C'è un presidente della repubblica che tace. Un presidente della repubblica che firma tutto quello che gli viene proposto. Compreso il vergognoso Lodo Alfano, o meglio legge Alfano, visto che non si può parlare di Lodo in quanto con questa parola si identificano delle leggi che vengono approvate con l'accordo tra le parti, anche se in questo caso è vero che si sospendono temporaneamente i processi. Ma torniamo al nostro Presidente. Si sente parlare poco, ad esempio è stato l'autore di uno scialbo discorso di Capodanno, di quelli che ti fanno addormentare prima della mezzanotte. Quando parla dice cose sempre più scontate, con parole vaghe, che si prestano a interpretazioni, e che puntualmente vengono male interpretate, o meglio vengono interpretate secondo le esigenze di ciascuno degli ascoltatori. Un po' come le profezie di Nostradamus, che vengono interpretate secondo i fatti già accaduti, ma che nessuno le può realmente pronosticare per il futuro. Chiede, il nostro presidente della repubblica, il silenzio da qui al G8 dell'Aquila. Lì per lì sembrava che avesse chiesto un silenzio che doveva avere il sapore del rispetto politico tra le parti, ma poi, quando una delle due parti ha offeso gli elettori dell'altra parte, che semplicemente si erano permessi di contestare, silenzio. Nessun segno di solidarietà o di rimprovero, o quanto meno nessuna conferma di quello che aveva detto il giorno prima. Allora le parole dette assumono il segno di uno che non voleva essere disturbato per le sue vacanze, non il silenzio del rispetto reciproco. Tale sispetto viene ancora di più confermato dal suo silenzio in merito alla strage di Viareggio. Anche lì, nessuna parola. Penso a Pertini e alla tragedia di Vermicino. Qui sono morti diversi bambini e il capo dello stato non si è visto per niente. Ora i casi sono due. O non c'era per davvero oppure è stato oscurato da uno che sembra che abbia non solo partecipato, ma che abbia portato lui i feriti in ospedale. Era dappertutto, ha parlato prima di un motorino, poi di responsabilità che verranno accertate, poi di una legge per regolamentare ma che, chissà perché, fino ad ora non è stata fatta. Bisogna sempre arrivare dopo, mai prima. Silenzio, insomma, come quel silenzio di cui parlava Di Pietro, quello per cui è stato querelato, ma che poi si è visto che non c'era nessun collegamento. Silenzio e moniti. Non può intervenire neanche per dire due parole sul caso della cena della vergogna in casa di un giudice della consulta, Mazzella, uno di quelli che deve decidere sulla costituzionalità del Lodo Alfano, sempre quello di prima. Il suo intervento non sarebbe istituzionalmente corretto. Ma a quanto pare non è neanche corretto un suo parere in merito. Neanche una parola di biasimo per aver incrinato la fiducia degli italiani. Da parte di uno che è il primo cittadino di questa Italia, che peggiora di giorno in giorno.
"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)
venerdì 3 luglio 2009
Lo strano silenzio del capo dello stato.
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