A proposito di influenza e di gente che si ricovera in ospedale in maniera inappropriata, credendo che l'unico modo per sfuggire alla suina, non sia il semplice allettamento a casa propria con un antinfiammatorio e una buona tazza di camomilla calda, ma il ricovero in ospedale, vi voglio ricordare cosa prevede il patto per la salute 2010-2012.
Ventisettemila posti letto in meno negli ospedali entro 5 anni, e già la metà tagliati nel 2011. Entro il 2014-2015 il 'tasso di ospedalizzazione' dovrà essere abbattuto dagli attuali 160 ricoveri ogni mille abitanti a 130. Quella del taglio dei posti letto è una ricetta indicata nelle linee generali dall'anticipo della Finanziaria 2009 che ora comincia a arricchirsi di contenuti. A riferirlo è 'Il Sole 24 Ore'. Un progetto per l'efficienza e il risparmio nel Ssn pensato in nome dell'appropriatezza dei ricoveri. Il quotidiano economico sottolinea che il progetto andrà messo in atto dopo che si sarà trovata un'intesa con le Regioni. In merito ai tagli, si spiega che i posti letto per acuti dovranno passare entro il 2014-2015 da 3,5 a 3 ogni mille abitanti, con un passaggio intermedio dal 2011 di 3,3 posti letto per mille abitanti. E allo stesso tempo il 'tasso di ospedalizzazione' dovrà essere abbattuto appunto dagli attuali 160 ricoveri ogni mille abitanti a 130 (a 145 nel 2011). Tant per dare un'idea, questi valori, al momento sono rispettati solo dalla Toscana e dal Veneto. Alcune Regioni hanno già raggiunto concreti risultati di efficienza: la Lombardia ha cancellato in 10 anni, dal 1997 al 2006, il 59% delle strutture; Veneto e Puglia il 50%, l'Emilia il 47%, Toscana e Umbria avevano già operato tagli negli anni precedenti. Il panorama al Sud è stato invece del tutto insufficiente. Due Regioni (Lazio e Abruzzo) hanno già il servizio sanitario commissariato per i super deficit fino al 2008, altre 4 (Campania, Molise, Sicilia e Calabria) sono in attesa del verdetto del Consiglio dei Ministri. In dettaglio, 'Il Sole 24 Ore' ricorda che i conti degli ultimi 15 anni del Ssn sono amari. Anche se non per tutti e non allo stesso modo. Dal 1992 al 2007 i disavanzi accumulati dal Ssn, rispetto alle assegnazioni iniziali di spesa col Fsn, hanno raggiunto i 57,3 miliardi al lordo delle manovre regionali. Altri 4,7 miliardi di rosso si stimano ancora per il 2008. Solo negli ultimi 5 anni (dal 2003 al 2007) il deficit è stato pari a 21,6 miliardi. Lazio, Campania e Sicilia hanno accumulato da sole il 70% del deficit totale. E a far aspettare di più i fornitori per i rimborsi sono la Calabria che paga dopo 634 giorni, il Molise dopo 633, la Campania dopo 615 e il Lazio dopo 451.
"Ridurre ulteriormente l'offerta di posti letto" negli ospedali italiani, "in un sistema caratterizzato da un aumento costante della domanda di ricovero e cura, certifica la volontà cancellare quello che ancora resta del sistema pubblico a vantaggio dell'ulteriore sviluppo di sistemi alternativi (privati, assicurazioni, eccetera) che escludono fasce sostanziali di cittadini dal diritto di cura". Lo afferma Sabino Venezia, del Coordinamento nazionale Rdb-Cub, commentando in una nota il progetto del Governo, anticipato ieri da 'Il Sole 24 Ore', di tagliare nelle strutture sanitarie della Penisola 27 mila posti letto entro 5 anni. "In linea con le politiche governative degli ultimi 10 anni, l'attacco allo stato sociale non rallenta e investe direttamente il diritto alla salute", sottolinea il sindacato. "Dopo aver messo in crisi l'organizzazione sanitaria delle regioni con deficit, evitando accuratamente di colpire le politiche degli appalti e delle esternalizzazioni - afferma Venezia - il Governo propone un Piano sanitario nazionale che taglierà 27 mila posti letto, portando un attacco generale al sistema sanitario pubblico con ripercussioni inaudite in termini di prevenzione e di cura". "La costante ma inesorabile riduzione di posti letto pubblici - aggiunge - ha prodotto lo sviluppo di un sistema sanitario privato, ormai governato da lobby sempre più organizzate che si apprestano ad incrementare i profitti senza più rischiare in proprio con le truffe. Ma governare la sanità con il sistema aziendalistico ha già prodotto un fallimento accertato", avverte.
"Ridurre ulteriormente l'offerta di posti letto" negli ospedali italiani, "in un sistema caratterizzato da un aumento costante della domanda di ricovero e cura, certifica la volontà cancellare quello che ancora resta del sistema pubblico a vantaggio dell'ulteriore sviluppo di sistemi alternativi (privati, assicurazioni, eccetera) che escludono fasce sostanziali di cittadini dal diritto di cura". Lo afferma Sabino Venezia, del Coordinamento nazionale Rdb-Cub, commentando in una nota il progetto del Governo, anticipato ieri da 'Il Sole 24 Ore', di tagliare nelle strutture sanitarie della Penisola 27 mila posti letto entro 5 anni. "In linea con le politiche governative degli ultimi 10 anni, l'attacco allo stato sociale non rallenta e investe direttamente il diritto alla salute", sottolinea il sindacato. "Dopo aver messo in crisi l'organizzazione sanitaria delle regioni con deficit, evitando accuratamente di colpire le politiche degli appalti e delle esternalizzazioni - afferma Venezia - il Governo propone un Piano sanitario nazionale che taglierà 27 mila posti letto, portando un attacco generale al sistema sanitario pubblico con ripercussioni inaudite in termini di prevenzione e di cura". "La costante ma inesorabile riduzione di posti letto pubblici - aggiunge - ha prodotto lo sviluppo di un sistema sanitario privato, ormai governato da lobby sempre più organizzate che si apprestano ad incrementare i profitti senza più rischiare in proprio con le truffe. Ma governare la sanità con il sistema aziendalistico ha già prodotto un fallimento accertato", avverte.
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