Sul caso Brenda la giustizia farà il suo corso. Per noi cittadini, almeno nell'immediato, non cambierà nulla, a meno che non emergano forti responsabilità politiche. Anche sulla crisi nel governo, per ora, in attesa che diventi crisi di governo, non ce ne può fregare di meno, tranne il piccolo dettaglio che questo esecutivo, non ha ancora fatto nulla per i cittadini e, nonostante una maggioranza imbarazzante, non riesce a legiferare come si deve ma rimane bloccato su una riforma della giustizia alquanto aleatotria, per dirla con un eufemismo.
Cosa rimane? Ad esempio, tra tutto questo casino, una cosa che sta passando nel silenzio più totale, sono i rifiuti di Palermo. Forse non puzzano ancora abbastanza o forse è più chic dire che i napoletani puzzano, magari con una canzoncina come fece quel leghista di cui non ricordo più neanche il nome. Ma incuranti della nostra indifferenza, i sindaci della provincia di Palermo scendono sul piede di guerra nei confronti della Regione e bussano, come si suol dire, a denari. "Chiediamo un intervento economico straordinario per consentire agli attuali Ato rifiuti di potere superare la grave crisi economica e finanziaria in cui versano - dice il presidente della provincia Giovanni Avanti - bisogna inoltre avviare la costruzione dei termovalorizzatori un progetto oggi fermo alla Regione. Gli Ato in Sicilia hanno raggiunto un debito di 800 milioni di euro e sono un servizio in costante perdita, sulle spalle solo dei Comuni e dei cittadini". Ormai da una decina di giorni, la raccolta è ferma o va avanti a singhiozzo in tutti i comuni. Cgil, Csl e Uil hanno chiesto un incontro con il prefetto di Palermo e hanno inviato al capo della protezione civile nazionale Guido Bertolaso la richiesta di istituzione di un tavolo di crisi. A Monreale, dove gli autocompattatori hanno iniziato a raccogliere i rifiuti perché l'Ato 2 Alto Belice ha pagato l'Amia versando 80 mila euro, i residenti esasperati sono scesi in strada e hanno bloccato con i cassonetti l'accesso a una delle frazioni della cittadina. Sul posto sono intervenuti i vigili urbani e i carabinieri.
A Corleone sono entrati in stato di agitazione i netturbini che non ricevono lo stipendio da ottobre. "Sono intervenuto personalmente - spiega Giuseppe Giandalone, assessore all'Ambiente del Comune - noi abbiamo pagato la quota all'Ato 2 di cui facciamo parte. La società che gestisce i servizi mi ha assicurato che gli stipendi saranno pagati nei prossimi giorni. Ma il personale non ce la fa più".
A Corleone sono entrati in stato di agitazione i netturbini che non ricevono lo stipendio da ottobre. "Sono intervenuto personalmente - spiega Giuseppe Giandalone, assessore all'Ambiente del Comune - noi abbiamo pagato la quota all'Ato 2 di cui facciamo parte. La società che gestisce i servizi mi ha assicurato che gli stipendi saranno pagati nei prossimi giorni. Ma il personale non ce la fa più".
Insomma è tutto in divenire, gli attori dono sempre i soliti, Bertolaso, i sindacati, i politici e un fiume di danaro pubblico pronto per essere speso. Mentre non si parla di raccolta differenziata, ma di termovalorizzatori. I cittadini possono stare tranquilli.
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