"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

martedì 5 maggio 2009

Dittatura, non dittatura

Si dice che in Italia non c'è democrazia, spesso si percepisce un'aria di imposizione, si dice che le notizie non arrivano, che qui non si sa mai nulla delle cose che contano. Poi do un'occhiata in edicola e scopro che ci sono migliaia di riviste che spaziano su tutti i fronti possibili e forniscono informazioni di ogni tipo; guardo la TV e scopro che vengono trasmessi notiziari quasi a tutte le ore, che ci informano su eventi di carattere internazionale, nazionale e locale. Praticamente chi vuole informarsi è libero di sapere tutto e chi informa non viene ucciso o torturato, come avviene nelle dittature tradizionali. Queste cose sono accadute nel passato, anche recente, quando bastava toccare certi fili per andare incontro a morte certa. Ma allora, perchè Freedom House ha classificato l'Italia 'partly free' dal punto di vista dell'informazione, e non è la prima volta che ciò accade, un analogo risultato il nostro Paese lo ha raggiunto nel 2005, con lo stesso capo del governo.
Credo che la risposta non è quello che c'è a dosposizione, ma l'educazione che si dà alla popolazione, i punti di riferimento, quello che si trasmette con gli organi di informazione. Gli italiani, come forse tutti i popoli del mondo, vogliono sentirsi dire le cose che fanno comodo. La verità invece è scomoda; quindi si può anche dire, ma in silenzio, non deve fare rumore, così nessuno ci fa caso, perchè passa attraverso il frastuono dei giullari e alla fine nessuno l'ascolta, anche se apparentemente è stata detta. Non c'è più bisogno di ammazzare nessuno o di ricorrere a strumenti cruenti, basta il caos creato ad hoc dalla ridondanza delle cose inutili. Così, attorno ad una parola si sguazza per giorni, ci appassiona ogni siparietto, ogni delitto irrisolto. E' vero, non siamo ancora tra i 10 Paesi dove non è piacevole essere un blogger, forse ci arriveremo, forse no, ma questo non importa, finchè non avremo un governo capace di imporre scelte impopolari, che contrastano con i sondaggi e che portano ad una sconfitta sicura alle elezioni più vicine. Ci vuole qualcuno che abbia il coraggio di dire le cose che la gente non vuole sentirsi dire. E' vero, non siamo in una dittatura, ma l'opinione che mi sono fatta sul popolo italiano è quella di gente appesa ad un incantesimo, con gli occhi senza pupille, che cercano nella TV il nutrimento quotidiano. Non solo, ma anche persone pronte a tutto pur di salvaguardare gli interessi personali con una accurata scelta di candidati che non fanno niente per la società, ma sanno spendersi per i singoli, pagando un prezzo, piccolo o grande, calibrato su misura, secondo il bisogno di ciascuno. In poche parole, chi ancora va a votare lo fa per avere qualcosa in cambio e la percentuale si aggira attorno al settanta per cento. Tutto il resto non conta più.

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