"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

sabato 16 maggio 2009

Pippo e l'orecchio vagabondo

Nella Democratica Repubblica delle Banane, un giorno Pippo, che risiedeva nel comune di Topolinia, avvertì un grave capogiro causato da un disturbo ad un orecchio e per questo fu ricoverato d'urgenza nell'ospedale più vicino. Nel giro di pochi giorni gli furono fatti gli accettamenti e le terapie del caso e il problema lentamente si risolse, senonchè, durante il ricovero, venne fuori che nel frattempo aveva perso l'udito dall'orecchio colpito. I medici del reparto si riunirono per studiare il caso e stabilirono che nulla si poteva fare, perchè la diagnosi non era certa e perché era già stato fatto tutto quanto era nelle loro possibilità. All'uscita dall'ospedale di Topolinia, Pippo si rivolse, per un confronto, presso l'ospedale di Paperopoli e lì venne a sapere che, certamente la diagnosi per il suo problema non si poteva accertare, ma che c'era un'ultima speranza per recuperare una parte dell'udito perduto, la ossigeno terapia iperbarica. Pippo allora pensò di dover andare chissà dove per poterne usufruire e invece scoprì, con suo grande stupore, che una macchina iperbarica era in funzione nella città di Topolinia, a pochi passi dall'ospedale dove era stato ricoverato. Non si perse d'animo, fece di corsa tutti gli accertamenti per poter accedere alla terapia, anche perchè gli avevano detto che, se avesse cominciato subito, le possibilità di recupero sarebbero state maggiori. Nonostante tutta la sua buona volontà, ci volle quasi una settimana per preparare tutto, ma alla fine cominciò. Furono necessarie 16 sedute, ma Pippo, qualcosa cominciava a sentire, dal suo orecchio vagabondo, un risultato, seppur lieve, riuscì ad ottenerlo. Ad un mese dalla dimissione dall'ospedale di partenza, vi tornò per il controllo che aveva programmato e scoprì che effettivamente il suo orecchio si era rimesso a sentire, anche se il risultato non poteva dirsi proprio soddisfacente. I medici si dissero molto sorpresi di quel recupero. E certo gli avevano diagnosticato una sordità completa e permanente ed ora si dovevano ricredere. Cominciavano a formulare ipotesi, a parlare di evidenza scientifica non provata, ma piano piano cominciò anche a trapelare una verità fino ad allora tenuta nascosta. Qualche anno prima, nell'ospedale di Topolinia c'era stata una camera iperbarica, pare che accogliesse pazienti da tutto il Paese. Curavano soprattutto sub, ma anche diabetici, sordità improvvise. Poi ci furono dei disaccordi con il responsabile, che decise di avviare l'attività in privato, lasciando scoperto il servizio. Da allora, nell'ospedale di Topolinia non si parlò più di terapia iperbarica, non venne più consigliata a nessuno, ponendo ogni volta il paravento dell'assenza di evidenza scientifica. Alla fine della requisitoria, però, il medico concluse che forse, da quel momento, visti i risultati raggiunti con Pippo, bisognava rivedere quelle teorie e ricominciare a consigliare la terapia iperbarica. Anche perchè, di fronte all'assenza di qualsiasi terapia alternativa, forse era il caso di dare almeno una speranza a chi da un giorno all'altro si vedeva privato di uno dei cinque sensi.
Intanto Pippo aveva finito il suo percorso, aveva capito poco di come stavano le cose, ma in cuor suo era rimasto il rimpianto che, se a Topolinia avessero agito per tempo, forse il suo orecchio ora sarebbe molto meno vagabondo.

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