"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

giovedì 7 maggio 2009

L'appello di Paolo Ravasin per il testamento biologico

Paolo Ravasin, già citato in questo blog in occasione di un articolo sul caso Englaro, è un paziente malato di sclerosi laterale amiotrofica che, già da mesi ha rilasciato un testamento relativo alle sue volontà nel momento in cui non dovesse più avere una sufficiente autonomia fisica. Ora, l'uomo ha espresso un suo giudizio sul disegno di legge sul testamento biologico approvato dal Senato. L'appello di Ravasin, rivolto alle più alte cariche dello Stato è stato diffuso e trasmesso attraverso una videocassetta. "Con grande tristezza - dice Ravasin - ho appreso la notizia dell'approvazione al Senato della legge, formalmente sul testamento biologico, ma sostanzialmente contro". Testo di legge che "annulla le mie direttive anticipate e specialmente la mia decisione di non sottopormi ad alimentazione e idratazione artificiali quando non sarò più in grado di nutrirmi e bere naturalmente". Ma se alla Camera passasse lo stesso Ddl approvato al Senato, prosegue il paziente, "alimentazione e idratazione non sarebbero più rifiutabili, stabilendo per di più che le altre indicazioni non saranno vincolanti per il medico, ma solo una sorta di consiglio".
L'appello è stato accolto dal presidente della Repubblica, che ha inviato una lettera a Paolo Ravasin. "Caro Ravasin - scrive il presidente della Repubblica - lei mi si rivolge con le stesse parole indirizzatemi a suo tempo da Piergiorgio Welby, e anch'io vorrei dirle che raccolgo il suo appassionato messaggio con la stessa attenzione e partecipazione con cui seguo tutti i casi di tragica sofferenza personale, al di là delle posizioni che ciascuno può esprimere in termini generali. I temi da lei ora evocati - disciplina della fine vita, testamento biologico, trattamenti di alimentazione e idratazione meccanica - continuano a interrogare le coscienze individuali e investono sempre più la responsabilità collettiva".
"Auspico che le parole del presidente ispirino nei prossimi giorni le coscienze dei parlamentari che, a mio avviso, hanno finora svilito uno di questi beni costituzionali da tutelare di cui egli parla: la libertà di scelta", commenta dunque in una nota lo stesso Ravasin. "Ringrazio di cuore il presidente Napolitano per la sua risposta - aggiunge - Capisco che la carica da lui ricoperta gli imponga riserbo sulla sua opinione personale, tuttavia ritengo molto importanti le sue parole, specie quando auspica che, in materia di scelte di fine vita, si tenga conto del dovuto equilibrio tra i diversi beni costituzionali da tutelare".
In coda a questo scambio epistolare, mi preme sottolineare un commento della senatrice Emma Bonino la quale da anni si batte su questi delicati temi accanto ai radicali e ad associazioni non politche: "Ravasin ci fa capire che ci sono principi che non sono a disposizione di nessuna maggioranza, anche se questa fosse bulgara". In questo momento sta avvenendo una sorta di pausa di riflessione dopo l'onda emotiva generata dal caso Englaro e manipolata a livello politico. In questo contesto credo che l'appello di Ravasin rappresenti un messaggio di altissimo valore politico, perché oggi giustamente si sta rallentando il dibattito e spero che alla Camera si voglia ricominciare daccapo con la discussione del disegno di legge". Bonino plaude al messaggio dell'uomo gravemente malato, ricoverato in una clinica di Treviso, "perché ci mette in guardia sugli effetti che avrà la decisione della Camera. Se il Ddl dovesse passare anche qui, come avvenuto in Senato, Ravasin e gli altri pazienti come lui saranno condannati a mettere sondini nasogastrici per un numero imprecisato di anni. E il diritto alla vita diventerà di fatto obbligo". L'auspicio della senatrice è che la Camera ascolti "non solo teologi e scienziati, ma specialmente i cittadini malati, che più di altri si sentono privati della libertà di scelta". Una questione cruciale, per questo motivo "spero che alla Camera se ne occupi la Commissione affari costituzionali più di quella della Sanità, che comunque può esprimere un suo parere".

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