"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

giovedì 9 luglio 2009

In balia delle nostre insicurezze

Il mio è un paesello di circa 10mila abitanti che, in auto, si percorre in poco più di tre minuti. Se c'è un pò di traffico si può arrivare anche a cinque minuti, ma non più di tanto separa un posto da un altro. Accade, in un paese simile, che la gente sia abituata ad andare al supermercato più vicino per fare la spesa, sì, perchè c'è più di un grande magazzino, non sono grandissimi, intendiamoci, ma ce ne sono almeno una diecina, senza contare che a pochi chilometri di distanza dal paese ve ne sono di abbastanza grandi da poterci passeggiare dentro, come nel viale di una città. Ma torniamo al paesello. In un periodo di crisi, come quello che il mondo sta vivendo, può capitare che un magazzino chiuda perchè sono obiettivamente troppi. A proposito, voglio esternare la mia solidarietà ai dipendenti che verranno licenziati, auguro di cuore a loro e alle loro famiglie di trovare quanto prima una soluzione, magari di essere, per così dire, reimpiegati in un altro esercizio analogo. Ma se i magazzini sono tanti, anche in eccesso rispetto alle reali esigenze della comunità, è chiaro che, quando ne chiude uno, ne restano apereti altri raggiungibili, per quello che ho detto, in pochi minuti. Come giustificare, allora, una persona che dà a questa notizia i connotati di una brutta notizia, a parte le persone licenziate? La risposta può sembrare semplice, ma non lo è. Tutto sta nei risvolti psicologici delle persone. Quando qualcosa o qualcuno muore, con esso muore anche una parte interiore, intima di tutti quegli individui che ci hanno avuto a che fare. Le abitudini, i percorsi, i contatti quotidiani fanno si che nel nostro cervello si generi un complesso di legami che finiscono per diventare parte integrante del nostro essere. E questo accade soprattutto con le persone più insicure, che ricercano nel quotidiano le sicurezze per potersi riconoscere nell'ambiente in cui vivono. Solo chi riesce ad interpretare e a cavalcare tali insicurezze si può proporre come punto di riferimento per la popolazione. E solo chi crea false sicurezze, abitudini continue, può sentirsi al sicuro da qualsiasi scossone. Ecco perchè è importante riuscire a gestire almeno uno dei possibili mezzi di comunicazione di massa, perchè attraverso essi si riescono a creare le condizioni per cui è automatico avere un ampio consenso.

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