Ho seguito con apprensione le vicende della barca di profughi riaccompagnata in Libia dagli italiani ed ho rivisto in questa azione, ma soprattutto in quello che è successo dopo, i segni di quelle cose che sono successe nel periodo doloroso della vicenda Englaro. Anche in questo caso, come nel precedente, si sono fatto proclami, si è gridata la verità, sia da parte dei respoonsabili dell'iniziativa, sia da parte dell'opposizione. Mi sembra che ormai sia diventata un'abitudine gridare, per cercare di avere ragione sull'altro. Anche quando gridare è quanto meno inopportuno. Ci sono faccende delicate, alle quali la politica si deve accostare con l'unica arma della diplomazia, per cercare soluzioni condivise che possano accontentare tutti, o perlomeno per scongiurare ingiuste sofferenze agli anelli più deboli della catena. Lo so, il mio sembra un discorso populista, vuoto di idee, ma io vedo cose che oggi accadono con il clamore dei media e che prima non accadevano, o accadevano in silenzio, e si capiva che era un doloroso atto dovuto per scongiurare conseguenze ben peggiori. Forse, quando si ha la percezione di qualcosa, è segno che le cose non vanno bene. Si pensi al corpo umano, normalmente il polmone respira e il cuore batte, ma non se ne ha percezione, quando questo accade è sempre un segno sofferenza, magari di fatica. Così la società, fino a qualche anno fa gli immigrati clandestini che raggiungevano le nostre coste erano circa 11 mila in un anno, pare che nell'ultimo anno siano stati 36 mila. Perchè ciò è accaduto e perchè prima non accadeva? Perchè si è costretti a ricorrere a questi mezzi estremi per contrastare il fenomeno e non si cerca di prevenirlo tramite accordi che esulano dal foraggiare il dittatore Gheddafi con soldi che probabilmente non gli spettano? La mia impressione è che siamo nelle mani di gente senza scrupoli, che creano un caso mediatico per dire di aver trovato delle soluzioni. Senza contare che, nella maggioranza come nell'opposizione, la fanno ormai da padrone integralisti religiosi e xenofobi che, forti del consenso ricevuto dalle pulsioni più primitive che giungono da una società sempre meno educata alla politica, cavalcano ogni sorta di bisogno per trarne vantaggio elettorale. Sembra banale dirlo, ma un Paese che non ha una guida politica, è un Paese allo sbando. E un parlamento che vive di sondaggi non può essere una guida credibile, perchè non è in grado di prendere decisioni impopolari, salvo creare a ripetizione casi mediatici, finalizzati al consenso, prima di agire. Spiace dirlo ma non è un buon momento per l'Italia.
"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)
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