Tiriamo un po' le fila. Il miglior presdiente degli ultimi 150 anni ha dichiarato che lui è stato eletto dal popolo e in nome di quest'ultimo deve continuare a governare perchè il 68% del popolo è con lui. In questa semplice frase sono state dette non una ma più falsità. Lui non è stato eletto dal popolo in quanto, essendo l'Italia una repubblica parlamentare e non presidenziale, come vogliono farci credere, il presidente del consiglio viene nominato dal capo dello stato che, a sua volta, è nominato dal parlamento, e sempre il parlamento dà al governo la fiducia per governare. Per quanto riguarda poi la perentuale di consenso, bisogna ricordare che alle ultime elezioni europee ha votato circa l'80% dell'elettorato potenziale, e di questi solo il 35 per cento ha votato, non per il presidente del consiglio, ma per il PDL, che è composto da diversi partiti e da diversi candidati all'interno dei singoli partiti. Quindi del 28 % di voti sul potenziale elettorato, non su tutti gli italiani, una certa percentuale, imponderabile, ha votato espressamente per lui e questa percentuale non è certo il 68%. Senza contare il flop alla trasmissione Porta a Porta sul terremoto, nonostante il vuoto mediatico che si era cereato intorno ad essa e le varie contestazioni che si succedono tutti i giorni nelle varie uscite del nostro imbonitore. Per non dire del suo concetto di governare, che per lui significa comandare, non mettersi al servizio, anche su cose che non gli competono.
Una serie di gaffes, strafalcioni, bugie, dunque, che lui continua a dire e a fare finché troverà quattro gatti ad applaudirlo ed istituzioni compiacenti che gli vanno dietro. Come ad esempio l'ultima sulla presidenza della repubblica che sembra aver contribuito sulla stesura della legge Alfano, quando il dettato costituzionale che, ripeto, appartiene ad una repubblica parlamentare, dice che il presidente della repubblica deve solo vedere il lavoro finito del governo e del parlamento e solo su di esso esprimere un giudizio. Il sospetto c'era stato e la conferma è arrivata, e non solo dal Giornale, ma dallo stesso presidente. A furia di fare propaganda, di dire cose non vere, e di fare cose non dovute, insomma, si stanno stravolgendo le regole fissate dai padri costituenti in ragione della formalizzazione di altre regole, non scritte, che espongono chi agisce, creando il precedente, al ricatto di chi aveva proposto percorsi alternativi, nella speranza di trovare soggetti compiacenti.
La menzogna e il ricatto sono dunque le armi usate in questo periodo per tirare a campare un sistema che ormai non ha proprio più nessuna ragione di esistere.
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