"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

mercoledì 11 novembre 2009

Dai vescovi, finalmente, una possibilità di riscatto.

Questa settimana sono in vena di buone notizie. Sarà l'aria grama che tira e che mi fa sentire il bisogno di qualcosa di buono, ma ho cercato, ed infine trovato, tra le mille pieghe dei notiziari nazionali, una buona notizia da commentare.
Una volta tanto sono d'accordo con la Chiesa. Intendo con le gerarchie. Sì, perché esiste una Chiesa che è della gente comune, dei fedeli, ed una Chiesa che è delle gerarchie, che spesso è distante mille miglia dalla prima, non ne sente i rumori e gli umori. Spesso calpesta, a suon di dogmi, i diritti civili ed ignora soluzioni di buon senso. Che poi però si traducono in inspiegabili tolleranze quando i protagonisti cambiano e divengono gente che, in un modo o nell'altro, rappresenta un potere. Molto tempo fa un vescovo di Avellino tuonò contro le raccomandazioni. Dodici anni fa Giovanni Paolo II tuonò contro la mafia, pronunciando quel famoso imperativo ai mafiosi "Convertitevi".
Beh, ieri, quando ormai pensavamo che la Chiesa delle gerarchie avesse dimenticato questi attacchi diretti al potere, è arrivato, forte e chiaro un comunicato, anche questa volta da parte dei vescovi che, per bocca della CEI, hanno dichiarato che “I mafiosi sono automaticamente fuori dalla Chiesa, non servono scomuniche”. Naturalmente questa è una buona notizia solo in linea teorica, per il momento. Ci si aspetta, infatti che, da oggi in poi, avvengano velanghe di rifiuti alla somministrazione dei sacramenti a persone riconosciute come mafiosi o comunque affiliati alla criminalità organizzata. Niente matrimoni, battesimi, comunioni, cresime. Niente di niente a nessuno. Se volete la somministrazione dei sacramenti la Chiesa è disponibile, a patto che vi inginocchiate davanti alla legalità. Ora i preti hanno la copertura della CEI e possono agire liberamente alla luce del sole. D'altra parte la scomunica è già attiva, e votata all'unanimità dai vescovi, per i divorziati. Noi cattolici aspettiamo fiduciosi. Laddove non si può arrivare all'arresto, speriamo almeno che si possa arrivare alla gogna, con una possibilità di riscatto per la povera gente.

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