Vorrei fare un po' il punto della situazione sull'influenza, quella suina, non quella stagionale, che pare non interessi a nessuno e che forse farà più vittime della prima.
L'esigenza deriva dal fatto che, da quello che si dice, sembra che nessuno, men che meno gli addetti ai lavori, ci stiano capendo qualcosa. Ma qualche concetto chiaro c'è e proverò a sintetizzarlo.
Intanto, a quanto pare ci troviamo davanti ad un malanno stagionale ben più banale di quello che si crede. Basti pensare che normalmente l'influenza fa un totale di vittime che si aggira attorno allo 0,2 per cento delle persone colpite, cioè mediamente, per anno, circa 4-5.000 morti, che nella stragrande maggioranza dei casi appartengono a categorie di persone già malate e costituzionalmente fragili. Quest'anno, per il sovrapporsi di due influenze stagionali, forse arriveremo ad avere 6-7.000 morti e questo accadrà indipendentemente dagli sforzi che si stanno facendo e si faranno per tamponare il fenomeno. Sia perché questa influenza suina ha un'alta diffusibilità, per cui si ammaleranno molte persone, sia perché, ripeto, si sovrapporrrà a quella stagionale. E' chiaro che più alto sarà il numero dei malati, più alto sarà il numero dei morti, è un fatto statistico. Ma torniamo alla mortalità per questa indluenza. Pare che i morti riconducibili a questo malanno siano ad oggi 24, a fronte di 250.000 casi diagnosticati e forse altrettanti, se non di più, casi non diagnosticati. Fonti del Ministero parlano dello 0,002 per cento, cioè cento volte meno della normale mortalità per influenza. E questo la dice lunga sulla letalità del virus. Quindi, a quanto pare, il problema non è sanitario ma sociale ed economico. La grande diffusibilità del virus, creando molti ammalati, porterà ad una forte riduzione della produttività da parte di servizi sociali ed aziende, in una situazione di grave crisi economica.
Ma c'è un altro dato che ci lascia disorientati. Si dice che il vaccino non sia sicuro e, anche qualora lo fosse, solo il 40 per cento della popolazione potrebbe essere coperto. Ma su questo, e soprattutto sulla sicurezza del vaccino ognuno dice la sua. Personalmente credo che la cosa da fare sia innanzitutto una accurata igiene personale, l'isolamento dagli altri attraverso il lavaggio delle mani, soprattutto dopo aver maneggiato oggetti di uso comune. A tale proposito possono tornare utili quei prodotti disinfettanti a base di ipoclorito, venduti in confezioni pratiche, da mettere in borsetta. Ma solo quelli, evitare di comprare antivirali o antibiotici, che nulla hanno a che fare col problema specifico. Far portare le mascherine alle persone che hanno contratto il virus, e provvedere ad un loro tempestivo isolamento, anche in casa, non necessariamente in ospedale anzi, se si evita di intasare gli ospedali, è meglio. Fatto tutto questo, si può scegliere di vaccinarsi o di non farlo, tenendo presente che il vaccino è comunque un intervento dell'uomo e che, in quanto tale, non è scevro da rischi. Infine, la scelta di vaccinare i bambini deve essere finalizzata, non tanto a difendere i piccoli, che non sono più a rischio degli adulti, a meno che non abbiano altre patologia associate, ma deve servire unicamente ad evitare la diffusione del virus, perchè i bambini sono difficilmente controllabili e quindi rappresentano un serbatoio molto potente. Non credo che ci sia altro da aggiungere se non la massima serenità possibile, perchè la paura crea confusione e, nella confusione, c'è sempre chi pesca e trae benefici, soprattutto economici.
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