"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

venerdì 4 settembre 2009

Randellate e latte versato.

Ieri, alle ore 16 circa, ero nella mia auto che percorrevo la strada del ritorno a casa dal lavoro ed ho sentito un notiziario flash del giornale radio RAI. Veniva data la notizia delle dimissioni di Boffo dall'Avvenire. Ora, tengo a precisare che Boffo, prima di tutta questa inutile cagnara, non lo conoscevo ma, nonostante ciò, alla notizia, ho avuto una reazione di sconforto. Naturalmente la causa della mia reazione non era certamente dovuta nè alla disperazione per le sorti del giornale che aveva diretto fino a quel momento, sia perchè di quel giornale non ho mai letto una sola copia, sia perchè, come si dice, morto un papa se ne fa un altro. Per la persona, poi, ritengo di non avere gli elementi o il diritto di esprimere giudizi morali. Lo sconforto derivava invece dal modo con cui si è svolta la vicenda e dalle conseguenze spropositate che tutto ciò ha provocato.
Il Presidente di Consiglio chiede, si fa per dire, al fratello di assumere un certo giornalista per dirigere il giornale di proprietà. Quest'ultimo comincia a svolgere diligentemente il lavoro per il quale era stato chiamato e colpisce, come antipasto, la famiglia Agnelli, tanto per dimostrare che il Presidente del Consiglio non è il solo a commettere reati quindi, secondo una nuova logica, è legittimato a continuare. Poi scaglia il randello contro chi ha osato esprimere il seppur minimo dissenso sul comportamento del fratello del suo datore di lavoro. Il primo è Boffo, in prima pagina, nonostante nessuno, se non gli addetti ai lavori, lo conoscesse e per giunta per una storia vecchia di cinque anni, per la quale lo stesso aveva già pagato. Il risultato logico sono state le dimissioni, il finto dispiacere di chi ha colpito con tanta cattiveria e il messaggio nemmeno tanto velato che si tratta solo del primo. A seguire L'Unità, La Repubblica/L'Espresso, il TG3, la Commissione Europea. Nessuno, in Italia e all'estero, sarà risparmiato dalle randellate.
Nel mio piccolo, però, faccio presente al solerte giornalista che ha fatto un patto con una persona bugiarda, che difficilmente mantiene le promesse e che nel momento in cui egli stesso avrà bisogno di un sostegno, non solo morale, perchè sicuramente arriverà anche per lui quel momento, perchè chi semina vento raccolgie tempesta, si ritroverà da solo a piangere inutilmente sul latte versato.

Nessun commento:

Posta un commento