"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

giovedì 30 aprile 2009

Vieni avanti, Lario!

Ha fatto il giro del mondo la notizia che la sig.ra Lario ha fortemente criticato il marito e che, a proposito delle candidature di donne alle elezioni europee, nelle fila del centro-destra, le ha definite «Ciarpame senza pudore». Aggiungendo , con enfasi e sprezzo del pericolo, una piccola lezione di storia ad uso e consumo della plebe: «Per fortuna è da tempo che c'è un futuro al femminile sia nell'imprenditoria che nella politica e questa è una realtà globale. C'è stata la Thatcher e oggi abbiamo la Merkel, giusto per citare alcune donne, per potere dire che esiste una carriera politica al femminile. In Italia - aggiunge la nostra - la storia va da Nilde Jotti e prosegue con la Prestigiacomo (un bell’accoppiamento, fatto senza ridere). Le donne oggi sono e possono essere più belle; e che ci siano belle donne anche nella politica non è un merito né un demerito. Ma quello che emerge oggi attraverso il paravento delle curve e della bellezza femminile, e che è ancora più grave, è la sfrontatezza e la mancanza di ritegno del potere che offende la credibilità di tutte e questo va contro le donne in genere e soprattutto contro quelle che sono state sempre in prima linea e che ancora lo sono a tutela dei loro diritti».
Tutto questo mi ricorda un vecchio film di Albereto Sordi, mi scuserete se non ne ricordo il titolo, ma ne ricordo benissimo una parte, molto significativa e quanto mai opportuna da citare in questa specifica situazione. L’Albertone nazionale era un faccendiere, un uomo dalla moralità dubbia e dagli affari loschi. Arriva il momento che la famiglia gli rimprovera tutto ciò e in particolare i figli gli rinfacciano quel tipo di attività, manifestandogli l’imbarazzo e la vergogna che provano con i loro pari maggiormente informati, ecc. Lui li lascia sfogare tutti, compresa la moglie poi, con calma serafica, afferma che nel pomeriggio di quello stesso giorno avrà un incontro decisivo per il proseguimento della sua attività e che prima, però aveva bisogno di fare un riposino. La soluzione, dunque sarebbe stata semplice. Lui non avrebbe puntato la sveglia, se loro credevano veramente nelle cose appena dette, non dovevano svegliarlo, se invece volevano continuare ad usufruire dei privilegi che quel tipo di vita gli offriva, avrebbero dovuto svegliarlo. Inutile dire che l’epilogo della vicenda fu che lui non mancò all’appuntamento.
Questo mi ricorda la sortita della sig.ra Lario, un misto di ipocrisia e di campagna elettorale per il marito, soprattutto quando dice: «Voglio che sia chiaro che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla e ci fa soffrire». Ma non è sorprendente la somiglianza con quanto accaduto nel film? Ma davvero ci prendono per fessi?

martedì 28 aprile 2009

Il parere dell'AMCI sulla nutrizione e idratazione artificiale.

Riporto qui di seguito una nota, tratta da Doctornews, in cui si aggiunge un'altra voce, autorevole, al coro di quelli che si esprimono in merito alle tematiche di fine vita, che tanto hanno fatto discutere nel periodo immediatamente precedente il terremoto, portando all'approvazione di un disegno di legge da parte del senato, e che presto tornerà a far discutere, quando il testo passerà alla camera per l'approvazione finale.
I medici cattolici sono convinti che la somministrazione dell'idratazione e alimentazione artificiale vada valutata caso per caso. Perché per un paziente in stato vegetativo permanente rappresenta un sostegno vitale, mentre per un malato terminale è un trattamento sanitario che può diventare troppo gravoso, senza ottenere risultati. Ecco perché i medici cattolici di Milano hanno deciso di fissare in un documento ufficiale la loro posizione sui temi che sono oggetto di discussione in Parlamento. Il ddl sul fine vita, già votato al Senato, approderà presto alla Camera per l'approvazione finale e la sezione milanese dell'Associazione medici cattolici italiani (Amci) ha deciso di lanciare un messaggio: decisioni così delicate devono rientrare nell'alleanza terapeutica che lega il medico e il paziente e non può escludere i suoi familiari. Il documento, condiviso dall'arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, è stato presentato nel capoluogo lombardo e verrà inviato via e-mail a tutti i soci dell'Amci e diffuso attraverso diversi canali. Anche quelli politici, già attivati dall'Amci Milano affinché il testo venga preso in considerazione anche in Parlamento. Concetto cardine: l'alleanza terapeutica che, scrivono i medici cattolici nel documento, "chiama in causa la responsabilità di entrambi i soggetti nel rispetto delle competenze del medico e dell'autonomia non assoluta del paziente". E' questo il "contesto appropriato per una corretta valutazione delle pratiche di alimentazione e idratazione artificiale. Fatta salva la dignità del malato, di cui sempre occorre prendersi cura qualunque sia la sua condizione clinica, non si può - avvertono i camici bianchi - tuttavia ignorare la diversità delle situazioni" e "la necessità caso per caso di compiere un discernimento prudente della proporzionalità circa i modi e i tempi del procedere, perché il paziente possa continuare a vivere con dignità o con dignità sia accompagnato nel processo del morire".

lunedì 27 aprile 2009

Lettera aperta ad un candidato alle provinciali

Caro Luigi,
ti scrivo invece che parlarti perché credo, nella mia presunzione, che queste mie parole possono essere condivise da altri, per altre situazioni analoghe.
Ho saputo che ti sei candidato per le provinciali, certamente non è stata una sorpresa, anzi, sarebbe stata una sorpresa se ciò non fosse accaduto. Da anni fai l’assessore, conosco il tuo impegno, la passione che ci metti nel tuo lavoro, ho anche assistito ad un’intervista in quella tivù locale, dove hai dato certamente e oggettivamente prova di grandi qualità, di una preparazione che non sempre i politici possono vantare. E poi sei una persona onesta, trasparente. Ma non voglio farti attendere oltre e vengo subito al punto, anche perché non è da te crogiolarti nei salamelecchi.
Il punto, caro Luigi, è che io non condivido più il motivo per cui mi chiederai il voto. Non condivido l’attuale modo di fare politica da parte di molti tuoi colleghi, non c’è passione, non ci sono idee. C’è solo la difesa di privilegi lentamente conquistati da parte della classe politica italiana e duri a morire. Privilegi che non danno niente in cambio al cittadino che, se fino a pochi anni fa, poteva godere di qualche beneficio di ritorno, ora non riescono a vedere nessun programma, nessun impegno di ampio respiro, nessuno sforzo per migliorare la società. La politica attuale è autoreferenziale, si fonda esclusivamente su tatticismi, percepisco quasi la disperazione di chi cerca a tutti i costi di sopravvivere mentre il terreno si sgretola impietosamente sotto i suoi piedi.
E poi c’è il vecchio discorso della Provincia, cioè quello che da più parti è considerato un ente inutile. Io personalmente, caro Luigi, non percepisco nulla del lavoro del consiglio provinciale. E’ vero, quando una istituzione non si sente è perché sta lavorando bene, mentre quando appare troppo è segno che qualcosa non va. Ma lasciami dire che, di fronte ai denigratori, io non so cosa rispondere, non so dire cosa hai fatto, quale beneficio i cittadini hanno avuto come conseguenza del tuo operato. Il fatto è che in Italia si fa fatica ad abolire qualsiasi cosa, le cariche, le più becere e inutili, le istituzioni, perfino l’associazione Ponte sullo Stretto che macina miliardi ogni anno, molto in anticipo rispetto alla posa della prima pietra. E poi ieri sera mi sono accorto, spiegando a mio figlio una sintesi delle istituzioni in Italia, che mentre nel Comune c’è il Consiglio Comunale, nella Provincia, il Consiglio Provinciale, nella Regione il Consiglio Provinciale, solo a livello centrale ci sono due camere. Mio figlio mi ha chiesto il perché e anche lì, credimi, non sono riuscito a rispondere, ma mi chiedo a mia volta. A quando una bella cura dimagrante, ‘istituzionale’ dei costi della politica?
Non ti voterò, Luigi, anche se penso alle parole di un tuo collega, che ha definito ‘un avversario forte, ma battibile', il candidato della lista avversaria alla presidenza della provincia. E allora mi tornano in mente le parole di Nanni Moretti “... con questi dirigenti non vinceremo mai…".
Con questo ti saluto e ti auguro buona fortuna. Spero solo di poterti votare in futuro, ma in un’altra veste perché, sinceramente, te lo meriti.

venerdì 24 aprile 2009

Appello per una legge sul testamento biologico più giusta

Anch'io ho aderito a suo tempo all'appello fatto da Ignazio Marino per una legge sul testamento biologico più aderente alle esigenze dei cittadini, che rispecchiasse le sensibilità, siano esse etiche o religiose, di ciascuno. A seguito di ciò, ricevo regolarmente gli aggiornamenti sul tema. Ho pensato di pubblicare questa mail, perchè, tra le altre, mi è sembrata la più chiara e perchè ribadisce con forza il messaggio divulgato all'inizio di questa battaglia.
"Care amiche e cari amici,
il Senato ha approvato il disegno di legge del centrodestra sulle dichiarazioni anticipate di volontà: più che dar vita al testamento biologico però il centrodestra lo ha ucciso sul nascere. Ho già ribadito più volte la mia contrarietà a una norma sbagliata, ideologica e approvata senza ascoltare nessuno sull'onda della drammatica vicenda di Eluana Englaro. Sancire che la volontà del paziente non sarà vincolante per il medico e che trattamenti sanitari come l'idratazione e l'alimentazione artificiale saranno imposti al paziente significa andare contro la libertà personale e calpestare il diritto costituzionale all'autodeterminazione del cittadino.
Cosa accadrà poi se una persona incosciente sarà portata in sala operatoria contro la sua volontà scritta per inserirgli un tubo nello stomaco che la nutra forzatamente? I familiari andranno immediatamente dal giudice a sporgere denuncia, coinvolgendo in massa i tribunali: si voleva escludere l'intervento dei magistrati, e invece si otterrà l'effetto opposto. Fortunatamente esiste ancora la possibilità che la legge venga modificata alla Camera: mi auguro che prevalga il buonsenso e si vada finalmente incontro alle richieste dei cittadini.
250.000 FIRME PER IL DIRITTO ALLA LIBERTA' DI CURA
Il centrodestra porta avanti una legge ingiusta, ma i cittadini si fanno sentire sul web: sono già oltre 250.000 le adesioni raccolte in pochi mesi sul sito www.appellotestamentobiologico.it! E' l'ennesima dimostrazione di come la politica farebbe meglio a uscire più spesso dal Palazzo per ascoltare l'opinione dei cittadini: gli italiani vogliono che il loro diritto costituzionale di scegliere le cure cui sottoporsi o meno sia garantito. Vi invito a sostenere l'appello online e diffonderlo il più possibile: il dibattito sul testamento biologico continuerà alla Camera e noi dobbiamo fare tutto il possibile per farci ascoltare. Ignazio Marino".

giovedì 23 aprile 2009

Il coniuge e l'amante

In Italia siamo abituati a sbattere il mostro in prima pagina. E' di oggi la niotizia di un uomo che, mentre usufruiva di un periodo di malattia, è stato sorpreso al mare, dove ci era arrivato a bordo della sua moto e dove arrotondava lo stipendio grazie ad un secondo lavoro. Come al solito, qualcuno ha gridato allo scandalo, qualcun altro ha fatto spallucce, ostentando un "Tutto qui?".
Il fatto è che in Italia, chi più chi meno, il secondo lavoro ce lo abbiamo tutti. E' un pò come l'amante, si fa ma non si dice. A volte ci si guadagna, a volte è solo un hobby, mentre il coniuge, ignaro, paga le conseguenze della scappatella, oppure non ne ha sentore, o addirittura è connivente con tale situazione, perchè se c'è varietà, girano soldi, tutti ci guadagnano e perchè, in fondo, essendo tutti in qualche modo furbi, cerchiamo di vedere negli altri quello che vorremmo fare noi, quelle cose che non possiamo fare e per le quali ci serve una giustificazione. Ma poi alla fine nessuno fa nulla per cambiare le cose, chi grida allo scandalo o cerca di fare delle leggi apposite, poi si comporta come e peggio degli altri. Altrimenti perchè nessuno striglia i parlamentari che disertano il 50 e più per cento delle sedute? Perchè si continua a fare poco per i parlamentari pianisti nonostante i soldi spesi (4 o 5centomila euro) per eliminare questa piaga? E badate bene che i pianisti arrecano anche un danno economico, oltre che di forma, perchè i parlamentari vengono pagati anche in base al numero delle votazioni cui hanno partecipato. Perchè i parlamentari che diventano ministri non rinunciano allo stipendio da parlamentare e continuano a percepire l'uno e l'altro, conservando, alla luce del sole la 'moglie' e 'l'amante', il primo e il secondo lavoro? Io mi rendo conto che queste mie righe sanno di populismo, di cose trite e ritrite e che certamente non risolvono la crisi economica in atto. Ma io ci credo, in queste cose, si tratta di dare un esempio, una questione di coerenza da non sottovalutare. Le regole, o le rispettiamo tutti o ci sentiamo tutti legittimati a scavalcarle, perchè ci sentiamo furbi, e gli altri non devono essere più furbi di noi. E' un pò come dire che le forze dell'ordine, prima di fare le multe, dovrebbero indossare, loro per primi, le cinture di sicurezza. Ma mi rendo conto che il coniuge e l'amante non possono convivere, non siamo ancora pronti per questo, non siamo pronti ad ammettere che il matrimonio, come il lavoro unico, sono una prigione e che è fisiologico avere uno sfogo extra, che in qualche caso ci consente di arrotondare senza pagare le tasse e che, se tutto fosse fatto alla luce del sole, dovremmo subire una irreparabile perdita che è insita nella nostra natura: il gusto del proibito.

martedì 21 aprile 2009

Brevi pensieri sul razzismo

E' un periodo che, tra problemi di salute, computer che non girano e altro ancora, non riesco ad avere la serenità e la possibilità di postare con una certa continuità. Ma sono convinto che, come ha detto il presidente di confindustria (con la minuscola), Emma Marcegaglia, a proposito della crisi, il peggio è alle spalle (anche se, dall'ultima dichiarazione catastrofica sono passate poche settimane e la grave penalizzazione di un terremoto, che strano).
Nel frattempo abbiamo scoperto di essere un pò più razzisti, l'Europa ci ha condannato, gli unici arrestati per sciacallaggio durante il terremoto e sbattuti in prima pagina erano dei rumeni che poi si sono rivelati innocenti, la Juve giocherà a porte chiuse per un turno a causa di episodi di razzismo di alcuni suoi tifosi nei confronti del giocatore dell'Inter Balotelli. Naturalmente non siamo ancora all'altezza di Ahmadinejad, ma ci possiamo arrivare, basta un pò di impegno in più e il perseverare con l'alleanza con certi soggetti politici che di tolleranza non vogliono sentir parlare. Continuiamo così, e teniamo presente che l'unica cosa del fascismo che viene condannata all'unanimità anche da parte di chi si reputa un nostalgico, sono proprio le leggi razziali, definite dai più un errore. Ma noi non siamo razzisti, l'Italia solidarizza, accoglie, insomma cerchiamo di convincerci in tutti i modi che non c'è alcun pericolo di scivolare verso l'intolleranza assoluta nei confronti dello straniero. E' tutto sotto controllo, si dice per rassicurare, mentre ormai scorgiamo il fondo. Una volta lessi una scritta su un muro: " Si dice che quando tocchi il fondo puoi solo risalire, io ho cominciato a scavare". Per il razzismo che ci circonda, ma anche per tutto il resto, io spero proprio di non dover rammentare quella vecchia scritta.

venerdì 17 aprile 2009

Tasse, campagne e beni culturali ...

Stamattina parlavo con un amico del punto di non ritorno cui è giunta la politica in Italia. Siamo al punto che si può tranquillamente segnalare ai mezzi di informazione di essere sottoposti a ricatto da parte di un cosiddetto alleato negando, di fatto, ogni opportunità di carattere strettamente politico nel prendere le decisioni, intendendo col termine 'politico' la scienza che dovrebbe risolvere i problemi dei cittadini. Il mio interlocutore mi ha fatto notare che, in questo momento, del referendum gli importa poco, perchè incombe sugli italiani la scadenza del decreto legge n.262 del 3 ottobre 2006, poi convertito in legge. Vediamo di cosa si tratta.
Se ho capito bene, questa legge obbliga all'accatastamento urbano anche di quei beni immobili inabitabili che costituiscono l'architettura storica delle campagne. Per intenderci devono essere accatasti (ripeto, si tratta di accatastamento urbano!) anche i trulli o costruzioni analoghe di architettura contadina, che non visita più nesuno, ma che fanno parte del patrimonio artistico e storico del nostro Paese. Questa operazione costa ai proprietari 1000 euro per ogni stabile. Fin qui non ci sarebbe nulla di strano, quello precedente all'attuale è stato catalogato come il governo delle tasse ed è lecito aspettarsi che ogni tanto salti fuori qualche sgradita sorpresa. Così come bisogna anche considerare che mentre la sinistra non ha mai abolito nessuna legge ad personam di quelle approvate dai governi del centro-destra, ma ne hanno proposte a loro volta, questi ultimi non hanno mai abolito nessuna tassa di quelle proposte dai primi. Tutti e due viaggiano a braccetto e questo è uno dei motivi per cui, non riconoscendomi nell'attuale sistema politico, nelle ultime consultazioni ho scelto di non votare. Ma veniamo al dunque. La cosa decisamente spiacevole, per quello che sta accadendo in questi giorni nelle campagne salentine, e forse anche nazionali, è che alcuni proprietari di terreni, pur di evitare questo ennesimo salasso, hanno cominciato ad abbattere le costruzioni oggetto di accatastamento, con un inimmaginabile danno al nostro patrimonio artistico e storico rurale. Naturalmente mi ripropongo di studiare meglio la questione, che è balzata alla mia attenzione solo poche ore fa, ma nel frattempo mi chiedo se non sia possibile proporre una modifica alla legge, escludendo da tale operazione quelle costruzioni che presentano caratteristiche tali da non essere abitabili, o frequentabili, ma che identificano in maniera specifica la cultura e la storia di un popolo. C'è tempo per intervenire, la scadenza è al 30 luglio e credo che nessuna forza politica si metterebbe di traverso nel cercare una soluzione condivisa, ma bisogna fare presto.

giovedì 16 aprile 2009

Vauro, il governo e Padre Raniero Cantalamessa ...

Io non credo che nella vignetta proposta da Vauro ci sia nulla di immorale. Sono piuttosto propenso a credere che l'immoralità sia in quelle persone che approfittano del nulla per portare avanti i propri propositi di epurazione. La vignetta incriminata è questa:
Ma acccanto a questa Vauro ne ha pubblicate altre, sul terremoto, tutte in linea con quanto è già stato detto e scritto da altre persone nelle trasmissioni e nelle riviste locali e nazionali. In quelle vignette si parla non solo dei morti, ma anche delle responsabilità, dei profitti di alcuni ricevuti a danno dei molti. Cose bollate pubblicamente perfino da Padre Raniero Cantalamessa, Predicatore della Casa Pontificia, con queste parole: «Si fanno analisi a non finire della crisi economica in atto nel mondo e delle sue cause, ma chi osa mettere la scure alla radice e parlare di peccato? L’elite finanziaria ed economica mondiale era diventata una locomotiva impazzita che avanzava a corsa sfrenata, senza darsi pensiero del resto del treno rimasto fermo a distanza sui binari. Stavamo andando tutti “contromano”. L’Apostolo definisce l’avarizia insaziabile una “idolatria” (Col 3,5) e addita nella sfrenata cupidigia di denaro “la radice di tutti i mali” (1 Tim 6,10). Possiamo dargli torto? Perché tante famiglie ridotte al lastrico, masse di operai che rimangono senza lavoro, se non per la sete insaziabile di profitto da parte di alcuni? E perché, nel terremoto degli Abruzzi di questi giorni, sono crollati tanti palazzi costruiti di recente? Cosa aveva indotto a mettere sabbia di mare al posto del cemento?» Niente di nuovo, dunque, soprattutto se si pensa che, ad esempio, all’indomani della sciagura abruzzese, il sottosegretario alle Infrastrutture del governo, il leghista Roberto Castelli, ha liquidato il ponte sullo stretto, mentre il ministro Raffaele Fitto ha rinviato sine die il “piano casa” con la soave espressione dorotea della «pausa di riflessione». Infine la ciliegina sulla torta.
Nella bozza originaria del piano casa, protagonista dell'incriminata vignetta di Vauro, fino al testo dato alle regioni, poi avallato con l'intesa del 31 marzo scorso, non compariva la parola terremoto, se non all'articolo 6, dove c'era scritto: "Semplificazioni in materia antisismica". Cioè citavano i sismi per smantellare le norme, non per aggiungere nuovi vincoli da rispettare. Dopo il terremoto, invece, quello stesso articolo 6 è stato intitolato: “Misure urgenti in materia antisismica”. Ora, al di là della polemica politica, è chiaro che il terremoto ha cambiato il modo di pensare, che evidentemente fino ad allora non era proprio in linea con la sicurezza dei cittadini, ma inseguiva altre priorità. Ma ci ha pensato la natura a farci rinsavire tutti, prima che fosse troppo tardi.
Niente di nuovo, dunque, lo ripeto, niente di nuovo ma, ancora una volta, da parte del governo, dopo i casi Biagi, Santoro, Luttazzi, Vulpio, De Magistris, Forleo, si è usato il collaudato metodo della epurazione, evidentemente funzionale agli obiettivi censori a tutto campo di questa politica liberticida.

mercoledì 15 aprile 2009

Vieni avanti, Maroni!

Ieri sera ho visto Maroni (alla tele, per fortuna) e mi è tornato in mente di quando si è detto imbufalito. Non era imbufalito per i circa trecento morti nel Mare Mediterraneo, mentre quei disperati cercavano, su un relitto di nave, una vita migliore di quella che fino ad allora gli era stata concessa da un destino crudele. Sebbene quella era stata una tragedia prevista e per la quale nessuno ha mosso un dito. Non era imbufalito per i circa trecento morti del terremoto, famiglie sterminate, vite spezzate. Anche lì una tragedia che era stata prevista, poteva essere evitata ma per la quale nessuno ha fatto nulla. Tutto è accaduto secondo i piani prestabiliti dal un destino crudele. No, Maroni non era imbufalito per queste cose. Lo era per il suo piccolo decreto, quello sulla sicurezza, quello stesso nel quale c'è scritto che i medici possono segnalare i clandestini che vi si rivolgono per ricevere cure e assistenza. Quello in virtù del quale è bastato l'annuncio per far crollare del 15% i ricorsi ai pronto soccorso da parte di immigrati irregolari. Quello stesso per il quale una prostituta di Bari è morta di tubercolosi senza farsi visitare da nessuno, fuorchè dai suoi clienti. Il nostro non era imbufalito neanche per questa parte del decreto. La fonte del suo nervosismo era l'azzoppamento di quella ennesima pessima legge per via di due emendamenti dell'opposizione fatti passare da un parlamento, che non so se definire illuminato o distratto. Come quando nel corso del governo Prodi, la distrazione di un senatore dell'opposizione fece passare la class action. A proposito, chissà che fine ha fatto quella disposizione. Ma forse hanno ragione loro, gli italiani non meritano di avere troppi diritti, sennò poi ne abusano. Maroni era anche imbufalito per il referendum, quello sulla legge elettorale che, se approvato, rischierebbe di far scomparire la Lega. Chi glielo dice, poi, a Bossi che bisogna confluire nel PDL. Meglio lasciare le cose come stanno e continuare a prendere in giro gli elettori. Per questo Maroni si imbufalisce, non per le cose per le quali è pagato. Ma per l'orgoglio di vincere o perdere le sue piccole lotte, che nulla hanno a che vedere con una vita migliore per i cittadini. Così come tutta la classe politica che ci dovrebbe rappresentare, altrimenti che cosa ci sono andati a fare sui luoghi del terremoto anche quelli che nulla avevano a che fare con le operazioni di soccorso o di ricostruzione. Che cosa c'entrava stare in piedi, per causa dell'altezza, mentre tutti gli altri erano seduti, per ostentare una furtiva lacrima. Ma forse, ancora una volta ha ragione Fini che, a proposito di Annozero, ha coniato un nuovo reato, abuso di libertà. Abuso di potere, dico io, sicuro di essere più aderente alla legislazione vigente.

martedì 14 aprile 2009

Parliamo del taglio cesareo ...

Da qualche tempo è in cantiere una proposta di legge da parte del parlamento che regolamenti il ricorso ai cesarei in Italia. "Alla luce dei recenti dati ufficiali sulle nascite con taglio cesareo in Italia, infatti, si evince che nel nostro Paese qualcosa non funziona". Lo sostengono alcuni senatori appartenenti a vari partiti di maggioranza e dell'opposizione che hanno presentato una mozione bipartisan in cui si impegna il Governo a intervenire sulla materia.
Ma il fenomeno di un aumento dei parti cesarei non riguarda solo l'Italia. Negli ultimi 20-30 anni, ha infatti interessato molti paesi europei ed extra-europei con frequenze variabili che si collocano mediamente intorno al 20%. I paesi del Nord Europa (Norvegia, Finlandia, Svezia e Danimarca) pur avendo registrato un aumento dei cesarei (2-6% nel 1970 e 12-14% negli anni ’90) hanno arrestato il trend in crescita mantenendosi su proporzioni di cesarei pari al 15%. Gli Stati Uniti ed il Canada negli anni ’90 hanno arrestato l’ascesa percentuale dei cesarei che aveva superato il 20%. La prima raccomandazione ufficiale sulla percentuale appropriata di cesarei risale al 1985 a seguito di una consensus conference organizzata appositamente dall’OMS che concluse che il 10-15% di parti mediante taglio cesareo non doveva essere superato perché questo non avrebbe prodotto alcun beneficio aggiuntivo di salute per la madre e per il neonato.
In Italia nel 1999 la proporzione di parti cesarei ha superato il 30% e continua a crescere nel tempo (34% nel 2001) con notevoli variazioni regionali (18% nella Provincia di Bolzano e 53% in Campania).
Attualmente, come sottolineano i parlamentari interessati all'iniziativa, "i dati presentati parlano di una percentuale nazionale del 38,3% di parti con taglio cesareo, con picchi in alcune regioni fino al 60%, nettamente superiori alle statistiche dell'Ue che indicano una media del 23,7% e quelle degli Usa del 27,5%". L’utilizzo inappropriato di una pratica assistenziale di provata efficacia quale il cesareo non ha prodotto miglioramenti sostanziali negli esiti perinatali per le donne e per i bambini. Al contrario le regioni con un tasso medio di cesarei più basso della media nazionale hanno bassa mortalità perinatale e morbilità neonatale rispetto alle regioni con alto tasso di cesarei.
I senatori dunque chiedono al Governo di promuovere, di concerto con le Regioni e le Province Autonome, "un appropriato ricorso al parto con taglio cesareo, attraverso l'utilizzo di strumenti informativi adeguati a rilevare tutte le informazioni possibili legate alla fase pre-natale, all'evento nascita e al monitoraggio a un anno dalla nascita del bambino; e di introdurre e sviluppare strumenti di audit e feedback, efficaci e adattabili alle diverse realtà regionali importanti per controllare alcune delle cause dell'elevato ricorso al taglio cesareo".
Una bella iniziativa, spero proprio che vada in porto!

lunedì 13 aprile 2009

L'ospedale San Salvatore dell'Aquila

Sì, è vero, anch'io parlo del terremoto. E dopo che tutto sembra essere stato già detto. Avrete senz'altro sentito parlare degli edifici più rappresentativi che sono crollati miseramente. E fra questi l'ospedale San Salvatore dell'Aquila. Ma non voglio continuare con una polemica sterile, l'intento di questo breve scritto è quello di dare dei numeri che possano fornire un'idea di quello che poteva essere e che non è stato.
Le città e le regioni confinanti con l'area terremotata hanno collaborato per gestire l'emergenza. L'8 aprile, nei tre ospedali della Asl di Chieti erano giunti 94 feriti dalle aree colpite dal sisma. Di questi, 59 persone sono state ricoverate nei tre ospedali, di cui 44 a Chieti, dieci a Ortona e cinque a Guardiagrele. Altri 35 erano stati curati in Pronto soccorso e dimessi. Il Presidio ospedaliero di Chieti ha attivato 60 posti letto aggiuntivi, utilizzando i locali dei tre reparti di Divisione chirurgica, Neurologia e Dermatologia che erano stati accorpati nei mesi scorsi. Anche Pescara si è mobilitata. "Stiamo aspettando l'arrivo di un aereo con altri 11 pazienti provenienti dall'Aquila. Abbiamo ancora posti letto a disposizione, anche perché i malati meno gravi, con piccoli traumi, li stiamo trasferendo negli alberghi della città". A riferirlo all'ADNKRONOS SALUTE era Fernando Guarino, direttore sanitario dell'ospedale di Pescara. Questi dati, riferiti al giorno 8 aprile, rendono una pur pallida idea dell'organizzazione aggiuntiva che si è resa necessaria per garantire ai superstiti le necessarie cure mediche.
Oggi rimane lo sconcerto. Quello di chi avrebbe voluto che in quell'ospedale venissero ricoverati i propri feriti, i quali invece hanno dovuto essere dirottati altrove perchè il 90% dell'ospedale San Salvatore dell'Aquila è stato reso inagibile dal terremoto. Il senatore Ignazio Marino, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Ssn, ripercorre la storia della struttura sanitaria. "La costruzione dell'ospedale, iniziata nel 1972, prevedeva una spesa di circa 11 miliardi di lire. Negli anni successivi i finanziamenti sono lievitati a 164 miliardi, e per l'ultimazione del complesso, avvenuta nel '99, si è quasi raggiunta quota 200 miliardi. Già nella XIII legislatura - prosegue - la Commissione che ora presiedo riferiva di un ospedale dall'impianto costruttivo obsoleto e irrazionale, denunciava la scarsa qualità dei materiali impiegati e segnalava un'organizzazione del lavoro su percorsi orizzontali che avrebbe contribuito a rendere problematico l'equilibrio finanziario dell'Azienda. Non è questo il momento delle polemiche - conclude Marino - ma non permetteremo che, a riflettori spenti e in fase di ricostruzione, ci si dimentichi degli errori del passato. Abbiamo deciso all'unanimità di avviare un'indagine sul percorso progettuale dell'ospedale, richiedendo la necessaria documentazione al fine di individuare eventuali illeciti nella costruzione o nelle fasi di ristrutturazione e collaudo del nosocomio. Procederemo con l'accertamento di responsabilità penali e politiche - aggiunge - ma senza intralciare i lavori di soccorso. L'autolimitazione temporanea è stata decisa esclusivamente per senso di responsabilità. Se c'è qualcuno che ha sbagliato dovrà pagare".
Ho fiducia in Ignazio Marino, è una persona per bene. C'è solo da sperare che lo lascino lavorare, sebbene le recenti vicissitudini in merito alla legge sul testamento biologico mi fanno nutrire molti dubbi. Speriamo bene.

domenica 12 aprile 2009

Per non dimenticare: i morti sul lavoro dal 20.03.09 al 09.04.09

Prosegue, pur dopo diverse settimane di assenza per motivi vari, il viaggio intrapreso da questo blog nel mondo delle mortalità su lavoro. L'obiettivo è sempre quello di rendere omaggio a quei piccoli eroi quotidiani, vittime di tante cause, ma anche e a volte soprattutto di una politica che disattende i propri doveri, per inseguire spesso obiettivi a breve scadenza e con mera finalità elettorale. Per loro chiedo un pensiero e, per chi ci crede, una preghiera durante la messa domenicale.
E’ morto al Policlinico di Messina, dove si trovava da martedì pomeriggio in coma, il muratore Vincenzo Casamento, 51 anni, di Lipari. L’uomo era caduto improvvisamente durante l’esecuzione di alcuni lavori ad un tettoia , in un abitazione di Quattropani ed aveva riportato gravissimi traumi, soprattutto al capo. Categorie : edilizia, sicilia
Sebastiano Marateo, 37 anni, operaio, Roma 9 04 2009
In un cantiere edile in via Francavilla Fontana, nella zona periferica di Ponte di Nona, a Roma è morto Sebastiano Marateo, operaio romano di 37 anni, schiacciato tra il braccio meccanico sollevatore di una gru su cui stava lavorando e un camion. Secondo una prima ricostruzione, l’operaio era impegnato nelle operazioni di scarico dal camion, a un certo punto la gru si è inceppata e, forse nel tentativo di sbloccarla, è rimasto imprigionato. Categorie : edilizia, lazio
Nicola Viceconti, 55 anni, autista, Lauria 8 04 2009
Nicola Viceconti, 55 anni, autista, è morto dopo essere stato investito dall’autobus che guidava: era sceso dal mezzo dopo averlo parcheggiato in un’area di sosta alla periferia di Lauria (Potenza) ma, per un lieve dislivello della strada, l’autobus ha cominciato a muoversi e lo ha investito schiacciandolo contro un muro. Categorie : basilicata, trasporti
Angelo Tumminello, 54 anni, operaio, Palermo 3 04 2009
Un operaio di 54 anni, Angelo Tumminello, mentre stava lavorando in un cantiere in via Medea, nella zona della borgata marinara di Sferracavallo a Palermo, è precipitato da un’impalcatura ed è morto. Categorie : edilizia, sicilia
Domenico Cicciarelli, 47 anni, operaio, Prossedi 2 04 2009
A Prossedi, in provincia di Latina, due operai di 52 e 47 anni sono morti per il crollo di un ponteggio mentre lavoravano in un cantiere dentro il cimitero del paese. Lidano Monti e Domenico Cicciarelli stavano ristrutturando una cappella quando il cedimento improvviso li ha travolti, nel primo pomeriggio. Con loro c’era un terzo operaio, che ha riportato gravi ferite ma è fuori pericolo. A cedere sarebbe stata la base della impalcatura che, sbilanciandosi, ha fatto perdere l’equilibrio ai tre lavoratori, caduti da un’altezza di sei metri e rimasti schiacciati dalla struttura metallica. Categorie : edilizia, lazio
Lidano Monti, 52 anni, operaio, Prossedi 2 04 2009
A Prossedi, in provincia di Latina, due operai di 52 e 47 anni sono morti per il crollo di un ponteggio mentre lavoravano in un cantiere dentro il cimitero del paese. Lidano Monti e Domenico Cicciarelli stavano ristrutturando una cappella quando il cedimento improvviso li ha travolti, nel primo pomeriggio. Con loro c’era un terzo operaio, che ha riportato gravi ferite ma è fuori pericolo. A cedere sarebbe stata la base della impalcatura che, sbilanciandosi, ha fatto perdere l’equilibrio ai tre lavoratori, caduti da un’altezza di sei metri e rimasti schiacciati dalla struttura metallica. Categorie : edilizia, lazio
Antonio Sotgiu, 25 anni, agricoltore, Pattada 29 03 2009
Un agricoltore di 25 anni, Antonio Sotgiu, residente a Bantine, una frazione di Pattada, in provincia di Sassari, è morto dopo dopo avere perso il controllo del trattore su cui stava lavorando che lo ha travolto. Categorie : agricoltura, sardegna
Dante Casini, 65 anni, imprenditore edile, Roma 29 03 2009
E’ morto Dante Casini, il 65enne imprenditore edile di Faleria, in provincia di Viterbo, rimasto gravemente ferito due giorni fa in un incidente sul lavoro avvenuto mentre stava seguendo i lavori di ristrutturazione della propria abitazione. L’uomo, colpito alla testa da alcune pietre cadute da un ponteggio, era stato ricoverato al Gemelli di Roma in prognosi riservata, ma purtroppo non ce l’ha fatta. Categorie : edilizia, lazio
N.Z., 47 anni, operaio, Osimo 27 03 2009
N. Z. ,un uomo di 47 anni, stava smantellando un capanno agricolo insieme al padre, quando la struttura ha ceduto improvvisamente e lo ha travolto. Categorie : agricoltura, marche
Ivan Bonincontri, 40 anni, operaio, Sabbio Chiese 26 03 2009
A Sabbio Chiese (Brescia), un operaio di 40 anni, Ivan Bonincontri, è morto mentre era al lavoro su un camion nell’azienda ‘Italcave’. Loperaio stava caricando con una gru sul rimorchio delle pesanti lastre di cemento armato. Non è ancora chiaro se per il carico eccessivo, oppure per un mancato fissaggio, il mezzo si e’ ribaltato e ha schiacciato il 40enne. Categorie : cementificio, lombardia
Vincenzo Romano, 49 anni, artigiano, Torino 24 03 2009
Vincenzo Romano, artigiano, è morto mentre era impegnato in uno scavo per collegare la condotta fognaria centrale ad un condominio, travolto oggi pomeriggio da una massa di detriti in un cantiere stradale in corso Unione Sovietica a Torino. Categorie : edilizia, piemonte
Anonimo, 71 anni, Puos d’Alpago 23 03 2009
Un settantunenne è deceduto dopo essere stato schiacciato contro un albero dalla motocarriola con la quale stava trasportando del materiale, a Puos d’Alpago, nel bellunese. Categorie : lavori vari, veneto
Ezio Brondello, 58 anni, agricoltore, Gorré di Rittana 23 03 2009
E’ stato schiacciato dal trattore che stava guidando e che si è improvvisamente ribaltato. Così è morto Ezio Brondello, di 58 anni, Vigile del fuoco in pensione, che stava lavorando in località Gorrè di Rittana, in provincia di Cuneo. Categorie : agricoltura, piemonte
Romano Raggi, 68 anni, operaio, Pontedellolio 23 03 2009
Romano Raggi, pensionato 68enne di Pontedellolio, ha perso la vita dopo un volo di almeno quattro metri da un ponteggio che stava allestendo nell’abitazione di un amico in via Rossi a Ponte. Categorie : edilizia, emilia romagna
A.Z., 65 anni, agricoltore, Vernurio 23 03 2009
Un agricoltore di 65 anni, A.Z., e’ morto schiacciato dal suo trattore a Vernurio, nel Meranese. L’uomo e’ stato travolto dal mezzo agricolo che si era improvvisamente ribaltato su un ripido pendio. Categorie : agricoltura, trentino alto adige
Carlo Emmi, 55 anni, marinaio, Ancona 22 03 2009
Nel porto di Ancona Carlo Emmi, marinaio di 55 anni imbarcato su una nave chiatta, è morto ucciso da un cavo d’acciaio agganciato ad un rimorchiatore, che si è spezzato colpendolo in pieno. Categorie : marche, trasporti
Innocenzo Blanc, 74 anni, agricoltore, Doues 21 03 2009
Un pensionato di Doues, Alfonso Innocenzo Blanc, di 74 anni, è deceduto questa mattina, sabato 21 marzo, in un incidente agricolo. L’uomo, verso le 10,15, è rimasto schiacciato dal suo trattore. L’agricoltore stava trasportando con il suo trattore della legna, quando scendendo da una discesa scoscesa ha perso il controllo del mezzo agricolo che si è ribalto schiacciandolo. Categorie : agricoltura, val d'aosta
Remo Tagliapietra, 37 anni, agricoltore, Zanè 21 03 2009
Remo Tagliapietra, 35 anni, è morto nella azienda agricola del padre a Zanè, schiacciato da una balla di fieno del peso di 4 quintali, caduta da un carro. Categorie : agricoltura, veneto
Elio Cortesi, 79 anni, operaio, Bagnacavallo 21 03 2009
A Bagnacavallo in via Caduti di Brescia, nell’area esterna di un cantiere edile è morto Elio Cortesi, 79 anni, che si trovava nel cantiere per caricare della terra con il suo trattore-rimorchio. Improvvisamente, a causa di una manovra accidentale, l’anziano è stato investito in retromarcia da un Bob Cat condotto da un operaio dell’impresa che sta effettuando i lavori. Categorie : edilizia, emilia romagna
Sansone Aniello, 63 anni, operaio, Gaeta 20 03 2009
Aniello Sansone, operaio 63enne, è morto travolto da un carrello deragliato sul quale stava lavorando a Gaeta, durante i lavori di ripristino della Littorina tra Gaeta e Formia: il carrello, adibito al trasporto di un pesante gruppo elettrogeno, si è sganciato ed il generatore di corrente lo ha travolto. Categorie : campania, trasporti
(fonte http://mortisullavoro.wordpress.com/)

mercoledì 1 aprile 2009

Li abbiamo già dimenticati

E dire che Fabrizio Gatti, giornalista dell’Espresso, lo aveva detto. Sta arrivando una nuova ondata di africani. Chi doveva sapere era certamente stato messo al corrente. E forse non è finita qui. Altri ne arriveranno nei prossimi giorni. Gente disperata, che non prova certamente piacere a lasciare la propria terra, i propri affetti, la propria vita. Per rincorrere un sogno di civiltà, negato per sempre da governi avari di democrazia, ingordi di potere e di ricchezze. Sì, perché l’Africa è un continente ricco. In Africa hanno di tutto. Materie prime, pascoli, terra, acqua, diamanti, uranio (quello delle centrali nucleari, per intenderci) ... tutto, ma non hanno le banche. E nonostante ciò non stanno bene lo stesso, perché hanno sul collo gli interessi delle banche di altri paesi. Vanno lì, comprano la terra, nella terra coltivano soja, mais, cibo e portano via il cibo agli africani. Stanno succedendo casini in tutto il mondo, perché sarà la guerra del cibo.
Depredati dall’interno e dall’esterno, dunque, e costretti a fuggire, dopo aver pagato a caro prezzo il gesto. Per arrivare, se tutto va bene, in posti dove verranno discriminati, insultati, cacciati. Già, se tutto va bene. Ieri non è andato tutto bene. C’è chi parla di un centinaio di persone disperse nelle acque davanti alla Libia e chi sostiene che siano addirittura duecento; fonti che affermano che almeno due imbarcazioni sono naufragate e chi dice, invece, che a ribaltarsi è stata una sola carretta del mare con 253 migranti a bordo: una delle poche certezze è che un altro barcone, con oltre 350 clandestini, è tornato in porto solo grazie all'intervento di una nave italiana. Si sono dati i numeri del lotto, per tutta la giornata di ieri, poi il silenzio. Oggi la notizia non si trova più da nessuna parte. Dimenticati, divorati dal G20, dall’arrivo di Obama, dalle dichiarazioni di questo o di quell’altro, dai proclami, dalle finte proposte. Nella nostra frenetica bulimia, abbiamo divorato anche loro. In fondo erano solo … boh … chissà quanti disperati in cerca di una vita migliore che sono passati a miglior vita e che nessuno, neanche i familiari, ricorderanno più.