"Non bisogna solo essere onesti, ma apparire onesti. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! [...] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!”. (Paolo Borsellino)

lunedì 27 aprile 2009

Lettera aperta ad un candidato alle provinciali

Caro Luigi,
ti scrivo invece che parlarti perché credo, nella mia presunzione, che queste mie parole possono essere condivise da altri, per altre situazioni analoghe.
Ho saputo che ti sei candidato per le provinciali, certamente non è stata una sorpresa, anzi, sarebbe stata una sorpresa se ciò non fosse accaduto. Da anni fai l’assessore, conosco il tuo impegno, la passione che ci metti nel tuo lavoro, ho anche assistito ad un’intervista in quella tivù locale, dove hai dato certamente e oggettivamente prova di grandi qualità, di una preparazione che non sempre i politici possono vantare. E poi sei una persona onesta, trasparente. Ma non voglio farti attendere oltre e vengo subito al punto, anche perché non è da te crogiolarti nei salamelecchi.
Il punto, caro Luigi, è che io non condivido più il motivo per cui mi chiederai il voto. Non condivido l’attuale modo di fare politica da parte di molti tuoi colleghi, non c’è passione, non ci sono idee. C’è solo la difesa di privilegi lentamente conquistati da parte della classe politica italiana e duri a morire. Privilegi che non danno niente in cambio al cittadino che, se fino a pochi anni fa, poteva godere di qualche beneficio di ritorno, ora non riescono a vedere nessun programma, nessun impegno di ampio respiro, nessuno sforzo per migliorare la società. La politica attuale è autoreferenziale, si fonda esclusivamente su tatticismi, percepisco quasi la disperazione di chi cerca a tutti i costi di sopravvivere mentre il terreno si sgretola impietosamente sotto i suoi piedi.
E poi c’è il vecchio discorso della Provincia, cioè quello che da più parti è considerato un ente inutile. Io personalmente, caro Luigi, non percepisco nulla del lavoro del consiglio provinciale. E’ vero, quando una istituzione non si sente è perché sta lavorando bene, mentre quando appare troppo è segno che qualcosa non va. Ma lasciami dire che, di fronte ai denigratori, io non so cosa rispondere, non so dire cosa hai fatto, quale beneficio i cittadini hanno avuto come conseguenza del tuo operato. Il fatto è che in Italia si fa fatica ad abolire qualsiasi cosa, le cariche, le più becere e inutili, le istituzioni, perfino l’associazione Ponte sullo Stretto che macina miliardi ogni anno, molto in anticipo rispetto alla posa della prima pietra. E poi ieri sera mi sono accorto, spiegando a mio figlio una sintesi delle istituzioni in Italia, che mentre nel Comune c’è il Consiglio Comunale, nella Provincia, il Consiglio Provinciale, nella Regione il Consiglio Provinciale, solo a livello centrale ci sono due camere. Mio figlio mi ha chiesto il perché e anche lì, credimi, non sono riuscito a rispondere, ma mi chiedo a mia volta. A quando una bella cura dimagrante, ‘istituzionale’ dei costi della politica?
Non ti voterò, Luigi, anche se penso alle parole di un tuo collega, che ha definito ‘un avversario forte, ma battibile', il candidato della lista avversaria alla presidenza della provincia. E allora mi tornano in mente le parole di Nanni Moretti “... con questi dirigenti non vinceremo mai…".
Con questo ti saluto e ti auguro buona fortuna. Spero solo di poterti votare in futuro, ma in un’altra veste perché, sinceramente, te lo meriti.

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