Mi ha colpito, stamattina, la notizia che l'Avvocatura dello Stato ha affermato che se il Lodo Alfano dovesse essere bocciato potrebbero esserci ripercussioni gravissime per il Governo.
Ora, io credo che sia iniziato il lavoro ai fianchi della Corte Costituzionale. Un lavoro che era già iniziato con la cena galeotta, scoperta per caso qualche mese fa, fra due magistrati della Corte, il Ministro Alfano e il Presidente del Consiglio. Ora, a quanto pare, si riprende a circa tre settimane dal pronunciamento, con una linea di vittimismo istituzionale, evocando scenari teribili, fino alle dimissioni del premier e tirando in ballo la vecchia storia dello scandalo Lockeed, che costrinse alle dimissioni l'allora capo dello Stato, Giovanni Leone.
A questo punto io mi chiedo quale sarà il prossimo passo dei difensori del premier, visti i precedenti. Non so, si passerà alle intimidazioni, perché sono convinto che questo sia solo l'antipasto. Magari si arriverà a qualche dossier appositamente preparato dal giornalista più informato del palinsesto che, per caso, tirerà fuori una qualche storia a luci, se non proprio rosse, almeno arancioni, su uno o più magistrati di quelli che si dovranno pronunciare. Visto tra l'altro il trattamento che ha riservato a Sonia Alfano (che non ha nulla a che vedere col ministro) e a Luigi De Magistris, per una innocente festa (non festino) con Karaoke incorporato. Davvero non sa più a che cosa attaccarsi.
Insomma, io credo che la magistratura si debba pronunciare in assoluta neutralità e il giudizio sul Lodo Alfano non può e non deve essere politico, nel senso che, se deve essere approvato o bocciato, questo non può dipendere dalle conseguenze dell'esito. Il Lodo Alfano deve essere giudicato per quello che è, il giudizio in merito deve essere strettamente giuridico. Anche a costo di conseguenze gravissime.
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