"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

mercoledì 25 novembre 2009

Noi, l'Europa e le leggi banana.

Leggendo le cronache di questi giorni, mi viene in mente l'intervento di Beppe Grillo e Luigi De Magistris al Parlamento Europeo, dove i nostri pregarono le istituzioni europee di non versare più i finanziamenti all'Italia, in quanto ogni soldo che ci arriva non va allo sviluppo e all'innovazione tecnologica, ma è destianto ad ingrassare la diffusa corruzione che permea la politica, connivente con ogni forma di criminalità organizzata. Ricordo a quanti si fossero distratti, che i soldi che ci vengono elargiti dall'Europa sono quella parte di tasse che paghiamo noi tutti, insieme agli altri cittadini europei e che vengono di volta in volta destinati a risolvere i problemi delle aree del continente ritenute più depresse e meritevoli di aiuto per lo sviluppo. Bene, Grillo e De Magistris chiesero all'Europa di non erogarci più quei soldi. In questi giorni, mentre si parla di processo breve, mi viene in mente la motivazione che gli alleati del premier adducono per giustificarlo. Ce lo chiede l'Europa, se non abbassiamo i tempi dei processi, l'Europa ci sanziona. Che poi è la stessa motivazione, più o meno, che fu addotta da Tremonti quando diede del "testa di cazzo" ad un giornalista straniero, in diretta, solo perché gli aveva fatto notare che forse la legge sullo scudo fiscale era inopportuna. In quell'occasione la colpa era dei paradisi fiscali. La stessa motivazione fu addotta dagli ideatori dell'indulto di ceppalonica memoria. Anche lì era chissà quale organismo internazionale a chiedere all'Italia una più umana carcerazione. Idem con le frequenze da dare a Europa 7, che invece di toglierle alla rete abusiva, Rete 4, si pensò di toglierle a RAI 1.
Insomma, per farla breve, ogni volta che c'è da sanare una palese volazione di leggi, regolamenti o diritti internazionali, i nostri governanti si inventano qualcosa che va esattamente nella direzione opposta a quella auspicata. Come il marito che per fare dispetto alla moglie si taglia i genitali. E, alla fine, chi ci rimette siamo noi cittadini che siamo costretti a tenerci leggi da irresponsabili, senza neanche poterci appellare al buon senso, perché lo ha chiesto l'Europa. Allora io lancio un appello, come fecero Grillo e De Magistris: evitate di aiutarci, cacciateci dall'Europa se non vi va bene quello che facciamo, ma non dateci più direttive, perché ogni volta ci si rivoltano contro. Il popolo italiano ve ne sarà profondamente riconoscente!

1 commento:

  1. Ti sei reso conto che tutti i problemi vengono sempre dagli interessi personali di berlusconi?
    Iìntoppo è tutto lì.

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