Personalmente credo che, in una democrazia, ognuno abbia un ruolo e tutti sono controllori di qualcun altro, affinché nessuno possa decidere da solo, secondo il proprio interesse. Soprattutto in Italia, dove non siamo ancora riusciti a superare l'antifascismo. Mi spiego.
Chi ha scritto la nostra Costituzione ha predisposto regole talmente vincolanti che è difficile che qualcuno possa ripetere quanto accaduto durante il periodo fascista, salvo fare un palese colpo di stato. Così può accadere che le leggi vengano prima approvate da un organismo di controllo e poi bocciate da un altro. Parimenti può accadere che la magistratura emetta dei verdetti, seppur dopo tempi biblici, che sono sfavorevoli a chiunque, senza interpretare le leggi a seconda del ruolo che ricopre il destinatario di una certa sentenza. Allo stesso tempo può succedere che l'assemblea parlamentare voti determinate leggi o faccia opposizione, perché ci sono legittimamente persone che la pensano in maniera diversa e quindi dalla diversità emergano scontri politici, pur nel pieno rispetto delle reciproche posizioni. In una democrazia accade che la stampa veda una notizia e ne dia comunicazione alla gente, senza essere demonizzata, o tacciata di mancanza di rispetto. Il rispetto delle istituzioni, in democrazia, deve averlo prima di tutto chi ne ricopre il ruolo, innanzitutto evitando comportamenti disdicevoli che ne frantumano la credibilità, e poi rispondendo a chi chiede chiarimenti, se lo ritiene opportuno, perché la gente ha diritto di sapere. Conoscenza, cultura, istruzione e informazione, in democrazia, sono gli elementi fondanti per poter prendere, tutti insieme, le decisioni più oculate. In sostanza io credo che tutti, in democrazia, hanno un ruolo da svolgere e tutti hanno il dovere di svolgerlo senza essere continuamente accusati di mancanza di rispetto, di comportamento anti-italiano, di essere una cattiva opposizione, una cattiva stampa, una cattiva magistratura. Senza minacce, censure, denigrazioni o demonizzazioni. Il governo propone le leggi, il parlamento, se ci crede, le approva, il Capo delle Stato le promulga, la stampa ne parla, cercando di spiegarle alla gente, la magistratuira le applica. Ognuno ha un ruolo, se qualcuno non è daccordo, non deve gridare allo scandalo, demonizzando l'avversario, per trarre un mero consenso elettorale, ma ottenendo in cambio l'imbarbarimento della società e il discredito delle istituzioni. L'Italia, per fortuna, non è l'Iran, dove l'opposizione viene condannata a morte. Qui l'opposizione può e deve dire la sua serenamente, altrettanto devono fare gli altri attori. Ogni tanto ricordiamoci di essere in democrazia, altrimenti poi ce lo dimentichiamo.
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