Come accade ormai routinariamente da qualche tempo, anche ieri seguivo divertito le gags di Bassignano e Luzzi su radio 1 a partire dalle 15 e 45. Ma il titolo di ieri ho voluto farlo mio per questo post ed era, appunto "barcone cacciato, divorzio scordato". Come ho più volte fatto notare in questo blog, viviamo in un'era che fagocita, sputa e presto dimentica le notizie, quasi si trattasse, non di fatti reali, legati alla nostra vita e che su di essa possono avere conseguenze, ma di cose che accadono chissà dove e di cui non ci può importare nulla di più di un veloce pettegolezzo. Così sono arrivati i clandestini con la loro tragedia a farci presto dimenticare che fino a qualche giorno fa ci stavamo accapigliando sulla vicenda del ciarpame e di papi, esplosa all'improvviso nelle mani del primo ministro. Oggi quasi nessuno se lo ricorda più, nessuno ne parla, come se non fosse accaduto che l'uomo più potente d'Italia ha rischiato il crack, per via di una storia, ancora tutta da chiarire, con un'adolescente ed ha dovuto scusarsi non di fronte al popolo, cioè nella sede istituzionale, il parlamento, dove gli era stata fatta una interrogazione, ma comprando un paio d'ore di TV dal solito, fidato Emilio Vespa, detto Bruno, che gli ha cucito addosso una trasmissione, in tutta fretta, come lui sa fare molto bene. Infatti il nostro non è la prima volta che riesce a cucire (è un termine che lui stesso ha usato in altre occasioni, ignorando di essere intercettato) questi abiti. I latini dicevano 'excusatio non petita, accusatio manifesta', cioè ma che ti scusi a fare se io non ti ho chiesto niente? Evidentemente c'è qualcosa che non va. Quello che io mi chiedo è perchè si lascia correre un problema così serio. Quello che è successo non è il solito pruriginoso pettegolezzo o gossip come lo si voglia chiamare. Qui c'è una ragazzina per la quale un uomo che ne ha tante e belle a disposizione ha rischiato l'impeachment. Non solo, questa ragazzina è figlia di un uomo che dichiara un introito di 12 mila euro all'anno, ma che fa una vita molto comoda. Stiamo parlando di un uomo che nessuno conosce, ma che pare conosca molto bene i politici della zona. Stiamo parlando di bugie grosse sparate in maniera sfacciata per coprire la verità. Stiamo parlando di dubbi che cominciano ad emergere sulle continue visite a Napoli, fatte dal primo ministro negli ultimi tempi e non certo per risolvere il problema dei rifiuti. Quello che ha fatto per i rifiuti, cioè nulla, poteva benissimo farlo continuando a stare a Roma. Si, perchè come ha fatto a risolvere il problema dei rifiuti se non ha messo mano al circuito dello smaltimento, la discarica di Chiaiano fino a poco tempo fa era in stato di manutenzione per una frana e l'inceneritore di Acerra è stato inaugurato circa un mese fa ma di fatto non funziona ancora. Perchè nessuno pone queste domande e nessuno se ne chiede il motivo? Ma torniamo all'altra ipotesi, se possibile ancora più inquitante, della vicenda di 'papi'. L'ipotesi alternativa a quella di avere un primo ministro depravato, che esce con le minorenni, che non sta bene (tutte parole abbondantemente riportate dai giornali e qui solo riassunte per non dimenticare), è che ci sia un misterioso collegamento con la criminalità organizzata, leggasi camorra. Vogliamo stendere un velo su tutto questo, facciamo pure, ma io credo che in un Paese civile qualcuno dovrebbe chiedere conto ad un personaggio pubblico, che ha in mano la nostra vita quotidiana, di come siano andate veramente le cose.
"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)
mercoledì 13 maggio 2009
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