"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

martedì 26 maggio 2009

Non è solo una questione di vita o di morte.

C'è una notizia di questi giorni che è passata pressocché inosservata. Un breve passaggio in qualche notiziario periferico e niente di più. Le statistiche dicono che c'è un aumento del fumo presso i giovani. Si comincia a circa 14 anni, poche sigarette. Sempre più donne fumano. Questa è una notizia triste. Credo che tutti avevamo sperato nella nuova legge sul divieto di fumo voluta dal ministro Sirchia. Ne avevamo auspicato effetti dirompenti, soprattutto sul modo di percepire il fumatore. Per intenderci, quando viaggiavo per anadare all'università, in certi vecchi vagoni mi capitava di leggere 'vietato sputare per terra'. Quella scritta risaliva al tempo in cui la tubercolosi era molto comune e certamente più deleteria di quanto non lo sia oggi. Per quanto si sta assistendo ad una recrudescenza dovuta al problema delle immigrazioni e dell'AIDS. Tornando a noi, quelle scritte, come la presenza di sputacchiere in certi ambienti, sono un ricordo del passato, fatto di inciviltà, di malattia, di incertezze. Oggi tutto questo non c'è più e noi ridiamo di quelle abitudini. Ecco come io immaginavo il mondo creato dalle nuove leggi contro il fumo. Un mondo senza fumo e tale vizio ridotto ad un romantico ricordo del passato, su cui magari ridere per l'assurdità di essereci passati. Il problema del fumo infatti, non è legato solo alla probabilità o meno di contrarre un cancro, che pure aumenta di parecchie volte rispetto al normale. La cosa importante, da tenere presente è che, per bene che vada, il fumo fa male a tutti, sempre. A chi ha meno di 20 anni fa malissimo. Gli studiosi hanno esaminato per 9 anni i polmoni di 5000 ragazzi e ragazze dai 10 ai 18 anni. I risultati sono impressionanti: anche con “sole” 15 sigarette al giorno, la capacità respiratoria diminuisce del 5%, inoltre il fumo in giovane età pregiudica lo sviluppo dei polmoni, soprattutto nelle ragazze, perché nel gentil sesso questo processo di maturazione si completa prima che nel maschio: più o meno verso i 18 anni. La nicotina influenza il cervello, il sistema endocrino, il comportamento.
Non sono ancora noti i meccanismi psicologici che rendono attraente il fumo per un giovane; è chiaro invece perché è così difficile smettere, dopo che si è instaurata l’abitudine, o meglio, la dipendenza. Infatti, fumare stimola una zona del cervello in modo simile a quello tipico delle droghe più “classiche”, come morfina ed eroina. E rinunciare alla sigaretta scatena vere crisi di astinenza: desiderio insaziabile di tabacco, irritabilità, inquietudine, frustrazione, rabbia, difficoltà di concentrazione, riduzione del ritmo cardiaco.
Gli adolescenti che fumano spesso sono amici di fumatori o convivono con familiari fumatori, nella stessa percentuale senza che nessuno dei due aspetti prevalga sull'altro. Per questo, avere come punti di riferimento non fumatori, o fumatori che riescono a smettere, influisce in maniera determinante sul desiderio di cominciare, molto più della prospettiva di andare in contro a malattie. Quindi, i genitori cui sta a cuore la salute del proprio figlio, questo sforzo lo dovrebbero fare. Non escludendo la possibilità di ricorrere all'aiuto del pediatra di famiglia che, sfruttando il rapporto di fiducia può trovare le parole giuste per valorizzare gli aspetti positivi per la salute derivanti dal non fumare o per convincere a smettere il ragazzo che purtroppo ha già iniziato.

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