le entrate aumenta vetiginosamente il debito pubblico, il PIL è sceso del 5,4%, il rapporto debito/PIL nel primo trimestre di quest'anno è schizzato al 9.3%, cosa che non si verificava da oltre 10 anni. Per inciso, la pressione fiscale è cresciuta dello 0,3% circa; dopo che era stata vinta una campagna elettorale su questo tema, non una tassa del precedente esecutivo è stata eliminata, ma anzi altre ne sono state aggiunte. In questo clima disastroso, il ministro Tremonti propone una manovrina estiva in cui, tra le altre cose, ci infila lo scudo fiscale. Di cosa si tratta. L'obiettivo è quello di far rientrare dei capitali dall'estero, soldi che risultavano in nero e che non avrebbero mai potuto essere riconosciuti. A questo soldi verrà applicata una tassa minima che ne riconosce la legittimità. Praticamente un condono, peraltro già effetuato nel corso della precedente legislatura guidata dal centro-destra, non solo, ma l'analogo provvedimento aveva permesso di incamerare la miseria di due miliardi di euro. Senza contare che questo condono mascherato, con tutte le sue obiezioni di dubbia moralità, qualcuno ha addirittura parlato di ricettazione di stato, arriva dopo una solenne promessa che i condoni sarebbero finiti. E invece continuano e, come si può ben immaginare, diventano la causa principale del calo dell'introito fiscale, accanto all'abolizione della tracciabilità degli assegni, che era stata introdotta dal precedente esecutivo. Ma torniamo al cantiere delle pulizie di casa e al suo paragone.
Se uno rompe tutto, fa sballare i conti pubblici, sfora tutti i parametri possibili e suscita vive proteste da parte di chi ci controlla, a livello europeo, si pensa che potrebbe avere un obiettivo, che magari stia investendo per ridarci una situazione più forte della precedente. Invece no, non si sente parlare di iniziative in tal senso, tutto tace e forse anche per questo è stata accantonata l'idea di intaccare le riserve auree di Bankitalia. Quest'ultima era una cosa che, in altro modo, aveva tentato di fare anche il governo precedente, sulla scia di quanto aveva fatto il governo francese. Sarebbe stato un provvedimento temporaneo che avrebbe poi portato all'aggiustamento dei conti e alla retituzione. Già ci fu un diniego in quella situazione e non ci si poteva aspettare che le cose andassero diversamente in questa, vista la completa mancanza di volontà di questo esecutivo di aggiustare i conti. Ora, davanti a questi numeri, l'unico provvedimento che sa opporre Tremonti è un linguaggio che, a dir poco, lascia attoniti: "vedo segnali non negativi". Naturalmente, davanti a questa decisa presa di posizione, ci sentiamo tutti più sereni.
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