"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

martedì 21 luglio 2009

Quegli attacchi scriteriati.

Esistono due articoli del codice penale che vado a pubblicare così come sono, senza aggiungere nè togliere nulla, perché ognuno possa leggerli, conoscerli e farsi un'idea propria, poi vi dico il perché, sebbene il motivo sia intrinseco agli articoli stessi.
"Art. 615 bis - Interferenze illecite nella vita privata
Chiunque, mediante l'uso di strumenti di ripresa visiva o sonora, si procura indebitamente notizie o immagini attinenti alla vita privata svolgentesi nei luoghi indicati nell'articolo 614, e' punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni.
Alla stessa pena soggiace, salvo che il fatto costituisca piu' grave reato, chi rivela o diffonde, mediante qualsiasi mezzo di informazione al pubblico, le notizie o le immagini ottenute nei modi indicati nella prima parte di questo articolo.
I delitti sono punibili a querela della persona offesa; tuttavia si procede d'ufficio e la pena e' della reclusione da uno a cinque anni se il fatto e' commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio, con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti alla funzione o servizio, o da chi esercita anche abusivamente la professione di investigatore privato.
Art. 621 Rivelazione del contenuto di documenti segreti
Chiunque, essendo venuto abusivamente a cognizione del contenuto, che debba rimanere segreto, di altrui atti o documenti, pubblici o privati, non costituenti corrispondenza, lo rivela, senza giusta causa, ovvero lo impiega a proprio o altrui profitto, e' punito, se dal fatto deriva nocumento, con la reclusione fino a tre anni o con la multa da lire duecentomila a due milioni.
Agli effetti della disposizione di cui al primo comma e' considerato documento anche qualunque supporto informatico contenente dati, informazioni o programmi.
Il delitto e' punibile a querela della persona offesa."
Si parla, in questi giorni, delle registrazioni che la signora D'Addario avrebbe fatto al Presidente del Consiglio, in camera da letto, e che sarebbero state pubblicate dal gruppo L'Espresso-Repubblica. Ora, chi legge questo blog sa bene come la penso in merito alla moralità del Presidente del Consiglio ma credo anche che i giornalisti che vogliano dare delle notizie su di lui, non possano attaccare a testa bassa, perché così rischiano di rovinare il buono che hanno fatto e di perdere credibilità, buttando a mare anche gli scoop autorevoli, forti, di cui sono capaci. Non solo, ma rischiano di essere paragonati a Belpietro, direttore di Panorama, che aveva commesso lo stesso errore nei confronti di Romano Prodi, e non mi pare che il paragone possa essere gratificante. Più in generale, parlando non di giornalisti, ma di persone che oppongono critiche, anche dure, al Presidente del Consiglio, non si può sperare che cada a causa dei suoi scandali, perché credo che questo non accadrà mai, visto il regime dei media vigente. Per sperare di poterci liberare da questa dittatura moprbida, bisogna innanzitutto essere credibili e poi attaccare sui provvedimenti presi, dare delle risposte alternative, saper parlare alla gente, farsi vedere, sentire, in maniera chiara, corretta. Non ci sono alternative, prendere o lasciare. Lasciare che questa dittatura ci soffochi per altri vent'anni.

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