"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

giovedì 23 luglio 2009

Al posto di diritti e doveri, abusi e privilegi.

Mi rimbalzano ancora nella mente le grida di esultanza del ministro Brunetta mentre nei giorni scorsi snocciolava, tutto entusiasta, i dati relativi all'effetto della sua legge anti-fannulloni. 'Il 38% in meno di assenze per malattia' chiosava uil ministro, qualcosa è cambiato. Certo, qualcosa è cambiato. Molte assenze sono state dirottate in altre voci, i veri malati si sono sentiti come soggetti ad un regime di arresti domiciliari, qualcuno ci ha anche rimesso dei soldi in busta paga per delle legittime assenze. Certo, si dirà, in ogni cambiamento ci sono delle zone d'ombra, è il prezzo da pagare. Condivido, ma quello che non capisco è perchè a pagare debbano sempre essere i più deboli. Perchè neanche una parola è stata spesa dal ministro per condannare il comportamento dell'europarlamentare Zanicchi Iva, la quale ha candidamente dichiarato al Corriere della Sera, come se stesse al bar, che lei dovrà fare molte assenze al parlamento europeo perchè è impegnata a girare una fiction. Capito? Doppio lavoro e assenteismo. Senza che nessuno alzi neanche un sopracciglio. A mio avviso, prima di arrivare a condannare i soliti sfigati, andava fatta una politica di miglioramento dei controlli, che potesse arrivare a limitare i reali casi di abuso . Invece no, si è preferito agire di sciabola e non di fioretto, penalizzando anche e soprattutto le persone corrette. Perchè i furbi, le soluzioni per continuare a fare i loro comodi, le hanno trovate.
La stessa cosa accade in merito a questo inasprimento del divieto di alcol alla guida. Se si decide di far guidare la gente che ha zero alcol in corpo, si riesce ad avere un buon ritorno in chiave elettorale, ma è chiaro che nulla puiò cambiare dal punto di vista della sicurezza stradale se non si incentivano i controlli. Il problema attuale, infatti, non è il quantitativo di alcol che la gente ha in corpo, Bere un bicchiere di vino non può costituire un problema. Il problema vero è che la gente beve quanto gli pare e nessuno controlla perchè non ci sono risorse per farlo. Ritorna un po' il problema dei limiti di velocità, già denunciato da questo blog in un precedente post, è inutile fissare limiti difficili da rispettare. Il problema non è nelle regole, che in linea di massima già ci sono e per lo più sono sufficienti. Il problema, in molti settori della vita pubblica italiana, sono i controlli. Ma la politica fa oreccchio da mercante, da questo punto di vista, meglio ottenere un facile guadagno elettorale con un doroteo, sempreverde, inasprimento delle pene, piuttosto che impegnarsi ad investire in un più efficace sistema di controlli che obblighi la gente a rispettare le regole che già ci sono. Questa, in un Paese come l'Italia sarebbe una misura impopolare, meglio lasciarla ad altri, non non siamo per i diritti e per i doveri, noi siamo per gli abusi e per i privilegi.

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